Cosa è successo...
Quando sono nato io, negli anni Cinquanta, la popolazione mondiale contava circa due miliardi di individui. Quanti ne conta oggi la sola Repubblica Popolare Cinese. Quando sono nato io l'Europa era divisa in due da un muro invalicabile. Oggi la Terra è popolata da oltre sette miliardi di persone. Ed è già trascorso più di un quarto di Secolo dalla caduta di quel muro che divideva l'Europa. Quando accadde tutti salutammo la libertà, trascurando che quel crollo avrebbe liberato almeno mezzo miliardo di lavoratori a basso costo. Oggi, mentre il continuo progresso tecnologico, l'automazione e la connettività trasformano senza sosta la vita di tutti, saranno disponibili sì e no un miliardo e mezzo di lavori qualificati. Uno per ogni cinque individui. Il mondo che conoscevamo semplicemente non esiste più. E siamo in molti di più a condividere le fette della stessa torta. Negli ultimi dieci anni, solo a titolo esemplificativo, sono spariti i dischi, la corrispondenza ordinaria, le pellicole fotografiche. Stanno chiudendo tutte le edicole. Si fa più presto a comprare un articolo su Amazon o su Ebay che nel negozio sotto casa. Si fa più presto a comprare un biglietto aereo o ferroviario su Internet che in agenzia. Ve ne siete accorti? non abbastanza. Perché un giorno alla volta il mondo è cambiato sotto i nostri occhi e pure sotto i nostri piedi. Non si può più fare l'Italia della Scala Mobile, dei BOT al quindici per cento. Per la stessa ragione per cui non si può prendere un fritto misto di mare e ordinare al cameriere che ce lo riporti in tavola sotto forma di acquario. Quel mondo è finito e non possiamo farci niente. La tanto vituperata globalizzazione ha portato fuori dalla povertà assoluta due terzi dei cittadini di quello che eravamo abituati a chiamare Terzo Mondo. Alcuni Paesi, come la Corea del Sud, ci hanno superato in ricchezza. Resta immersa nella miseria solo la Povera Africa, in specie quella sub-sahariana. E le conseguenze le vediamo ogni giorno ai nostri confini. Ma il mondo di oggi chiede altro. In tanti non hanno capito che in questo Paese difficilmente arriveranno investitori dall'estero. Perché i processi legislativi richiedono in media tre anni per andare a conclusione, perché i governi sono costretti a decretare d'urgenza per non impastarsi nel bicameralismo paritario, perché i tre gradi di giudizio rendono interminabili i processi civili e penali, impantanandoli fino alla prescrizione. Perché le leggi dello Stato si sovrappongono e si confondono con quelle regionali. Dove spesso non si capisce di chi e a chi risalgano le competenze. Perché una concessione dello Stato può essere impugnata da un Ente locale, un investimento o un'attività possono essere bloccati dalla mattina alla sera, perché imperversano i TAR che troppo spesso sentenziano a caso. Perché il costo della burocrazia (province incluse), in tempo e denaro, è pari a tre punti di PIL, come ha dimostrato la scorsa settimana la CGIA di Mestre. E d'altra parte, in questo stesso quadro, quali speranze avranno mai le nostre Aziende per essere competitive in un mondo che si è fatto così duro??? Ha vinto la speranza di tornare indietro, ai BOT e alla Scala Mobile, alla concertazione e al consociativismo. In un mondo che premia l'innovazione, la genialità, l'originalità, la bellezza, tutte eccellenze di cui il nostro Paese abbonda, ma che restano e resteranno mortificate dalla maggioranza dei conservatori. Certo, la "riforma" era imperfetta, aveva i suoi bei punti di criticità. Come ci ha spiegato bene la sinistra col ditino alzato e il cazzetto dritto. E, a sostegno di questa corrente di pensiero si sono chiamati a sproposito Resistenza, battaglie sindacali, padri della patria. Raramente ho visto di peggio. E tutto insieme. Mi sono trovato a discutere con segretari ANPI nati nel 1965. Se sono partigiani loro, allora io, coi miei anni, ho tutto il diritto di dirmi Garibaldino. Questo Paese affrontò e vinse battaglie progressiste di civiltà, il Divorzio, l'Aborto, diritti che oggi sembrano scontati e naturali, ma che negli anni Settanta scontati e naturali non erano affatto. Questo Paese comprese cosa fosse il terrorismo e che rischi costituisse per la Democrazia e la convivenza civile, sconfiggendolo. Stavolta hanno vinto i conservatori. Dei conservatori così tanto conservatori da illudersi di essere dei progressisti.