Quello che secondo me ti è poco chiaro è che quel "qualcosa in più dalla vita" non coincide sempre con la tua visione.ma non lo faccio, fino a quando non sento qualcuno lamentarsi.
non ti lamenti di avere una vita difficile senza una lira in tasca se non hai studiato in passato.
o il tuo cognome è rotschild o rockefeller, o altrimenti bisogna darsi da fare per ottenere qualcosa in questa vita.
e si, non ho mai concepito chi si accontenti di un lavoro in posta, di un posto al comune.
non l'ho veramente mai concepito come non si possa aspirare a fare qualcosa di più nella vita.
posso capire l'insegnate che è una vocazione per parecchi,
ma l'impiegato alle poste o in comune, quello non lo capisco proprio.
una vita intera a mettere due timbri su un foglio di carta. Come si possa voler fare questo nella vita, non ha veramente senso per me.
potrebbe essere veramente un cambiamento totale nella mia vita.Indubbiamente...
Ma forse lui vuol dire che si sente molto gratificato se qualcuno gli offre molto di più x lavorar con lui...
Io almeno personalmente mi sentirei molto gratificato nel sapere che qualcuno vuole assolutamente le mie prestazioni professionali al punto di pagarmi molto di più di quanto guadagno...
Al di la della scelta, che starà a lui
Io almeno l ho capita cosi...
Anche perché, non so voi, ma io a stamani quel qualcuno non ce l ho..
va bene.Quello che secondo me ti è poco chiaro è che quel "qualcosa in più dalla vita" non coincide sempre con la tua visione.
Per te sarà una cosa, per Madre Teresa di Calcutta un'altra, per Rockefeller un' altra. Per l'impiegato della posta un'altra ancora e tu non hai titolo per giudicare gli obbiettivi altrui, le altrui capacità e l'altrui vita.
L' "ovvove" della altrui mediocrità finisce dentro al cesso nel momento stesso in cui affiora la nostra umanità e la nostra sostanziale (sostanziale, non apparente) eguaglianza di fronte al destino.
Mia cognata, persona mediocre, secondo il tuo metro di misura, sacrifica i suoi migliori anni di vita nell'assistere col marito il suocero con l'alzaimer e io mi guardo bene dal considerarla una persona mediocre.
Non so se mi sono spiegato.
Sì sì, però qualche post più indietro hai preso per babbei quelli che stan dietro alle provettema non lo faccio, fino a quando non sento qualcuno lamentarsi.
non ti lamenti di avere una vita difficile senza una lira in tasca se non hai studiato in passato.
o il tuo cognome è rotschild o rockefeller, o altrimenti bisogna darsi da fare per ottenere qualcosa in questa vita.
e si, non ho mai concepito chi si accontenti di un lavoro in posta, di un posto al comune.
non l'ho veramente mai concepito come non si possa aspirare a fare qualcosa di più nella vita.
posso capire l'insegnate che è una vocazione per parecchi,
ma l'impiegato alle poste o in comune, quello non lo capisco proprio.
una vita intera a mettere due timbri su un foglio di carta. Come si possa voler fare questo nella vita, non ha veramente senso per me.
Ma perché non è aspirazione anche fare l'impiegato comunale?Sì sì, però qualche post più indietro hai preso per babbei quelli che stan dietro alle provette
può essere una vocazione pure quella
SiiiiMa perché non è aspirazione anche fare l'impiegato comunale?
Magari non a livello lavorativo, ma personale.
Avere la certezza di un'entrata fissa, piccola, ma sicura, la certezza dei giorni di riposo, la certezza di poter andare a prendere i propri figli a scuola e non lasciarli alle babysitter, la certezza di vederli crescere, la certezza di quell'idea di famiglia che LDS tanto invidia e a cui aspira.
Ognuno ha le sue aspirazioni, anche la capacità e la voglia di accontentarsi e di ringraziare per il poco che si ha dovrebbe essere visto in maniera positiva e non denigrato.
Ps: chi sta dietro alle provette non solo ha un'aspirazione, ma appartiene a quella categoria di persone che permette alla fine ai grandi sommelier di tenere sotto controllo le cirrosi che si fanno venire. Mica per l'alcol, ma per i travasi di bile.
