Due mezze vite... AIUTATEMI!

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O

Old martina73

Guest
Ciao a tutti del forum. Vi leggo da molto, anche in cerca di spunti di riflessione per la mia storia, e per la prima volta mi decido ad intervenire per raccontarmi.
La mia storia è lunga e complessa, o almeno così la sto vivendo io da un anno e mezzo. Spero vivamente che qualcuno avrà la pazienza di leggere e di dirmi la sua, perchè ho davvero bisogno di un confronto.
Sono stata sposata undici anni, abbiamo un bambino di nove che entrambi adoriamo.
Il legame con mio marito è sempre stato molto forte, insieme abbiamo affrontato gioie e difficoltà sostenendoci a vicenda, ho sempre messo lui e nostro figlio davanti a tutto il resto, c'erano un grande affetto, comprensione, rispetto. Sempre poca passione però. Infatti, se non abbiamo mai posseduto un'intimità troppo "calda", negli ultimi anni il nostro era diventato praticamente un "matrimonio bianco". In quattro anni avremmo fatto l'amore si e no dieci volte! Rimanevano però il rispetto, la fiducia, e un affetto che vi assicuro immenso. Così andavamo avanti.
Poi, poco più di un anno e mezzo fa, ho conosciuto l'uomo della mia vita, più giovane di me di parecchi anni. Che era un grande amore l'ho capito da subito, ma ora ritengo di poterlo affermare con cognizione di causa.
Ne è seguito un periodo talmente difficile che ora, se mi guardo indietro, non so nemmeno io come ho fatto ad affrontarlo.
All'inizio ho fatto di tutto per non cedere ai miei sentimenti, poi, inevitabilmente, mi ci sono abbandonata. Per un brevissimo periodo ho vissuto di sotterfugi, poi ho raccontato tutto a mio marito. Abbiamo parlato, litigato furentemente, provato ad affrontare la questione insieme e di nuovo litigato. So di avergli fatto molto male, perchè per lui la nostra famiglia era tutto, e ancora adesso soffro molto per questo.
Poi, lentamente, la cosa è stata assimilata. Mio marito, che è un uomo molto forte e anche un pò freddo, ha superato la fase di sbandamento iniziale ed è stato il primo a dirmi che dovevamo separarci.
Stabilito questo però, entrambi non sapevamo che pesci pigliare, nè come affrontare la questione con nostro figlio, che è legatissimo ad entrambi e che ha sempre vissuto in una specie di "famiglia cuore".
Così abbiamo deciso per una sorta di momentanea "separazione in casa". Nel senso che manteniamo comunque una casa comune in cui viviamo con nostro figlio, poi fuori da lì ognuno cerca di farsi la sua vita come meglio può. Sarà sbagliato, ma vi assicuro che non siamo riusciti a trovare di meglio. Nostro figlio è molto sensibile e legatissimo a entrambi i genitori, e non osiamo nemmeno pensare al male che gli faremmo se uno dei due se ne andasse definitivamente, per poi passare con lui, chessò, solo i week-end e qualche serata!
E qui il problema maggiore è ovviamente più mio, avendo un nuovo e amato compagno con cui vorrei condividere tutto.
Con lui infatti la storia nel frattempo è andata avanti, siamo sempre più legati ed innamorati.
Nel maggio scorso abbiamo deciso di prendere una casa per noi, in cui lui vive stabilmente, mentre io mi barcameno fra quella e la casa che condivido con il mio ormai ex marito e mio figlio.
Fra l'altro lavoriamo anche insieme, così usiamo quella casa anche come studio. Paradossalmente, il progetto di lavoro coinvolge in parte anche il mio ex marito. Non so se questo sia stato e sia un bene o un male, ma fatto sta che la situazione ha portato i due ad avvicinarsi un pò e, dopo le più che ovvie difficoltà iniziali, ora il mio ex marito ha in qualche modo "accettato" il mio compagno, perlomeno riconoscendogli la serietà e il buon cuore che gli sono propri.
So che può sembrare una situazione assurda, ma è così. Io non ho ancora capito (e vi assicuro che spesso nn ci dormo la notte!) quanto mio marito sia già riuscito ad assimilare il tutto e quanto invece continui a soffrirci.
Nel frattempo il nostro bambino ha conosciuto il mio compagno, lo conosce solo come mio collega però. E io, che sono sempre stata convinta che con i figli la sincerità sia tutto, non so come affrontare la questione. Non so come spiegargli tutto, non so se sia giusto spiegargli tutto o se continuare così. E' ancora così piccolo, come potrebbe capire? Allo stesso tempo però, ho il terrore che quando, da più grandicello, saprà, perderà per sempre la fiducia in me. Che odierà me, il mio compagno e forse anche suo padre. MA CHE COSA FARE?!?
Inutile dire che la situazione è allucinante, o almeno io non posso fare a meno di vivermela così.
Non ci dormo la notte, ora mi sono un pò calmata, ma quest'estate credo di aver veramente rischiato l'esaurimento nervoso.
Mi sembra di avere due vite a metà, mi barcameno come posso, avanti e indietro come una pazza, sempre nel timore di non fare bene da nessuna delle due parti, di trascurare sia mio figlio sia il mio compagno, di far vivere una situazione difficile al mio ex marito a cui voglio bene, di non riuscire mai più ad avere una vera vita, piena e appagante.
Inutile dire che anche le altre persone coinvolte vivono inevitabilmente in uno stato di difficoltà, e io mi sento ovviamente responsabile e soffro sensi di colpa allucinanti.
Da un lato il mio ex marito che, come dicevo, non ho ancora capito come se la stia vivendo davvero (è persona molto chiusa di carattere), dall'altro il mio compagno che soffre questa "dualità", perchè nonostante sia comprensivo oltre ogni limite e voglia il bene di mio figlio (a cui si è molto affezionato), inevitabilmente ci soffre quando io non sono con lui e dormo nella casa che condivido con il mio ex marito e mio figlio. E sopra a tutto il mio bambino, con cui sto mancando in onestà.
Ho tanta paura che mi ritroverò senza nulla, avendo solo sparso tanto dolore in giro. Ma non so più come muovermi e, se faccio del mio meglio per affrontare il tutto con lucidità, a volte mi sento davvero disperata.
Vi prego di dirmi la vostra, ditemi pure che sto sbagliando tutto o quello che volete, sono convinta che anche la critica più dura potrà aiutarmi a vedere un pò di luce in questo tunnel.
Vi ho aperto il mio cuore, e vi ringrazio fin da ora per la vostra comprensione e la vostra pazienza.
Aspetto con ansia di leggervi...
Martina
 

