Una storia come tante ...

patroclo

Utente di lunga data
Strana piega questa discussione, argomentazioni che vengono travisate ed estremizzate per ridicolizzare l'interlocutore. Il nuovo arrivato, seppur nella sua logica aggressivo/militarista, secondo me dimostra di conoscere "cose" che non è facile affrontare e comprendere ( anche perchè la maggior parte delle volte ne manca l'occasione, fortunatamente). Non c'entra niente con l'argomento iniziale ma questo forum è così ......
 

Chiara Matraini

Senora de la Vanguardia
Lascio perdere gli aspetti economici e politici dell'immigrazione, e ti riferisco quel che mi ha raccontato un amico penalista.

Quando arrivarono in Italia i primi albanesi, i loro criminali si comportavano come segue: mano molto pesante negli scontri tra di loro, ma non toccavano gli italiani (gli rubavano ma non usavano violenza). L'idillio è durato cinque o sei anni.

Perchè l'idillio? Perchè in Albania vige la legge della faida. Se tu tocchi uno, reagisce lui e tutta la sua parentela, contro di te e tutta la tua parentela. Inoltre, se capiti nelle mani della polizia albanese e non hai i soldi per pagare la mazzetta e/o santi in paradiso, ti massacrano di botte e ti buttano in un cassonetto. Quindi gli albanesi pensavano, qui siamo pochi, gli italiani sono tanti, se li tocchiamo ci spazzano via.

Poi l'idillio è finito.

Perchè l'idillio è finito? Perchè gli albanesi hanno capito che a) in Italia, se tocchi uno tocchi solo lui, che di solito non reagisce, mentre la parentela se ne frega b) se la polizia ti becca ed eventualmente ti ammolla uno sganassone, c'è subito il giudice buono che rovina la vita al poliziotto cattivo.

Conclusione: gli albanesi ci hanno messo nella categoria "pecore", e le pecore si tosano e si macellano. Da allora in poi, si sono distinti per atti ispirati alla celeberrima "crudeltà balcanica", stuprando, torturando, trucidando persone inermi, uomini, donne, vecchi (non mi risulta ancora bambini, ma c'è tempo, stiamo a vedere).

La crudeltà balcanica si è sviluppata e raffinata nel corso dello scontro plurisecolare con l'Impero Ottomano. I turchi non hanno mai mancato di inventiva e applicazione nel campo della crudeltà scientificamente applicata (impalamenti, spellamenti, etc.).

Gli albanesi (come altre etnie) non sono per natura più cattivi di noi. Però, sono nati e cresciuti in una cultura dove la violenza e la crudeltà sono normali, consuete, spesso anche considerate meritevoli. Se a persone così tu opponi delle chiacchiere e degli inviti a modernizzarsi, essi ti disprezzeranno dal profondo del cuore e rincareranno la dose di violenza e crudeltà, non solo perchè è più facile, ma anche perchè gli fai schifo, proprio schifo come uno scarafaggio che si schiaccia con soddisfazione, come se fosse colpa sua essere brutto.

Sembra brutto, in effetti è brutto, ma è così. Io un pensiero ce lo farei.
Dici bene, è una questione di cultura: visto che la cultura della violenza e della sopraffazione è già improntata e scardinarla richiede fatica, impegno, e non è una cosa che regali effetti immediati, allora adeguiamoci ( da vere pecore, sì) e cominciamo ad addestrare i bambini sempre più in tenera età, come gli albanesi. Anzi, proporrei di riportare in auge la rupe Tarpea.
 

sarastro

Utente di lunga data
Strana piega questa discussione, argomentazioni che vengono travisate ed estremizzate per ridicolizzare l'interlocutore. Il nuovo arrivato, seppur nella sua logica aggressivo/militarista, secondo me dimostra di conoscere "cose" che non è facile affrontare e comprendere ( anche perchè la maggior parte delle volte ne manca l'occasione, fortunatamente). Non c'entra niente con l'argomento iniziale ma questo forum è così ......
Grazie, ma non c'è problema. Non sono permaloso, e leggendo un po' gli scambi prima di intervenire mi sono reso conto che non c'era da aspettarsi la ola. Un po' di polemica non mi dispiace, se possibile nei limiti della cortesia.
Se vi stufo me lo dite e tolgo il disturbo, se mi stufo io idem.
Comunque grazie, un invito alla cortesia reciproca è sempre opportuno.
 

