Ossimoro tossico

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lolapal

Utente reloaded
Mi hanno girato questo:

Arrivata a questo punto ho due possibilità:
- o mi abituo a quella che sono diventata
- o divento ciò che sono.
Scelte entrambe difficili: tanto logica la prima
, quanto giusta la seconda.
Optare per la prima, che a prima vista sembra la più facile, vorrebbe dire rassegnarsi a quest'insoddisfazione e puntare a una sorta di "ignava tranquillità". Decidere per la seconda è molto più impegnativo, potrebbe significare stravolgere tutto, lasciare il certo per l'incerto... ma bisogna pur correre il rischio di essere felici, no?
Il problema è questo: tranquillità non coincide con felicità, almeno non per me. [Nicole]


Cosa ne pensate? In quale dei due "profili" vi ritrovate o vorreste ritrovarvi? Aggiungereste altre opzioni? Che ne pensate dell'ultima frase? Secondo voi è vero che tranquillità e felicita non possono essere parte della stessa vita?

:)
 

Nocciola

Super Moderatore
Staff Forum
La seconda sicuramente
 

Eratò

Utente di lunga data
Nicole si e' dimenticata forse che non tutte le scelte dipendono da noi e che anche se dovesse optare per la prima la tranquillita' non e' garantita...Spesso son i percorsi della vita che ci portano a cambiare cio' che per il momento siamo e non ci rendiamo neanche conto dei cambiamenti avvenuti...Ma dipende sempre dalla capacita di reazione e interazione con gli altri....
 

lolapal

Utente reloaded

lolapal

Utente reloaded
Nicole si e' dimenticata forse che non tutte le scelte dipendono da noi e che anche se dovesse optare per la prima la tranquillita' non e' garantita...Spesso son i percorsi della vita che ci portano a cambiare cio' che per il momento siamo e non ci rendiamo neanche conto dei cambiamenti avvenuti...Ma dipende sempre dalla capacita di reazione e interazione con gli altri....
No so, Eratò... credo che Nicole, in un certo senso, intenda La Scelta delle Scelte, nel senso di un atteggiamento verso se stessi e verso gli altri che poi in qualche modo può veicolare tutte le altre scelte... :)
 

Horny

Utente di lunga data
Mi hanno girato questo:

Arrivata a questo punto ho due possibilità:
- o mi abituo a quella che sono diventata
- o divento ciò che sono.
Scelte entrambe difficili: tanto logica la prima
, quanto giusta la seconda.
Optare per la prima, che a prima vista sembra la più facile, vorrebbe dire rassegnarsi a quest'insoddisfazione e puntare a una sorta di "ignava tranquillità". Decidere per la seconda è molto più impegnativo, potrebbe significare stravolgere tutto, lasciare il certo per l'incerto... ma bisogna pur correre il rischio di essere felici, no?
Il problema è questo: tranquillità non coincide con felicità, almeno non per me. [Nicole]


Cosa ne pensate? In quale dei due "profili" vi ritrovate o vorreste ritrovarvi? Aggiungereste altre opzioni? Che ne pensate dell'ultima frase? Secondo voi è vero che tranquillità e felicita non possono essere parte della stessa vita?

:)
di getto
(poi rifletto meglio)
ma i due profili non sono la stessa cosa?
 

passante

Utente di lunga data
a volte ho l'impressione che voi donne assolutizziate troppo, generalizziate, tendiate a parlare per massimi sistemi anche quando non è necessario, o addirittura è controproducente. cioè. nicole è insoddisfatta.capita a tutti. non è necessario scoprire che cosa rende felice l'uomo in assoluto, o che cosa rende felice lei in assoluto, per uscirne. anche perchè probabilmente sono domande senza una risposta definitiva. meglio ragionare sulla concretezza: che cosa la rende infelice adesso e come concretamente ne può uscire. IMO.

ma io sono un essere basico (o primitivo, come dice mia sorella) e per grazia del Cielo sto con un essere alrettanto basico :D
 