Verena67

Utente di lunga data
L'unico vero problema mi sembra la tua ambivalenza, cara amica, benvenuta.

Non si possono tenere i piedi in due staffe.

Stai creando una famigliastra dove tutto si confonde.

Se decidi taglio netto, e culo stretto, in un senso o nell'altro. Qualcuno deve soffrire, e qualcuno deve rinunciare. Tu alla tua immagine immacolata, il tuo ex (? ) marito al suo matrimonio "com'era", oppure il nuovo compagno a te.

Altrimenti rovini tutto e tutti.


Bacio!
 

Nobody

Utente di lunga data
Sta passando una stella cadente...esprimi il desiderio, in un istante.
 
O

Old chensamurai

Guest
Ciao a tutti del forum. Vi leggo da molto, anche in cerca di spunti di riflessione per la mia storia, e per la prima volta mi decido ad intervenire per raccontarmi.
La mia storia è lunga e complessa, o almeno così la sto vivendo io da un anno e mezzo. Spero vivamente che qualcuno avrà la pazienza di leggere e di dirmi la sua, perchè ho davvero bisogno di un confronto.
Sono stata sposata undici anni, abbiamo un bambino di nove che entrambi adoriamo.
Il legame con mio marito è sempre stato molto forte, insieme abbiamo affrontato gioie e difficoltà sostenendoci a vicenda, ho sempre messo lui e nostro figlio davanti a tutto il resto, c'erano un grande affetto, comprensione, rispetto. Sempre poca passione però. Infatti, se non abbiamo mai posseduto un'intimità troppo "calda", negli ultimi anni il nostro era diventato praticamente un "matrimonio bianco". In quattro anni avremmo fatto l'amore si e no dieci volte! Rimanevano però il rispetto, la fiducia, e un affetto che vi assicuro immenso. Così andavamo avanti.
Poi, poco più di un anno e mezzo fa, ho conosciuto l'uomo della mia vita, più giovane di me di parecchi anni. Che era un grande amore l'ho capito da subito, ma ora ritengo di poterlo affermare con cognizione di causa.
Ne è seguito un periodo talmente difficile che ora, se mi guardo indietro, non so nemmeno io come ho fatto ad affrontarlo.
All'inizio ho fatto di tutto per non cedere ai miei sentimenti, poi, inevitabilmente, mi ci sono abbandonata. Per un brevissimo periodo ho vissuto di sotterfugi, poi ho raccontato tutto a mio marito. Abbiamo parlato, litigato furentemente, provato ad affrontare la questione insieme e di nuovo litigato. So di avergli fatto molto male, perchè per lui la nostra famiglia era tutto, e ancora adesso soffro molto per questo.
Poi, lentamente, la cosa è stata assimilata. Mio marito, che è un uomo molto forte e anche un pò freddo, ha superato la fase di sbandamento iniziale ed è stato il primo a dirmi che dovevamo separarci.
Stabilito questo però, entrambi non sapevamo che pesci pigliare, nè come affrontare la questione con nostro figlio, che è legatissimo ad entrambi e che ha sempre vissuto in una specie di "famiglia cuore".
Così abbiamo deciso per una sorta di momentanea "separazione in casa". Nel senso che manteniamo comunque una casa comune in cui viviamo con nostro figlio, poi fuori da lì ognuno cerca di farsi la sua vita come meglio può. Sarà sbagliato, ma vi assicuro che non siamo riusciti a trovare di meglio. Nostro figlio è molto sensibile e legatissimo a entrambi i genitori, e non osiamo nemmeno pensare al male che gli faremmo se uno dei due se ne andasse definitivamente, per poi passare con lui, chessò, solo i week-end e qualche serata!
E qui il problema maggiore è ovviamente più mio, avendo un nuovo e amato compagno con cui vorrei condividere tutto.
Con lui infatti la storia nel frattempo è andata avanti, siamo sempre più legati ed innamorati.
Nel maggio scorso abbiamo deciso di prendere una casa per noi, in cui lui vive stabilmente, mentre io mi barcameno fra quella e la casa che condivido con il mio ormai ex marito e mio figlio.
Fra l'altro lavoriamo anche insieme, così usiamo quella casa anche come studio. Paradossalmente, il progetto di lavoro coinvolge in parte anche il mio ex marito. Non so se questo sia stato e sia un bene o un male, ma fatto sta che la situazione ha portato i due ad avvicinarsi un pò e, dopo le più che ovvie difficoltà iniziali, ora il mio ex marito ha in qualche modo "accettato" il mio compagno, perlomeno riconoscendogli la serietà e il buon cuore che gli sono propri.
