Madri e padri con ambizioni professionali

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bettypage

Utente acrobata
Mi chiedevo se poi alla fine sto equilibrio tra la realizzazione personale e il ruolo genitoriale si riesce davvero a trovare. Voglio dire che non ci credo per niente che è la qualità del tempo e non la quantità che conta. Non lo so, io mi sono parcheggiata per seguire i figli piccoletti con la speranza di recuperare terreno appena si avviano a quel minimo di indipendenza, mio marito per carità, è super presente ma ora per lui è dovuto il passaggio up. Sta valutando proposte è la costante è disponibilità a viaggiare per il mondo per un buon 50%dell attività.E io che dovrei fare? Seguirlo o starmene qui a crescere i bimbi nel mentre. Boh ho come la sensazione che o fai bene la madre e moglie o bene la professione. Non se ne esce insomma. In Italia poi...
 

Brunetta

Utente di lunga data
Credo che in Italia o sulla luna se con i figli non ci sei, non ci sei.
Quando ho mandato i miei bimbi al nido ci sono state persone che hanno criticato.
Ma quando uscivano c'ero. Voglio dire che ero presente con la mente e il cuore.
Non conta molto essere presenti tutto il giorno fisicamente se non si è davvero presenti e in ascolto.
A me sembra che siano tutti preoccupati di dare mille occasioni formative e creative ai figli, quando basterebbe lasciare tempo di giocare e fare cose insieme fosse anche la spesa e preparare la cena.
 

bettypage

Utente acrobata
Io intendo dire che se padre e madre o entrambi dedicano 8/10 ore al proprio lavoro e "delegano" l'assistenza dei figli ad altri, i figli ne risentono secondo me. (Ho amiche lavoratrici che vedono i mariti nel week and e il resto della settimana vivono fuori casa.)
Viceversa se la madre si dedica esclusivamente a far la mamma/casalinga accantonando le sue aspirazioni professionali comincia ad aver insofferenza. Mi chiedo qual è il punto di equilibrio tra i due estremi. Parlo soprattutto degli anni relativi alla prima infanzia.
 

perplesso

Administrator
Staff Forum
Io intendo dire che se padre e madre o entrambi dedicano 8/10 ore al proprio lavoro e "delegano" l'assistenza dei figli ad altri, i figli ne risentono secondo me. (Ho amiche lavoratrici che vedono i mariti nel week and e il resto della settimana vivono fuori casa.)
Viceversa se la madre si dedica esclusivamente a far la mamma/casalinga accantonando le sue aspirazioni professionali comincia ad aver insofferenza. Mi chiedo qual è il punto di equilibrio tra i due estremi. Parlo soprattutto degli anni relativi alla prima infanzia.
domanda da un miliardo di dollari.

posso risponderti quello che mi disse anni fa un PM presso cui facevo tirocinio.

"se voi fate il magistrato o il medico o il manager, non sposate un magistrato,un medico o un manager perchè sarebbe un'unione tra estranei"

l'idea è di evitare situazioni estreme. se possibile.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Purtroppo anche senza voler essere il manager mega galattico a molti lavoratori viene richiesto un impegno orario e turni assurdi. Mia figlia esce spesso dopo le 19 e mio figlio fa turni che gli permetterebbero di accompagnare o riprendere dei bambini solo alternativamente e due settimane al mese.
Le condizioni di lavoro precarie non fanno venire l'idea di opporsi.
Certamente tutto questo crea posti di lavoro: le babysitter, per chi può permetterselo.
Però esiste una legislazione che permette di prendere congedi, anche alternati, nei primi anni dei bambini.
Resto dell'idea però che quando si sta con i figli bisogna esserci.
Se si vuole tutto, non si può lamentarsi di trascurare qualcosa.
Anche i figli ci realizzano, forse più di ogni altra cosa, e non si può metterli in fondo nella scala delle priorità.
 

perplesso

Administrator
Staff Forum
Credo che Betty intendesse non tanto un trantran quotidiano da grande città, in cui anche se tardi a casa ci si arriva ogni giorno.

lei sta parlando della situazione in cui tuo marito puoi non vederlo per settimane o mesi interi perchè sta in giro per il mondo per il lavoro.

mi vengono un paio di situazione conosciute. la soluzione è stata che la moglie resta a casa oppure fa un lavoretto d'ufficio part time quando i figli sono almeno in età da scuola media
 

Brunetta

Utente di lunga data
Credo che Betty intendesse non tanto un trantran quotidiano da grande città, in cui anche se tardi a casa ci si arriva ogni giorno.

lei sta parlando della situazione in cui tuo marito puoi non vederlo per settimane o mesi interi perchè sta in giro per il mondo per il lavoro.

mi vengono un paio di situazione conosciute. la soluzione è stata che la moglie resta a casa oppure fa un lavoretto d'ufficio part time quando i figli sono almeno in età da scuola media
Beh ma mi sembra ovvio che qualcuno ste creature le debba seguire.
 

