15 anni

ivanl

Utente di lunga data
Pure io.
E per un maschio questo equivaleva a disapprovazione sociale.
Chi all'epoca aveva già avuto esperienze sessuali era leader nel gruppo, tu venivi deriso.
Le conseguenze era che chi ci sapeva fare aveva ulteriore successo con le donne, a noi timidi e imbranati non ci filava nessuno.
Incredibile pensare come il successo con l'altro sesso determinasse il tuo successo sociale e di conseguenza la visione che ognuno aveva di sé.
C'erano ragazze che non voleva nessuno perché erano considerate delle sfigate e se uno si azzardava a uscire con loro veniva deriso.
Credo la cosa valesse anche al contrario.
La tappezzeria era influenzata anche da questo.
Che tristezza.
assolutamente falso, per la mia esperienza; io alle feste, se mai ci andavo, me ne stavo abbastanza per i fatti miei, ne' si derideva nessuno che se ne stesse in disparte; ne' mai nessuno e' mai stato considerato sfigato perche' frequentava persone 'sfigate' (o presunte tali)
Forse al nord le cose giravano diversamente, oppure, come ha detto Minerva
la presunzione suppongo mi abbia salvato
 

banshee

The Queen
posso chiedervi una cosa abbastanza OT ma che mi è venuta in mente leggendo i commenti nel rapporto genitori / figli ?

voi genitori, come vi comportate nel caso di una confidenza del figlio/a alla classica richiesta: non dirlo a papà/ non dirlo a mamma?

ve lo chiedo da figlia..
 

danny

Utente di lunga data
assolutamente falso, per la mia esperienza; io alle feste, se mai ci andavo, me ne stavo abbastanza per i fatti miei, ne' si derideva nessuno che se ne stesse in disparte; ne' mai nessuno e' mai stato considerato sfigato perche' frequentava persone 'sfigate' (o presunte tali)
Forse al nord le cose giravano diversamente, oppure, come ha detto Minerva
Falso un paio di balle.
La derisione era la norma al liceo che frequentavo io (tutti ragazzi abbastanza messi bene economicamente).
L'esclusione pure.
Non hai le Timberland?
Sei uno sfigato.
Il clima era quello.
Era il tempo dei paninari.
Ricordo anche gli scherzi ad alcuni miei compagni di classe in gita, tipo prendere lo spazzolino di uno tra i più timidi e ficcarselo nel sedere per poi rimetterlo al suo posto.
Roba così.
Le ragazze andavano dietro solo a tipi così.
Inutile dire che queste persone sono quelle che hanno anche fatto più carriera nell'ambito lavorativo.
Sempre ben parati. Un po' stronzi.
 
Ultima modifica:

ivanl

Utente di lunga data
Falso un paio di balle.
La derisione era la norma al liceo che frequentavo io (tutti ragazzi abbastanza messi bene economicamente).
L'esclusione pure.
Non hai le Timberland?
Sei uno sfigato.
Il clima era quello.
Era il tempo dei paninari.
Ricordo anche gli scherzi ad alcuni miei compagni di classe in gita, tipo prendere lo spazzolino di uno tra i più timidi e ficcarselo nel sedere per poi rimetterlo al suo posto.
Roba così.
Le ragazze andavano dietro solo a tipi così.
che gente girava li'? Robe del genere mai fatte, ne' subite. Anche io ero al liceo al tempo dei paninari; mia sorella faceva di tutto per adeguarsi, io me ne sbattevo le balle. e nessuno mi prendeva in giro o mi escludeva...
 

Chiara Matraini

Senora de la Vanguardia
è strano.
sono stata una ragazzaccia e sono diventata una madre amorevole e moglie innamorata e fedele.di contro c'è chi ha vissuto giovinezze morigerate per poi trasgredire nella maturità etc.
mille attenzioni e cure per mia figlia , amorevole educazione per darle tutto quello che io non ho non ho avuto e che trovo sacrosanto trasmettere ma ....a me questo seme chi l'ha fatto germogliare?ma allora in che percentuale conta davvero quello che possiamo, riusciamo e vogliamo fare per i nostri figli?
Perché, quelli che hanno avuto giovinezze morigerate e hanno trasgredito nella maturità ( come me) sono forse madri e padri meno amorevoli e meno in grado di trasmettere valori validi per i figli?
 