danny

Utente di lunga data
Grazie, ma non c'è problema. Non sono permaloso, e leggendo un po' gli scambi prima di intervenire mi sono reso conto che non c'era da aspettarsi la ola. Un po' di polemica non mi dispiace, se possibile nei limiti della cortesia.
Se vi stufo me lo dite e tolgo il disturbo, se mi stufo io idem.
Comunque grazie, un invito alla cortesia reciproca è sempre opportuno.
Potresti semplicemente tornare a parlare di quello che è l'argomento principale del forum, di tradimenti e problematiche annesse, in una chiave più personale.
Magari hai qualcosa da raccontarci; dal momento che sei finito qua non sarà certo solo per parlare di boxe o immigrazione. Aprendo magari un tuo thread, così da facilitare la lettura.
 

sarastro

Utente di lunga data
Potresti semplicemente tornare a parlare di quello che è l'argomento principale del forum, di tradimenti e problematiche annesse, in una chiave più personale.
Magari hai qualcosa da raccontarci; dal momento che sei finito qua non sarà certo solo per parlare di boxe o immigrazione. Aprendo magari un tuo thread, così da facilitare la lettura.
E' una buona idea.
Per la verità, come ho detto in un intervento che ti sarà sfuggito, sono capitato qui per caso. Ho cercato su google tutt'altra cosa, nella query c'era la parola "tradimento", è uscito anche questo forum del quale ignoravo l'esistenza, ho curiosato, ho trovato interessante quel che vi dite, e dopo aver letto, ho detto la mia a proposito del caso raccontato in questa discussione. Poi da cosa è nata cosa, etc.
Non ho un problema di tradimento fatto o subito urgente e attuale, ma naturalmente ci sono passato anche io da entrambe le parti, in passato. Adesso ci penso su, e poi seguo il tuo consiglio. Mancherà l'urgenza, ma non credo sia indispensabile.
 

Skorpio

Utente di lunga data
...

Grazie, ma non c'è problema. Non sono permaloso, e leggendo un po' gli scambi prima di intervenire mi sono reso conto che non c'era da aspettarsi la ola. Un po' di polemica non mi dispiace, se possibile nei limiti della cortesia.
Se vi stufo me lo dite e tolgo il disturbo, se mi stufo io idem.
Comunque grazie, un invito alla cortesia reciproca è sempre opportuno.
Per quanto mi riguarda quanto hai scritto è interessante CULTURALMENTE parlando, a livello cognitivo.

È la prospettiva UNICA della violenza che non riconosco come prospettiva UNICA.

potrei parlar delle barbarie e della violenza della Toscana, per esempio, delle guerre sanguinose tra Fiorentini, Pisani Senesi e Lucchesi (c'è anche il museo della tortura qui da me)

O dell "isola Labronica" colonia penale di Pisa, dove culture di violenza e pirateria si sono mescolate tra popolazioni varie

Ma potrei parlare di architettura toscana anche

Di equilibrio tra natura e architettura

Di musica..

Di civiltà.. Di DEMOCRAZIA

Di accoglienza..

Voglio dire.. È una prospettiva come altre la violenza..

Non l unica con cui bisogna fare i conti ogni giorno....

E verso la quale prepararsi necessariamente....

Non so se mi spiego...
 

sarastro

Utente di lunga data
Per quanto mi riguarda quanto hai scritto è interessante CULTURALMENTE parlando, a livello cognitivo.