Ultima modifica:

lolapal

Utente reloaded
Allora non ci sarebbe il dilemma. Se sai quello che sei vuol dire che lo sei diventata.
di getto
(poi rifletto meglio)
ma i due profili non sono la stessa cosa?
Dite più o meno la stessa cosa e, in un discorso lineare, vi do anche ragione.
Ma la crescita personale, nella mia modesta esperienza diretta e indiretta, non è lineare: ci possono essere dei condizionamenti o altri fattori e situazioni che in qualche modo ti hanno, come dire, fatto deragliare da quello che effettivamente sei, ma poi, quello che effettivamente sei, in qualche modo torna a galla... cose che ti fanno andare anche un po' a zig zag nel tuo percorso di vita...
 

lolapal

Utente reloaded
a volte ho l'impressione che voi donne assolutizziate troppo, generalizziate, tendiate a parlare per massimi sistemi anche quando non è necessario, o addirittura è controproducente. cioè. nicole è insoddisfatta.capita a tutti. non è necessario scoprire che cosa rende felice l'uomo in assoluto, o che cosa rende felice lei in assoluto, per uscirne. anche perchè probabilmente sono domande senza una risposta definitiva. meglio ragionare sulla concretezza: che cosa la rende infelice adesso e come concretamente ne può uscire. IMO.

ma io sono un essere basico (o primitivo, come dice mia sorella) e per grazia del Cielo sto con un essere alrettanto basico :mrgreen:
Questo è un ottimo punto di vista, anche tutto sommato definitivo... :)
Il fatto è che non ci si può svegliare una mattina e dire: ok, ora butto tutto via e ricomincio... ma magari anche questo è assolutistico... :D
 

Eratò

Utente di lunga data
No so, Eratò... credo che Nicole, in un certo senso, intenda La Scelta delle Scelte, nel senso di un atteggiamento verso se stessi e verso gli altri che poi in qualche modo può veicolare tutte le altre scelte... :)
Ma il nostro di atteggiamento non e' una scelta in se'.E' anche il risultato del interazione con il mondo esterno,con gli altri...e la crescita e l'esperienza che ci porta a cambiare qualcosa di noi ogni giorno.Se cosi non fosse non saremmo neanche noi stessi ma dei vegetali.
 

Joey Blow

Escluso
Dite più o meno la stessa cosa e, in un discorso lineare, vi do anche ragione.
Ma la crescita personale, nella mia modesta esperienza diretta e indiretta, non è lineare: ci possono essere dei condizionamenti o altri fattori e situazioni che in qualche modo ti hanno, come dire, fatto deragliare da quello che effettivamente sei, ma poi, quello che effettivamente sei, in qualche modo torna a galla... cose che ti fanno andare anche un po' a zig zag nel tuo percorso di vita...
Ma quello che effettivamente sei potrebbe anche solo essere quello che credi tu sia. Perché le sbandate ed i deragliamenti che dici ti formano (o ti sformano).
 

Horny

Utente di lunga data
Dite più o meno la stessa cosa e, in un discorso lineare, vi do anche ragione.
Ma la crescita personale, nella mia modesta esperienza diretta e indiretta, non è lineare: ci possono essere dei condizionamenti o altri fattori e situazioni che in qualche modo ti hanno, come dire, fatto deragliare da quello che effettivamente sei, ma poi, quello che effettivamente sei, in qualche modo torna a galla... cose che ti fanno andare anche un po' a zig zag nel tuo percorso di vita...
che diciamo la stessa cosa è impossibile :rotfl:
per il resto, credo si giochi tutto nei primi 3 anni,
il resto è conseguenza.
ma forse sono troppo categorica.
 

Eratò

Utente di lunga data
a volte ho l'impressione che voi donne assolutizziate troppo, generalizziate, tendiate a parlare per massimi sistemi anche quando non è necessario, o addirittura è controproducente. cioè. nicole è insoddisfatta.capita a tutti. non è necessario scoprire che cosa rende felice l'uomo in assoluto, o che cosa rende felice lei in assoluto, per uscirne. anche perchè probabilmente sono domande senza una risposta definitiva. meglio ragionare sulla concretezza: che cosa la rende infelice adesso e come concretamente ne può uscire. IMO.

ma io sono un essere basico (o primitivo, come dice mia sorella) e per grazia del Cielo sto con un essere alrettanto basico :D
Ecco bravissimo:rotfl:....siamo esperte del settore!
 

