Confessare un tradimento

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giorgiocan

Utente prolisso
confessare un tradimento
ma che senso ha?
è una cosa che non capirò mai
a me è sempre sembrata una cattiveria gratuita fatta esclusivamente per ferire l'altro
hai tradito? hai commesso degli errori? ti senti in colpa? ma cazzi tuoi!
troppo facile andare a scaricarsi la coscienza addosso all'altro
perchè non si è in grado di sopportare quello che si è fatto
Comincio a rispondere soltanto adesso, sperando di non incasinare tutto il thread.
biri, non posso che quotarti, in quanto è sostanzialmente quello che ho sempre pensato anche io. Puntualizzo che è ciò che ho sempre pensato a mente lucida, ovvero quando in possesso della facoltà di valutare razionalmente la realtà. Da un annetto a questa parte non credo più esista una posizione salda, unica. Ma la tua, è la valutazione che è sempre stata mia. Chiarisco per eventuali interventi a seguire, ma anche per collocare le mie idee al loro posto e nel proprio tempo.
 

giorgiocan

Utente prolisso
Tutto giusto come concetto, ma le cose nella realtà non sono così lineari.
Si presentano due situazioni, secondo me.

La prima: chi si sente profondamente in colpa, vive molto male lui, ma di riflesso non porta benessere neanche alla coppia. E' come se mancasse qualcosa, ma è un qualcosa d'importante.
Allora mi chiederei perché non dovrei più godere del bello del rapporto col mio partner?
Perché tutta questa espiazione, pur ritenendomi colpevole?
Vorrei, anch'io, avere la possibilità di perdonarmi col tempo e di essere di nuovo sereno.
Lo so che è un concetto egoistico, ma noi umani siamo anche così.


La seconda: chi ha un sistema di valori che condanna l'inganno nella coppia non può esimersi dal confessare il tradimento.
Sarebbe come una doppia colpa e si sentirebbe disonesto all'ennesima potenza.
In questo caso, la confessione è vista come un dono che si fa all'altro, insieme alla richiesta di perdono.

Ovvio che in entrambi i casi ci debba essere un vero pentimento.
Ma con la confessione la coppia torna ad essere pulita e non è impossibile che diventi anche più forte.
Come al solito, non so nemmeno da dove cominciare a darti ragione, Diletta! ;)

Voglio solo aggiungere che queste due posizioni si trovano agli antipodi di moltissime gradazioni intermedie: come hai detto tu, la realtà non è per niente lineare.
In ogni caso, e sottoscrivo, sono due "tesi" che presuppongono che il "tradimento" non sia stato un atto di gratuito egoismo, ma si sia trattato di uno degli infiniti errori in agguato a ricordarci la nostra fallibilità. E infatti credo che il pentimento sia il centro del discorso: dalla semplice constatazione di aver fatto un errore di valutazione, quindi rigettare il proprio comportamento, alla percezione - forse più consapevole - del dolore che si trova a monte o a valle di un errore di tale portata.
Mi sento quasi di dire che il pentimento è un requisito essenziale per affrontare la cosa nelle modalità che hai proposto, altrimenti c'è poco o nulla di cui discutere.
 

giorgiocan

Utente prolisso
Trovo che non confessare per non far soffrire il compagno sia ipocrisia bella e buona. Se tradisci te ne se già "fregato" di ferire il compagno. Ok, si possono avere tutte le ragioni del mondo per tradire, non ultimo il fatto che metti te stesso prima di tutti. Ma starsene zitti lasciando che il partner rimanga con te perché truffato nei sentimenti e non per una sua scelta consapevole, illuso di vivere una relazione magari con i suoi problemi, ma comunque limpida ed onesta trovo sia alquanto meschino. Non confessare serve solo a chi tradisce, non spacciamolo per un gesto compassionevole verso chi è tradito.