È la prospettiva UNICA della violenza che non riconosco come prospettiva UNICA.

potrei parlar delle barbarie e della violenza della Toscana, per esempio, delle guerre sanguinose tra Fiorentini, Pisani Senesi e Lucchesi (c'è anche il museo della tortura qui da me)

O dell "isola Labronica" colonia penale di Pisa, dove culture di violenza e pirateria si sono mescolate tra popolazioni varie

Ma potrei parlare di architettura toscana anche

Di equilibrio tra natura e architettura

Di musica..

Di civiltà.. Di DEMOCRAZIA

Di accoglienza..

Voglio dire.. È una prospettiva come altre la violenza..

Non l unica con cui bisogna fare i conti ogni giorno....

E verso la quale prepararsi necessariamente....

Non so se mi spiego...

Certo. Per fortuna non esiste solo la violenza, ci mancherebbe. Non è che ci penso 24/7.
 

ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
Non manca affatto l'educazione dalle donne e per le donne. E non manca nemmeno la consapevolezza negli uomini.
Diciamo che praticare arti marziali distruttive non è la strada migliore per capirlo e per educarsi.
Definire un'arte distruttiva...l'arte è una technè, espressione dell'animo umano in una pratica.
Che sia artistica o marziale.

Quindi, semmai, è l'animo di chi pratica un'arte ad essere o meno distruttivo.
Non mi trovo nello spostare la responsabilità dell'agito da chi agisce l'arte, all'arte, espressione del suo agire.

Lo trovo deresponsabilizzante.
Ed è una concezione che fra l'altro apre la porta agli immaginari, e di conseguenza agli agiti che ho visto in certe palestre, dove l'arte non è pratica con rispetto ed onore e disciplina ma è invece mero sfogo di frustrazioni incontrollate. E in virtù del fatto che "sto facendo a pugni eh...".

L'arte marziale è poi marziale. Ossia guerra. Non è mica stata originata e costruita, attraverso il miglioramento delle tecniche, per andare a margherite o farsi le carezza. E' marziale. I colpi si portano per distruggere.

Per quello sono stati inventati. E sperimentati. E migliorati.

In palestra si sperimenta il colpo. Si impara a dominare. Forza. Aggressività. Brutalità. Si impara a ricevere. A controllare. SE stessi e l'avversario.

Si impara il rispetto per l'arte stessa. Si impara a coltivarla.

La distruttività che citi, e ti ringrazio dello spunto, è esattamente uno degli elementi che non permettono a tanti e tante di avvicinarsi alla marzialità. In modo disciplinato. Coltivando onore e rispetto.

Qualcuno usa l'arte per sfogare. Qualcuno gira a largo perchè vede solo la parte di distruzione.
Questa è non educazione. Quella a cui accennavo. :)
 

ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
No, questo no.
Come in tutte le arti vi è chi è più predisposto e chi meno, chi riesce e chi non riesce.
L'avere un maestro maschio non è determinante. Un corpo è un corpo. Una testa è una testa.
E se sei un buon maestro capisci l'allievo di qualsiasi sesso sia.
Noi, ricordo, facevamo allenamento in 3.
100 kg di maestro, 78 miei e 58 circa se non ricordo male di lei.
Malgrado la differenza la tecnica della ragazza era tale da essere competitiva con nostra forza.
Nell'aggressione a scopo di violenza riusciva a difendersi egregiamente.
Era l'unica però, tra le numerose allieve che gestiva il mio maestro (io le allenavo come aggressore, a mani mude o con coltello - finto si intende). La muscolatura femminile non riesce a ottenere adeguati risultati se non con lunghi allenamenti: è diversa, semplicemente diversa. Ma una maggior leggerezza può essere utile a fornire altri risultati, in termini di velocità e agilità. Io mi sono trovato spesso in difficoltà, nell'aggressione, con lei.
Sono piuttosto d'accordo, tranne che sul grassetto.

una donna ha percorsi diversi rispetto al fare arte marziale. HA una dimestichezza col corpo che combatte diversa da un maschio. E' visibile fin nelle bambine, nei piccoli gesti...tirare un diretto e coprirsi la bocca, per esempio...sembrano sciocchezze, ma è tutta una postura del corpo che parla e dice rispetto al combattimento.