Flavia

utente che medita
tenendo presente che tante situazioni
lavorative non potrebbero esistere
senza il contributo fondamentale dei "nonni"
che sono sempre di più un perno
sul quale la società può permettersi
di continuare a girare e produrre
sono definiti la "silver generation"
:)
 

Divì

Utente senza meta
Ho sempre pensato che alcune professioni e alcune carriere siano impegnative come matrimoni e famiglie. Volere entrambe le cose rasenta la bigamia......
 

Brunetta

Utente di lunga data
Ho sempre pensato che alcune professioni e alcune carriere siano impegnative come matrimoni e famiglie. Volere entrambe le cose rasenta la bigamia......
Era la riflessione che stavo per fare.
Credo che sia un problema attuale (anche se nella natura umana, come illustra il proverbio della botte piena e la moglie ubriaca) ogni scelta comporta l'esclusione di altre.
 

Horny

Utente di lunga data
vabe ma non si tratta tanto di ambizioni.
non tutti hanno mariti che da soli possono mantenere i figli.
soprattutto nelle grandi città, dove la vita costa di più,
con tipo due figli bisogna lavorare in due, non è neppure una scelta.
inoltre i figli crescono, e i matrimoni finiscono.
c'est la vie.
 

Brunetta

Utente di lunga data
vabe ma non si tratta tanto di ambizioni.
non tutti hanno mariti che da soli possono mantenere i figli.
soprattutto nelle grandi città, dove la vita costa di più,
con tipo due figli bisogna lavorare in due, non è neppure una scelta.
inoltre i figli crescono, e i matrimoni finiscono.
c'est la vie.
Lungi da me auspicare madri casalinghe, come non auspico padri casalinghi e anzi mi fa paura la donna che investe solo sulla famiglia.

Però si può lavorare senza trovarsi in condizioni di non vedere i figli.
Potrei anche arrivare a fare ragionamenti sull'accettazione acritica della società così come si è strutturata in funzione di un sistema economico.
Certo che se da questo sistema si ricavano importanti vantaggi economici poi non ci si può lamentare di dovere dare meno spazio agli affetti.
 

Horny

Utente di lunga data
Lungi da me auspicare madri casalinghe, come non auspico padri casalinghi e anzi mi fa paura la donna che investe solo sulla famiglia.

Però si può lavorare senza trovarsi in condizioni di non vedere i figli.
Potrei anche arrivare a fare ragionamenti sull'accettazione acritica della società così come si è strutturata in funzione di un sistema economico.
Certo che se da questo sistema si ricavano importanti vantaggi economici poi non ci si può lamentare di dovere dare meno spazio agli affetti.
ciao brunetta :)
si può lavorare in tanti modi, certo.
sui vantaggi economici...vero.
poi in tanti casi neppure ci sono.
ad esempio se uno è lavoratore dipendente, e diciamo un impiegato,
che non è un manager con responsabilità, o un chirurgo, piuttosto,
o un insegnate. ma diciamo un impiegato delle poste, con figli.
se ha che so, una forte cistite, con febbre, che fa?
farmaci a gogo e va a lavorare e poi torna in stato semicomatoso la sera dai figli?
perché mi stò ponendo alcune domande ultimamente......

domanda da un miliardo di dollari.

posso risponderti quello che mi disse anni fa un PM presso cui facevo tirocinio.

"se voi fate il magistrato o il medico o il manager, non sposate un magistrato,un medico o un manager perchè sarebbe un'unione tra estranei"

l'idea è di evitare situazioni estreme. se possibile.
ciao perplesso,
ma un manager e un medico?

Credo che Betty intendesse non tanto un trantran quotidiano da grande città, in cui anche se tardi a casa ci si arriva ogni giorno.

lei sta parlando della situazione in cui tuo marito puoi non vederlo per settimane o mesi interi perchè sta in giro per il mondo per il lavoro.

mi vengono un paio di situazione conosciute. la soluzione è stata che la moglie resta a casa oppure fa un lavoretto d'ufficio part time quando i figli sono almeno in età da scuola media
conosco una situazione in cui entrambi i genitori sono in giro per il mondo.
con figli in età scuola elementare.
secondo me non è che sia una famiglia che funziona peggio di altre....anzi.
i nonni, ad esempio, possono costituire un punto di riferimento importante.
comunque di solito sì, finisce così.
nel caso di cui parlo, alla fine si è stabilizzato chi ha trovato il posto migliore
per far crescere i figli.

tenendo presente che tante situazioni
lavorative non potrebbero esistere
senza il contributo fondamentale dei "nonni"
che sono sempre di più un perno
sul quale la società può permettersi
di continuare a girare e produrre
sono definiti la "silver generation"
:)
decisamente io ho una affinità con flavia.