Chiara Matraini

Senora de la Vanguardia
che gente girava li'? Robe del genere mai fatte, ne' subite. Anche io ero al liceo al tempo dei paninari; mia sorella faceva di tutto per adeguarsi, io me ne sbattevo le balle. e nessuno mi prendeva in giro o mi escludeva...
La mancanza di autostima ti fa vedere montagne dove ci sono delle semplici cunette.
 

spleen

utente ?
posso chiedervi una cosa abbastanza OT ma che mi è venuta in mente leggendo i commenti nel rapporto genitori / figli ?

voi genitori, come vi comportate nel caso di una confidenza del figlio/a alla classica richiesta: non dirlo a papà/ non dirlo a mamma?

ve lo chiedo da figlia..
Finora non mi è mai capitato, devo dire.
Ma non mi secca se es. mia figlia si confida con mia moglie per cose sue, penso sia normale cercare appoggio nelle persone che riteniamo possano capirci meglio, del resto lei (figlia) non mi esclude da altre.
 

oro.blu

Never enough
Falso un paio di balle.
La derisione era la norma al liceo che frequentavo io (tutti ragazzi abbastanza messi bene economicamente).
L'esclusione pure.
Non hai le Timberland?
Sei uno sfigato.
Il clima era quello.
Era il tempo dei paninari.
Ricordo anche gli scherzi ad alcuni miei compagni di classe in gita, tipo prendere lo spazzolino di uno tra i più timidi e ficcarselo nel sedere per poi rimetterlo al suo posto.
Roba così.
Le ragazze andavano dietro solo a tipi così.
Inutile dire che queste persone sono quelle che hanno anche fatto più carriera nell'ambito lavorativo.
Sempre ben parati. Un po' stronzi.
Confermo uguale... anche in provincia!
se non c'erano soldi eri sfigato se non avevi carattere eri sfigato, se i tuoi erano separati eri sfigato se tua madre si ostinava a vestiri con i maglioni e legonne a piegoni ERI SFIGATO!!
Io ho trovato un modo per uscirne. Essere completamente fuori dalle righe, almeno per quello che c'era qui. Ora mi rendo conto sbagliato, perchè ha influenzato il resto della mia vita. Nonostante tutto il ruolo di "facile" e "strana" mi è rimasto appiccicato addosso. Più a me internamente che nei confronti degli altri.
 

Chiara Matraini

Senora de la Vanguardia
Confermo uguale... anche in provincia!
se non c'erano soldi eri sfigato se non avevi carattere eri sfigato, se i tuoi erano separati eri sfigato se tua madre si ostinava a vestiri con i maglioni e legonne a piegoni ERI SFIGATO!!
Io ho trovato un modo per uscirne. Essere completamente fuori dalle righe, almeno per quello che c'era qui. Ora mi rendo conto sbagliato, perchè ha influenzato il resto della mia vita. Nonostante tutto il ruolo di "facile" e "strana" mi è rimasto appiccicato addosso. Più a me internamente che nei confronti degli altri.
Anche per te.

La mancanza di autostima....ecc ecc
Ma quando capirete che non è il mondo a essere cattivo, ma noi che diamo/abbiamo dato importanza a cose che non ne hanno?
 

oro.blu

Never enough
posso chiedervi una cosa abbastanza OT ma che mi è venuta in mente leggendo i commenti nel rapporto genitori / figli ?

voi genitori, come vi comportate nel caso di una confidenza del figlio/a alla classica richiesta: non dirlo a papà/ non dirlo a mamma?

ve lo chiedo da figlia..
Dipende dal problema. Ci sono problemi che ai figli sembrano insormontabili e gravissimi e pensano di confidare al genitore con il quale hanno più confidenza...
e problemi che effettivamente vanno condivisi con l'altro genitore.
Io mi sono sempre trovata nel primo caso.
Piccole scioccezze confidate, risolte senza bisogno di coinvolgere mio marito. Che d'altra parte, non ha nessuna sensibilità e avrebbe finito per usare come arma di scherno.
Perfino il maschio viene da me a raccontare anche i problemi intimi...
 

danny

Utente di lunga data
La mancanza di autostima ti fa vedere montagne dove ci sono delle semplici cunette.

