Ahah caspita addirittura!
Beh con mia grande sfortuna il mio primo fidanzato serio credeva di essere Bill.
Si era messo in testa di diventare Stavrogin.
Un debole, che piaceva tantissimo ai miei. Molto prepotente col resto del mondo, con me uno zerbino.
Però, guarda, io non sono rancorosa in amore.
Ma le umiliazioni gratuite, i bulli, non li ho mai perdonati.
Non ho mai sentito di doverlo fare, forse per struttura ideologica e per educazione.
Ho due figli: uno è vittima di scherzetti, viene escluso con una certa cattiveria da molti compagni fin dall'asilo.
Quest'anno lo hanno picchiato in gruppo più volte, gli hanno preso i soldini della gita, gli rompono le cose...
A volte si spezza, piange a dirotto, ma non mi fa i nomi.
Quest'anno ho deciso di contattare un aiuto professionista.
Il piccino si difende come una tigre, ha pure difeso il fratello, anche se è minuscolo.
Non so cosa sbaglio.
Scusa l'OT.
In questo siamo simili. Umiliazioni e prepotenze gratuite mi fanno salire il sangue alla testa da sempre.
Sento che questi atteggiamenti da branco si sono assai incattiviti di recente.
Da che mondo è mondo i bambini possono essere cattivi con gli altri. Ma rubare, picchiare in branco...denotano lacune gravi, credo davvero che bisognerebbe capire i genitori che combinano.
Mi hai fatto venire in mente di quando andavo alle elementari. Ricordo che il momento dell'uscita da scuola è stao per me molto brutto per un paio d'anni, o forse furono pochi mesi e la mia memoria dilata. E sto parlando di banali sfottò (portavo gli occhiali, l'apparecchio per i denti...nulla che andasse oltre ad un "quatrocchi" o "bingo bongo"). La cosa strana era che durante l'orario scolastico non c'era nulla di anormale, giocavamo normalmente. Idem nelle altre occasioni "fuori scuola" (feste, oratorio, ecc.). Solo nel momento di uscita dalla scuola.
Ricordo che qualcuno lo disse a mia madre, che cominciò ad urlarmi di difendermi. Ricordo anche una discussione tra mia madre (che voleva intervenire personalmente) e mio padre (che diceva "deve vedersela lui, passerà...se intervieni lo rendi ridicolo"). Alla fine mia madre (che evidentemente ci soffriva) mi esasperò tanto che un giorno pestai a sangue un altro bambino. Ci fu un bel casino. Io ero più spaventato dei grandi. Quello che ricordo è che non è più successo nulla: io tornai ad essere il bimbo mite che ero, e gli altri uniformarono il comportamento...
Negli anni successivi, però, crescendo, ricordo sempre un rapporto "diffidente" con i maschi, e ho sempre teso a reagire molto male alle provocazioni. Fortunatamente la "taglia" mi ha evitato, tranne rarissimi casi abbastanza stupidi, ulteriori noie...
Insomma, ricordando quanto soffrivo per cose che oggi mi sembrano abbastanza innocenti, mi spiace tanto per il tuo cucciolo.