arrivano soprattutto uomini giovani, è questo il puntoCiao
beh, anche ora, non è che stanno venendo tutti qui ... :singleeye:
sienne
chi rimane a combattere per le loro terre?
arrivano soprattutto uomini giovani, è questo il puntoCiao
beh, anche ora, non è che stanno venendo tutti qui ... :singleeye:
sienne
la cosa tragica è che noi abbiamo eliminato gli unici regimi laici della zona, consegnandoli nelle mani di questi tagliagole fondamentalisti. E solo grazie ai russi non abbiamo fatto la stessa cazzata in Siria con Assad. Certo, erano retti da dittatori, ma vorrei capire se c'è laggiù un solo paese democratico.già, con i risultati che si possono vedere
che tristezza....ma purtroppo andrà cosiCi sono andati vicini mille e trecento anni fa, ma Carlo Martello li ha fermati a Poitiers. Questa volta ci riusciranno. Nel giro di qualche decennio, l'Europa sarà musulmana. Come dicono i loro Imam in patria, conquisteremo l'occidente col ventre delle nostre donne.
esattamentegrazie, non lo sapevo...
diciamo che di solito quando qualcuno cerca di imporre agli altri una "divisa", tira sempre una brutta aria!
quelli che partono per arruolarsi nello Stato Islamico sono tutti ragazzi di seconda se non terza generazione di migranti.Ciao
Nell'ultima scuola dove ho fatto la supplente vi era un caso di un ragazzo di circa quattordici anni. Spaccato in due interiormente. Aveva iniziato a fare casino di continuo. Con la ricerca di tanti dialoghi, il problema è sorto poi alla luce. Il padre voleva che continuasse a pregare (la Scuola glielo permetteva di andare regolarmente in cortile) e che una volta finita la scuola doveva andare a lavorare. Il ragazzo non voleva più pregare in quella intensità e voleva continuare gli studi. Con tanti dialoghi la scuola è stata capace a trovare una base con il padre. Lui continua a pregare come vuole il padre in cambio il ragazzo va in secondarie e se bastano i voti poi in ginnasio.
Questo lavoro intendo con la seconda generazione. Sta a tutti noi. Sono persone singole ...
sienne
quelli che partono per arruolarsi nello Stato Islamico sono tutti ragazzi di seconda se non terza generazione di migranti.
Non è dato sapere come andrà.che tristezza....ma purtroppo andrà cosi
allora, la prima generazione non si integra, la seconda sente il vuoto dentro, la terza, pure...:singleeye:Ciao
è quello che sto dicendo. Il pericolo sta nella seconda generazione.
Con QUALSIASI cultura. È una generazione che si può spaccare interiormente in due ...
Ha bisogno di sentire la terra sotto i piedi ... di colmare il vuoto dentro ...
Questo viene ben sfruttato ... lo sanno molto bene ...
Quando ti viene a mancare il sentire profondo di appartenenza con tutte le tue "angolature",
ti perdi, e vai da chi ti promette di darti ciò ...
sienne
:up:Ciao
è quello che sto dicendo. Il pericolo sta nella seconda generazione.
Con QUALSIASI cultura. È una generazione che si può spaccare interiormente in due ...
Ha bisogno di sentire la terra sotto i piedi ... di colmare il vuoto dentro ...
Questo viene ben sfruttato ... lo sanno molto bene ...
Quando ti viene a mancare il sentire profondo di appartenenza con tutte le tue "angolature",
ti perdi, e vai da chi ti promette di darti ciò ...
sienne
allora, la prima generazione non si integra, la seconda sente il vuoto dentro, la terza, pure...:singleeye:
seguendo questi ragionamenti mi pare che ci sia ben poco da proporre
Ciao
Questo è il percorso che molti hanno fatto. Purtroppo. La terza, invece, va benissimo ...
Solo nel corso degli anni si è notato che i tempi posso essere accelerati se avviene l'incontro. La seconda generazione di oggi, ha un percorso molto più facile sotto certi versi, perché già entra a far parte di una società con più culture e trova più facilmente una certa accoglienza. Almeno tra di loro ...
sienne
:up:
La seconda generazione ha visto solo l'Italia ma non viene considerata italiana da noi.
E' una nostra discriminazione che crea una generazione apolide.
Ciao
la mia generazione, che è la seconda ... è stata una catastrofe negli anni 80, quando eravamo giovani.
Sai quanti ho perso? Sai quanti si sono suicidati, o persi nella droga, o sono divenuti delinquenti ... con un male dentro che gli divorava?
Ad esempio io non ho un sentire di far parte di un qualcosa. Non so cosa significa patria, Heimat. Sono sempre in qualche modo esclusa. Ovunque ... posso avere i passaporti che voglio, per una parte della gente, sono sempre l'altra cosa. A me va bene così. Non mi fa male. Mi sento se mai, una totalità nei frammenti. Ma ci sono dovuta arrivare. E qui mi hanno aiutata ad arrivarci. Un caro vicino di casa ... crucco fino al midollo. Perciò sta nelle nostre mani.
sienne
e come mai allora si è inasprita l'oppressione contro le donne?
