A me dicevano che ero "a termine"...:rotfl:
E mi offendevo. Semplicemente perchè erano affari miei.
A volte ho risposto che ero sterile. E si zittivano con lo sguardo complessato.
Altre ho risposto che il mio ex compagno aveva un cancro alla prostata ed avevamo qualche problemuccio a pensare alla prole. Anche lì sguardo complessato e imbarazzato.
Poi, quando chiarivo che erano "battute", il discorso figli passava in secondo piano. :carneval:E ci si gloriava insieme a ringraziare della fortuna di avere la salute.
Altre volte ero di malumore o in difficoltà di mio e finivo per sentirmi invasa e mi incazzavo. E chiudevo il discorso.
Altre provavo a spiegare la mia posizione riguardo al non avere figli, e partivano filippiche inenarrabili sull'importanza, del farne, sui rimpianti, sulla ricchezza etc etc...Mollavo il colpo. Era inutile sprecare ulteriori energie. C'era semplicemente un muro e trovavo inutile sbatterci contro la testa.
Adesso mi limito a rispondere ho tre gatti educatissimi (tranne quando mi barricano fuori casa

) e invito a pensare ognuno alla prole sua.
Raramente mi capita di riuscire a confrontarmi serenamente su questa tematica. Specialmente se affermo che il mio orologio biologico probabilmente non esiste.
Adesso funziona la storia che avendo quasi 40 anni ho una certa età, le energie calano, sono single etc etc...sono scuse, ma tant'è, è il modo più veloce di sbrigarsela senza finire in discorsi che non portano da nessuna parte.
Penso che quella della riproduzione sia una decisione individuale. E penso sia una responsabilità non farsi influenzare dai condizionamenti che "spingerebbero" alla riproduzione.
Io sono felice di non essermi riprodotta. Ora come ora.
Ma ho imparato a non dirlo a voce troppo alta. E va bene così. Sono affari miei. E tali ci tengo che restino.
Uh...credo che anche la normalità sia un condizionamento