Parigi sotto attacco

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banshee

The Queen
Figo, dai. E' quello che abbiamo cercato con pervicacia.
sono d'accordo con te.

tra l'altro adesso ci starà sta tarantella quotidiana; ieri hanno chiuso via veneto, oggi la metro, sui quotidiani si legge "allarme san pietro, militari nelle stazioni, allarme duomo, allarme alla Scala", andrà così un paio di settimane, poi arriva Natale, i regali, il pandoro, er torrone, passa tutto in canzonella e poi... e poi speriamo niente.

"e salutamose bene" :D noi diciamo sempre così..
 

banshee

The Queen
FALSO ALLARME

"Falso allarme per un pacco sospetto sulla metro A. Evacuata e chiusa la stazione Lepanto e linea interrotta tra Ottaviano e Termini per un'ora a causa di un intervento delle forze dell'ordine. L'allerta è scattata verso le 10.45 per un sacchetto lasciato incustodito sulla banchina in direzione Anagnina. A darne notizia l'account Twitter di Atac.

Sul posto le volanti del commissariato di zona Roma Prati e gli artificieri. La polizia ha chiesto all'azienda che gestisce il trasporto pubblico a Roma di interrompere parzialmente il servizio e chiudere la stazione in cui è scattata l'allerta. Ma i controlli hanno dato esito negativo.

Nelle ultime 24 si sono susseguiti i falsi allarmi.

Ieri sera alle 9, nei pressi dell’ambasciata americana in via Veneto a Roma: una borsa scura abbandonata ha creato il caos: tempo mezz’ora e l’allerta rientra. Era solo un cuscino. In mattinata, sempre ieri, altri due falsi allarmi, questa volta in zona Vaticano: un trolley a due passi dalla sede dell'università non statale Lumsa e una piccola scatola metallica vicino una serranda in via Erba. E ora il quarto sulla metro A, finto anche questo."
 

Nobody

Utente di lunga data
sono d'accordo con te.

tra l'altro adesso ci starà sta tarantella quotidiana; ieri hanno chiuso via veneto, oggi la metro, sui quotidiani si legge "allarme san pietro, militari nelle stazioni, allarme duomo, allarme alla Scala", andrà così un paio di settimane, poi arriva Natale, i regali, il pandoro, er torrone, passa tutto in canzonella e poi... e poi speriamo niente.

"e salutamose bene" :D noi diciamo sempre così..
il primo ragazzino che mi tira un petardo in centro, quest'anno lo prendo a pedate nel culo :D
 

Fiammetta

Amazzone! Embe'. Sticazzi
Staff Forum
sono d'accordo con te.

tra l'altro adesso ci starà sta tarantella quotidiana; ieri hanno chiuso via veneto, oggi la metro, sui quotidiani si legge "allarme san pietro, militari nelle stazioni, allarme duomo, allarme alla Scala", andrà così un paio di settimane, poi arriva Natale, i regali, il pandoro, er torrone, passa tutto in canzonella e poi... e poi speriamo niente.

"e salutamose bene" :D noi diciamo sempre così..
Più o meno si.
 

Fiammetta

Amazzone! Embe'. Sticazzi
Staff Forum

Nobody

Utente di lunga data
No senti, su "Chiodi Rossi" di Robert E. Howard c'è tutto quello che uno può voler sapere sulla vita, l'universo e tutto quanto. Non m'interessa null'altro, sarebbe superfluo.
quello si che è uno scrittore, anche se manuale galattico per autostoppisti ti spiega meglio il tutto.
 

Eratò

Utente di lunga data
Non riesco a leggere l'articolo. Mi chiede di abbonarmi.
Forse perché sono all'estero.
Qualcuno protrebbe gentilmente farmi un copia incolla dei contenuti?
Grazie :)
Anche a me lo chiede. Superati tot di articoli chiede l'abbonamento... Un copia e incolla sarebbe gradito:eek:
 

brenin

Utente
Staff Forum
Leggi il suo più famoso "le particelle elementari", merita.
Il suo romanzo " Sottomissione " immagina - polemicamente e provocatoriamente - il futuro della Francia nel prossimo decennio.

" La "sottomissione" del titolo si riferisce alla democratica presa del potere, nella Francia del 2022, a colmare un vuoto insieme ideale e politico, da parte di un partito islamico moderato e alla relativa conversione del protagonista all'islam (che in arabo significa appunto "sottomissione" o "abbandono totale di sé a Dio"). Ne consegue un pacifico, graduale, ma inesorabile ritorno a un modello sociale patriarcale e poligamico, la fine della parità fra i sessi, la progressiva islamizzazione dell'insegnamento, il volontario esodo degli ebrei francesi. La rinuncia, insomma, a tutti i valori ereditati dai Lumi, quelli che in Francia si chiamano valeurs républicaines, e quindi l'autodistruzione di una civiltà che, anomica, abulica, vuota di senso come il protagonista, accetta di rinunciare, con indifferenza e quasi con voluttà, a tutto ciò che ne costituisce la specificità dalla fine del XVIII secolo. Nessuna islamofobia, nonostante le semplificazioni mediatiche, nel romanzo; nessuna descrizione di una religione violenta, che decapita o lapida gli infedeli; l'islam moderato e sornione che si afferma alla fine (e di cui Houllebecq sottolinea giustamente le affinità ideologiche con la destra tradizionalista europea, che lo combatte, ma ne condivide l'avversione ai valori della modernità) prende, per così dire, per stanchezza un Occidente disilluso ed estenuato, come fece il cristianesimo alla fine del mondo antico. Lo sguardo dell'io narrante (e dell'autore) su quanto accade è quello proprio di un perfetto rappresentante di tale civiltà declinante: indifferente, passivo, per nulla ostile, anzi, sostanzialmente lieto di aderire a un credo e di sbarazzarsi della libertà vuota e senza fini che era la sua; al massimo sorpreso che la storia sia ancora in movimento (assuefatto com'è alla stagnazione della sua vita e della società in cui è cresciuto) e incapace di concepire altro modo per accedervi che non sia, appunto, quello di una "sottomissione". La libertà stanca, specie quella vacua del consumismo moderno, e il romanzo si chiude con la certezza di François che non avrebbe avuto, dopo la sua conversione, "niente da rimpiangere". A essere sottoposta a dura critica non è certo l'islam, ma la società nata dalla rivoluzione: priva di trascendenza, incapace di darsi un ubi consistam e di autoperpetuarsi, a causa della dissoluzione del modello famigliare tradizionale (vera ossessione dell'autore), è, secondo Houellebecq, destinata a soccombere al confronto con modelli sociali più organici e a rimanere una parentesi di breve durata nella storia dell'umanità. In Sottomissione, è particolarmente spietata la descrizione dell'ambiente accademico e culturale: quello che dovrebbe essere il baluardo e lo strumento di diffusione dei valori democratici è rappresentato come un universo angusto, autoreferenziale, animato solo da piccoli interessi e beghe meschine. La riflessione sul nichilismo (qui particolarmente presente, anche attraverso il confronto con Nietzsche) e il lucido disincanto possono ricordare i romanzi francesi della fine degli anni trenta: l'anti-umanesimo dichiarato di François non sembra così distante da quello di Roquentin nella Nausea. Ma i personaggi di Houllebecq non hanno nessuna velleità di critica filosofica, nessuna consolazione dall'arte né la disperata ma sensualissima vitalità di un Meursault: non conoscono la rivolta, ma solo un'apatica rassegnazione. "
 
Stato
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