Allattamento artificiale

danny

Utente di lunga data
Allattamento artificiale: il ruolo dell'uomo dopo il parto

Mia figlia è stata allattata artificialmente.
Sua mamma decise di non allattarla al seno. In clinica quando comunicò la cosa una dottoressa (di qualche programma regionale) la criticò aspramente e minacciò di chiamare uno psicologo.
Mia moglie rispose picche rivendicando la sua autonomia decisionale.
Il latte artificiale permise anche a me, padre, di contribuire all'allattamento.
E io ne fui felice, come genitore. Fu un momento di inclusione in una realtà che mi sarebbe stata altrimenti preclusa, e vi devo dire la verità, fu emozionante e mi fece amare quel piccolino di cui ancora serbo il ricordo mentre ciucciava. I suoi occhi li ho ancora presenti, oggi.
Ci alternavamo nelle poppate e nostra figlia cresceva sazia, aveva un sonno regolare.
Contrariamente a tutte le previsioni più infauste che ci furono trasmesse, i famosi anticorpi trasmessi dalla mamma che sarebbero venuti meno, mia figlia non si ammalava mai.
Non ebbe nulla, se non una fugace varicella presa da un compagno all'asilo, qualche anno più tardi.
Infatti i primi anni le nostre notti erano tranquille, fatta salva la sesta poppata.
Dopo dieci anni mia figlia è una bambina intelligente, alta, robusta, forte, equilibrata.
E' autonoma a scuola, in cui primeggia, è affettuosa ugualmente.
Malgrado, e lo ripeto, le previsioni infauste.
Non ha allergie, contrariamente a me che sono stato allattato al seno, che sono un colabrodo fin da quando ero bambino. E questo già lo immaginavo, visto che mio fratello, molto più robusto di me, venne allattato artificialmente.
Anche la salute fisica della mamma non è venuta meno. Una nostra amica, che ha allattato i figli (andando a dargli il lattino anche a 3 anni), ha avuto un tumore al seno. Allattare non l'ha protetta: evidentemente non rientrava nelle statistiche, purtroppo.
E anche questa minaccia che ci venne fatta, per ora non ha avuto riscontro.
Già, perché il problema vero, l'unico, è stato l'opinione degli altri.
Quando racconti che rifiuti l'allattamento al seno, vieni giudicata come una persona che non ha a cuore la salute del bambino, cioè una pessima madre.
A volte le parole, a volte i silenzi giudicano, a volte anche la solita domanda "Perché? Hai dei problemi?"
Oggi una donna che fa una scelta diversa, in molte situazioni viene ancora giudicata.
Esattamente come ieri, perché trasgredisce un ruolo che lei deve riconoscere per trovare un'identità sociale riconosciuta da altre donne.
E un po' mi dispiace, perché anche questa non è libertà, non è parità.
Ma non ce ne accorgiamo.
 
Ultima modifica:

Fiammetta

Amazzone! Embe'. Sticazzi
Staff Forum
Mia figlia è stata allattata artificialmente.
Sua mamma decise di non allattarla al seno. In clinica quando comunicò la cosa una dottoressa (di qualche programma regionale) la criticò aspramente e minacciò di chiamare uno psicologo.
Mia moglie rispose picche rivendicando la sua autonomia decisionale.
Il latte artificiale permise anche a me, padre, di contribuire all'allattamento.
E io ne fui felice, come genitore. Fu un momento di inclusione in una realtà che mi sarebbe stata altrimenti preclusa, e vi devo dire la verità, fu emozionante e mi fece amare quel piccolino di cui ancora serbo il ricordo mentre ciucciava. I suoi occhi li ho ancora presenti, oggi.
Ci alternavamo nelle poppate e nostra figlia cresceva sazia, aveva un sonno regolare.
Contrariamente a tutte le previsioni più infauste che ci furono trasmesse, i famosi anticorpi trasmessi dalla mamma che sarebbero venuti meno, mia figlia non si ammalava mai.
Non ebbe nulla, se non una fugace varicella presa da un compagno all'asilo, qualche anno più tardi.
Infatti i primi anni le nostre notti erano tranquille, fatta salva la sesta poppata.
Dopo dieci anni mia figlia è una bambina intelligente, alta, robusta, forte, equilibrata.
E' autonoma a scuola, in cui primeggia, è affettuosa ugualmente.
Malgrado, e lo ripeto, le previsioni infauste.
Non ha allergie, contrariamente a me che sono stato allattato al seno, che sono un colabrodo fin da quando ero bambino. E questo già lo immaginavo, visto che mio fratello, molto più robusto di me, venne allattato artificialmente.
Anche la salute fisica della mamma non è venuta meno. Una nostra amica, che ha allattato i figli (andando a dargli il lattino anche a 3 anni), ha avuto un tumore al seno. Allattare non l'ha protetta: evidentemente non rientrava nelle statistiche, purtroppo.
E anche questa minaccia che ci venne fatta, per ora non ha avuto riscontro.
Già, perché il problema vero, l'unico, è stato l'opinione degli altri.
Quando racconti che rifiuti l'allattamento al seno, vieni giudicata come una persona che non ha a cuore la salute del bambino, cioè una pessima madre.
A volte le parole, a volte i silenzi giudicano, a volte anche la solita domanda "Perché? Hai dei problemi?"
Oggi una donna che fa una scelta diversa, in molte situazioni viene ancora giudicata.
Esattamente come ieri, perché trasgredisce un ruolo che lei deve riconoscere per trovare un'identità sociale riconosciuta da altre donne.
E un po' mi dispiace, perché anche questa non è libertà, non è parità.
Ma non ce ne accorgiamo.
Condivido moltissimo sulla discriminazione delle scelte che non piace nemeno a me come atteggiamento in linea generale
nel particolare pare che il latte materno sia efficace per il discorso anticorpi poi come sappiamo ormai bene ogni caso è a se :)
 

Brunetta

Utente di lunga data
Scateniamo l'inferno

La montata lattea è un evento naturale.
Con la montata lattea allattare è una necessità fisica quale urinare, ma che richiede un'azione esterna per dare sollievo.
Ovviamente se sfortunatamente non avviene da sempre sono state cercate soluzioni e quelle odierne sono ottime, avendo noi le condizioni igieniche per farlo.
Rifiutare per principio l'allattamento è per me segno di un rifiuto di quell'aspetto del ruolo materno.
Storicamente è stato un comportamento diffuso tra le classi alte per l'idea di non rovinare il fisico e consentire il rientro rapido nella vita sociale di rappresentanza.
Una mia amica ha allattato, ma ha smesso presto perché si sentiva a disagio a conciliare o scindere l'immagine del suo corpo per la relazione sessuale e quella del corpo fornitore di cibo.
L'allattamento fa secernere sostanze che favoriscono le contrazioni uterine per riportarlo alle dimensioni pregravidanza e contribuiscono all'attaccamento.
È un'esperienza molto fisica e dà anche un piacere fisico.
Rifiutarla indica certamente qualcosa.
Ovviamente in ogni cosa ci sono aspetti positivi e negativi e, di conseguenza, l'allattamento artificiale (credo che poi troveremo un aggettivo più gradevole) ha quelli indicati e soprattutto una maggiore indipendenza dalla madre è un maggiore coinvolgimento del padre.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Condivido moltissimo sulla discriminazione delle scelte che non piace nemeno a me come atteggiamento in linea generale
nel particolare pare che il latte materno sia efficace per il discorso anticorpi poi come sappiamo ormai bene ogni caso è a se :)
La discriminazione delle scelte è sbagliata, ma in ogni attività capita di incontrare persone con comportamenti e atteggiamenti che chi interagisce professionalmente riconosce come non positivi. Sarebbe bene consigliare con modi più dolci, educati e rispettosi, forse qualche volta non si riesce.
È anche vero che chi si occupa di un settore professionalmente, che non ha magari sperimentato personalmente, tende a essere un po' arrogante. Immagino, ad esempio, che se una donna non riesce ad avere figli che desidera molto possa essere irritata di fronte a una donna che compie scelte che lei interpreta come un rifiuto di qualcosa che lei vorrebbe.
Gli psicoterapeuti fanno anni di analisi per evitare proiezioni, gli altri operatori in campi che toccano la sfera personale no.
 