Io vorrei sapere. Da lei! Anche se ancora non ha deciso nulla, anche se ancora è confusa. Vorrei che mi dicesse: "Ti ho tradito" o "Ho una relazione con un altro uomo" o "Sono attratta da un altro, sono confusa". Allora le cose si affrontano, come coppia, assieme. Io, tradito, devo essere messo in condizione di scegliere. Chi tradisce lo fa consapevolmente e deve assumersi almeno la responsabilità del dolore che ne consegue per se stesso e per gli altri.

Da tradito devo sapere chi ho di fronte. Devo sapere che la donna che amo mi ha tradito e devo avere la possibilità di chiudere la storia oppure di "perdonare" e andare avanti, di affrontare un nuovo percorso assieme. Altrimenti è un inganno, una truffa, un tradimento che si perpetra giorno dopo giorno.

Si potrebbe pensare che se il tradito non sa, non soffrirà. Vero, in parte. Ma prima o poi il sospetto viene, nascono i dubbi. Il tradimento perfetto non esiste, si fa sempre in due (uno di troppo per essere sicuri che un segreto resti tale) e prima o poi un errore si fa. Scoprirlo da solo, scoprire non solo il tradimento, ma il fatto di essere stato preso per i fondelli, ingannato dalla persona che si ama e di cui ci si fida ciecamente, che si stima e si rispetta e che crediamo rispetti e stimi noi, sapere che ancora continua ad ingannarti, a mentirti... Beh, quello fa ancora più male del tradimento in se. Se non altro aggiunge dolore al dolore.

Una sola cosa chiedo in una relazione: la chiarezza. Che si porta dietro tutta una serie di altre cose (il rispetto, l'onestà...), ma tutto parte da li.
A questa è difficile rispondere brevemente (meriterebbe una risposta enciclopedica).


Partiamo da questo presupposto: la concatenazione degli eventi, direi quasi la cronologia, ovvero la sequenza di motivi alla base del gesto, le dinamiche del tradimento vero e proprio, le conseguenze per sè e per l'altro sul piano psicologico e relazionale, non può per definizione essere vissuta in modo affine da entrambi i partner. Ci sarà sempre uno sfasamento che rende molto difficile mettere in pratica ciò che auspichi, per quanto completamente condivisibile.
Di un evento del genere esisteranno sempre non soltanto due valutazioni differenti (pensa anche soltanto a sbattere in faccia un fatto del genere come "compiuto", quindi anche bell'e fatto, finito, concluso, parte di un momento passato in cui qualcosa è accaduto a tua insaputa e senza che potessi farci nulla), ma due esigenze di comprensione differenti, che difficilmente si incontreranno davvero in una risoluzione comune.
Credo tu abbia ragione quando dici che una coppia dovrebbe essere in grado di lavorare assieme anche su questo piano, ma nei fatti si tratterebbe nel 99% dei casi di un lavoro parallelo, ma in minima parte comune. Qualsiasi verità estorta o concessa tramite una confessione, sarebbe diversa per i due poli della coppia. Ci sono troppe variabili individuali nella valutazione, comprensione ed eventuale superamento di un trauma di questa natura, dall'impianto culturale di provenienza, alle esperienze personali, alla tipologia del legame esistente, alla modalità di relazionarsi con la natura "estranea" di un gesto simile. Persino la sofferenza sarebbe estremamente differente, e non parlo di qualità ovviamente.


In sintesi: i principi che metti in campo sono sacrosanti, ma è un'idea che soffre la mediazione di troppi parametri variabili, nella sua attuazione. Il senso è chiaro, ma l'effetto di una scelta completamente basata su questi principi è imprevedibile.
 
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free

Escluso
Cosa intendi X piu' obbiettivita?

Io x un anno ho cercato di parlarne. Con lui.

Un muro.

Mi sono stancata.

Sono fin troppo generosa a mantenerlo.

Gli ho ripetuto che sono libera di fate queller che voglio.

Gli ho pure detto che uno di 45 anni ci provava. Evidentemente gli sembra impossibile.


O gli interessa solo restare in famiglia.

Eppure diventa rosso fuoco se accenno a un altro.

Mai considerata una pura. Ero fedele x natura.