In un combattimento vero se tiri un diretto e il tuo istinto è coprirti la bocca, sei in terra.
Se chiudi il corpo mentre entri la tua energia cambia. SE lo chiudi in un modo anzichè in un altro.

Quanto al fatto che i maestri siano principalmente maschi secondo me è indicativo del fatto che le donne sono molto poco dentro in questo genere di discipline. E da meno anni.

ti sei mai chiesto perchè la ragazza che citi fosse l'unica? Cosa aveva di diverso?

Non dirmi perfavore che è genetica.
Genetica è che io femmina muscolarmente sono inferiore ad un maschio. Sono stata "pensata" per funzioni diverse.

Io ho visto allenarsi diverse donne. Alcune riuscivano a far scattare certi interruttori....altre no. Rimanevano con l'istinto di coprirsi la bocca (uso questa metafora per parlare di una certa postura storica) altre provavano a competere direttamente alla maschio.

Come hai ben sottolineato tu, combattere da femmina significa anche scoprire e appropriarsi di flessibilità, tolleranza al dolore, agilità e usarle. E usare anche la dissonanza cognitiva. In virtù della consapevolezza che muscolarmente una femmina non è un maschio.

Non so se così è più chiaro cosa intendessi.
 

Ecate

Utente di lunga data
Lascio perdere gli aspetti economici e politici dell'immigrazione, e ti riferisco quel che mi ha raccontato un amico penalista.

Quando arrivarono in Italia i primi albanesi, i loro criminali si comportavano come segue: mano molto pesante negli scontri tra di loro, ma non toccavano gli italiani (gli rubavano ma non usavano violenza). L'idillio è durato cinque o sei anni.

Perchè l'idillio? Perchè in Albania vige la legge della faida. Se tu tocchi uno, reagisce lui e tutta la sua parentela, contro di te e tutta la tua parentela. Inoltre, se capiti nelle mani della polizia albanese e non hai i soldi per pagare la mazzetta e/o santi in paradiso, ti massacrano di botte e ti buttano in un cassonetto. Quindi gli albanesi pensavano, qui siamo pochi, gli italiani sono tanti, se li tocchiamo ci spazzano via.

Poi l'idillio è finito.

Perchè l'idillio è finito? Perchè gli albanesi hanno capito che a) in Italia, se tocchi uno tocchi solo lui, che di solito non reagisce, mentre la parentela se ne frega b) se la polizia ti becca ed eventualmente ti ammolla uno sganassone, c'è subito il giudice buono che rovina la vita al poliziotto cattivo.

Conclusione: gli albanesi ci hanno messo nella categoria "pecore", e le pecore si tosano e si macellano. Da allora in poi, si sono distinti per atti ispirati alla celeberrima "crudeltà balcanica", stuprando, torturando, trucidando persone inermi, uomini, donne, vecchi (non mi risulta ancora bambini, ma c'è tempo, stiamo a vedere).

La crudeltà balcanica si è sviluppata e raffinata nel corso dello scontro plurisecolare con l'Impero Ottomano. I turchi non hanno mai mancato di inventiva e applicazione nel campo della crudeltà scientificamente applicata (impalamenti, spellamenti, etc.).

Gli albanesi (come altre etnie) non sono per natura più cattivi di noi. Però, sono nati e cresciuti in una cultura dove la violenza e la crudeltà sono normali, consuete, spesso anche considerate meritevoli. Se a persone così tu opponi delle chiacchiere e degli inviti a modernizzarsi, essi ti disprezzeranno dal profondo del cuore e rincareranno la dose di violenza e crudeltà, non solo perchè è più facile, ma anche perchè gli fai schifo, proprio schifo come uno scarafaggio che si schiaccia con soddisfazione, come se fosse colpa sua essere brutto.