Fiammetta

Amazzone! Embe'. Sticazzi
Staff Forum
La discriminazione delle scelte è sbagliata, ma in ogni attività capita di incontrare persone con comportamenti e atteggiamenti che chi interagisce professionalmente riconosce come non positivi. Sarebbe bene consigliare con modi più dolci, educati e rispettosi, forse qualche volta non si riesce.
È anche vero che chi si occupa di un settore professionalmente, che non ha magari sperimentato personalmente, tende a essere un po' arrogante. Immagino, ad esempio, che se una donna non riesce ad avere figli che desidera molto possa essere irritata di fronte a una donna che compie scelte che lei interpreta come un rifiuto di qualcosa che lei vorrebbe.
Gli psicoterapeuti fanno anni di analisi per evitare proiezioni, gli altri operatori in campi che toccano la sfera personale no.
Vero, una mia amica fu colpevolizzata in ospedale perché non riusciva ad attaccare il bimbo al seno
aveva un seno ed un capezzolo piuttosto piccolo e insomma sto figlio non riusciva ad attaccarsi come doveva e la trattarono malissimo le infermiere della nursery
stronze proprio, poi con calma e con l'aiuto di una ostetrica riuscì a fare tutto
 

Brunetta

Utente di lunga data
Vero, una mia amica fu colpevolizzata in ospedale perché non riusciva ad attaccare il bimbo al seno
aveva un seno ed un capezzolo piuttosto piccolo e insomma sto figlio non riusciva ad attaccarsi come doveva e la trattarono malissimo le infermiere della nursery
stronze proprio, poi con calma e con l'aiuto di una ostetrica riuscì a fare tutto
Poi ognuno di noi si crede unico e lo è ma le situazioni non lo sono e per chi lavora in quel settore sei solo l'ennesima persona che fa storie per una piccolezza.
Esiste la lega del latte con donne che seguono un percorso formativo per assistere e sostenere nell'allattamento
 

danny

Utente di lunga data
La montata lattea è un evento naturale.
Con la montata lattea allattare è una necessità fisica quale urinare, ma che richiede un'azione esterna per dare sollievo.
Ovviamente se sfortunatamente non avviene da sempre sono state cercate soluzioni e quelle odierne sono ottime, avendo noi le condizioni igieniche per farlo.
Rifiutare per principio l'allattamento è per me segno di un rifiuto di quell'aspetto del ruolo materno.
Storicamente è stato un comportamento diffuso tra le classi alte per l'idea di non rovinare il fisico e consentire il rientro rapido nella vita sociale di rappresentanza.
Una mia amica ha allattato, ma ha smesso presto perché si sentiva a disagio a conciliare o scindere l'immagine del suo corpo per la relazione sessuale e quella del corpo fornitore di cibo.
L'allattamento fa secernere sostanze che favoriscono le contrazioni uterine per riportarlo alle dimensioni pregravidanza e contribuiscono all'attaccamento.
È un'esperienza molto fisica e dà anche un piacere fisico.
Rifiutarla indica certamente qualcosa.
Ovviamente in ogni cosa ci sono aspetti positivi e negativi e, di conseguenza, l'allattamento artificiale (credo che poi troveremo un aggettivo più gradevole) ha quelli indicati e soprattutto una maggiore indipendenza dalla madre è un maggiore coinvolgimento del padre.
(Lavorava in nero e dopo un mese era già sul posto di lavoro.)
In ogni caso, la libertà per una donna è anche quella di non considerarsi funzionale come corpo ad alcun ruolo o subordinata ad alcun giudizio nel caso di una scelta sul proprio corpo.
Già pensare che dietro a una scelta vi sia un rifiuto, implica un giudizio.
Un uomo, per esempio, non è tenuto a scegliere se allattare o meno.
E come tale non è subordinato al giudizio alcuno sul suo ruolo nella gravidanza.
Può andare in palestra a farsi i muscoli come prima, dormire sonni tranquilli mentre la moglie si alza per allattare, pretendere di non essere disturbato se il bimbo piange e nessuno gli darà mai contro. Quanti uomini sono così?
Perché nell'opinione comune la maternità è donna e a essa ella deve essere subordinata.
Perché?
 