Vorrei precisare che non ho nessuna soluzione al problema e che non ho suggerimenti, pertanto, da offrire.Ciao
Perciò l'unica cosa che resta da fare, senza ripetere certi errori del passato (per non far entrare in crisi la seconda generazione, ad esempio ... quella fa casino se sta male e conosce il sistema ecc.), è trovare il dialogo al più presto per una base in comune da condividere.
sienne
appunto. e tra il pensiero forte islamico e il nulla europeo è normale che vinca il primo. a dimostrazione che non c'è stata nessuna integrazione nè alcuna reale volontà d'integrarsi da parte degli islamici.Ciao
è quello che sto dicendo. Il pericolo sta nella seconda generazione.
Con QUALSIASI cultura. È una generazione che si può spaccare interiormente in due ...
Ha bisogno di sentire la terra sotto i piedi ... di colmare il vuoto dentro ...
Questo viene ben sfruttato ... lo sanno molto bene ...
Quando ti viene a mancare il sentire profondo di appartenenza con tutte le tue "angolature",
ti perdi, e vai da chi ti promette di darti ciò ...
sienne
appunto. e tra il pensiero forte islamico e il nulla europeo è normale che vinca il primo. a dimostrazione che non c'è stata nessuna integrazione nè alcuna reale volontà d'integrarsi da parte degli islamici.
È proprio così. Quoto.Vorrei precisare che non ho nessuna soluzione al problema e che non ho suggerimenti, pertanto, da offrire.
Quello che noto è che a fronte di questo problema enorme, un trasferimento di persone in tempi brevi con numeri da un milione a salire, non viene cercata una soluzione politica. In realtà il problema non è nemmeno prospettato in termini politici, ed è questo che mi preoccupa.
La questione viene affrontata sul piano morale, un piano che non ammette scelte ("non possiamo permettere che tanta gente soffra": no, non possiamo, certo. Se un gommone affonda la sola scelta è correre a salvare tutti), e in seconda battuta sul piano tecnico: come li andiamo a salvare? chi mette le navi? dove sistemiamo i centri di accoglienza? chi paga?
Ora, questi due livelli sono certo imortanti ma fermarci qui ci impedisce di vedere il problema nei suoi termini sociali e, dunque, politici. Far finta che la questione politica sia quella di dove dislocare i profughi, di raccogliere i soldi per accoglierli, spingere l'Ungheria ad essere più morbida, significa far finta che tutto si riduca a un problema tecnico. Non è così.
Berluscono che si spaventa per il pericolo comunista dopo che il comunismo è morto da decenni è comico. Ma Berluscono che ottiene, con questo slogan, qualche milione di voti è un problema politico. Ora, sta crescendo una forte avversione, favorita dalla crisi economica. Piaccia o no, questa avversione popolare esiste. Non posssiamo semplicemente alzare le spalle e cavarcela dicendo che sono insensibili o reazionari o paurosi vittime della propaganda della Lega. Occorre affrontare la questione. Ancora: questi profughi sono un costo enorme che sottrae risorse, poche o tante che siano. Si può scegliere di pagare questo costo, una scelta legittima. Ma è una scelta che non è mai stata presa, camuffata dietro la questione morale dell'accoglienza. Ancora un'altra volta. Questi profughi costituiranno un problema di integrazione, stante la forte differenza culturale, per cui un conto è accoglerne 100, un conto è accoglierne 100 mila, un altro ancora accoglerne un milione. Questo problema di integrazione andrà affrontato. Ma nessuno lo affronta, lasciando supporre che si risolverà da sè nel multiculturalismo. Essendo stato, in passato, un sostenitore del multuculturalismo, di per sè la cosa potrei anche accettarla. Ma davvero possiamo immaginare che si risolverà senza conflitti, considerando la crescita cui alludevo dell'avversione popolare?
Dobbiamo dialogare, dice Sienne. Dialogare? Sono cose che si risolvono a parole?
Dovremmo garantire posti di lavoro, case e assistenza. Cose che costano. Chi pagherà?
L'universo politico, e quello dei media, sembrano ridurre la questione al problema, tecnico, di riconoscere i profughi, identificarli, e scegliere poi chi ha diritto, rimandando a casa gli altri. Ma scegliere un disgraziato che scappa dalla guerra in Siria e rimandare un disgraziato che scappa dalla fame in Senegal? E poi come lo rimandiamo, e dove?
Pugno duro con gli scafisti, altra novità recente. Ma gli scafisti sui gommoni sono essi stessi dei disgraziati, vittime più che carnefici, anche quando abusano del loro potere nel mocrocosmo del gommone. Gli scafisti dei gommoni sono microcriminali assunti per lavori più grandi di loro. Sbatterne in galere un centinaio non cancella che ve ne saranno sempre altri a disposizione. E poi riempiamo davvero le carceri di scafisti? O affonderemo tutti i gommoni catturati sperando che alla fine i gommoni finiscano?
Trasformare le questioni politiche in tecniche, o morali, vuol dire ignorare la dimensione del politico. Un tempo forse si esagerava a dire che tutto è politica, ma ora si esagera a far finta che la politica sia fare o non fare un accordo amministrativo tra responsabili europei.
Lo ripeto: non ho una soluzione. E forse sono anche contento di non dover essere io a trovarla. Ma mi sento ingannato da una classe politica e dai media che, spero solo per ignoranza, fanno finta di vedere che il problema politico e sociale non esiste.