Ho sempre pensato che alcune professioni e alcune carriere siano impegnative come matrimoni e famiglie. Volere entrambe le cose rasenta la bigamia......
che commento intelligente :up:
si vede che la tendenza alla bi/poli/gamia è nella nostra nature,
e utile a fini produttivi.
 
Ultima modifica da un moderatore:

Brunetta

Utente di lunga data
Io ero partita pensando a lavoratori normali, come i miei figli, o a lavoratori di centri commerciali aperti 24h su 24 e 7/7 giorni o infermieri o addetti alle pulizie degli uffici.
Se uno è chirurgo o manager potrà almeno pagare la babysitter.
Credo che si debbano compiere scelte e rinunciare alla vita di società.
È sempre una questione di scala di priorità.
 

perplesso

Administrator
Staff Forum
ciao perplesso,
ma un manager e un medico?
non ho capito la domanda

conosco una situazione in cui entrambi i genitori sono in giro per il mondo.
con figli in età scuola elementare.
secondo me non è che sia una famiglia che funziona peggio di altre....anzi.
i nonni, ad esempio, possono costituire un punto di riferimento importante.
comunque di solito sì, finisce così.
nel caso di cui parlo, alla fine si è stabilizzato chi ha trovato il posto migliore
per far crescere i figli.
vedo che giriamo tutti attorno al solito concetto. certe scelte di carriera dipendono anche dal fatto di avere o meno i nonni alle spalle. magari dovremmo chiedere a Betty lei come sta messa, da questo punto di vista.
 

spleen

utente ?
Lungi da me auspicare madri casalinghe, come non auspico padri casalinghi e anzi mi fa paura la donna che investe solo sulla famiglia.

Però si può lavorare senza trovarsi in condizioni di non vedere i figli.
Potrei anche arrivare a fare ragionamenti sull'accettazione acritica della società così come si è strutturata in funzione di un sistema economico.
Certo che se da questo sistema si ricavano importanti vantaggi economici poi non ci si può lamentare di dovere dare meno spazio agli affetti.
Non è una faccenda secondaria, è il vero punto del problema, per quanto esistano delle professioni che oggettivamente impegnano lontano dalla famiglia.
Alla nascita di mio figlio e mia figlia, la moglie ha deciso per un periodo di non lavorare, per seguire i bimbi, grazie al cielo io guadagnavo abbastanza. Quando sono stati grandicelli ha ripreso per sua volontà, sentiva il bisogno di applicarsi in qualcosa, di uscire dalla routine, io ho accettato. Ha trovato lavoro nel settore della ristorazione perciò io mancavo durante la settimana, lei il w.e. Siamo stati comunque una famiglia, i bimbi aiutavano me persino nelle piccole faccende domestiche. Quando si riusciva a stare tutti insieme o ad uscire per qualche cena ci godevamo la nostra reciproca presenza, come cosa insolita e bella, ci godevamo ogni momento insieme. Il vero problema è stato quando lei ha dovuto scegliere su proposta dei titolari del posto dove lavorava se impegnarsi ulteriormente per assumere nuove responsabilità, un ruolo più importante o no. Ha rifiutato, non sarebbe certo stato la fine del nostro matrimonio ma lei avvertiva che la cosa stava prendendo una piega che non le piaceva (parole sue).
Non ho mai cercato di imporle nessuna decisione, le ha sempre prese lei, io mi sono sempre fidato del suo "sentire", i ragazzi sono comunque cresciuti bene, nel senso che i giudizi su di loro sono sempre stati lusinghieri.
Credo che la cosa più importante sia sempre tenere presente il bene della piccola comunità, la famiglia, difronte alla nostra brama economica. La presenza con i figli significa anche, credo, coinvolgerli nel progetto di sentirsi mebri di qualcosa, i miei non si sono mai lamentati, anzi, quando mi aiutavano ad apparecchiare e a caricare la lavatrice si sentivano persino importanti. :)
 