Ultima modifica:

Fiammetta

Amazzone! Embe'. Sticazzi
Staff Forum
Poi ognuno di noi si crede unico e lo è ma le situazioni non lo sono e per chi lavora in quel settore sei solo l'ennesima persona che fa storie per una piccolezza.
Esiste la lega del latte con donne che seguono un percorso formativo per assistere e sostenere nell'allattamento
Già esatto
ho una brutta esperienza con una distensione della vescica non riconosciuta dalla capo sala del reparto, che mi ha lasciato a torcermi dai dolori per 2 ore, dicendo che ero frignona, poi il medico( fatto chiamare da me ) ha stabilito che avevo una distensione della vescica e che toccava sbloccare
mi disse sentirai un dolore acutissimo e urlerai ma poi ti sbloccherai
e così fu, comunque nei due giorni seguenti andare in bagno continuo' ad essere dolorosissimo
 

danny

Utente di lunga data
La montata lattea è un evento naturale.
Con la montata lattea allattare è una necessità fisica quale urinare, ma che richiede un'azione esterna per dare sollievo.
Ovviamente se sfortunatamente non avviene da sempre sono state cercate soluzioni e quelle odierne sono ottime, avendo noi le condizioni igieniche per farlo.
Rifiutare per principio l'allattamento è per me segno di un rifiuto di quell'aspetto del ruolo materno.
Storicamente è stato un comportamento diffuso tra le classi alte per l'idea di non rovinare il fisico e consentire il rientro rapido nella vita sociale di rappresentanza.
Una mia amica ha allattato, ma ha smesso presto perché si sentiva a disagio a conciliare o scindere l'immagine del suo corpo per la relazione sessuale e quella del corpo fornitore di cibo.
L'allattamento fa secernere sostanze che favoriscono le contrazioni uterine per riportarlo alle dimensioni pregravidanza e contribuiscono all'attaccamento.
È un'esperienza molto fisica e dà anche un piacere fisico.
Rifiutarla indica certamente qualcosa.
Ovviamente in ogni cosa ci sono aspetti positivi e negativi e, di conseguenza, l'allattamento artificiale (credo che poi troveremo un aggettivo più gradevole) ha quelli indicati e soprattutto una maggiore indipendenza dalla madre è un maggiore coinvolgimento del padre.
E scusate se è poco.
Io sono estremamente favorevole proprio per questo.
Esperienza che ripeterei.
Sentirsi come padre inclusi in questa esperienza straordinaria non è poco.
E il legame "fisico", io l'ho sentito eccome.
Anche con un biberon.
Ma quelle mani, quegli occhi, l'odore... chi se li dimentica.
 
Ultima modifica:

Brunetta

Utente di lunga data
(Lavorava in nero e dopo un mese era già sul posto di lavoro.)
In ogni caso, la libertà per una donna è anche quella di non considerarsi funzionale come corpo ad alcun ruolo o subordinata ad alcun giudizio nel caso di una scelta sul proprio corpo.
Già pensare che dietro a una scelta vi sia un rifiuto, implica un giudizio.
Un uomo, per esempio, non è tenuto a scegliere se allattare o meno.
E come tale non è subordinato al giudizio alcuno sul suo ruolo nella gravidanza.
Può andare in palestra a farsi i muscoli come prima, dormire sonni tranquilli mentre la moglie si alza per allattare, pretendere di non essere disturbato se il bimbo piange e nessuno gli darà mai contro. Quanti uomini sono così?
Perché nell'opinione comune la maternità è donna e a essa ella deve essere subordinata.
Perché?
Perché partorisce lei?
I problemi contingenti sono un'altra cosa.
Però se era in nero la sua libertà era in gioco sul lavoro, non nell'allattare o no.
È sano sempre riconoscere la realtà e fa parte della realtà avere un corpo che funziona in un determinato modo. Sarebbe indice di problemi, e lo è, rifiutare le mestruazioni o la menopausa o L' eiaculazione.