Sembra brutto, in effetti è brutto, ma è così. Io un pensiero ce lo farei.
Premesso che hai parlato di criminalità e non di popolo -l'hai specificato pure tu- io se potessi un verde te lo darei.
Questo discorso è estensibile a tutte le culture nel momento in cui arrivano ad uno scontro di civiltà con l'Occidente. Quello che si può fare per promuovere l'incontro e la conoscenza reciproca -che pure parallelamente ci sono- è ancora da discutere ma è l'unica strada da percorrere.
 

Skorpio

Utente di lunga data
Sono piuttosto d'accordo, tranne che sul grassetto.

una donna ha percorsi diversi rispetto al fare arte marziale. HA una dimestichezza col corpo che combatte diversa da un maschio. E' visibile fin nelle bambine, nei piccoli gesti...tirare un diretto e coprirsi la bocca, per esempio...sembrano sciocchezze, ma è tutta una postura del corpo che parla e dice rispetto al combattimento.

In un combattimento vero se tiri un diretto e il tuo istinto è coprirti la bocca, sei in terra.
Se chiudi il corpo mentre entri la tua energia cambia. SE lo chiudi in un modo anzichè in un altro.

Quanto al fatto che i maestri siano principalmente maschi secondo me è indicativo del fatto che le donne sono molto poco dentro in questo genere di discipline. E da meno anni.

ti sei mai chiesto perchè la ragazza che citi fosse l'unica? Cosa aveva di diverso?

Non dirmi perfavore che è genetica.
Genetica è che io femmina muscolarmente sono inferiore ad un maschio. Sono stata "pensata" per funzioni diverse.

Io ho visto allenarsi diverse donne. Alcune riuscivano a far scattare certi interruttori....altre no. Rimanevano con l'istinto di coprirsi la bocca (uso questa metafora per parlare di una certa postura storica) altre provavano a competere direttamente alla maschio.

Come hai ben sottolineato tu, combattere da femmina significa anche scoprire e appropriarsi di flessibilità, tolleranza al dolore, agilità e usarle. E usare anche la dissonanza cognitiva. In virtù della consapevolezza che muscolarmente una femmina non è un maschio.

Non so se così è più chiaro cosa intendessi.
Ti (ri)chiedo, IPA.. (Lo hai già detto)
Tu allenata, tu combattente, tu distruggente...

Andresti a usar tutto questo verso una donna che avesse "confuso" il tuo uomo fin sotto le lenzuola..? :)

E se si.. Perché?

E se no.. Perché..?
 

Nobody

Utente di lunga data
Definire un'arte distruttiva...l'arte è una technè, espressione dell'animo umano in una pratica.
Che sia artistica o marziale.

Quindi, semmai, è l'animo di chi pratica un'arte ad essere o meno distruttivo.
Non mi trovo nello spostare la responsabilità dell'agito da chi agisce l'arte, all'arte, espressione del suo agire.

Lo trovo deresponsabilizzante.
Ed è una concezione che fra l'altro apre la porta agli immaginari, e di conseguenza agli agiti che ho visto in certe palestre, dove l'arte non è pratica con rispetto ed onore e disciplina ma è invece mero sfogo di frustrazioni incontrollate. E in virtù del fatto che "sto facendo a pugni eh...".

L'arte marziale è poi marziale. Ossia guerra. Non è mica stata originata e costruita, attraverso il miglioramento delle tecniche, per andare a margherite o farsi le carezza. E' marziale. I colpi si portano per distruggere.

Per quello sono stati inventati. E sperimentati. E migliorati.

In palestra si sperimenta il colpo. Si impara a dominare. Forza. Aggressività. Brutalità. Si impara a ricevere. A controllare. SE stessi e l'avversario.

Si impara il rispetto per l'arte stessa. Si impara a coltivarla.

La distruttività che citi, e ti ringrazio dello spunto, è esattamente uno degli elementi che non permettono a tanti e tante di avvicinarsi alla marzialità. In modo disciplinato. Coltivando onore e rispetto.

