andrea53
Utente di lunga data
Dosi: tutte a occhio:singleeye:, perché mano a mano che il piatto prenderà corpo e diventerà bello, ne trarrà giovamento anche il vostro sguardo


Ingredienti: pane raffermo (q.b.). Nella maggior parte delle ricette è indicato quello bianco. Io uso il pane integrale o, preferibilmente, il pane "brutto", cioè un pane toscano fatto con un misto di farine bianche, integrali, un po' di farina di mais, sale e olio. E' un pane piuttosto massiccio che si mantiene per diversi giorni.
Polpa di pomodoro, in stagione fresca, altrimenti in scatola, purché di buona qualità.
Due-tre spicchi d'aglio "svestiti"
. Una cipolla fresca, meglio se di Tropea. Una costa di sedano, due carote, prezzemolo.
Preparate il pane: tagliatelo a fette (più o meno grandi, a seconda dei gusti, del tempo e dell'umore);
prima... in una grande ciotola avrete predisposto del brodo (meglio se di verdure, va bene anche quello fatto col preparato purché di buona qualità, tipo dialbrodo), meglio se ancora tiepido. Mettete il pane ad ammollarsi per quindici-venti minuti.
Tritate finemente (anche col mixer) l'aglio, la cipolla, il sedano, le carote e il prezzemolo.
In una casseruola (magari di terracotta), mettete a scaldare a fuoco lento un bel fondo di olio extra-vergine.
Potete procedere secondo i dettami di due confessioni:
a) mettere tutto a freddo (olio compreso) e far scaldare lentamente;
b) aspettare che l'olio sia caldo e mettere a soffriggere tutto il tritato.
In ogni caso, non appena gli odori appassiscono, versate la polpa di pomodoro (deve essere tanta quanto basterà a "coprire" il pane).
Fate rosolare per un po', ma non fate ritirare la salsa;
toglietela dal fuoco e rimettetela nel mixer. Chiudete gli occhi e il coperchio e fate girare al massimo.
Mentre tenete gli occhi chiusi recitate a mente una poesia: vanno bene sia l'infinito di Leopardi che finché la barca va di Orietta Berti, perché il tempo che ci s'impiega è più o meno simile. In ogni caso la scelta è libera.
Riaprite gli occhi, fermate il mixer: la salsa di pomodoro sarà diventata una bellissima e profumatissima crema.

Aggiustatela di sale, sempre secondo i vostri gusti, tempi e umori. Adesso riprendete la larga casseruola, quella (magari di terracotta) e, dopo aver sparso un filo d'olio sul fondo, cominciate a mescolare la salsa e le fette di pane ammollate, aggiungendole una ad una (strizzatele dolcemente sopra la ciotola, non fate finire il brodo nella casseruola ma lasciate le fette un po' umide). In breve il pane e il pomodoro si amalgameranno. Assecondate il processo con una bella mestola di legno, grande, antica (del tipo di quelle che mia mamma mi spezzava sui malleoli).
Continuate pure a occhio: quando il tutto sarà ben caldo e amalgamato, spegnete il fuoco.
D'inverno servitela calda, d'estate lasciatela freddare un po'.
Aggiungete, a decorare, un bel po' di foglie di basilico fresco. Condite con abbondate parmigiano grattugiato. Potete, volendo, aggiungere un po' di olio extra-vergine crudo.
Lo potete servire con moscardini in umido, oppure con arselle e vongole saltate in padella. Oppure da solo.
La ricetta "normale" prevede solo aglio e basilico, oltre al pomodoro.
Qualcuno ci aggiunge la cipolla tritata.
Questa che vi ho scritto è la ricetta della mia nonna Giulia, che venne al mondo il 7 febbraio 1898, ed è quella che vi consiglio. Perché quando la preparo per i miei amici, non ne avanza mai neanche un po'


