danny
Utente di lunga data
Allattamento artificiale: il ruolo dell'uomo dopo il parto
Mia figlia è stata allattata artificialmente.
Sua mamma decise di non allattarla al seno. In clinica quando comunicò la cosa una dottoressa (di qualche programma regionale) la criticò aspramente e minacciò di chiamare uno psicologo.
Mia moglie rispose picche rivendicando la sua autonomia decisionale.
Il latte artificiale permise anche a me, padre, di contribuire all'allattamento.
E io ne fui felice, come genitore. Fu un momento di inclusione in una realtà che mi sarebbe stata altrimenti preclusa, e vi devo dire la verità, fu emozionante e mi fece amare quel piccolino di cui ancora serbo il ricordo mentre ciucciava. I suoi occhi li ho ancora presenti, oggi.
Ci alternavamo nelle poppate e nostra figlia cresceva sazia, aveva un sonno regolare.
Contrariamente a tutte le previsioni più infauste che ci furono trasmesse, i famosi anticorpi trasmessi dalla mamma che sarebbero venuti meno, mia figlia non si ammalava mai.
Non ebbe nulla, se non una fugace varicella presa da un compagno all'asilo, qualche anno più tardi.
Infatti i primi anni le nostre notti erano tranquille, fatta salva la sesta poppata.
Dopo dieci anni mia figlia è una bambina intelligente, alta, robusta, forte, equilibrata.
E' autonoma a scuola, in cui primeggia, è affettuosa ugualmente.
Malgrado, e lo ripeto, le previsioni infauste.
Non ha allergie, contrariamente a me che sono stato allattato al seno, che sono un colabrodo fin da quando ero bambino. E questo già lo immaginavo, visto che mio fratello, molto più robusto di me, venne allattato artificialmente.
Anche la salute fisica della mamma non è venuta meno. Una nostra amica, che ha allattato i figli (andando a dargli il lattino anche a 3 anni), ha avuto un tumore al seno. Allattare non l'ha protetta: evidentemente non rientrava nelle statistiche, purtroppo.
E anche questa minaccia che ci venne fatta, per ora non ha avuto riscontro.
Già, perché il problema vero, l'unico, è stato l'opinione degli altri.
Quando racconti che rifiuti l'allattamento al seno, vieni giudicata come una persona che non ha a cuore la salute del bambino, cioè una pessima madre.
A volte le parole, a volte i silenzi giudicano, a volte anche la solita domanda "Perché? Hai dei problemi?"
Oggi una donna che fa una scelta diversa, in molte situazioni viene ancora giudicata.
Esattamente come ieri, perché trasgredisce un ruolo che lei deve riconoscere per trovare un'identità sociale riconosciuta da altre donne.
E un po' mi dispiace, perché anche questa non è libertà, non è parità.
Ma non ce ne accorgiamo.
Mia figlia è stata allattata artificialmente.
Sua mamma decise di non allattarla al seno. In clinica quando comunicò la cosa una dottoressa (di qualche programma regionale) la criticò aspramente e minacciò di chiamare uno psicologo.
Mia moglie rispose picche rivendicando la sua autonomia decisionale.
Il latte artificiale permise anche a me, padre, di contribuire all'allattamento.
E io ne fui felice, come genitore. Fu un momento di inclusione in una realtà che mi sarebbe stata altrimenti preclusa, e vi devo dire la verità, fu emozionante e mi fece amare quel piccolino di cui ancora serbo il ricordo mentre ciucciava. I suoi occhi li ho ancora presenti, oggi.
Ci alternavamo nelle poppate e nostra figlia cresceva sazia, aveva un sonno regolare.
Contrariamente a tutte le previsioni più infauste che ci furono trasmesse, i famosi anticorpi trasmessi dalla mamma che sarebbero venuti meno, mia figlia non si ammalava mai.
Non ebbe nulla, se non una fugace varicella presa da un compagno all'asilo, qualche anno più tardi.
Infatti i primi anni le nostre notti erano tranquille, fatta salva la sesta poppata.
Dopo dieci anni mia figlia è una bambina intelligente, alta, robusta, forte, equilibrata.
E' autonoma a scuola, in cui primeggia, è affettuosa ugualmente.
Malgrado, e lo ripeto, le previsioni infauste.
Non ha allergie, contrariamente a me che sono stato allattato al seno, che sono un colabrodo fin da quando ero bambino. E questo già lo immaginavo, visto che mio fratello, molto più robusto di me, venne allattato artificialmente.
Anche la salute fisica della mamma non è venuta meno. Una nostra amica, che ha allattato i figli (andando a dargli il lattino anche a 3 anni), ha avuto un tumore al seno. Allattare non l'ha protetta: evidentemente non rientrava nelle statistiche, purtroppo.
E anche questa minaccia che ci venne fatta, per ora non ha avuto riscontro.
Già, perché il problema vero, l'unico, è stato l'opinione degli altri.
Quando racconti che rifiuti l'allattamento al seno, vieni giudicata come una persona che non ha a cuore la salute del bambino, cioè una pessima madre.
A volte le parole, a volte i silenzi giudicano, a volte anche la solita domanda "Perché? Hai dei problemi?"
Oggi una donna che fa una scelta diversa, in molte situazioni viene ancora giudicata.
Esattamente come ieri, perché trasgredisce un ruolo che lei deve riconoscere per trovare un'identità sociale riconosciuta da altre donne.
E un po' mi dispiace, perché anche questa non è libertà, non è parità.
Ma non ce ne accorgiamo.
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