Qualcuno usa l'arte per sfogare. Qualcuno gira a largo perchè vede solo la parte di distruzione.
Questa è non educazione. Quella a cui accennavo. :)
sensei :up:
 
Premesso che hai parlato di criminalità e non di popolo -l'hai specificato pure tu- io se potessi un verde te lo darei.
Questo discorso è estensibile a tutte le culture nel momento in cui arrivano ad uno scontro di civiltà con l'Occidente. Quello che si può fare per promuovere l'incontro e la conoscenza reciproca -che pure parallelamente ci sono- è ancora da discutere ma è l'unica strada da percorrere.



però non ho capito in quale maniera puoi confrontarti
Se a persone così tu opponi delle chiacchiere e degli inviti a modernizzarsi, essi ti disprezzeranno dal profondo del cuore e rincareranno la dose di violenza e crudeltà, non solo perchè è più facile, ma anche perchè gli fai schifo, proprio schifo come uno scarafaggio che si schiaccia con soddisfazione, come se fosse colpa sua essere brutto.
 

Ecate

Utente di lunga data
Ti (ri)chiedo, IPA.. (Lo hai già detto)
Tu allenata, tu combattente, tu distruggente...

Andresti a usar tutto questo verso una donna che avesse "confuso" il tuo uomo fin sotto le lenzuola..? :)

E se si.. Perché?

E se no.. Perché..?
Credo che questo, come già sarcasticamente rimarcato da @ChiaraMatraini sia l'anello debole del discorso di sarastro.
Se l'uomo medio è disabituato allo scontro fisico, dare una calcata all'amante è fuori luogo per altre mille ragioni oltre a quelle già dette
 

ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
Molto interessante, grazie. Però mi scuserai, ma non posso contribuire alla discussione sul modo di combattere femminile perchè non mi sono mai allenato con donne, nè tanto meno ho mai affrontato una donna in uno scontro reale (tranne che sul campo di battaglia emotivo, ma quello è un altro discorso;)).
C'è una ragazza sui vent'anni, molto simpatica e determinata, che si allena nella palestra di pugilato che frequento. Magari la invito a fare i guanti e poi ti dico...:)
Io adoro allenarmi con i maschi della mia palestra. Lo trovo istruttivo. Per me. Per impararmi.
Quindi le faresti anche un piacere invitandola a fare i guanti.

Mi piacerebbe tu contribuissi, così torniamo IT, sull'altra questione...dopo questa simpatica digressione sul fatto che le donne arti femminili sì, arti femminili no, magari forse...mi piacerebbe ritornare sul fatto che sostenevi. Ossia del menare quello che è entrato in una "tua" intimità, entrando nelle mutande di quella che senti come tua donna.

Faccio molta fatica a capire questo approccio. E sono territoriale. Fra l'altro. Ma tendo a veder in modo paritario la "difesa" del territorio della coppia. E se un mio ipotetico uomo non difende insieme a me, il tradimento è una non difesa, se non un'aggressione, allo spazio della coppia, è lui che ha la responsabilità primaria. Ha tradito due volte. Me e il patto con me, e la coppia come terreno comune.

E non solo perchè non ha difeso il territorio della coppia, ma perchè si è alleato con qualcun altro senza dirmelo.

L'altro io non lo vedo neanche in tutto questo.
Un invasore è un invasore...non può che fare l'invasore...se la vogliamo mettere in questi termini.

E mica lo giustifico in termini di correttezza e tutta la sequela di discorsi che ne seguono.
Ma ho ben presente che con me non aveva patti, quindi non può tradirne nessuno.

Non userei però l'aggressione fisica. Semplicemente per onore. Mio.
Salvo dovermi difendere da un'aggressione fisica.
 
Io adoro allenarmi con i maschi della mia palestra. Lo trovo istruttivo. Per me. Per impararmi.
Quindi le faresti anche un piacere invitandola a fare i guanti.