P.S.: lei non la chiamava "pappa col pomodoro", la chiamava "pancotto". La sostanza è la stessa, una ricetta per recuperare gli avanzi, in un tempo in cui non si buttava mai via niente (un po' come oggi, via!)
buon appetito.
Se avranno seguito per bene le mie istruzioni, alla fine, avendo lavorato molto a "occhio", tutte le signore avranno di certo lo sguardo più penetrante e irresistibilmente magnetico. Al termine della preparazione gli uomini si ritroveranno invece soltanto un po' sudati.
Ingredienti: pane raffermo (q.b.). Nella maggior parte delle ricette è indicato quello bianco. Io uso il pane integrale o, preferibilmente, il pane "brutto", cioè un pane toscano fatto con un misto di farine bianche, integrali, un po' di farina di mais, sale e olio. E' un pane piuttosto massiccio che si mantiene per diversi giorni.
Polpa di pomodoro, in stagione fresca, altrimenti in scatola, purché di buona qualità.
Due-tre spicchi d'aglio "svestiti"
Preparate il pane: tagliatelo a fette (più o meno grandi, a seconda dei gusti, del tempo e dell'umore);
prima... in una grande ciotola avrete predisposto del brodo (meglio se di verdure, va bene anche quello fatto col preparato purché di buona qualità, tipo dialbrodo), meglio se ancora tiepido. Mettete il pane ad ammollarsi per quindici-venti minuti.
Tritate finemente (anche col mixer) l'aglio, la cipolla, il sedano, le carote e il prezzemolo.
In una casseruola (magari di terracotta), mettete a scaldare a fuoco lento un bel fondo di olio extra-vergine.
Potete procedere secondo i dettami di due confessioni:
a) mettere tutto a freddo (olio compreso) e far scaldare lentamente;
b) aspettare che l'olio sia caldo e mettere a soffriggere tutto il tritato.
In ogni caso, non appena gli odori appassiscono, versate la polpa di pomodoro (deve essere tanta quanto basterà a "coprire" il pane).
Fate rosolare per un po', ma non fate ritirare la salsa;
toglietela dal fuoco e rimettetela nel mixer. Chiudete gli occhi e il coperchio e fate girare al massimo.
Mentre tenete gli occhi chiusi recitate a mente una poesia: vanno bene sia l'infinito di Leopardi che finché la barca va di Orietta Berti, perché il tempo che ci s'impiega è più o meno simile. In ogni caso la scelta è libera.
Riaprite gli occhi, fermate il mixer: la salsa di pomodoro sarà diventata una bellissima e profumatissima crema.
Aggiustatela di sale, sempre secondo i vostri gusti, tempi e umori. Adesso riprendete la larga casseruola, quella (magari di terracotta) e, dopo aver sparso un filo d'olio sul fondo, cominciate a mescolare la salsa e le fette di pane ammollate, aggiungendole una ad una (strizzatele dolcemente sopra la ciotola, non fate finire il brodo nella casseruola ma lasciate le fette un po' umide). In breve il pane e il pomodoro si amalgameranno. Assecondate il processo con una bella mestola di legno, grande, antica (del tipo di quelle che mia mamma mi spezzava sui malleoli).
Continuate pure a occhio: quando il tutto sarà ben caldo e amalgamato, spegnete il fuoco.
D'inverno servitela calda, d'estate lasciatela freddare un po'.
Aggiungete, a decorare, un bel po' di foglie di basilico fresco. Condite con abbondate parmigiano grattugiato. Potete, volendo, aggiungere un po' di olio extra-vergine crudo.
Lo potete servire con moscardini in umido, oppure con arselle e vongole saltate in padella. Oppure da solo.
La ricetta "normale" prevede solo aglio e basilico, oltre al pomodoro.
Qualcuno ci aggiunge la cipolla tritata.
Questa che vi ho scritto è la ricetta della mia nonna Giulia, che venne al mondo il 7 febbraio 1898, ed è quella che vi consiglio. Perché quando la preparo per i miei amici, non ne avanza mai neanche un po'
P.S.: lei non la chiamava "pappa col pomodoro", la chiamava "pancotto". La sostanza è la stessa, una ricetta per recuperare gli avanzi, in un tempo in cui non si buttava mai via niente (un po' come oggi, via!)
buon appetito.
Se avranno seguito per bene le mie istruzioni, alla fine, avendo lavorato molto a "occhio", tutte le signore avranno di certo lo sguardo più penetrante e irresistibilmente magnetico. Al termine della preparazione gli uomini si ritroveranno invece soltanto un po' sudati.
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