So che può sembrare una situazione assurda, ma è così. Io non ho ancora capito (e vi assicuro che spesso nn ci dormo la notte!) quanto mio marito sia già riuscito ad assimilare il tutto e quanto invece continui a soffrirci.
Nel frattempo il nostro bambino ha conosciuto il mio compagno, lo conosce solo come mio collega però. E io, che sono sempre stata convinta che con i figli la sincerità sia tutto, non so come affrontare la questione. Non so come spiegargli tutto, non so se sia giusto spiegargli tutto o se continuare così. E' ancora così piccolo, come potrebbe capire? Allo stesso tempo però, ho il terrore che quando, da più grandicello, saprà, perderà per sempre la fiducia in me. Che odierà me, il mio compagno e forse anche suo padre. MA CHE COSA FARE?!?
Inutile dire che la situazione è allucinante, o almeno io non posso fare a meno di vivermela così.
Non ci dormo la notte, ora mi sono un pò calmata, ma quest'estate credo di aver veramente rischiato l'esaurimento nervoso.
Mi sembra di avere due vite a metà, mi barcameno come posso, avanti e indietro come una pazza, sempre nel timore di non fare bene da nessuna delle due parti, di trascurare sia mio figlio sia il mio compagno, di far vivere una situazione difficile al mio ex marito a cui voglio bene, di non riuscire mai più ad avere una vera vita, piena e appagante.
Inutile dire che anche le altre persone coinvolte vivono inevitabilmente in uno stato di difficoltà, e io mi sento ovviamente responsabile e soffro sensi di colpa allucinanti.
Da un lato il mio ex marito che, come dicevo, non ho ancora capito come se la stia vivendo davvero (è persona molto chiusa di carattere), dall'altro il mio compagno che soffre questa "dualità", perchè nonostante sia comprensivo oltre ogni limite e voglia il bene di mio figlio (a cui si è molto affezionato), inevitabilmente ci soffre quando io non sono con lui e dormo nella casa che condivido con il mio ex marito e mio figlio. E sopra a tutto il mio bambino, con cui sto mancando in onestà.
Ho tanta paura che mi ritroverò senza nulla, avendo solo sparso tanto dolore in giro. Ma non so più come muovermi e, se faccio del mio meglio per affrontare il tutto con lucidità, a volte mi sento davvero disperata.
Vi prego di dirmi la vostra, ditemi pure che sto sbagliando tutto o quello che volete, sono convinta che anche la critica più dura potrà aiutarmi a vedere un pò di luce in questo tunnel.
Vi ho aperto il mio cuore, e vi ringrazio fin da ora per la vostra comprensione e la vostra pazienza.
Aspetto con ansia di leggervi...
Martina
... siete due pessimi genitori... ovvia-mente... roba da fucilazione... da impiccagione... ma come si fa a sguazzare in un tale tasso di mefitica ipocrisia?... mi meraviglio sempre quando vedo dei genitori che in nome del bene per il figlio, gli causano i danni peggiori... generalmente, dietro, ci sono altre questioni... magari la mancanza di coraggio... operare scelte chiare e precise... responsabili... altro che dare a vostro figlio una famiglia falsa, edulcorata, ipocrita... di cartone... una figurina nemmeno buona per gli album dei bambini... mi fa pena quel povero ragazzo... e smettetela con queste baggianate che "non capirebbe"... a non capire, qui, ci siete solo voi... lui, ha già capito tutto...
 
Ultima modifica:

Grande82

Utente di lunga data
che farei? Troverei una casa per il mio ormai ex marito, insieme a lui, a breve distanza dalla mia (anche stesso palazzo, se i rapporti sono così buoni).
Direi al bimbo che mamma e papà si separano. Creerei una famiglia nuova: mamma figlio, con il padre che viene a cena quando vuole e i w-e se possibile insieme.
Dopo un pò, quando le cose per lui saranno più calme e normali, quadno si sarà abituato, penserei di introdurre anche l'altro nella sua vita.
Così rimandi solo il problema.
Ed è ovvio che a tuo figlio non puoi imporre un altro uomo e un'altra casa dal giorno alla notte. Conta solo lui, ma questa qui è una vita a metà anche per lui. Lo stress i bambini lo assorbono e notano tutto.
Devi affrontare la cosa. Parlane con tuo marito. O magari con una psicologa dell'età evolutiva che possa consigliarti al meglio per tuo figlio.
 