Mi piacerebbe tu contribuissi, così torniamo IT, sull'altra questione...dopo questa simpatica digressione sul fatto che le donne arti femminili sì, arti femminili no, magari forse...mi piacerebbe ritornare sul fatto che sostenevi. Ossia del menare quello che è entrato in una "tua" intimità, entrando nelle mutande di quella che senti come tua donna.

Faccio molta fatica a capire questo approccio. E sono territoriale. Fra l'altro. Ma tendo a veder in modo paritario la "difesa" del territorio della coppia. E se un mio ipotetico uomo non difende insieme a me, il tradimento è una non difesa, se non un'aggressione, allo spazio della coppia, è lui che ha la responsabilità primaria. Ha tradito due volte. Me e il patto con me, e la coppia come terreno comune.

E non solo perchè non ha difeso il territorio della coppia, ma perchè si è alleato con qualcun altro senza dirmelo.

L'altro io non lo vedo neanche in tutto questo.
Un invasore è un invasore...non può che fare l'invasore...se la vogliamo mettere in questi termini.

E mica lo giustifico in termini di correttezza e tutta la sequela di discorsi che ne seguono.
Ma ho ben presente che con me non aveva patti, quindi non può tradirne nessuno.

Non userei però l'aggressione fisica. Semplicemente per onore. Mio.
Salvo dovermi difendere da un'aggressione fisica.
invasori si diventa...non ci si nasce mica:singleeye:
 

Chiara Matraini

Senora de la Vanguardia
Definire un'arte distruttiva...l'arte è una technè, espressione dell'animo umano in una pratica.
Che sia artistica o marziale.

Quindi, semmai, è l'animo di chi pratica un'arte ad essere o meno distruttivo.
Non mi trovo nello spostare la responsabilità dell'agito da chi agisce l'arte, all'arte, espressione del suo agire.

Lo trovo deresponsabilizzante.
Ed è una concezione che fra l'altro apre la porta agli immaginari, e di conseguenza agli agiti che ho visto in certe palestre, dove l'arte non è pratica con rispetto ed onore e disciplina ma è invece mero sfogo di frustrazioni incontrollate. E in virtù del fatto che "sto facendo a pugni eh...".

L'arte marziale è poi marziale. Ossia guerra. Non è mica stata originata e costruita, attraverso il miglioramento delle tecniche, per andare a margherite o farsi le carezza. E' marziale. I colpi si portano per distruggere.

Per quello sono stati inventati. E sperimentati. E migliorati.

In palestra si sperimenta il colpo. Si impara a dominare. Forza. Aggressività. Brutalità. Si impara a ricevere. A controllare. SE stessi e l'avversario.

Si impara il rispetto per l'arte stessa. Si impara a coltivarla.

La distruttività che citi, e ti ringrazio dello spunto, è esattamente uno degli elementi che non permettono a tanti e tante di avvicinarsi alla marzialità. In modo disciplinato. Coltivando onore e rispetto.

Qualcuno usa l'arte per sfogare. Qualcuno gira a largo perchè vede solo la parte di distruzione.
Questa è non educazione. Quella a cui accennavo. :)
Non serve che mi fai il trattato sulle arti marziali, le pratico anche io.
E se parlo di distruttività (in rapporto alla creatività) è perché so di cosa parlo .
Parlo di arti marziali che si sono evolute non solo nelle tecniche, ma anche nello scopo, e per questo sono passate a un livello superiore perché più utile al l'umanità e non solo all'individuo.
 

ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
Ti (ri)chiedo, IPA.. (Lo hai già detto)
Tu allenata, tu combattente, tu distruggente...

Andresti a usar tutto questo verso una donna che avesse "confuso" il tuo uomo fin sotto le lenzuola..? :)

E se si.. Perché?

E se no.. Perché..?
ho risposto poco sotto.

Non potrei stare con un uomo che si confonde, nel senso che non potrei stare con una persona inaffidabile che usa l'altro per giustificare se stesso.