Brunetta

Utente di lunga data
Non è una faccenda secondaria, è il vero punto del problema, per quanto esistano delle professioni che oggettivamente impegnano lontano dalla famiglia.
Alla nascita di mio figlio e mia figlia, la moglie ha deciso per un periodo di non lavorare, per seguire i bimbi, grazie al cielo io guadagnavo abbastanza. Quando sono stati grandicelli ha ripreso per sua volontà, sentiva il bisogno di applicarsi in qualcosa, di uscire dalla routine, io ho accettato. Ha trovato lavoro nel settore della ristorazione perciò io mancavo durante la settimana, lei il w.e. Siamo stati comunque una famiglia, i bimbi aiutavano me persino nelle piccole faccende domestiche. Quando si riusciva a stare tutti insieme o ad uscire per qualche cena ci godevamo la nostra reciproca presenza, come cosa insolita e bella, ci godevamo ogni momento insieme. Il vero problema è stato quando lei ha dovuto scegliere su proposta dei titolari del posto dove lavorava se impegnarsi ulteriormente per assumere nuove responsabilità, un ruolo più importante o no. Ha rifiutato, non sarebbe certo stato la fine del nostro matrimonio ma lei avvertiva che la cosa stava prendendo una piega che non le piaceva (parole sue).
Non ho mai cercato di imporle nessuna decisione, le ha sempre prese lei, io mi sono sempre fidato del suo "sentire", i ragazzi sono comunque cresciuti bene, nel senso che i giudizi su di loro sono sempre stati lusinghieri.
Credo che la cosa più importante sia sempre tenere presente il bene della piccola comunità, la famiglia, difronte alla nostra brama economica. La presenza con i figli significa anche, credo, coinvolgerli nel progetto di sentirsi mebri di qualcosa, i miei non si sono mai lamentati, anzi, quando mi aiutavano ad apparecchiare e a caricare la lavatrice si sentivano persino importanti. :)
Non vorrei andare O.T. ma si può spendere anche molto meno di quello che si ritiene indispensabile per dare ai figli più tempo davvero libero, più tempo per gli affetti e meno tempo organizzato
 

disincantata

Utente di lunga data
Io intendo dire che se padre e madre o entrambi dedicano 8/10 ore al proprio lavoro e "delegano" l'assistenza dei figli ad altri, i figli ne risentono secondo me. (Ho amiche lavoratrici che vedono i mariti nel week and e il resto della settimana vivono fuori casa.)
Viceversa se la madre si dedica esclusivamente a far la mamma/casalinga accantonando le sue aspirazioni professionali comincia ad aver insofferenza. Mi chiedo qual è il punto di equilibrio tra i due estremi. Parlo soprattutto degli anni relativi alla prima infanzia.

DIPENDE da che persone si e' e da come ci si organizza.

Ho sempre lavorato a tempo pieno, mai a casa in malattia, 8 10 ore al giorno, uscivo alle 7.30 e rientravo verso le 18 18.30,

3 figlie.

Una tata meravigliosa, attenta premurosa che adorano ancora oggi che sono grandi grandi.

NON penso sarebbero state meglio con me a casa e ringrazio il cielo di aver sempre lavorato.
 

bettypage

Utente acrobata
Personalmente non voglio sovraccaricare i nonni già impegnati assai con altri nipoti.
Quando parlo del sistema Italia lo faccio con cognizione di causa: Francia, Belgio, Olanda (senza parlar della Scandinavia)hanno un welfare che ce lo sogniamo. Il lavoro poi non è uno status symbol da esibire. Mio marito è molto in gamba nel suo lavoro e nella mentalità padronale della sua azienda gli è stato fatto presente più o meno velatamente che le sue 8 ore dimostrano scarsa devozione alla azienda per quanto ineccepibile il suo operato. (Poi si trova colleghe madri di famiglia che se ne stanno a cazzeggiare fino alle 20 per dimostrare "devozione" e questa è di nuovo un'anomalia italiana). Da qui la necessità di cambiare lavoro perché sente di dover crescere e doverlo fare ora.
Io per parte mia sono libero professionista, ho congelato la mia professione e mi pesa da morire per quanto i miei figli siano il BENE più prezioso. Insomma si è deciso di far" crescere"lavorativamente il marito perché ora le condizioni sono più favorevoli per lui. Ma poi come ha detto qualcuno più su i matrimoni possono finire e i figli cresceranno e la mia realizzazione professionale non so se sarà avvenuta.
Concordo poi che ci siano lavori che ingombrano il privato ma credo che abbiano una valore così alto per la collettività che i famigliari che pagano pegno siano ripagati dall'orgoglio di sapersi figlio marito o moglie di costoro.
 
Ultima modifica:

perplesso

Administrator
Staff Forum
domanda pratica: potresti lavorare da casa? o è indispensabile uno studio esterno?
 
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