Cerco di uscire da un tradimento e non trovo la via.
Vi racconto: tanti anni fa avevo un fidanzato per il quale stravedevo, un bel giorno scopro un tradimento che lo vede protagonista insieme ad una mia (piú o meno) cara amica. Io chiudo la storia, lui è pentito, riprovo per un mese a stare con lui ma io sono ai primi esami di università e non ho piú concentrazione, soffro e piango. Decido di pensare al mio futuro, voglio una laurea e chiudo definitivamente la storia. Mi impegno in tutto e per tutto nei miei progetti e ne esco fuori. Poi passano gli anni, qualche storia poco importante fino a quando non mi fidanzo con un ragazzo con il quale sto per 9 anni. Con questo ragazzo sto bene, mi fido ciecamente, è il classico bravo ragazzo, non mi fa mancare nulla. Unico neo: la sua famiglia è troppo invadente e pressante, vogliono da me un lavoro fisso, vogliono un matrimonio in Chiesa, vogliono un nipote il prima possibile. Io vengo da giurisprudenza per cui non posso dare loro queste cose: devo fare la pratica forense, poi l'esame di abilitazione, poi cercare in qualche modo di racimolare soldi per arrivare a fine mese, almeno i primi tempi. Non è un percorso facile ma voglio restare fedele ai miei sogni. Loro mi mettono ansia e io ne parlo con il mio ragazzo ma lui non si rende bene conto del mio disagio. C'è anche da dire che i suoi familiari sono subdoli: in sua presenza non fanno pressioni, quando sono sola invece si danno alla pazza gioia. Io mi lamento e lui non capisce la serietà delle mie lamentele. Mi mettono ansia per le questioni di lavoro e io a volte sbrocco con lui perchè talvolta arrivo a pensare di non farcela, che forse loro hanno ragione e che dovrei trovarmi un lavoretto tranquillo tipo commessa o operaia che mi permetta di sposarmi e fare figli. Poi mi riprendo e, piú testarda che mai, non voglio abbandonare i miei sacrifici. Negli ultimi anni, intanto, ricevo una piccola eredità e con qualche soldo che i suoi hanno di risparmi compriamo un appartamentino. Le pressioni si fanno sempre peggiori...ora hanno anche la motivazione che per farci sposare hanno contribuito al nostro acquisto. Io cerco di sopravvivere, lo amo, nei fine settimana lavoro nei ristoranti o come commessa nei supermercati, per lui non è un problema perchè allena una squadra di calcio e non è libero la domenica. Cerco di stargli vicino, cerco di pagare piú che posso, cerco di portare avanti il mio lavoro in studio...a volte ho attacchi di ansia ma tengo duro e penso che insieme possiamo farcela e che tutto si sistemerà. Non avremo un mutuo da pagare e questo potrà rendere piú vivibile la nostra vita futura. Lo scorso San Valentino(2013) io gli faccio una cena a sorpresa nel piccolo appartamentino nuovo con le candele accese (non avevamo ancora la luce) e ne esce una serata bellissima. Lui mi regala un anello, mi chiede di sposarlo a dicembre prossimo (2013). Io felice rispondo di si. Iniziamo subito il corso prematrimoniale che termina ad aprile. Il 30 aprile, dopo cena, casualmente sono presente quando riceve un messaggio che subito cancella. Indago e scopro che si vede con una sua collega molto piú grande di noi (io ho 34 anni, lui 35 lei intorno ai 47 anni).
Vi racconto: tanti anni fa avevo un fidanzato per il quale stravedevo, un bel giorno scopro un tradimento che lo vede protagonista insieme ad una mia (piú o meno) cara amica. Io chiudo la storia, lui è pentito, riprovo per un mese a stare con lui ma io sono ai primi esami di università e non ho piú concentrazione, soffro e piango. Decido di pensare al mio futuro, voglio una laurea e chiudo definitivamente la storia. Mi impegno in tutto e per tutto nei miei progetti e ne esco fuori. Poi passano gli anni, qualche storia poco importante fino a quando non mi fidanzo con un ragazzo con il quale sto per 9 anni. Con questo ragazzo sto bene, mi fido ciecamente, è il classico bravo ragazzo, non mi fa mancare nulla. Unico neo: la sua famiglia è troppo invadente e pressante, vogliono da me un lavoro fisso, vogliono un matrimonio in Chiesa, vogliono un nipote il prima possibile. Io vengo da giurisprudenza per cui non posso dare loro queste cose: devo fare la pratica forense, poi l'esame di abilitazione, poi cercare in qualche modo di racimolare soldi per arrivare a fine mese, almeno i primi tempi. Non è un percorso facile ma voglio restare fedele ai miei sogni. Loro mi mettono ansia e io ne parlo con il mio ragazzo ma lui non si rende bene conto del mio disagio. C'è anche da dire che i suoi familiari sono subdoli: in sua presenza non fanno pressioni, quando sono sola invece si danno alla pazza gioia. Io mi lamento e lui non capisce la serietà delle mie lamentele. Mi mettono ansia per le questioni di lavoro e io a volte sbrocco con lui perchè talvolta arrivo a pensare di non farcela, che forse loro hanno ragione e che dovrei trovarmi un lavoretto tranquillo tipo commessa o operaia che mi permetta di sposarmi e fare figli. Poi mi riprendo e, piú testarda che mai, non voglio abbandonare i miei sacrifici. Negli ultimi anni, intanto, ricevo una piccola eredità e con qualche soldo che i suoi hanno di risparmi compriamo un appartamentino. Le pressioni si fanno sempre peggiori...ora hanno anche la motivazione che per farci sposare hanno contribuito al nostro acquisto. Io cerco di sopravvivere, lo amo, nei fine settimana lavoro nei ristoranti o come commessa nei supermercati, per lui non è un problema perchè allena una squadra di calcio e non è libero la domenica. Cerco di stargli vicino, cerco di pagare piú che posso, cerco di portare avanti il mio lavoro in studio...a volte ho attacchi di ansia ma tengo duro e penso che insieme possiamo farcela e che tutto si sistemerà. Non avremo un mutuo da pagare e questo potrà rendere piú vivibile la nostra vita futura. Lo scorso San Valentino(2013) io gli faccio una cena a sorpresa nel piccolo appartamentino nuovo con le candele accese (non avevamo ancora la luce) e ne esce una serata bellissima. Lui mi regala un anello, mi chiede di sposarlo a dicembre prossimo (2013). Io felice rispondo di si. Iniziamo subito il corso prematrimoniale che termina ad aprile. Il 30 aprile, dopo cena, casualmente sono presente quando riceve un messaggio che subito cancella. Indago e scopro che si vede con una sua collega molto piú grande di noi (io ho 34 anni, lui 35 lei intorno ai 47 anni).