Vorrei dire... che l'amore non è mai un'altra cosa... che tutto dipende solo e soltanto dalla maturità dell'individuo, non tanto che lo prova, ma piuttosto della sua maturità complessiva di persona, dipende da che scelte ha fatto fino a lì.
L'amore "coniugale" che sa perdonare è per me la più alta manifestazione possibile dell'amore. E se le due persone sono sufficientemente mature non possono che riconoscerlo. Quindi, alla tua prima domanda risponderei: conosci tuo marito, indipendentemente da ciò che ha fatto, lo conosci.
Non è vero che il tradimento dell'altro lo rende un estraneo. Si sente questa cosa (anche il traditore percepisce il suo compagno come "estraneo", nel mentre in cui tradisce), ma non è reale.
Riuscire a perdonare significa proprio ricordarsi chi si ha di fronte, fare memoria, meglio.
Tradire è un gesto, una manifestazione, ma non di un'essenza, ma di una fase della vita di una persona. La persona è sempre di più, molto di più, del gesto che compie, quale che esso sia.
Fissarsi sul gesto significa cessare di guardare l'altro per guardare se stessi, ed è azione uguale e contraria a quella che fa il traditore quando tradisce. E' smemoratezza colpevole, in entrambi i casi.
A chi perdona serve la lucidità, chi si sente tradito e ama, deve amare. E per amare, deve trascendere la propria ferita, che è comunque una ferita narcisistica.
Alla seconda domanda, invece, direi sì. Sì, il dolore del tradimento cambia anche chi tradisce, se chi ha tradito non è persona assolutamente superficiale. Cambia il traditore, ma non perché egli conservi memoria nostalgica della "storia" diversa che ha avuto altrove, ma perché mette in discussione in profondità le sue certezze. Chi ha tradito ha molto bisogno di aiuto, non di sospetti. Ha bisogno di ritrovare fiducia in se stesso, sempre se ha una morale, come credo tuo marito, come io pure ho. E provando a mettermi nei panni di un uomo che l'ha fatto una sola volta e non per amore dell'altra, credo che l'amarezza per essersi scoperto diverso da quello che credeva sia tanta.