Probabile.
Son sicuro che per come sono oggi vivrei quella classe (ho cambiato liceo) in maniera diversa, ma ho vissuto altre esperienze nel frattempo che mi hanno cambiato.
Ma quando si è ragazzi, e l'ambiente con cui ti confronti è quello, ogni giorno, l'idea che ti fai di te stesso è quella che deriva dalle persone in cui ti specchi.
Ricordo una ragazza che veniva presa in giro solo perché aveva dei lunghi capelli ornati in treccia e dimostrava fisicamente le sue origini meridionali.
Un'altra che era derisa perché non particolarmente bella.
Non riporto i nomignoli con cui venivano appellate.
Se parlavi con quelle due ragazze, venivi marchiato.
Io fui preso in giro perché uscii con una ragazza che aveva le gambe non propriamente magre.
A rivederla oggi in foto devo dire che era una bella ragazza, tra l'altro. Eppure, era fuori spietatamente dai giochi per varie ragioni (era molto buona).
Boh, una manica di stronzi.
Poi conobbi altri ragazzi con cui feci amicizia e la mia vita cambiò, e di conseguenza anche la stima di me stesso gradualmente.
Ma come vissi male quel periodo, e come influenzò anche gli anni futuri.
Gli anni dell'adolescenza sono pieni di montagne.
Un mio amico si suicidò, a 18 anni. Credevo fosse sereno, era un ragazzo molto intelligente, addirittura geniale per alcuni aspetti.
Era a militare.
Non si hanno le spalle larghe abbastanza per resistere a quell'età, non tutti le hanno.
 

spleen

utente ?
La mancanza di autostima ti fa vedere montagne dove ci sono delle semplici cunette.
Si ma il bullismo era (ed è) una realtà e non aiutava certo all' autostima.
In prima superiore ero uno dei più bassi e glabri (sviluppo tardivo) e fisicamente non potevo competere con gente che ormai sembrava adulta, essere preso di mira, insieme ad altri, era all' ordine del giorno, poi un giorno uno mi ha aggredito e alle strette gli ho sferrato un cartone facendogli un occhio nero, cosa che mi ha salvato, ad un mio compagno hanno persino pisciato nella cartella...............
 

Ecate

Utente di lunga data
che gente girava li'? Robe del genere mai fatte, ne' subite. Anche io ero al liceo al tempo dei paninari; mia sorella faceva di tutto per adeguarsi, io me ne sbattevo le balle. e nessuno mi prendeva in giro o mi escludeva...
Soffre molto e viene deriso chi fa le acrobazie per far parte di un gruppo
Paninari, Rotary e Circolo del Cinema. Destra, sinistra, finti ricchi e finti poveri.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Ricette e garanzie non ce ne sono.
Le persone crescono in una famiglia e non nascono a 15 anni.
Ricordo un'amica che si lamentava della figlia che era condizionata dalle amicizie e voleva solo certi vestiti e certe scarpe. Ma la madre non metteva che Lacoste e borse di una certa marca.
Contano l'ambiente che si frequenta come famiglia, in senso allargato, la televisione, i film, i libri e i commenti a tutte le esperienze e l'indole individuale.
Credo che conti molto la sicurezza di base dei genitori e quella che si è trasmessa nei primi anni di vita.
Ma anche la disponibilità a costituire una sicurezza e una fonte di interpretazione della realtà. Ut
 

Ecate

Utente di lunga data
Si ma il bullismo era (ed è) una realtà e non aiutava certo all' autostima.
In prima superiore ero uno dei più bassi e glabri (sviluppo tardivo) e fisicamente non potevo competere con gente che ormai sembrava adulta, essere preso di mira, insieme ad altri, era all' ordine del giorno, poi un giorno uno mi ha aggredito e alle strette gli ho sferrato un cartone facendogli un occhio nero, cosa che mi ha salvato, ad un mio compagno hanno persino pisciato nella cartella...............
Vero. Ai miei tempi il bullismo non c'era, nella maggior parte delle scuole che ho frequentato. In una sì. Però i meccanismi di esclusione/inclusione sono il terreno che prepara il bullismo e li costruiscono insieme, esclusi ed escludenti.
 

