Il conformismo,come testarda certezza degli incerti
Pasolini: “Sono reduce da un mondo di scandalizzati. Tu, Moravia, ti scandalizzi o no?”*
Moravia: “No, mai, assolutamente mai, l’unica... Insomma, potrei dire che mi scandalizza la stupidità, ma poi non è vero neanche. Io penso che bisogna sempre cercare di capire, che c’è sempre la possibilità concreta di capire le cose, e le cose che si capiscono non scandalizzano. Tutt’al più vanno, vanno riferite ad un giudizio, e il giudizio è legittimo, non lo scandalo”.*
Pasolini: “Senti, ma tu riesci ad immaginare, a concepire, a raffigurare dentro di te il fenomeno dello scandalizzarsi?”*
Moravia: “La persona che si scandalizza, il personaggio che si scandalizza è il personaggio che vede qualche cosa di diverso da se stesso e al tempo stesso di minaccioso per se stesso; cioè non soltanto è una cosa diversa, ma minaccia la propria persona, sia fisicamente, sia nel senso dell’immagine che questa persona si fa di se stesso. Lo scandalo, in fondo, è una paura di perdere la propria personalità, è una paura primitiva”.*
Pasolini: “In conclusione, chi si scandalizza è psicologicamente incerto, cioè praticamente un conformista”.*
Moravia: “Effettivamente è vero. La persona che si scandalizza è una persona profondamente incerta”.*
Pasolini: “Lo scandalo come elemento dell’istinto di conservazione, dunque. Tu cosa diresti, Moravia, per concludere?”*
Moravia: “Ecco, io direi questo, che una credenza che sia stata conquistata con la ragione e con un esatto esame della realtà è abbastanza elastica per non scandalizzarsi mai... Se invece è una credenza ricevuta senza una analisi seria delle ragioni per cui è stata ricevuta, accettata, sì, per tradizione, per pigrizia, per educazione passiva è... un conformismo...”.*
Pasolini: “Il conformismo, insomma, come testarda certezza degli incerti”.
Dal film "Comizi d'amore", di Pier Paolo Pasolini