E questa è un'altra cosa che non ho mai capito bene. Lei ha sempre ostentato una gioiosa serenità. Quello che non dormiva la notte ero io, mai lei.
Lei era sempre sorridente e scherzosa coi colleghi. Quello che stava male sono sempre stato io.
A guardare i fatti, come dice farfalla, si direbbe che lei sia sempre stata serena e in pace con se stessa. A parte qualche episodio.
Non so Feather, così sul virtuale, così come ho letto la storia, mi sa almeno un po' di esercizio di potere, se non abuso. Lei, anche ora che si sottrae, in realtà bada molto bene a restar viva nella tua mente, fa attenzione a tener viva una trama di pensieri pervasivi, ossessivi perfino come dici tu, mettendoci anche qualche opportuno ricarico quando serve (tipo l'appuntamentino e il bacino), caso mai i tuoi pensieri mostrassero una trascinabilità su argomenti alternativi. Ricorrere anche alla consegna dell'intimità dell'altro, sotto forma di gran dovizia di immagini forti, evocazione di sonorità (singhiozzi) mi sembra voler utilizzare anche cose non del tutto proprie, e dalla carica tracimante. La carica emotiva è alta, e stordisce l'altro, che ne rimane stordito. E' come dire: guarda cosa ti offro, perfino lo spettacolo di un legittimo consorte costretto a far l'amore con un corpo piangente. A pelle, ma anche a raziocinio, credo che potrebbero esserci altri mezzi forti per cucirti a doppio filo, senza mettere sul piatto della bilancia la parte d'intimità dell'ignaro coprotagonista, perché questi ricorsi secondo me vanno ad attivare parti primitive, una fusione indifferenziata, la competizione più estrema, l'ossessivizzazione dei pensieri. In tutto questo la mia simpatia va a te, che come quel marito mi sembri abbastanza inerme.