danny

Utente di lunga data
Confermo uguale... anche in provincia!
se non c'erano soldi eri sfigato se non avevi carattere eri sfigato, se i tuoi erano separati eri sfigato se tua madre si ostinava a vestiri con i maglioni e legonne a piegoni ERI SFIGATO!!
Io ho trovato un modo per uscirne. Essere completamente fuori dalle righe, almeno per quello che c'era qui. Ora mi rendo conto sbagliato, perchè ha influenzato il resto della mia vita. Nonostante tutto il ruolo di "facile" e "strana" mi è rimasto appiccicato addosso. Più a me internamente che nei confronti degli altri.
Il problema era la necessità di dover frequentare quell'ambiente.
Io ero sfigato in tutto:
figlio di genitori divorziati abitavo con la nonna in un degradato quartiere di case popolari abitato da vecchi, immigrati, tossici, delinquenti.
Finisco al liceo e mi trovo in un altro mondo.
Andavo a casa di gente che aveva appartamenti di 200 mq in aree centrali...
Gente che aveva l'hifi anche in bagno.
Ragazzi che poi arrivati a 18 anni il papà gli regalava la macchina nuova.
Che vestivano firmato.
Loro erano la classe dominante.
Io arrivo e vengo inquadrato per quello che ero, in più ero imbranato come tanti ragazzi di quell'età.
Ogni giorno ti facevano lo screening per quello che indossavi.
Ricordo anche le botte. Si facevano forti in gruppo.
Poi ho trovato altri ambienti più adatti a me e ho finalmente vissuto bene la mia gioventù.
Questo per dire come il problema spesso non siamo noi, ma le persone con cui ci confrontiamo.
 

Chiara Matraini

Senora de la Vanguardia
Probabile.
Son sicuro che per come sono oggi vivrei quella classe (ho cambiato liceo) in maniera diversa, ma ho vissuto altre esperienze nel frattempo che mi hanno cambiato.
Ma quando si è ragazzi, e l'ambiente con cui ti confronti è quello, ogni giorno, l'idea che ti fai di te stesso è quella che deriva dalle persone in cui ti specchi.
Ricordo una ragazza che veniva presa in giro solo perché aveva dei lunghi capelli ornati in treccia e dimostrava fisicamente le sue origini meridionali.
Un'altra che era derisa perché non particolarmente bella.
Non riporto i nomignoli con cui venivano appellate.
Se parlavi con quelle due ragazze, venivi marchiato.
Io fui preso in giro perché uscii con una ragazza che aveva le gambe non propriamente magre.
A rivederla oggi in foto devo dire che era una bella ragazza, tra l'altro. Eppure, era fuori spietatamente dai giochi per varie ragioni (era molto buona).
Boh, una manica di stronzi.
Poi conobbi altri ragazzi con cui feci amicizia e la mia vita cambiò, e di conseguenza anche la stima di me stesso gradualmente.
Ma come vissi male quel periodo, e come influenzò anche gli anni futuri.
Gli anni dell'adolescenza sono pieni di montagne.
Un mio amico si suicidò, a 18 anni. Credevo fosse sereno, era un ragazzo molto intelligente, addirittura geniale per alcuni aspetti.
Era a militare.
Non si hanno le spalle larghe abbastanza per resistere a quell'età, non tutti le hanno.
Stai idealizzando in negativo l'adolescenza, caricandola della responsabilità dei tuoi problemi attuali.
Io ero in assoluto la più povera della mia classe e non mi sono mai sentita nè così sfigata, nè così emarginata.
Ed eravamo gli stessi adolescenti di Milano, Palermo, Roma....non è che io e miei compagni fossimo di media più intelligenti.
Però credevo in me stessa e volevo dimostrare quanto valevo.
Di questo hanno bisogno tutti gli adolescenti di ogni epoca e provenienza, credere in se stessi e non nei vestiti che portano.
 
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