E neanche potrei giustificarlo col giochetto delle arti femminili.

E da alleato, diventerebbe nemico.
Sono territoriale.

E non perchè ha scopato. Ma perchè non si è dimostrato in un fondamento del patto che io avrei con lui. Sincerità e chiarezza.

Ovviamente parto dal presupposto che lo scopare fuori dalla coppia non è un tabù. E non significa farlo o non farlo.
Significa aver cura dello spazio comune e includerci anche la questione dell'attrazione fuori dalla coppia.
E quindi poter comunicare rispetto alle insoddisfazioni e ai desideri. Dentro o fuori di noi.
 

Ecate

Utente di lunga data
però non ho capito in quale maniera puoi confrontarti
Con i criminali non puoi confrontarti
Puoi confrontarti con la popolazione che ha un diverso sistema di valori dal tuo e che se è con te in rapporto di ostilità tenderà ad aderire agli stereotipi sprezzanti che ha descritto sarastro.
 

danny

Utente di lunga data
Sono piuttosto d'accordo, tranne che sul grassetto.

una donna ha percorsi diversi rispetto al fare arte marziale. HA una dimestichezza col corpo che combatte diversa da un maschio. E' visibile fin nelle bambine, nei piccoli gesti...tirare un diretto e coprirsi la bocca, per esempio...sembrano sciocchezze, ma è tutta una postura del corpo che parla e dice rispetto al combattimento.

In un combattimento vero se tiri un diretto e il tuo istinto è coprirti la bocca, sei in terra.
Se chiudi il corpo mentre entri la tua energia cambia. SE lo chiudi in un modo anzichè in un altro.

Quanto al fatto che i maestri siano principalmente maschi secondo me è indicativo del fatto che le donne sono molto poco dentro in questo genere di discipline. E da meno anni.

ti sei mai chiesto perchè la ragazza che citi fosse l'unica? Cosa aveva di diverso?

Non dirmi perfavore che è genetica.
Genetica è che io femmina muscolarmente sono inferiore ad un maschio. Sono stata "pensata" per funzioni diverse.

Io ho visto allenarsi diverse donne. Alcune riuscivano a far scattare certi interruttori....altre no. Rimanevano con l'istinto di coprirsi la bocca (uso questa metafora per parlare di una certa postura storica) altre provavano a competere direttamente alla maschio.

Come hai ben sottolineato tu, combattere da femmina significa anche scoprire e appropriarsi di flessibilità, tolleranza al dolore, agilità e usarle. E usare anche la dissonanza cognitiva. In virtù della consapevolezza che muscolarmente una femmina non è un maschio.

Non so se così è più chiaro cosa intendessi.

Le altre? Semplicemente a parer mio non avevano forza. Non avevano velocità. Non avevano alcuna aggressività. In poche parole, nessun talento esprimibile in quell'arte.
Erano donne che si erano iscritte a un corso di autodifesa probabilmente per colmare delle lacune personali.
Di ragazze forti però ce ne sono. Oltre a quella che lavorava con noi me ne sono capitate negli anni anche altre.
Temo che la frequentazione minore dipenda anche dal fatto che si ritengono certi sport più adatti a un sesso che a un altro e neppure da bambini si valuta l'attitudine dei propri figli per uscire dagli schemi.
Io ora seguo oltre a nuoto due corsi di ginnastica abbastanza intensi e lavoro con delle donne. Devo riconoscere le loro capacità superiori a me in alcuni esercizi, soprattutto aerobici o di agilità, mentre in altri tipo le trazioni alla sbarra non ce n'è... non ci riesce nessuna. Ma qui la questione è muscolare.
Mia moglie per esempio è ancora bravissima negli esercizi che ha sviluppato con danza. Ma del tutto incapace di tirare pugni.
Non ho mai ragionato sul perché a livello mentale, mi limito a osservare le differenti risposte a livello fisico.
Io una spaccata non riuscirei mai a farla, per dire. Ognuno sviluppa le proprie attitudini, credo.
 
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