Mai parlato una sola volta con lui di tradimento in 33 anni.

Prima.
ma tuo marito non prova più ad avvicinarsi a te? o tipo a corteggiarti?
 

giorgiocan

Utente prolisso
mi sembra che qui arrivò tempi da un nick ( uomo) che si le riva di un tradimento per prestato anni prima e voleva assolutamente confessare
Non capisco se alludi a me, e credo questo sia colpa del tuo traduttore automatico.
 

giorgiocan

Utente prolisso
Gestirsi il pentimento in silenzio equivale ad autoassolversi. Magari ci vuole tempo, ma alla fine ti assolvi da sola. Bella forza. Io trovo molto più comodo questo atteggiamento invece.

Ma non è automatico che io voglia stare con te SOLO perché ti amo. Un po' complesso da spiegare.
Sul neretto: ti do ragione soltanto in buona parte; è chiaro che se dopotutto, dopo anni/decenni, se si riesce a zittire la propria coscienza e ad andare avanti come non fosse mai successo nulla, vuol dire che si è in qualche modo voltata pagina. Che sia comodo, perchè sempre preferibile ad affrontare un dolore diverso (quello della coppia), non sarei così sicuro. Questo dipende dalla sensibilità, dalla considerazione di sè e dall'approccio alla vita di ognuno.
Mi rendo conto che questo intervento possa essere completamente chiaro solo a chi conosce la mia storia, ma io sono una prova vivente del fatto che anche un'eventuale "assoluzione" è tutt'altro che matematica: la nostra mente - contrariamente a quanto possiamo pensare - non chiede così spesso il permesso di portarci dove ha deciso.

Sulla seconda: per me è chiarissimo quello che dici, l'ho sempre pensato. Per la prima volta in questo periodo, però, ho cominciato a dubitare di questo assunto. Tu stai parlando di una scelta "razionale" sui propri sentimenti. L'ho creduto possibile (e addirittura sano) per quasi 40 anni. Poi ho smesso.
 
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giorgiocan

Utente prolisso
Mah...io sono d'accordo con l'omissione...
Penso che sono lì con il mio uomo, mi dà tutto quello che mi deve dare, sto bene, siamo contenti, abbiamo i nostri progetti...un giorno mi arriva lì e mi dice "sai, un anno dopo che stavamo insieme è capitato questo con questa, ma è finita dopo un mese".
Questo è tentato omicidio...mi ammazzarebbe, ma a che pro? E' cattiveria...
Il lavarsi la coscienza non l'ho mai capito, già il senso di colpa è un peso talmente grande che per me è la giusta punizione...
Una persona ammette il tradimento e cosa pensa di fare?! Essere più limpido e pulito!? No, ha solo fatto male volontariamente...e avrà quella sensazione di "aver fatto la cosa giusta" confessando una cosa morta e sepolta...
Non so se quotarti nel senso di far mio quanto dici (e guarda che grosso modo stai descrivendo la mia storia), ma sul darti ragione in questa interpretazione non ho grossi dubbi.
 

Fiammetta

Amazzone! Embe'. Sticazzi
Staff Forum
Non capisco se alludi a me, e credo questo sia colpa del tuo traduttore automatico.
Se dico che nn ricordo vuol dire che non mi rammento chi fosse se poi tu hai tradito e pentito hai confessato non so al limite se così fosse sei il più adatto a rispondere a biri
 

giorgiocan

Utente prolisso
E' chiaro che ci sono due visioni opposte sulla questione. La mia compagna la pensa come voi. Non vorrebbe sapere (bella forza, sta con un uno che è fedele fino al midollo :O ). Soprattutto se si tratta di una storia finita ed avessi deciso di stare con lei. Se si trattasse di un errore, di una sbandata e alla fine fossi pentito e decidessi di dedicarmi totalmente a lei, non lo vorrebbe sapere. E questo mi creerebbe dei problemi qualora dovessi tradirla, perché io invece glielo direi rischiando che decida di lasciarmi.

