da wikipedia
Militanti palestinesi tirarono pietre agli autobus che ritornavano dal funerale delle vittime ma alcuni palestinesi residenti ad Awarta, che in precedenza avevano avuto scontri con i coloni da Itamar, biasimarono il massacro.
Un paramedico intervistato da un quotidiano israeliano riferì che il giorno dell'attacco alcuni coloni avevano visto fuochi d'artificio e festeggiamenti nelle vicine comunità palestinesi.
Nella Striscia di Gaza, il massacro provocò festeggiamenti a Rafah, dove palestinesi distribuivano dolci e caramelle nelle strade. Un residente definì i festeggiamenti come "la risposta naturale alle vessazioni inflitte dai coloni ai residenti palestinesi nella Cisgiordania".
Il Middle East Media Research Institute, commentando le reazioni al massacro nei media palestinesi, dichiarò che mentre Sawsan Al-Barghouti, un cronista di un sito web affiliato ad Hamas, aveva definito il massacro di Itamar "un atto eroico", nel resto dei media palestinesi il massacro di bambini ("anche se coloni") veniva duramente condannato come inequivocabilmente immorale e contrario ai valori palestinesi, e inutile a sostenere la causa palestinese. Un editoriale, ad esempio, scrisse "Accoltellare un bambino a morte è un crimine contro l'umanità. Chiunque lo compia è un pazzo, o agisce su basi razziste. Questo non è nazionalismo; non c'è correlazione tra l'assassinio di un Bambino nell'insediamento di Itamar e i valori della lotta del nostro popolo". Molti si chiesero se un tale assassino poteva essere un palestinese. L'OLP condannò il massacro e accusò Israele di essere saltato alla conclusione che gli autori fossero palestinesi, e di sfruttare la tragedia per il proprio tornaconto politico.
Un'inchiesta di Haaretz evidenziò che i palestinesi, sui giornali e sui social network condannavano l'attacco pur al contempo criticando i coloni e le dichiarazioni del governo israeliano sui nuovi insediamenti per rappresaglia.
Un sondaggio di opinione condotto dall'Harry S. Truman Research Institute for the Advancement of Peace e dal Palestinian Center for Policy and Survey Research mostrò che il 63% dei palestinesi intervistati condannava l'attacco, mentre il 32% lo approvava. Il campione era composto da 1.270 adulti intervistati di persona in Cisgiordania, Striscia di Gaza e Gerusalemme Est dal 17 al 19 marzo 2011.
Nel gennaio 2012, l'Autorità palestinese mandò in onda un'intervista alla madre e alla zia di Hakim Awad, le quali lo definirono "eroe" e "leggenda". Nawef, la madre di Hakim che precedentemente aveva negato il coinvolgimento del figlio, ora lo ammetteva con orgoglio. La trasmissione era parte di un programma settimanale incentrato sui prigionieri palestinesi in Israele.
Il 1º febbraio 2012, la tomba di Eleazar fu trovata imbrattata con pittura spray da slogan in arabo inneggianti agli autori del massacro. L'atto vandalico fu scoperto da 500 pellegrini ebrei e dalla loro scorta IDF durante un pellegrinaggio al sito. I soldati e i pellegrini coprirono la tomba con pittura bianca per cancellare i graffiti.