marietto
Heisenberg
Alcune storie sembrano seguirci e diventare in qualche modo "nostre" anche se non abbiamo nulla a che vedere con loro, tanto che non dovremmo nemmeno venirne a conoscenza, invece finiscono per diventarci familiari come se riguardassero qualcuno che conosciamo. Questa è una di quelle storie.
Io adoro i libri e le librerie. Quando posso, cerco di passare dalla libreria almeno un paio di volte a settimana. Ho un mio percorso prestabilito che mi fa passare tra volumi divisi per editore e genere, e mi permette di individuare con facilità le ultime novità. Alcune le attendo da mesi, e se so che devono uscire per un'editrice minore cerco di prestare particolare attenzione, perchè non mi sfuggano. Di altre, semplicemente, mi stanco di attendere la versione italiana e me le scarico sul kindle in lingua originale. Si, lo so, nulla batte l'odore della carta e della stampa fresca, ma, oltre a venire molto utile per i volumi in lingua ad un prezzo abbordabile, il kindle ha il suo perchè in vacanza (eliminazione di uno zaino, rispetto al passato) e, ho, purtroppo, avuto modo di scoprire negli ultimi anni, se devi passare la mattinata in Ospedale a fare della chemio.
All'inizio di questa storia, nel Gennaio 2013, lavoravo ad un tiro di schioppo dalla libreria più grande in città ed ero solito saltare il pasto almeno tre volte a settimana per passare l'ora di intervallo a curiosare tra i volumi.
Ovviamente, anche se sono abbastanza preparato sulle novità attese, non conosco tutti i volumi che vengono pubblicati di volta in volta e spesso mi lascio attrarre da questa o quella novità, anche se non fa parte di quelle che ho già previsto di acquistare.
Nel Gennaio 2013 acquisto un romanzo intitolato "L'uomo di Primrose Lane" di tale James Renner, pubblicato da Einaudi. Non è un titolo che consiglierei, francamente, L'autore sceglie un genere molto rigoroso, il "giallo" e, nella prima parte costruisce una bella trama, con spunti interessanti. Poi però nella seconda parte la trama diventa sostanzialmente quella di un B movie americano anni 50/60, spiegando le stranezze del caso con "cose dell'altro mondo" e violando quindi la regola fondamentale del genere, che è quella di non imbrogliare mai il lettore in merito agli indizi e alla logica legata agli elementi del caso.
Pur non essendo particolarmente impressionato dal romanzo decido di controllare i precedenti dell'autore su Amazon. Nessuna fiction, solo un paio di libri di True Crime legati all'area nella quale fa il giornalista. Ne scarico uno e lo leggo per curiosita'. Il tizio non è male a scrivere, come giornalista è in grado di suscitare il tuo interesse sui casi che racconta, tutti dell'Ohio, Cleveland e dintorni.Non è il mio genere, di solito, a me piacciono i romanzi, ma finisco per leggerlo tutto. I casi che più mi colpiscono sono quelli che riguardano la scomparsa e l'omicidio di una ragazzina di nome Amy Mihaljevic, ormai vecchio di quasi 25 anni e senza colpevole, ma tremedamente simile a quello della nostra Yara. e la scomparsa, avvenuta una decina di anni prima a Cleveland di due ragazzine mai più ritrovate, Amanda Berry e Gina DeJesus.
7 Maggio 2013. Come accade normalmente un paio di volte a mattinata in ufficio, do un'occhiata a "Google News" e mi trovo davanti articoli relativi ad una "Fuga dalla casa degli orrori" avvenuta a Cleveland, Ohio. Ci sono i nomi di Amanda Berry e Gina DeJesus, e li riconosco subito, dopotutto li ho letti poche settimane prima. Insomma mi interesso al caso perchè lo sento un po' mio, come se Amanda e Gina fossero vecchie amiche, sopravvissute ad una prova tremenda.
Mi colpisce il modo in cui la storia sembra avere, in qualche modo, scelto me, si trattava di roba vecchia di dieci anni della quale ero venuto a conoscenza solo da poche settimane quando è arrivata l'inaspettata , e positiva, conclusione. Inoltre, nel momento in cui usciva la notizia, ero probabilmente l'unica persona in tutta Italia a sapere chi erano Amanda Berry e Gina DeJesus.
Aprile 2016. Dopo varie settimane d'assenza, per problemi medici, operazione e convalescenza, faccio finalmente ritorno in libreria, la solita, quella dove vado sempre . Trovo un volume che si intitola "Hope.Diario di due sopravvissute" scritto da Amanda Berry e Gina DeJesus.
Lo so, non è il mio genere e di solito questo tipo di libri non mi piace. Lo so, è solo la macchina pubblicitaria americana al lavoro.
Ma, in qualche modo, Amanda e Gina sono diventate quasi mie amiche negli ultimi anni, inoltre, in questo momento, anch'io mi sento un po' un "sopravvissuto".