Quindi che fare in un rapporto di coppia? Seguire le proprie idee o assecondare i desideri dell'altro? Dovrei dirglielo sapendo che non vorrebbe e che la farei soffrire? O seguire la mia coscienza e confessare, facendola soffrire, certo, ma lasciando decidere a lei se stare con me o meno?

Patti chiari e amicizia lunga allora. Perché se tu SAI come la penso io, se sai che io VOGLIO sapere, tutti i discorsi sulla malvagità intrinseca di una confessione cadono nel vuoto e rimane solo la scelta opportunista di tacere.
Qui ci hai preso in pieno, il punto è questo. Non esiste una scelta completamente giusta o completamente sbagliata. Non è così per forza di cose, perchè qualsiasi scelta tu faccia, la stai facendo a nome di due persone, senza poter veramente sapere che cosa sia meglio per l'altro.
Perchè una cosa è dichiarare la propria linea di pensiero (es. "Se succede, dimmelo comunque"), altra cosa è applicarla al reale come fosse un libretto di istruzioni per montare una libreria.
Poi, se esiste veramente un accordo chiaro, a cui si è già deciso di aderire, sulla questione, allora onorarlo o meno diventa la scelta da fare. Ma non so se possa esistere una regola del genere, o più che altro se una regola del genere possa essere statica, immutabile e comunque sana. Proprio non lo so, su questo sto ancora lavorando. Forse una volta consideravo l'intraprendere una relazione come una specie di "sottoscrizione di un contratto": ora ho molti dubbi.

Scenario che non ho considerato perchè non inerente il mio caso: il matrimonio, caso nel quale sottoscrivi di fronte a testimoni l'inviolabilità di alcune regole a benedizione e sugello della nuova vita. Avrai già capito che io non sono sposato, e questo ovviamente ha il suo bel peso nelle mie valutazioni.
 
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giorgiocan

Utente prolisso
Sbagli, anche perchè chi ti dice che il dolore lo provi soltanto la persona tradita? Chi ti dice che il dolore maggiore non lo provi il traditore ?
La domanda che mi viene spontanea è: ma a che minchia serve tutto questo dolore? Finchè ti serve ad imparare una lezione, benvenga, anzi. Sarà sicuramente utile pure a ricordartela, la lezione imparata. Sarà utile a trasformare, a migliorare... Ma poi? Chi ha qualcosa da guadagnarci, in tutto questo dolore "extra"?
 

giorgiocan

Utente prolisso
Molto più difficile è guardare negli occhi la persona che hai tradito mentre le spezzi il cuore.
Ma davvero quello che proponi è necessario? Guardare negli occhi la persona che ami e ucciderne l'amore? Scusa, ma preferirei buttarmi sotto un treno (in corsa). Preferibilmente prima, tra l'altro. Davvero, messa così è veramente cattiva, talmente cattiva da perdere quasi di senso, imho.
 

giorgiocan

Utente prolisso
1. IMHO comunque, la cosa più importante è la coerenza. La decisione di confessare o meno dovrebbe essere presa in tempi ragionevoli e poi mantenuta. Confessare a distanza di anni è insensato e spesso irresponsabile.

2. Nella decisione, comunque, andrebbe tenuto presente che un tradimento nasce per sua natura come segreto condiviso, visto che esiste, per ovvi motivi, almeno un'altra persona certamente al corrente. Come tale, non abbiamo in realtà il controllo di quello che emergerà, o quante altre persone ne verranno a conoscenza. Una verità scomoda che dovesse rivelarsi a distanza di tempo non confessata, potrebbe fare danni molto più gravi al partner e al rapporto di una confessione.
Quindi? La 1 o la 2? La accendiamo?
 