Per quanto riguarda invece la relazione con il bambino è un'altra storia.
Quando ho avuto mia figlia ho acquistato a metà prezzo un libro di un pediatra di estremo buon senso che diceva tra le altre cose che "un figlio starà molto molto tempo con i genitori, non è necessario dare tutto subito ".
È un fatto che il contatto fisico è importante per la crescita e può benissimo darlo il padre, la nonna, la balia è la madre che non alllatta al seno. Però trovo normale che si consigli un colloquio psicologico quando si manifesta un rifiuto così deciso.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Già esatto
ho una brutta esperienza con una distensione della vescica non riconosciuta dalla capo sala del reparto, che mi ha lasciato a torcermi dai dolori per 2 ore, dicendo che ero frignona, poi il medico( fatto chiamare da me ) ha stabilito che avevo una distensione della vescica e che toccava sbloccare
mi disse sentirai un dolore acutissimo e urlerai ma poi ti sbloccherai
e così fu, comunque nei due giorni seguenti andare in bagno continuo' ad essere dolorosissimo
Io ho avuto problemi con il primo parto perché la dilatazione ha avuto una accelerazione anomala.
 

Fiammetta

Amazzone! Embe'. Sticazzi
Staff Forum

danny

Utente di lunga data
Perché partorisce lei?
I problemi contingenti sono un'altra cosa.
Però se era in nero la sua libertà era in gioco sul lavoro, non nell'allattare o no.
È sano sempre riconoscere la realtà e fa parte della realtà avere un corpo che funziona in un determinato modo. Sarebbe indice di problemi, e lo è, rifiutare le mestruazioni o la menopausa o L' eiaculazione.

Per quanto riguarda invece la relazione con il bambino è un'altra storia.
Quando ho avuto mia figlia ho acquistato a metà prezzo un libro di un pediatra di estremo buon senso che diceva tra le altre cose che "un figlio starà molto molto tempo con i genitori, non è necessario dare tutto subito ".
È un fatto che il contatto fisico è importante per la crescita e può benissimo darlo il padre, la nonna, la balia è la madre che non alllatta al seno. Però trovo normale che si consigli un colloquio psicologico quando si manifesta un rifiuto così deciso.

Io no.
Fa parte di quella autodeterminazione che è parte della donna - e dell'uomo moderno.
Autodeterminazione che è anche:
scegliere pianificando nel tempo la gravidanza (o anche escluderla dalla propria vita)
scegliere se partorire con dolore o no
scegliere di portare a termine una gravidanza o meno
scegliere nei casi di necessità la fecondazione assistita
Etc.

Sono tutti casi in cui non vi è un approccio naturale all'essere genitore, ma consapevole.
E questo lo ritengo fondamentale, come principio di libertà.
La libertà di scegliere il modo in cui vivere (o non vivere) un'esperienza.
Che dire delle mamme che si sentono "colpevolizzate" perché non riescono a allattare adeguatamente?
O non hanno abbastanza latte?
Ha senso il sentirsi "inadeguate" rispetto ad altre?
Ha senso - inoltre- dover scegliere tra allattare al seno e la propria attività professionale, e provare sensi di colpa nel caso si scelga di dedicare il proprio tempo al lavoro non chiedendo i permessi per l'allattamento?
Sono scelte "sociali" che all'uomo non vengono richieste.
Perché se è vero che la gravidanza è solo femminile, per impossibilità fisica di fare altrimenti, tutto il resto è condivisibile e non esclusivo di un genere rispetto all'altro.
Dal cambiare i pannolini al provvedere all'alimentazione del nascituro tutto può essere condiviso in egual modo.
Teoricamente consente anche un avvicinamento della coppia.
In alcune coppie ho notato che nella fase neonatale il marito subisce un allontanamento e la neomamma è concentrata principalmente sul bimbo, assumendo il ruolo totalizzante di mamma.
Sarà naturale quanto si vuole, ma è sano?
 

