Definire un'arte distruttiva...l'arte è una technè, espressione dell'animo umano in una pratica.
Che sia artistica o marziale.
Quindi, semmai, è l'animo di chi pratica un'arte ad essere o meno distruttivo.
Non mi trovo nello spostare la responsabilità dell'agito da chi agisce l'arte, all'arte, espressione del suo agire.
Lo trovo deresponsabilizzante.
Ed è una concezione che fra l'altro apre la porta agli immaginari, e di conseguenza agli agiti che ho visto in certe palestre, dove l'arte non è pratica con rispetto ed onore e disciplina ma è invece mero sfogo di frustrazioni incontrollate. E in virtù del fatto che "sto facendo a pugni eh...".
L'arte marziale è poi marziale. Ossia guerra. Non è mica stata originata e costruita, attraverso il miglioramento delle tecniche, per andare a margherite o farsi le carezza. E' marziale. I colpi si portano per distruggere.
Per quello sono stati inventati. E sperimentati. E migliorati.
In palestra si sperimenta il colpo. Si impara a dominare. Forza. Aggressività. Brutalità. Si impara a ricevere. A controllare. SE stessi e l'avversario.
Si impara il rispetto per l'arte stessa. Si impara a coltivarla.
La distruttività che citi, e ti ringrazio dello spunto, è esattamente uno degli elementi che non permettono a tanti e tante di avvicinarsi alla marzialità. In modo disciplinato. Coltivando onore e rispetto.
Qualcuno usa l'arte per sfogare. Qualcuno gira a largo perchè vede solo la parte di distruzione.
Questa è non educazione. Quella a cui accennavo.