Ma ci vado spesso per acquisire data certa su documenti e un impiegato delle poste ormai è orientato al commerciale, da quel che vedo per lo più vende prodottimagari sono vecchio dentro.
in realtà l'impiegato alle poste invece cosa fa di speciale?
mio fratello di 16 anni potrebbe farlo senza problemi
Io aspiro che i miei figli siano felici, da impiegati delle poste o da mega direttorre generale, a me (in tutta onestà) non importa.va bene.
come vuoi tu.
io resto della mia idea che a 24-25 anni quando sei uscito dall'università il tuo obiettivo non dovrebbe essere quello di fare il concorso pubblico per entrare a fare il bibliotecario,
non dovrebbe essere il concorso pubblico per fare l'impiegato comunale.
ci sono dei lavori che sono delle vocazioni come:
l'insegnante, il militare, il poliziotto, il cuoco, il medico.
e ce ne sono che a 24 anni è una vergogna voler aspirare a fare.
o tu ( non so se ne abbia di figli ) aspiri che tuo figlio un domani sia impiegato allo sportello alle poste, per cortesia.
niente contro l'impiegato alle poste, dico solo per dire.
Capisco le tue ambizioni...potrebbe essere veramente un cambiamento totale nella mia vita.
ho un progetto di aprire un locale in italia mettendo a frutto la mia esperienza, la mia passione e le mie conoscenze, ma mi ci vogliono tanti di quei soldi per fare quello che voglio, che è una cosa che potrò fare in 10 anni probabilmente.
però se avessi la fortuna di trovare qualcuno che mi sponsorizza, o mi stra paga per quello che faccio, in 3 anni potrei riuscire a farlo.
abbiamo discusso per parecchio con lui e il figlio, le loro idee mi piacciono, per come li ho visti io in un mese quasi tutti i giorni, mi sembrano delle persone sane di mente.
andare a bordeaux insieme a settembre non sarà sicuramente una coglionata per vedere anche che tipo di vita fanno e cosa, come, dove e quando io dovrei lavorare per loro.
ogni tanto vengono a cena con dei loro amici americani che a loro volta sono amatori di vino e visto che ci sono stato in california, ho speso tante ore a studiare il vino americano, ho visitato cantine, sono stato ospitato a destra e sinistra, so di cosa parlo.
una volta un loro cliente americano fu stupito che ne sapessi più di lui che lavora nel settore.
aspetteremo settembre visto che partono in vacanza per 2 mesi ( è un bel lol, perchè vivono in vacanza, ma tant'è ), vedremo poi se sono state solo parole al vento, o se ci sarà qualcosa che si concretizza.
fino a quando non vedo l'assegno non credo a niente, però mi aiuta a sognare, che non è male nemmeno.
il mio locale a milano prende forma nei miei sogni grazie a queste chiacchierate e la cosa mi piace parecchio.
Siiii
ma il tutto parte assumendo per assurdo il postulato di LSD
che si cerca con la maieutica di ridimensionare.
Da "no dindi=vita indegna" siamo già arrivati a "no ambizioni professionali=vita indegna"
allora per confermare i passi avanti fatti ("insegnare può essere ok perché anche se non ci sono i dindi per qualcuno è una vocazione) volevo rimarcare, perché anche le povere provette non portano soldoni
Pian piano arriviamo anche lì, ma bisogna andar per gradi e a passi sicuri
tu corri, ragazza mia
:rotfl:
Non posso verdarti quindi te lo do virtuale.Io aspiro che i miei figli siano felici, da impiegati delle poste o da mega direttorre generale, a me (in tutta onestà) non importa.
E spero in particolar modo non si facciano dettare le aspirazioni della loro vita da dei mentecatti che pensano in funzione solo di soldi, successo, consenso.
Tutti speriamo che i nostri figli siano feliciIo aspiro che i miei figli siano felici, da impiegati delle poste o da mega direttorre generale, a me (in tutta onestà) non importa.
E spero in particolar modo non si facciano dettare le aspirazioni della loro vita da dei mentecatti che pensano in funzione solo di soldi, successo, consenso.
Ti ringrazio, trovo che il nostro modo di vivere sia ossessionato e ossessivo. Vivere nell 'ansia di apparire, di apparire poveri poi, che orrore! Omologati come supposte nei blister, valori da fotocopia, da rotocalco rosa.Non posso verdarti quindi te lo do virtuale.
La felicità non la dà l'impiego nè il guadagno ma quanto si è felici nel fare quel lavoro e quanto ci si senta soddisfatti.