danny

Utente di lunga data
Ricordo che all'epoca parlai di questa cosa con mia madre.
Lei allattò me al seno.
Mio fratello anni dopo con il latte artificiale.
Mia madre approvò molto la scelta di mia moglie.
L'allattamento al seno fu per mia madre un'esperienza faticosa, a livello fisico, tanto che alla successiva gravidanza le venne consigliato di allattare artificialmente e lei ne fu ben contenta.
Erano gli anni 70.
Nel suo racconto ricorda che all'epoca erano in molte a scegliere l'alternativa dal latte artificiale.
Lei lo considerò come una specie di liberazione.
E ne fu ben contenta.
Non era certo per mantenere le belle tette, mia madre non ha mai dato importanza all'aspetto fisico, anche se oggi si ritiene che chi fa questa scelta lo faccia per l'estetica o perché soffre di problemi.
Mia madre, passato l'entusiasmo del primo, e vista la fatica e i problemi, salutò con gioia il latte artificiale del secondo.
Che glielo poteva dare anche la babysitter, quando lei lavorava, per dire.
E credo che una mamma serena sia sempre meglio di una mamma stressata, e che ognuno comprenda quale sia la scelta ottimale per vivere una maternità serena. Che è tanto di salute per il figlio...
 
Ultima modifica:

Brunetta

Utente di lunga data

Carola

Utente di lunga data
Io ho allattato ma non sono una talebana della allattamento come tante ne ho incontrate
Però rifiutare a priori di farlo non l ho mai davvero capito
La maggior parte dei rifiuti nel mio giri di amicizie e stara fatta dalle sciure quelle me o propense in generale al sacrificio
Quelle più umili hanno allattato tutte e non credo x un discorso economico
Credetemi e così saranno numeri ma è così

Detto questo ognuno faccia un po cosa vuole
Allattare ti stanca non hai orari x un bel po con il bibe risolvi prima

Io la mia prima la allattai poco x che x via di un lutto molto forte capitata proprio mentre all'attacco mi ando via di punto in bianco
Stress ...

E mi dispiace ma è cresciuta molto bene Cmq l amore mio 😊
 

Carola

Utente di lunga data
Io ho allattato ma non sono una talebana della allattamento come tante ne ho incontrate
Però rifiutare a priori di farlo non l ho mai davvero capito
La maggior parte dei rifiuti nel mio giri di amicizie e stara fatta dalle sciure quelle me o propense in generale al sacrificio
Quelle più umili hanno allattato tutte e non credo x un discorso economico
Credetemi e così saranno numeri ma è così

Detto questo ognuno faccia un po cosa vuole
Allattare ti stanca non hai orari x un bel po con il bibe risolvi prima

Io la mia prima la allattai poco x che x via di un lutto molto forte capitato proprio mentre allattavo mi ando via di punto in bianco
Stress ...

E mi dispiacqe ma è cresciuta molto bene Cmq l amore mio 😊
 

Carola

Utente di lunga data
Io no.
Fa parte di quella autodeterminazione che è parte della donna - e dell'uomo moderno.
Autodeterminazione che è anche:
scegliere pianificando nel tempo la gravidanza (o anche escluderla dalla propria vita)
scegliere se partorire con dolore o no
scegliere di portare a termine una gravidanza o meno
scegliere nei casi di necessità la fecondazione assistita
Etc.

Sono tutti casi in cui non vi è un approccio naturale all'essere genitore, ma consapevole.
E questo lo ritengo fondamentale, come principio di libertà.
La libertà di scegliere il modo in cui vivere (o non vivere) un'esperienza.
Che dire delle mamme che si sentono "colpevolizzate" perché non riescono a allattare adeguatamente?
O non hanno abbastanza latte?
Ha senso il sentirsi "inadeguate" rispetto ad altre?
Ha senso - inoltre- dover scegliere tra allattare al seno e la propria attività professionale, e provare sensi di colpa nel caso si scelga di dedicare il proprio tempo al lavoro non chiedendo i permessi per l'allattamento?
Sono scelte "sociali" che all'uomo non vengono richieste.
Perché se è vero che la gravidanza è solo femminile, per impossibilità fisica di fare altrimenti, tutto il resto è condivisibile e non esclusivo di un genere rispetto all'altro.
Dal cambiare i pannolini al provvedere all'alimentazione del nascituro tutto può essere condiviso in egual modo.
Teoricamente consente anche un avvicinamento della coppia.
In alcune coppie ho notato che nella fase neonatale il marito subisce un allontanamento e la neomamma è concentrata principalmente sul bimbo, assumendo il ruolo totalizzante di mamma.
Sarà naturale quanto si vuole, ma è sano?
Danny si è sano
La mia moglie amica di pediatra ed oncologa