O

Old Angel

Guest
Sono rare separazioni civili come la vostra, però così rovinate tutto, sta a voi a non rinchiudere il bimbo in un bozzolo e fargli vivere e capire la vostra separazione, la cosa più importante e che lui non perda quella sicurezza che voi gli infondete e che questa mai verrà a mancare.
 
O

Old martina73

Guest
Ho detto che ero pronta anche alle critiche più dure e lo ribadisco, quindi vi ringrazio comunque per le vostre risposte.
Forse però, sperare che oltre alle legittime critiche arrivasse anche qualche consiglio "concreto" era chiedere troppo. Me ne rendo conto e mi scuso con voi per questa inconfessata ed eccessiva aspettativa.
Io per prima ho ben presente tutte le mie colpe e non mi sembra di averne fatto mistero nel mio scritto. Tant'è vero che, come ho detto, ho i nervi a pezzi per la continua consapevolezza di mancare su tutti i fronti. Eppure non so, concretamente, che cosa fare, nonostante abbia perso il sonno a rimuginarci sopra.
Non m'interessa fregiarmi di nessuna immagine immacolata Verena, figuriamoci. Sono l'antitesi dell'immacolatezza. Quando ho conosciuto il mio attuale compagno, nemmeno per un secondo ho pensato di vivermela "da amante" come fanno in tanti, e tempo neanche due settimane ho spiattellato tutto a mio marito, assumendomi la responsabilità delle inevitabili conseguenze.
Non credo che questo sia voler tenere i piedi in due staffe.
Al contrario, come dicevo, mi sento allo sbando, senza nessuna "staffa" in cui riuscire a calarmi completamente.
Mi dici di dare un taglio netto, ma come faccio CONCRETAMENTE?
Dico che vado a comprare le sigarette e poi scappo in India?
Probabilmente l'avrei già fatto, liberando tutti quanti del dolore che ho causato, se non fosse per un piccolissimo particolare: mio figlio.
Sto sbagliando, stiamo sbagliando, ok, ma non riesco ad affrontare l'idea di lasciarlo a vivere con suo padre per godermi la mia nuova vita col mio compagno, rassegnandomi a vederlo come solitamente si fa da genitori separati in senso classico. Mi parli di dover rinunciare. Ma a questo, a mio figlio vissuto quotidianamente, a mantenere un posto seppur precario sotto al suo stesso tetto, proprio non riesco a rinunciare, perdonami. Rinunciare al mio compagno allora? Rinunciare all'uomo in cui ho ritrovato la mia "metà della mela" (perdonate l'espressione troppo languida ma non trovo di meglio per definirlo), a un amore totale e completo sotto tutti i punti di vista? Per mio figlio potrei anche farlo, ma sarebbe giusto? I figli presto vanno per la loro strada, lasciandoci soli con i nostri rimorsi e i nostri rimpianti..
Essere onesta con mio figlio: giusto. Non riuscirci è ciò che mi pesa di più. Più delle mia "mezza vita", più di tutto quello che non riesco a godermi perchè non me ne sento in diritto..
Ma come fare? chiedevo forse pretendendo troppo dalla vostra disponibilità.
Chi ha figli, o ha conosciuto da vicino bambini di quell'età, conosce bene il disorientamento che provano in questa fase della crescita verso certe questioni, chiamiamole "sentimentali", per usare un termine più nostro che loro ("che schifo" vedendo al cinema Spiderman che bacia la fidanzata, "che antipatiche le femmine", "io starò sempre solo con mamma e papà", e via discorrendo..).
Ebbene, sarò sicuramente una pessima madre, ma non so come affrontare il discorso con lui.
E idem suo padre, sicuramente un pessimo padre, per carità, ma che si è ritrovato in questa situazione per colpa mia.
Non so come dirgli papale papale che amo un'altro uomo e voglio vivere con lui, per continuando a volere bene al suo papà.
Non lo so, non ci riesco, le parole non vengono, tutte quelle che ho provato e riprovato a fior di labbra nelle mie notti insonni, mi sembrano inadeguate, inopportune, ingiuste da far ascoltare a lui.
Perdonatemi, ma è così. Eppure continuo a cercarle, e nel frattempo, come dite voi, il danno cresce.
Non so se tu abbia figli Chensamurai, ma se li hai dovresti sapere che quel "in nome dei figli" è forse la cosa più vera della nostra esistenza. Anche quando si commettono gli errori più grossi.
Pensa quello che vuoi, ma io ti dico che, in barba alla mancanza di coraggio, affronterei volentieri quel plotone a cui mi hai condannato senza possibilità di appello in nome di quel bene.
Grazie a chiunque abbia letto.
Martina
 
O

Old martina73

Guest
PS

Specifico che la mia lunga risposta era relativa solo alle prime due risposte ricevute.
Mentre scrivevo mi avete dato altri pareri che ora leggerò con attenzione.
Grazie!
 