Si può guadagnare un milione di euro al mese ma tornare a casa e star solo come un cane nella propria torre di avorio.
Vengo da una famiglia profondamente "giacobina". Ai miei genitori "fregava letteralmente un cazzo" di cosa avrei fatto nella vita, i paletti erano solo per la faccenda dell' onestà e della cultura che sono una specie di tormentone di famiglia. (mio nonno ad esempio, se fosse stato un po meno rigido da questo punto di vista si sarebbe potuto arricchire in modo vergognoso). Non che io disconosca il valore del denaro, io lavoro come tutti per questo, ma ho smesso molto presto di pensare che questo fosse il motivo dominante della mia vita.Tutti speriamo che i nostri figli siano felici
Non so bene cosa faccia la differenza
un po' la fa quanto siamo capaci di concepire e accettare un'idea di felicità lontano dalla nostra.
I miei genitori volevano per me determinate cose, perché quelle cose secondo loro sono la conditio sine qua non per la felicità, o meglio, senza le quali l'infelicità è garantita. Non hanno avuto la capacità di capire che quello che per loro era un piccolo scotto da pagare per me sarebbe stato mentalmente letale - e viceversa.
Io stessa avrei delle perplessità ad accettare alcune scelte di vita da parte dei miei figli... Proprio perché stento a credere che possano portare ad una visione della vita serena.
Per dire: se mio figlio tra una decina d'anni fremesse dedicando tutte le sue energie per passare ai provini di X factor, non sarei entusiasta.
E nell'ossessione dimentichiamo di vivere bene il presente.Ti ringrazio, trovo che il nostro modo di vivere sia ossessionato e ossessivo. Vivere nell 'ansia di apparire, di apparire poveri poi, che orrore! Omologati come supposte nei blister, valori da fotocopia, da rotocalco rosa.
Mi vengono in mente i filmetti dei Vanzina, con i parvenue che fanno di tutto per "essere" attraverso l'avere o non potendo "sembrare".
Ma per chi? ma per cosa? Ma per che?
E' così difficile da capire che la nostra cassa da morto non avrà tasche? E che i metri di misura della nostra vita sono soggettivi a appartengono a noi soli? E che tutti ci puliamo il culo allo stesso modo dopo aver defecato?
Mah.
Il problema è che spesso noi stessi pensiamo di non poter rinunciare a determinate cose. Poi arriva il momento in cui ci devi rinunciare volente o nolente e ti rendi conto che eran cose a cui si poteva rinunciare senza problemi.E nell'ossessione dimentichiamo di vivere bene il presente.
io per necessita' nell'ultimo anno ho dovuto ridurre notevolmente le mie uscite, almeno per ora, ma l'influsso sul mio stato d'animo e sulla felicita' e'stato pressoche' nullo.
perche' nella ricerca del superfluo spesso dimentichiamo le cose necessarie.
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infatti, in questi casi ti accorgi di quello di cui non puoi fare a meno o di quello che ti e' sempre mancatoIl problema è che spesso noi stessi pensiamo di non poter rinunciare a determinate cose. Poi arriva il momento in cui ci devi rinunciare volente o nolente e ti rendi conto che eran cose a cui si poteva rinunciare senza problemi.
Io ad esempio preferisco (avendo un budget limitatissimo) spender poco e male per il cibo a casa ma non rinunciare alla socialità spendendo per mangiare fuori un po' più spesso.
A parole è stato così anche per me. Quando sono cresciuta un pochino e il mio futuro ha iniziato a prendere vagamente forma le belle parole si sono sgretolate.Vengo da una famiglia profondamente "giacobina". Ai miei genitori "fregava letteralmente un cazzo" di cosa avrei fatto nella vita, i paletti erano solo per la faccenda dell' onestà e della cultura che sono una specie di tormentone di famiglia. (mio nonno ad esempio, se fosse stato un po meno rigido da questo punto di vista si sarebbe potuto arricchire in modo vergognoso). Non che io disconosca il valore del denaro, io lavoro come tutti per questo, ma ho smesso molto presto di pensare che questo fosse il motivo dominante della mia vita.
Vorresti dire che ai "tuoi occhi" di oggi quelle belle parole di allora erano una sorta di corridoio x instradarti in una precisa direzione..?A parole è stato così anche per me. Quando sono cresciuta un pochino e il mio futuro ha iniziato a prendere vagamente forma le belle parole si sono sgretolate.