L'espressione "fare le corna" (da cui deriva "essere cornuto") e' dovuta al mito della nascita del minotauro.
legata a due vicende diverse:
la moglie di Minosse lo tradì con un toro (ovvero Zeus sottoforma di toro), e da allora le corna venivano usate per rappresentare il tradimento consumato.
Tutto cominciò a Creta. la regina Pasifae,moglie di Minosse,disse al marito che del sesso non le importava proprio niente.
Senonchè Venere,dea dell'amore,offesa,decisa di vendicarsi.
Tramutò pasifae in una ninfomane scatenata.
Il re Minosse non sapeva più cosa fare,senonchè decise di confinare la moglie in una zona sperduta dell'isola di Creta e le mise accanto solo persone di sesso femminile.
Ma quall'isolamento risultò inutle

asifae s'innamorò di un toro che pascolava in quei paraggi.
Al toro,comunque piacevano solo le vacche,cosicchè la ragina si fece costruire da Dedalo (il famoso Dedalo) una staua a forma di vacca e ci si mise dentro.
(Per saperne di + si consiglia di visitare il Palazzo Té di Mantova e d chiedere del dipinto di Giulio Romano,o di consultare il terzo capitolo della Biblioteca di Apollodoro).
Dal loro rapporto mostruoso naque il Minotauro.
Lo scandalo fu enorme. I cretesi per prendere in giro Minosse,e ricordargli che era stato tradito anche con un toro,ogni volta che lo vedevano passare per le strade gli facevano il segno delle corna,che da quel giorno divenne il simbolo stesso del tradimento.
Nell’antichità le corna erano originariamente simbolo di forza, coraggio, ardore e virilità.
Per questo molte divinità e molti personaggi potenti venivano rappresentati cornuti, ossia dotati di un bel paio di corna più o meno grandi sulla fronte; un esempio è il Mosè di Michelangelo.
Orazio e Tibullo cantarono le “corna d’oro” del dio Bacco, molti re di Macedonia, Siria e Tracia ornavano i loro diademi, oppure, nel caso dei sovrani guerrieri Alessandro e Pirro, i loro elmi di corna, mentre a Roma esisteva addirittura la famiglia dei Cornelii.
E allora perché ad un tratto l’epiteto “cornuto” divenne un insulto?
Tutta colpa dell’imperatore bizantino Andronico I Comneno, nato nel 1120; un tipaccio violento, sanguinario, esperto in congiure e grande sciupafemmine.
I suoi lo detestavano, sia perché non faceva che tramare contro l’Impero di famiglia maneggiando con nemici storici quali Ucraini e Sultani di Damasco, sia perché riusciva a portarsi a letto ogni donna di parente altrui, cognata o cugina che fosse.
L’Imperatore Manuele, suo cugino, prima lo schiaffò in prigione per nove anni poi, per toglierselo dai piedi, lo esiliò nominandolo governatore della Cilicia.
Qui Andronico si annoiava a morte, così piantò moglie legittima e tre figli e andò ad Antiochia dove sedusse la principessa Filippa di Poitiers.
Ma si stancò presto della relazione; così la mollò, fece un salto a San Giovanni d’Acri, rapì la regina Teodora vedova di re Baldovino III e la portò prima a Damasco poi in Georgia sul Mar Nero e infine di nuovo a Costantinopoli dove, furbone, fece pace con Manuele, vecchio e malato.
Quando questo morì ottenne la tutela del figlio di lui, l’imperatore Alessio II; stette calmìno per due anni poi, con una solita congiura, lo strangolò, ne prese il posto e, già che c’era, cacciò via Teodora e i due figli avuti da lei, impalmando la giovanissima vedova di Alessio, Agnese di Francia.
E ora arriviamo finalmente alle corna: una volta preso il potere, dal 1183 al 1185 Andronico Comneno si abbandonò a una serie interminabile di nefandezze.
Mentre blandiva il popolo con trovate demagogiche e populiste, si accaniva sui nobili di Costantinopoli e città vicine, soprattutto su quelli che lo avevano sempre avversato.
Li faceva arrestare per un motivo qualsiasi, rapiva le loro mogli tenendosele come concubine e sollazzandosi con esse sino a quando gli andava; poi, come sommo scherno, faceva appendere sulle facciate dei palazzi dei poveretti delle simboliche e beffarde teste di cervi e altri animali naturalmente cornuti da lui abbattuti a caccia.
Fu allora, e precisamente nel 1185, che nacque il modo di dire greco “cherata poiein”, mettere le corna, per indicare il pubblico ”infortunio” coniugale subìto dai mariti sudditi di Andronico.
Il 24 agosto di quell’anno i soldati dell’esercito siciliano di re Guglielmo II il Normanno conquistarono Salonicco, e rimasero stupitissimi nel vedere decine e decine di palazzi decorati con teschi di animali muniti di corna; quando ne conobbero il motivo, fecero conoscere l’epiteto “cornuto” anche in Sicilia , da dove si diffuse in tutta Italia prima e in tutta Europa poi.
E che fine fece Andronico Comneno il cornificatore?
Quando l’11 settembre giunse a Costantinopoli la notizia della caduta di Salonicco, il popolo –cornuti in testa- si ribellò; l’Imperatore venne catturato, mostruosamente seviziato e - proprio come uno dei suoi macabri trofei- appeso per un piede alla facciata del suo Palazzo.