O

Old chensamurai

Guest
Ho detto che ero pronta anche alle critiche più dure e lo ribadisco, quindi vi ringrazio comunque per le vostre risposte.
Forse però, sperare che oltre alle legittime critiche arrivasse anche qualche consiglio "concreto" era chiedere troppo. Me ne rendo conto e mi scuso con voi per questa inconfessata ed eccessiva aspettativa.
Io per prima ho ben presente tutte le mie colpe e non mi sembra di averne fatto mistero nel mio scritto. Tant'è vero che, come ho detto, ho i nervi a pezzi per la continua consapevolezza di mancare su tutti i fronti. Eppure non so, concretamente, che cosa fare, nonostante abbia perso il sonno a rimuginarci sopra.
Non m'interessa fregiarmi di nessuna immagine immacolata Verena, figuriamoci. Sono l'antitesi dell'immacolatezza. Quando ho conosciuto il mio attuale compagno, nemmeno per un secondo ho pensato di vivermela "da amante" come fanno in tanti, e tempo neanche due settimane ho spiattellato tutto a mio marito, assumendomi la responsabilità delle inevitabili conseguenze.
Non credo che questo sia voler tenere i piedi in due staffe.
Al contrario, come dicevo, mi sento allo sbando, senza nessuna "staffa" in cui riuscire a calarmi completamente.
Mi dici di dare un taglio netto, ma come faccio CONCRETAMENTE?
Dico che vado a comprare le sigarette e poi scappo in India?
Probabilmente l'avrei già fatto, liberando tutti quanti del dolore che ho causato, se non fosse per un piccolissimo particolare: mio figlio.
Sto sbagliando, stiamo sbagliando, ok, ma non riesco ad affrontare l'idea di lasciarlo a vivere con suo padre per godermi la mia nuova vita col mio compagno, rassegnandomi a vederlo come solitamente si fa da genitori separati in senso classico. Mi parli di dover rinunciare. Ma a questo, a mio figlio vissuto quotidianamente, a mantenere un posto seppur precario sotto al suo stesso tetto, proprio non riesco a rinunciare, perdonami. Rinunciare al mio compagno allora? Rinunciare all'uomo in cui ho ritrovato la mia "metà della mela" (perdonate l'espressione troppo languida ma non trovo di meglio per definirlo), a un amore totale e completo sotto tutti i punti di vista? Per mio figlio potrei anche farlo, ma sarebbe giusto? I figli presto vanno per la loro strada, lasciandoci soli con i nostri rimorsi e i nostri rimpianti..
Essere onesta con mio figlio: giusto. Non riuscirci è ciò che mi pesa di più. Più delle mia "mezza vita", più di tutto quello che non riesco a godermi perchè non me ne sento in diritto..
Ma come fare? chiedevo forse pretendendo troppo dalla vostra disponibilità.
Chi ha figli, o ha conosciuto da vicino bambini di quell'età, conosce bene il disorientamento che provano in questa fase della crescita verso certe questioni, chiamiamole "sentimentali", per usare un termine più nostro che loro ("che schifo" vedendo al cinema Spiderman che bacia la fidanzata, "che antipatiche le femmine", "io starò sempre solo con mamma e papà", e via discorrendo..).
Ebbene, sarò sicuramente una pessima madre, ma non so come affrontare il discorso con lui.
E idem suo padre, sicuramente un pessimo padre, per carità, ma che si è ritrovato in questa situazione per colpa mia.
Non so come dirgli papale papale che amo un'altro uomo e voglio vivere con lui, per continuando a volere bene al suo papà.
Non lo so, non ci riesco, le parole non vengono, tutte quelle che ho provato e riprovato a fior di labbra nelle mie notti insonni, mi sembrano inadeguate, inopportune, ingiuste da far ascoltare a lui.
Perdonatemi, ma è così. Eppure continuo a cercarle, e nel frattempo, come dite voi, il danno cresce.
Non so se tu abbia figli Chensamurai, ma se li hai dovresti sapere che quel "in nome dei figli" è forse la cosa più vera della nostra esistenza. Anche quando si commettono gli errori più grossi.
Pensa quello che vuoi, ma io ti dico che, in barba alla mancanza di coraggio, affronterei volentieri quel plotone a cui mi hai condannato senza possibilità di appello in nome di quel bene.
Grazie a chiunque abbia letto.
Martina
... calma... calma... io penso che se tra te e tuo marito non c'è più amore, tu abbia fatto bene a cercarlo altrove... non è questo il punto... quel che trovo colpevole è INGANNARE tuo figlio sullo stato reale delle cose... questo lo trovo COLPEVOLE, diseducativo, falso, ipocrita e lesivo del suo equilibrio psicologico... lo fai vivere in un mare di FALSITA'... capisci?... quindi, il suggerimento concreto è quello di porre fine a questa commedia tragica e di recuperare la verità delle cose... pensi di poterlo fare?... sono uno psicologo... ne ho visti tanti danni come quelli che state infliggendo voi a vostro figlio... basta leggere anche una sola paginetta del più idiota dei giornaletti divulgativi per capire che state INGANNANDO quel bambino nella maniera più COLPEVOLE e IPOCRITA che si conosca... imparate la salute della verità delle cose... fatelo per vostro figlio... smettendo, per un attimo, di pensare solo a voi stessi e alla vostra faccia... raccontandovi di farlo per lui... lui, non ha bisogno delle vostre BALLE!... capito l'antifona?...
 