Non c'è ne il latte materno e meglio punto

Poi molte non ci hanno cazzi e x esaurirsi ben venga il biberon

Però poche palle non sono Madrid di serie b ma un po poi scassacasso x me si
Spesso le stesse avevano pure la puericultrice qui x dire
 

Piperita

Sognatrice
La montata lattea è un evento naturale.
Con la montata lattea allattare è una necessità fisica quale urinare, ma che richiede un'azione esterna per dare sollievo.
Ovviamente se sfortunatamente non avviene da sempre sono state cercate soluzioni e quelle odierne sono ottime, avendo noi le condizioni igieniche per farlo.
Rifiutare per principio l'allattamento è per me segno di un rifiuto di quell'aspetto del ruolo materno.
Storicamente è stato un comportamento diffuso tra le classi alte per l'idea di non rovinare il fisico e consentire il rientro rapido nella vita sociale di rappresentanza.
Una mia amica ha allattato, ma ha smesso presto perché si sentiva a disagio a conciliare o scindere l'immagine del suo corpo per la relazione sessuale e quella del corpo fornitore di cibo.
L'allattamento fa secernere sostanze che favoriscono le contrazioni uterine per riportarlo alle dimensioni pregravidanza e contribuiscono all'attaccamento.
È un'esperienza molto fisica e dà anche un piacere fisico.
Rifiutarla indica certamente qualcosa.
Ovviamente in ogni cosa ci sono aspetti positivi e negativi e, di conseguenza, l'allattamento artificiale (credo che poi troveremo un aggettivo più gradevole) ha quelli indicati e soprattutto una maggiore indipendenza dalla madre è un maggiore coinvolgimento del padre.
Aggiungo anche, tra gli aspetti negativi, che la donna che allatta proprio per lo stato di estasi che raggiunge, tende a non fare sesso e a tenere lontano l'uomo che a sua volta si sente escluso dal rapporto e può considerare il neonato un rivale
 

danny

Utente di lunga data
Io ho allattato ma non sono una talebana della allattamento come tante ne ho incontrate
Però rifiutare a priori di farlo non l ho mai davvero capito
La maggior parte dei rifiuti nel mio giri di amicizie e stara fatta dalle sciure quelle me o propense in generale al sacrificio
Quelle più umili hanno allattato tutte e non credo x un discorso economico
Credetemi e così saranno numeri ma è così

Detto questo ognuno faccia un po cosa vuole
Allattare ti stanca non hai orari x un bel po con il bibe risolvi prima

Io la mia prima la allattai poco x che x via di un lutto molto forte capitata proprio mentre all'attacco mi ando via di punto in bianco
Stress ...

E mi dispiace ma è cresciuta molto bene Cmq l amore mio 😊

Quindi l'essere buone madri presuppone il sacrificio di sé?
E se invece valutassimo positivamente il tempo trascorso col bambino, considerandolo soprattutto fonte di gioia e non di fatica?
Che c'è di male, a quel punto, nell'escludere ciò che è fonte di stress - o di fatica - nel rapporto col bambino e - anche - col padre?
Attenzione, non sto dicendo che è meglio un allattamento rispetto ad un altro.
Affermo che si può scegliere senza che questo debba portare di conseguenza a un giudizio negativo pregiudizievole.
Nella mentalità comune attuale la donna che non allatta è proprio come valutata come dici tu, poco incline al sacrificio.
Perché per i figli una donna "deve" sacrificare se stessa.
E' così anche per l'uomo?
 
Ultima modifica:
Top