giorgiocan

Utente prolisso
Grazie. Buon senso perchè, per quanto posso dire, l'unica vera necessità di confessare un tradimento è nel momento in cui tu voglia lasciare quella persona (ma anche lì bisognerebbe fare di distinguo, comunque). Se uno ha intenzione di recuperare il rapporto non ha senso scaricarsi la coscienza caricando l'altro di sofferenza. Non è "giusto" per ripartire al posizioni livellate. E' scemo perchè tu aggravi inutilmente una persona con la quale stai cercando di ritrovare TU un equilibrio. Tu, non lei o lui. E quindi, sei TU che devi darti da fare.
Cavolo, quototi! Questa a me sembra saggezza.
 

giorgiocan

Utente prolisso
Ma quando dite che confessare equivale a scaricarsi la coscienza, lo dite per esperienza? L'avete mai fatto? E vi ha fatto stare meglio? Confermi che il silenzio è una soluzione di comodo per chi ha tradito, ma non vuole lasciare.
Questo è uno dei problemi principali. Se confessare ti fa "subito star meglio", allora forse eri davvero uno stronzo già prima. All'inizio di questo thread Diletta ha nominato un concetto per me fondamentale: il pentimento. Se al pentimento ci sei arrivato, è perchè hai sofferto. Se sei pentito, continuerai a soffrire, confessando o meno. Cercare di alleggerire il proprio dolore confessando può aver senso in situazioni estreme. Quando stai rischiando la salute, o la vita stessa. Allora sì, è qualcosa di diverso dal semplice "alleggerirsi la coscienza".

In ogni caso in cui il pentimento sia sincero (e quindi molto, molto doloroso), non esiste alcun manuale di istruzioni. Imho.
 

marietto

Heisenberg
Quindi? La 1 o la 2? La accendiamo?
Non sono due considerazioni in antitesi...
Semplicemente nel prendere la decisione di cui al (tuo) punto uno, è opportuno, secondo me, tenere presente quanto al punto due.
Se lo scopo è davvero quello di non far soffrire l'altro inutilmente bisognerebbe pensare anche al fatto che è possibile che venga a conoscenza dei fatti anche da altre fonti. Se, in base alle circostanze, ciò non è solo possibile ma addirittura probabile va soppesato anche il fatto che saperlo da altri potrebbe fare danni anche peggiori della confessione.
Questo se davvero sta a cuore la sofferenza del partner, se invece lo scopo è negare tutto, anche l'evidenza, per pararsi il culo, il discorso è diverso.
 

giorgiocan

Utente prolisso
Il fatto è, quando ti viene detto una cosa così, non riconosci il percorso del traditore che ha fatto.
Non percepisci, che è una cosa che lui ha superato da sé, che si trova finalmente alla tua pari.
Inevitabilmente, il male che ti crea, ti getta in una dimensione fuori da tutto.
Quotone e abbraccione! Ciao, sienne!
 

giorgiocan

Utente prolisso
guarda... sinceramente, quando uno dice "vorrei sapere" è perchè i solito ha la certezza che l'altro nn tradirebbe mai
nessuno vuole veramente sapere
Ecco, questo è qualcosa di simile a quel che volevo dire con uno dei miei precedenti interventi. Una cosa è considerare l'opzione di venire a sapere, altra è venire a sapere.

Il tutto con un grande imho davanti.
 

giorgiocan

Utente prolisso
Tutto dipende da come uno vive l'amore, ne convengo. Per me è inconcepibile tradire una persona che amo. Per come è strutturata la mia mente, non esiste proprio.

Mi pare solo più raro tradire il proprio compagno amandolo. Mi sbaglio?
Posso permettermi un'osservazione, anzi una correzione, senza che mi giudichi un presuntuoso? Perchè ti sto leggendo volentieri, e stai proponendo molti spunti. E infatti anche quuesto è il caso.

"Per me, oggi, è inconcepibile tradire una persona che amo. Per come è strutturata la mia mente al momento, non esiste proprio."
 

giorgiocan

Utente prolisso
Le cose mutano col sapere...fidati
Le cose mutano, in ogni caso. E mi scuso, se la cosa dovesse sembrare la puntualizzazione di un professorino. E' che visto che tanto sto già floodando il forum, mi lascio andare un po'! ;)
 
Stato
Discussione chiusa ad ulteriori risposte.
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