O

Old chensamurai

Guest
Ho detto che ero pronta anche alle critiche più dure e lo ribadisco, quindi vi ringrazio comunque per le vostre risposte.
Forse però, sperare che oltre alle legittime critiche arrivasse anche qualche consiglio "concreto" era chiedere troppo. Me ne rendo conto e mi scuso con voi per questa inconfessata ed eccessiva aspettativa.
Io per prima ho ben presente tutte le mie colpe e non mi sembra di averne fatto mistero nel mio scritto. Tant'è vero che, come ho detto, ho i nervi a pezzi per la continua consapevolezza di mancare su tutti i fronti. Eppure non so, concretamente, che cosa fare, nonostante abbia perso il sonno a rimuginarci sopra.
Non m'interessa fregiarmi di nessuna immagine immacolata Verena, figuriamoci. Sono l'antitesi dell'immacolatezza. Quando ho conosciuto il mio attuale compagno, nemmeno per un secondo ho pensato di vivermela "da amante" come fanno in tanti, e tempo neanche due settimane ho spiattellato tutto a mio marito, assumendomi la responsabilità delle inevitabili conseguenze.
Non credo che questo sia voler tenere i piedi in due staffe.
Al contrario, come dicevo, mi sento allo sbando, senza nessuna "staffa" in cui riuscire a calarmi completamente.
Mi dici di dare un taglio netto, ma come faccio CONCRETAMENTE?
Dico che vado a comprare le sigarette e poi scappo in India?
Probabilmente l'avrei già fatto, liberando tutti quanti del dolore che ho causato, se non fosse per un piccolissimo particolare: mio figlio.
Sto sbagliando, stiamo sbagliando, ok, ma non riesco ad affrontare l'idea di lasciarlo a vivere con suo padre per godermi la mia nuova vita col mio compagno, rassegnandomi a vederlo come solitamente si fa da genitori separati in senso classico. Mi parli di dover rinunciare. Ma a questo, a mio figlio vissuto quotidianamente, a mantenere un posto seppur precario sotto al suo stesso tetto, proprio non riesco a rinunciare, perdonami. Rinunciare al mio compagno allora? Rinunciare all'uomo in cui ho ritrovato la mia "metà della mela" (perdonate l'espressione troppo languida ma non trovo di meglio per definirlo), a un amore totale e completo sotto tutti i punti di vista? Per mio figlio potrei anche farlo, ma sarebbe giusto? I figli presto vanno per la loro strada, lasciandoci soli con i nostri rimorsi e i nostri rimpianti..
Essere onesta con mio figlio: giusto. Non riuscirci è ciò che mi pesa di più. Più delle mia "mezza vita", più di tutto quello che non riesco a godermi perchè non me ne sento in diritto..
Ma come fare? chiedevo forse pretendendo troppo dalla vostra disponibilità.
Chi ha figli, o ha conosciuto da vicino bambini di quell'età, conosce bene il disorientamento che provano in questa fase della crescita verso certe questioni, chiamiamole "sentimentali", per usare un termine più nostro che loro ("che schifo" vedendo al cinema Spiderman che bacia la fidanzata, "che antipatiche le femmine", "io starò sempre solo con mamma e papà", e via discorrendo..).
Ebbene, sarò sicuramente una pessima madre, ma non so come affrontare il discorso con lui.
E idem suo padre, sicuramente un pessimo padre, per carità, ma che si è ritrovato in questa situazione per colpa mia.
Non so come dirgli papale papale che amo un'altro uomo e voglio vivere con lui, per continuando a volere bene al suo papà.
Non lo so, non ci riesco, le parole non vengono, tutte quelle che ho provato e riprovato a fior di labbra nelle mie notti insonni, mi sembrano inadeguate, inopportune, ingiuste da far ascoltare a lui.
Perdonatemi, ma è così. Eppure continuo a cercarle, e nel frattempo, come dite voi, il danno cresce.
Non so se tu abbia figli Chensamurai, ma se li hai dovresti sapere che quel "in nome dei figli" è forse la cosa più vera della nostra esistenza. Anche quando si commettono gli errori più grossi.
Pensa quello che vuoi, ma io ti dico che, in barba alla mancanza di coraggio, affronterei volentieri quel plotone a cui mi hai condannato senza possibilità di appello in nome di quel bene.
Grazie a chiunque abbia letto.
Martina
... pensi, qui, di aver a che fare con dei deficienti?... SIETE TU e TUO MARITO ad aver bisogno del quadrettino FASULLO e IPOCRITA della famigliola di CARTONE... suvvia... vostro figlio è solo una scusa... perché anche la più deficiente delle madri capisce che non si può prendere per il CULO un figlio in questo modo... fargli credere d'aver una famiglia... quando la famiglia non c'è più... trovo tutto questo di una CRUDELTA' e di una ATROCITA' senza confini...
 
Ultima modifica:

Verena67

Utente di lunga data
La mia non era una critica, Martina, guarda, scusa, forse ho peccato di sinteticità.

La mia era un assestamento di un dato di fatto: tu ti sei fermata in mezzo al guado.

Hai parlato, ok (tanto comodo: il tuo compagno è single. Chi ha storie con compagni sposati non ha questo lusso....di solito. Scusa, eh, ma questo è un dato di fatto), ma poi di concreto non è che nelle vostre vite è cambiato molto.

Siete ancora tutti lì che girate.

