Si, hai ragione.
Io considero la vita il bene supremo, e penso soprattutto che "l'esistenza" (quando c'è ovviamente) non abbia bisogno di motivi, ne giustificazioni, culturali, religiose politiche o altro e non sia subordinata, per questo, a nessun tipo di convincimento umano.
Penso che sia il nostro continuo farsi seghe mentali che ci conduce sempre a subordinarla a qualcosa. Alla felicità (anzi all' idea del cazzo di felicità da consumo a cui ci hanno abituati) alla volontà, alla situazione economica, alla politica che decide in tante parti del mondo di far fare un unico figlio o in altre spinge ad averne dieci.
Ti faccio notare che anche un caporale boemo, il secolo scorso, faceva fare figli alle madri tedesche perchè la sua idea di vita era subordinata alla grandezza della grande Germania. (Percio metteva delle idee e degli ideali davanti alla vita).
Io credo che quando uno nasce (nasce!) sia di se stesso, e non dell' idea che hanno di lui i suoi genitori, credo che appartenga a se stesso e credo che debba vivere per se stesso, cercando di trarre dalla vita quello che crede. E penso che cresca con l'ausilio dei genitori e non per loro, e talvolta per fortuna N O N O S T A N T E loro.
E' la nostra ridicola volontà o convinzione di poter condurre dove volgliamo la nostra e altrui vita che si scontra sempre con quello che poi succede.