Mi ha detto cose con l' intento di farmi stare male di ferirmi più che poteva
Hai capacità di vedere le cose da angolazioni diverse che è unica . Non pensavo che stessi aiutandola .
Cosa si vuol raggiungere ferendo l'altro? Specialmente l'altro a cui in un modo o nell'altro si è voluto bene.
Un livello molto basico riguarda il "sto male io, tu sei la causa, faccio male anche a te". Un po' come i bambini che preso il pugno dall'amico, non stanno a pensarci...o piangono o glielo tornano o entrambe le cose.
Ma si sta parlando di un dolore presente.
Nel vostro caso il dolore ha riguardato il futuro, nei vostri ultimi mesi insieme.
Affonda le radici nel passato, passa nel presente ma, nella situazione in cui eravate, ossia voi che aspettavate che tu te ne andassi (con aspettative completamente diverse) riguardava fondamentalmente ancora il futuro.
Il dolore del passato porta rimorsi, rimpianti, aspettative e condizionamenti.
Il dolore futuro è una cosa più complessa.
Un po' come vedere l'ago che si avvicina alla pelle, chiudere gli occhi anticipando il dolore del buco e aprirli stupiti di non aver sentito praticamente nulla.
Il dolore futuro riguarda l'anticipazione del dolore.
Ecco, il dolore che sente tua moglie non riguarda una realtà presente. Affrontabile qui ed ora.
Riguarda più i suoi immaginari sul dolore. E le sue aspettative di dolore. La sua anticipazione appunto.
Che sono cose talmente ingarbugliate da far alzare vertiginosamente i livelli di ansia e paura.
Sommaci il da dove proviene nel vostro caso, ossia anche da un suo tradimento...gli ingredienti sono piuttosto esplosivi.
Se ci guardi, mano a mano che si avvicina il momento del passaggio alla realtà di ciò che lei teme le provocherà dolore, lei sale di livello, escalation appunto, e i suoi agiti, verbali a quanto dici, diventano mano a mano più aggressivi, meno dialogici e più violenti.
E non è lei fuori di testa eh...sono dinamiche normalissime e diffusissime. E' paura. E ansia.
Lei ha avuto il tempo di costruire e coltivare i suoi immaginari e la sua aspettativa di dolore ed al contempo la speranza di convincerti a non fare quello che le provocherà dolore.
Quindi è rimasta in oscillazione fra paura e speranza per un tot di tempo.
Il tempo passa, ma non ti convince. Il momento si avvicina, cala la speranza e aumenta l'impatto con l'immaginario.
Cresce la paura. Tu sei colui che crea tutto questo. E diventi nemico. Ed al contempo il suo salvatore.
Il tempo passa, il senso di destabilizzazione cresce e con esso l'ansia e la paura.
Il passaggio all'agito è un tentativo di difendersi dall'ansia dell'impotenza e dalla paura di una situazione che si sta temendo e che ancora non si può toccare e affrontare, che è quindi assolutamente fuori dal controllo.
Esterno. La si potrebbe controllare solo internamente, dominando le proprie emozioni. Ma questo è un atto di volontà e consapevolezza...ed inoltre per dominare le proprie emozioni serve saperci mettere distanza per poi saperle "vedere" e analizzare.
E servono strumenti e esperienza per farlo. E anche con strumenti ed esperienza, non è per niente facile ed è tendenzialmente riduzione del danno.
Fra l'altro lei ha lasciato tutto in mano a te. Tu stai decidendo i tempi della sua attesa.
Lei si è messa in un qualche modo in posizione di subire la situazione.
Ho provato ad immedesimarmi in lei...io non sarei stata capace di rimanere lì...avrei come minimo voluto decidere con te i tempi della tua fuoriuscita da casa. E mica per rompere i coglioni. MA semplicemente perchè la questione dell'attesa riguarda il personalissimo limite dell'anticipazione del dolore. E ognuno sa il proprio, ed è fra l'altro un limite molto variabile...tanto che di fronte all'ipotesi della morte, tendiamo a distogliere lo sguardo...proprio per non cadere nella disperazione dell'anticipazione. Fra le altre cose. Ma questo è ot.
Tendenzialmente ciò che succede, in situazione di paura e ansia, è o esplosione o implosione.
Inoltre, se sei ferito, sei debole. Se la ferita è provocata da l'illusione di un maggior controllo.
Tu sei fra l'altro il generatore della situazione fuori controllo, e "indebolito" tu, l'illusione è che anche la situazione sembra possa divenire più controllabile.
Se può ferirti il suo potere non è svanito. Lei può ancora fare qualcosa. Non è completamente impotente di fronte alla paura.
D'altro canto il ferire te è anche un esorcismo della ferita dentro di lei. La sposta su di te.
Aggiungici il carico da mille della delusione del fatto che le sue speranze salvifiche riversate su di te (nella speranza che tu potessi cambiare idea) sono andate perse....e ti spieghi anche le frasi che ti ha indirizzato e che tentano di andare a minare la tua dignità e il tuo valore, e la tua potenza di maschio.
Questi sono i motivi per cui la stai aiutando.
Uscire di casa interrompe lo stato di anticipazione. E il dolore diventa presente.
LA fermi. E la rimetti nel tempo presente. Concreto. Dandole di conseguenza la possibilità di rientrare in se stessa.
Uscendo di casa, il dolore non glielo togli, anzi glielo rendi presente, e per fortuna..che se ci pensi, l'anticipazione è una delle forme della tortura.
Le fai male, ma le togli l'ansia di una situazione che riguardava il futuro e non il presente...e che quindi la rendeva totalmente impotente. La liberi dall'impotenza.
Paradossalmente, andandotene, le stai dando la possibilità di uscire dagli immaginari e dalle aspettative del dolore per affrontare quello reale. E per scoprirsi capace e adeguata alla situazione.
In questi termini la stai aiutando.
Poi cosa lei farà, se riuscirà o meno...non riguarda te. Ma lei. La sua capacità di guardarsi e ascoltarsi. Concedersi al suo dolore e a quel che ne conseguirà. In termini di consapevolezza del come ci è arrivata e del come ne potrà uscire. Ma sono questioni sue. Non tue.
Uscire di casa è inoltre stoppare le escalation, e anche questo è aiuto...perchè in escalation non si sa mai in anticipo dove si può arrivare. E sono dinamiche rischiose e pericolose.
Di cui poi ci sono le conseguenze da pagare.
Il concetto di aiuto...dipende da come la si guarda...
A volte aiutare riguarda il sapere dare il dolore.
E penso sia una delle cose più complesse si possa riuscire a fare...ed una fra le più amorevoli.
E una in cui si è più soli.
Quoto delfino, quando dice che probabilmente ci saranno altri episodi...ti auguro di riuscire a "vederla" e a trovare il modo di stopparla. Fermarla...sta in fondo punendo se stessa.
E penso possa far bene anche a te, dopo 20 anni, lasciarla andare al meglio che lei concede, ma comunque a posto con te stesso.