LONE WOLF AND CUB
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Riprendo le recensioni di fumetti con un titolo molto vecchio, il primo volume andò in stampa nel 1970. Le tavole giocoforza sono molto lontane dallo stile dei manga odierni, anche la lettura risulta particolarmente poco immediata causa descrizioni e dialoghi prolissi che poco si adattano ai ritmi veloci dei seinin che si vedono oggi nelle edicole.
Perchè quindi perdere tempo a parlare di un lavoro tanto vecchio?
Beh guardate il disegno della copertina. E' la versione americana che per fortuna è stata editata anche da noi con le stesse tavole. Disegnate da FRANK MILLER

cioè non il primo fumettista yankee da quattro soldi, ma una autentica LEGGENDA dei comics americani che si è prestato sul finire degli anni '80 a disegnare le copertine di questo splendido manga. E se in campo entra uno così per un prodotto importato c'è un unico motivo: che ne vale la pena, perchè Lone Wolf and Cub è una piccola grande gemma della storia dei fumetti.
E' la storia di Ogami Itto, samurai dell'epoca di Edo e servitore dello Shogun (il signore dei feudatari del regno nipponico) di quegli anni. Egli è il Kaishakunin, ossia il boia regale, colui che cerimonia il seppuku dei samurai condannati a morte dallo Shogun stesso. La storia inizia con la trucidazione della famiglia di Ogami Itto per mano dei sicari dello Shogun stesso (il clan Yagyu) perchè accusato di alto tradimento. Ovviamente il tutto è un piano architettato dal suo signore poichè Itto è diventato un personaggio troppo importante e scomodo ai suoi occhi e troppo ben visto dall'imperatore (che in quell'epoca era una sorta di incarico figurativo, ma influente causa il rispetto ricevuto dal popolo). Dal massacro si salvano solo Itto e suo figlio di cinque anni Daigoro. A lui si pongono due scelte dinanzi: la via del Bushido gli chiederebbe di fare seppuku, ma lui sceglie l'esilio abbandonando la via del Samurai e diventa un sicario votato all'estinzione del clan Yagyu e dello Shogun stesso.
Le tavole seppur disegnate 45 anni fa sono molto belle, un tratto semplice ma molto particolareggiato, davvero ci si immerge nel Giappone feudale rapiti dalla storia del lupo solitario e del suo cucciolo. I 28 Tankobon (volumi illustrati) sono formati da storie per lo più autoconclusive il cui unico filo conduttore è il viaggio di Ogami Itto. In questo modo vengono splendidamente rappresentate storie di personaggi sapientemente cesellati e caratterizzati, dove non ci sono ne buoni e ne cattivi, e dove viene messo in discussione più volte anche la sacra via del Bushido (che è la nobile arte della spada a cui tutti i Samurai sono obbligati a seguire), ma dove c'è solo il forte desiderio di sopravvivenza in nome della vendetta. Naturalmente i combattimenti sono il clou delle tavole, rappresentati con una dovizia di particolari nei riti e nei tempi, ormai persi nelle produzioni analoghe. Persino la rappresentazione delle armi è semplicemente maniacale, ad esempio Ogami Itto non usa una semplice Katana, ma la spada cerimoniale del Kaishakunin, cioè una Dotanuki. Questa rispetto alla Katana è leggermente più tozza e corta (poichè deve recidere il collo dei condannati), e il suo stile di combattimento si adatta appunto alla sua arma e posture e movimenti nel manga sono ricreati in maniera incredibile. Lo considero IL MANGA per quanto riguarda le storie di Samurai, se anche solo siete curiosi della cultura nipponica, VA LETTO senza indugio. E poi quelle copertine di Miller...