Non vuoi rinunciare al figlio, non vuoi staccardi dal marito, la vostra vita vista dal di fuori sembra una melassa densa.

O no? Sbagliamo nel capire?

Funziona tutto come un orologio? Allora perché chiederci un parere?

Il consiglio te l'ho dato forte e chiaro. Dai un taglio a certe situazioni. Vai fuori di casa. Tuo figlio ti verrà dato in affido condiviso, lo vedrai a giorni alterni o come vorrà il giudice. Dov'è il problema?

Non sarà il primo bambino al mondo, né l'ultimo.

Con calma, integrerai il tuo giovane compagno nella tua vita. E suo marito si ricostruirà la sua.

Non dico che non ci saranno difficoltà, ma non vedo tutti questi drammi, visto che c'è la volontà di tutti di cooperare.

Allora, cosa ti trattiene?!

Bacio!
 

Fedifrago

Utente di lunga data
Ho detto che ero pronta anche alle critiche più dure e lo ribadisco, quindi vi ringrazio comunque per le vostre risposte.
Forse però, sperare che oltre alle legittime critiche arrivasse anche qualche consiglio "concreto" era chiedere troppo. Me ne rendo conto e mi scuso con voi per questa inconfessata ed eccessiva aspettativa.
Io per prima ho ben presente tutte le mie colpe e non mi sembra di averne fatto mistero nel mio scritto. Tant'è vero che, come ho detto, ho i nervi a pezzi per la continua consapevolezza di mancare su tutti i fronti. Eppure non so, concretamente, che cosa fare, nonostante abbia perso il sonno a rimuginarci sopra.
Non m'interessa fregiarmi di nessuna immagine immacolata Verena, figuriamoci. Sono l'antitesi dell'immacolatezza. Quando ho conosciuto il mio attuale compagno, nemmeno per un secondo ho pensato di vivermela "da amante" come fanno in tanti, e tempo neanche due settimane ho spiattellato tutto a mio marito, assumendomi la responsabilità delle inevitabili conseguenze.
Non credo che questo sia voler tenere i piedi in due staffe.
Al contrario, come dicevo, mi sento allo sbando, senza nessuna "staffa" in cui riuscire a calarmi completamente.
Mi dici di dare un taglio netto, ma come faccio CONCRETAMENTE?
Dico che vado a comprare le sigarette e poi scappo in India?
Probabilmente l'avrei già fatto, liberando tutti quanti del dolore che ho causato, se non fosse per un piccolissimo particolare: mio figlio.
Sto sbagliando, stiamo sbagliando, ok, ma non riesco ad affrontare l'idea di lasciarlo a vivere con suo padre per godermi la mia nuova vita col mio compagno, rassegnandomi a vederlo come solitamente si fa da genitori separati in senso classico. Mi parli di dover rinunciare. Ma a questo, a mio figlio vissuto quotidianamente, a mantenere un posto seppur precario sotto al suo stesso tetto, proprio non riesco a rinunciare, perdonami. Rinunciare al mio compagno allora? Rinunciare all'uomo in cui ho ritrovato la mia "metà della mela" (perdonate l'espressione troppo languida ma non trovo di meglio per definirlo), a un amore totale e completo sotto tutti i punti di vista? Per mio figlio potrei anche farlo, ma sarebbe giusto? I figli presto vanno per la loro strada, lasciandoci soli con i nostri rimorsi e i nostri rimpianti..
Essere onesta con mio figlio: giusto. Non riuscirci è ciò che mi pesa di più. Più delle mia "mezza vita", più di tutto quello che non riesco a godermi perchè non me ne sento in diritto..
Ma come fare? chiedevo forse pretendendo troppo dalla vostra disponibilità.
Chi ha figli, o ha conosciuto da vicino bambini di quell'età, conosce bene il disorientamento che provano in questa fase della crescita verso certe questioni, chiamiamole "sentimentali", per usare un termine più nostro che loro ("che schifo" vedendo al cinema Spiderman che bacia la fidanzata, "che antipatiche le femmine", "io starò sempre solo con mamma e papà", e via discorrendo..).
Ebbene, sarò sicuramente una pessima madre, ma non so come affrontare il discorso con lui.
E idem suo padre, sicuramente un pessimo padre, per carità, ma che si è ritrovato in questa situazione per colpa mia.
Non so come dirgli papale papale che amo un'altro uomo e voglio vivere con lui, per continuando a volere bene al suo papà.
Non lo so, non ci riesco, le parole non vengono, tutte quelle che ho provato e riprovato a fior di labbra nelle mie notti insonni, mi sembrano inadeguate, inopportune, ingiuste da far ascoltare a lui.
Perdonatemi, ma è così. Eppure continuo a cercarle, e nel frattempo, come dite voi, il danno cresce.
Non so se tu abbia figli Chensamurai, ma se li hai dovresti sapere che quel "in nome dei figli" è forse la cosa più vera della nostra esistenza. Anche quando si commettono gli errori più grossi.
Pensa quello che vuoi, ma io ti dico che, in barba alla mancanza di coraggio, affronterei volentieri quel plotone a cui mi hai condannato senza possibilità di appello in nome di quel bene.
Grazie a chiunque abbia letto.
Martina
Chiedi concretezza...ok.
Ti riporto la mia di esperienza concreta.