Decido quindi di comprare il libro, anche perchè, mi viene da pensare, è l'occasione per chiudere il cerchio.
Io adoro i libri e le librerie. Quando posso, cerco di passare dalla libreria almeno un paio di volte a settimana. Ho un mio percorso prestabilito che mi fa passare tra volumi divisi per editore e genere, e mi permette di individuare con facilità le ultime novità. Alcune le attendo da mesi, e se so che devono uscire per un'editrice minore cerco di prestare particolare attenzione, perchè non mi sfuggano. Di altre, semplicemente, mi stanco di attendere la versione italiana e me le scarico sul kindle in lingua originale. Si, lo so, nulla batte l'odore della carta e della stampa fresca, ma, oltre a venire molto utile per i volumi in lingua ad un prezzo abbordabile, il kindle ha il suo perchè in vacanza (eliminazione di uno zaino, rispetto al passato) e, ho, purtroppo, avuto modo di scoprire negli ultimi anni, se devi passare la mattinata in Ospedale a fare della chemio.
All'inizio di questa storia, nel Gennaio 2013, lavoravo ad un tiro di schioppo dalla libreria più grande in città ed ero solito saltare il pasto almeno tre volte a settimana per passare l'ora di intervallo a curiosare tra i volumi.
Ovviamente, anche se sono abbastanza preparato sulle novità attese, non conosco tutti i volumi che vengono pubblicati di volta in volta e spesso mi lascio attrarre da questa o quella novità, anche se non fa parte di quelle che ho già previsto di acquistare.
Nel Gennaio 2013 acquisto un romanzo intitolato "L'uomo di Primrose Lane" di tale James Renner, pubblicato da Einaudi. Non è un titolo che consiglierei, francamente, L'autore sceglie un genere molto rigoroso, il "giallo" e, nella prima parte costruisce una bella trama, con spunti interessanti. Poi però nella seconda parte la trama diventa sostanzialmente quella di un B movie americano anni 50/60, spiegando le stranezze del caso con "cose dell'altro mondo" e violando quindi la regola fondamentale del genere, che è quella di non imbrogliare mai il lettore in merito agli indizi e alla logica legata agli elementi del caso.
Pur non essendo particolarmente impressionato dal romanzo decido di controllare i precedenti dell'autore su Amazon. Nessuna fiction, solo un paio di libri di True Crime legati all'area nella quale fa il giornalista. Ne scarico uno e lo leggo per curiosita'. Il tizio non è male a scrivere, come giornalista è in grado di suscitare il tuo interesse sui casi che racconta, tutti dell'Ohio, Cleveland e dintorni.Non è il mio genere, di solito, a me piacciono i romanzi, ma finisco per leggerlo tutto. I casi che più mi colpiscono sono quelli che riguardano la scomparsa e l'omicidio di una ragazzina di nome Amy Mihaljevic, ormai vecchio di quasi 25 anni e senza colpevole, ma tremedamente simile a quello della nostra Yara. e la scomparsa, avvenuta una decina di anni prima a Cleveland di due ragazzine mai più ritrovate, Amanda Berry e Gina DeJesus.
7 Maggio 2013. Come accade normalmente un paio di volte a mattinata in ufficio, do un'occhiata a "Google News" e mi trovo davanti articoli relativi ad una "Fuga dalla casa degli orrori" avvenuta a Cleveland, Ohio. Ci sono i nomi di Amanda Berry e Gina DeJesus, e li riconosco subito, dopotutto li ho letti poche settimane prima. Insomma mi interesso al caso perchè lo sento un po' mio, come se Amanda e Gina fossero vecchie amiche, sopravvissute ad una prova tremenda.
Mi colpisce il modo in cui la storia sembra avere, in qualche modo, scelto me, si trattava di roba vecchia di dieci anni della quale ero venuto a conoscenza solo da poche settimane quando è arrivata l'inaspettata , e positiva, conclusione. Inoltre, nel momento in cui usciva la notizia, ero probabilmente l'unica persona in tutta Italia a sapere chi erano Amanda Berry e Gina DeJesus.
Aprile 2016. Dopo varie settimane d'assenza, per problemi medici, operazione e convalescenza, faccio finalmente ritorno in libreria, la solita, quella dove vado sempre . Trovo un volume che si intitola "Hope.Diario di due sopravvissute" scritto da Amanda Berry e Gina DeJesus.
Lo so, non è il mio genere e di solito questo tipo di libri non mi piace. Lo so, è solo la macchina pubblicitaria americana al lavoro.
Ma, in qualche modo, Amanda e Gina sono diventate quasi mie amiche negli ultimi anni, inoltre, in questo momento, anch'io mi sento un po' un "sopravvissuto".
Decido quindi di comprare il libro, anche perchè, mi viene da pensare, è l'occasione per chiudere il cerchio.