Horny

Utente di lunga data
Questo è un ottimo punto di vista, anche tutto sommato definitivo... :)
Il fatto è che non ci si può svegliare una mattina e dire: ok, ora butto tutto via e ricomincio... ma magari anche questo è assolutistico... :D
e ma ricominci sempre da quello che già sei,
e che ti aveva portato al punto da cui hai ricominciato
vabè, sono un po' confusa, lo so,
ma a me pare di girare sempre in cerchio.
 

lolapal

Utente reloaded
Ma il nostro di atteggiamento non e' una scelta in se'.E' anche il risultato del interazione con il mondo esterno,con gli altri...e la crescita e l'esperienza che ci porta a cambiare qualcosa di noi ogni giorno.Se cosi non fosse non saremmo neanche noi stessi ma dei vegetali.
Non sono proprio d'accordo: il nostro atteggiamento (che non include solo i modi, ma anche le reazioni) è una scelta inconscia, istintiva. Io credo che il mondo esterno ti rimanda anche una certa immagine che tu stesso trasmetti all'esterno... imo...
Anche se è in qualche modo in tema, è una sfaccettatura che ha un'importanza realtiva, nel senso che mi premeva molto la tesi: tranquillità di accettare dove sì è non può andare d'accordo con il rischio di accettare una sorta di ritrovarsi ed essere felici che può, in qualche modo, sconvolgere un "mondo" intero, quello conosciuto fino a quel momento...

:)
 

lolapal

Utente reloaded
Ma quello che effettivamente sei potrebbe anche solo essere quello che credi tu sia. Perché le sbandate ed i deragliamenti che dici ti formano (o ti sformano).
O quello che ti hanno fatto credere o non credere... qui siamo su quello che dice Eratò, in un certo senso...

Per quello che dici, mi fai pensare che una persona, allora, non dovrebbe dare ascolto alle sue sensazioni, ai suoi malesseri o benesseri...
 

disincantata

Utente di lunga data
Non sono proprio d'accordo: il nostro atteggiamento (che non include solo i modi, ma anche le reazioni) è una scelta inconscia, istintiva. Io credo che il mondo esterno ti rimanda anche una certa immagine che tu stesso trasmetti all'esterno... imo...
Anche se è in qualche modo in tema, è una sfaccettatura che ha un'importanza realtiva, nel senso che mi premeva molto la tesi: tranquillità di accettare dove sì è non può andare d'accordo con il rischio di accettare una sorta di ritrovarsi ed essere felici che può, in qualche modo, sconvolgere un "mondo" intero, quello conosciuto fino a quel momento...

:)

HAI VOGLIA DI SCAPPARE E DI CAMBIARE VITA?
 

Traccia

Utente di lunga data
Mi hanno girato questo:

Arrivata a questo punto ho due possibilità:
- o mi abituo a quella che sono diventata
- o divento ciò che sono.
Scelte entrambe difficili: tanto logica la prima
, quanto giusta la seconda.
Optare per la prima, che a prima vista sembra la più facile, vorrebbe dire rassegnarsi a quest'insoddisfazione e puntare a una sorta di "ignava tranquillità". Decidere per la seconda è molto più impegnativo, potrebbe significare stravolgere tutto, lasciare il certo per l'incerto... ma bisogna pur correre il rischio di essere felici, no?
Il problema è questo: tranquillità non coincide con felicità, almeno non per me. [Nicole]


Cosa ne pensate? In quale dei due "profili" vi ritrovate o vorreste ritrovarvi? Aggiungereste altre opzioni? Che ne pensate dell'ultima frase? Secondo voi è vero che tranquillità e felicita non possono essere parte della stessa vita?

:)
Nessuna delle due.
La prima assolutamente No!
La seconda è un passo.
La strada giusta è essere chi sei, punto.
Andare d'accordo con se stessi è la prima cosa.
 
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