Quando decisi di andarmene (e non sapevo in quel momento che poi sarei tornato in parte indietro, per me era definitiva quella decisione), il momento più doloroso è stato dirlo alle mie figlie (erano un pò più grandi, un paio d'anni in più).
Speravo potessero capire, ma non ne avevo la certezza.

Quella sera ci radunammo e dovetti parlare e dire tutto io, perchè mia era la decisione. Dissi loro che tra me e loro madre non c'era più quell'amore che consentisse di continuare a vivere insieme, ma che questo era un problema nostro, che nei loro confronti nulla sarebbe cambiato, che il papà e la mamma restavano tali per loro, anche se non più marito e moglie, spiegando loro come e quando ci saremmo visti, che ci sarei stato sempre per loro, in qualunque momento.
L'unica domanda che mi fecero era se la cosa potesse esser recuperabile e dissi convinto di no.
Mi assunsi la responsabilità del fatto, rischiando consapevolmente di farmi odiare da loro.

Quello che cercai di evitare era il creare false speranze ed illusioni, che sarebbero state ancor più deleterie, e di dar risposte anche dure, ma sincere e soprattutto comprensibili per loro.

Lo capirono veramente che per loro c'ero quando iniziarono a venir da me, quando preparavo loro la cena o il pranzo, quando mi mettevo a loro disposizione il giorno infrasettimanale in cui stavano da me, stando anche a casa dal lavoro quella mezza giornata per loro.
Il nostro rapporto non fu mai così reale e vero come in quel periodo, mi avvicinai a loro moltissimo e loro a me, come non era più da tempo, visto che dato il mio star male a casa vi ero sempre di meno, stando al lavoro fino a tardi la sera.

Molto devo anche all'intelligenza e alla sensibilità di mia moglie che non me le ha mai messe contro.

Ovvio che nel tuo caso vi è il fattore "terzo estraneo" che nel mio caso non era presente, almeno non in carne e ossa.
Eviterei nei limiti del possibile, di mischiare le due cose, almeno accennaglielo nelle motivazioni, ma non fargli vivere l'altro come la causa della vostra separazione, finirebbe per odiarlo. Dagli modo di vederti come persona, donna e non solo mamma.

Spero possa trovare al più presto il coraggio di affronatre le tue paure che son molte di più delle sue, fidati!
 
O

Old fay

Guest
Sapevo che da qualche parte nel cosmo c'era qualcuno che mi dava punti, oh se lo sapevo...!!!
Benvenuta!!
 

Iris

Utente di lunga data
Martina

Avete messo in scena quanto di più deleterio possa toccare ad una creatura...
Forse voi tre vi ci barcamenate...ma invito almeno te, che sei la madre a pretendere un pò di chiarezza...è la strada più dura...ma non ne vedo altre.
Quando il bimbo capirà (se non lo ha già fatto) che vive una farsa, perderà completamente fiducia in voi. Con conseguenze disastrose.

Il rimanere nella "famiglia cuore"...serve a tutti voi...non al piccolo.
 

La Lupa

Utente di lunga data
Orsottopotto...








... Martina... 73 sta per l'anno di nascita?

Sei sposata da 11 anni, gli ultimi 4 li hai passati senza fare sesso con tuo marito e hai 34 anni???

E lui? Tuo marito, voglio dire... è tuo coetaneo? Cosa dice? A lui sta bene questa situazione?

E il tuo "fidanzato" su che posizione sta? Aspetta che decida tu?

Scusa ma non capisco.


Mi pare che manchino delle voci in questo racconto.

Comunque ti premetto che io, notoriamente, non capisco un cazzo.
 
O

Old chensamurai

Guest







... Martina... 73 sta per l'anno di nascita?

Sei sposata da 11 anni, gli ultimi 4 li hai passati senza fare sesso con tuo marito e hai 34 anni???

E lui? Tuo marito, voglio dire... è tuo coetaneo? Cosa dice? A lui sta bene questa situazione?

E il tuo "fidanzato" su che posizione sta? Aspetta che decida tu?

Scusa ma non capisco.


Mi pare che manchino delle voci in questo racconto.

Comunque ti premetto che io, notoriamente, non capisco un cazzo.
... e questo, direi, conferma che non capisci un cazzo... hi, hi, hi... le voci ci sono tutte... secondo te, chi sta tenendo in piedi il teatrino?... lo spirito santo?... i FATTI e le AZIONI, pur essendo mute, parlano chiaro, mi pare... o no?... hi, hi, hi... comunque, la ragazza è persona intelligente e ha capito... sono sicuro che saprà correggere il tiro...

Buona notte, canide...
 
O

Old sfigatta

Guest
... e questo, direi, conferma che non capisci un cazzo... hi, hi, hi... le voci ci sono tutte... secondo te, chi sta tenendo in piedi il teatrino?... lo spirito santo?... i FATTI e le AZIONI, pur essendo mute, parlano chiaro, mi pare... o no?... hi, hi, hi... comunque, la ragazza è persona intelligente e ha capito... sono sicuro che saprà correggere il tiro...

Buona notte, canide...
CHE PALLE PERO' CHEN!

NON PERDI MAI L'OCCASIONE DI FARE LO beep
 
Stato
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