nina
Utente di lunga data
Ciao a tutti,
Sono nuova e volevo proporre anche a voi la mia storia - non so più dove sbattere la testa e vedo che siete tutti molto articolati e maturi, spero in un buon consiglio!Ho 26 anni e sono in carrozzina, la mia storia è durata 4 anni con una ragazza che all'epoca aveva 17 anni e oggi ne ha 21. Amica di una mia amica di internet, si è innamorata di me leggendo i miei racconti, abbiamo chiacchierato meravigliosamente per mesi, e io, ignara e senza malizia, la invito a casa mia e finiamo a fare l'amore. Ci innamoriamo pazzamente. Sua madre non la prende bene, all'inizio, ma poi mi conosce e impara a fidarsi. Lei è sempre molto chiusa e insicura: nonostante stiamo benissimo quando stiamo insieme, farle prendere il treno è uno strazio ed è fonte di litigate. Dopo due anni, mntre io ero sotto tesi, mi dice che non ce la fa e mi lascia per telefono. Per un mese taglio i contatti, ma a Natale mi manda gli auguri, ricominciamo a sentirci, e a marzo siamo di nuovo insieme. Io l'ho sempre supportata e sostenuta, nonché aiutata con gioia ogni volta che ha avuto bisogno, perché è una persona diversa dalle altre. Ogni volta che l'ho vicina mi sento l'anima che trabocca, vorrei raccogliermela nel palmo della mano cme il primo giorno. Il sesso è fantastico e io da parte sua lo sento, l'amore.
Per la Magistrale decido di avvicinarmi e cambio città: riusciamo a vederci nei weekend e certe volte quando lei ha lezione all'università. Ha sempre un carattere difficile e fatica a fare amicizia, a fare viaggi con me, e a vedermi più dello stretto necessario, nonostante ci sentiamo sempre, anche se il sesso rimane splendido, e lei fantastica con me. Certe volte mi fa imbestialire, perché ogni uomo che le fa un complimento è subito oggetto della sua xontentezza: ogni volta che un ragazzo per stradale fa un complimento, lei viene a riferirmelo tutta contenta, senza capire perché iomi arrabbi. Quando l'istruttore di scuola guida comincia a dare il galante, lei me lo viene a dire quasi contenta dei complimenti che le fa. La litigata è furiosa. A marzo le viebe disgnosticato un disturbo dell'umore, per il quale comincia a prendere un antidepressivo. Comincia ad aprirsi e a farsi degli amici, fra cui un ragazzo molto chiuso. Mi dice che le pillole le fano calare la libido, il sesso fra noi è sempre stato magnifico, ma io le dico che se è felice possiamo non farlo. e non glieme chiedo più, dato che lei mi dice che non è colpa mia. Io sono felice per lei, contenta che abbia amici... Lo scorso anno viene addirittura al mare con me a casa deimiei, nonostante la vacanza sia un fiasco, e a giugno di quest'anno a un matrimonio, anche se insiene facciamo una vita un po' sedentaria, il che mi fa soffrire. A luglio le propongo di fare un viaggio con me a Torino, ma lei mi dice che cn la carrozzina gli ostacoli le impediscono di godersi il viaggio. Mi spzza il cuore e non capisce perché. Le cose peggiorano ad agosto di quest'anno: insiste ad andare in vacanza col padre che odia, e non con me, ma mi chiama, dice che il padre la tratta male e che vorrebbe fare l'amore con me. Io esplodo. A vent'anni, in vacanza con tuo padre che ti tratta male sì, e con me no? Oltretutto, viene in vacanza con la madre qui vicino ma si rifiutano di venirci a trovare. Facciamo comunque pace, a fine settembre rilitighiamo per la questione viaggi, e sentirmi dire che dovrei avere riguardo per lei, perché fa fatica, mi spezza il cuore. Fra un impegno e un altro, si fa sentire meno, c'è sempre un moivo per non vedermi, mi racconta del ragazzo chiuso dell'università, io continuo a impormi di non essere gelosa, perché non ha mai avuto amici. A fine ottobre, dopo un sabato saltato mi dice che verrà lunedì. Io mi illudo che avrebbe dormito, ma lei mi dice che non è obbligata, anche se stiamo insieme. Da lì, una serie di litigi continui. Io sono di nuovo sotto tesi e smetto di mangiare e dormire. Lei mi parla meno e mi sorge il dubbio che vada con questo ragazzo di cui comincia a parlarmi a raffica, sempre, ma una volta voleva anche farmelo conoscere, possibile che faccia una cosa del genere? Mi sento orrenda e non voglio farmi filmini. E' sempre stata una persona schietta e sincera, abbiamo sempre avuto livelli di confidenza e intimità mai visti, pensavo avessimo un legame diverso dalle altre persone. L'11 di novembre, mentre siamo al cinema, dopo aver fatto l'amore (!!!) e mangiato la pizza, le arrivano dei messaggi mentre siede di fianco a me. Io per caso butto l'occhio, io che mai le ho preso il cellulare,e il collega le sta chiedendo se viene a farle compagnia per sesso e massaggi. Lei gli risponde che quella sera non può, ma le piacerebbe molto. Io ho un attacco di panico nel cinema. Scappo in bagno e lei non capisce. Mi raggiunge, la faccio confessare e lei mi dice che si, ci è andata a letto un paio di volte di recente, ma non le è piaciuto per nulla: l'ha fatto d'istinto, perché la opprimevo, voleva provare qualcosa di diverso e con le medicine non sente nulla. Che non ci sarebbe andata se non avessimo litigato in quei giorni (quindi è colpa mia? E che oppressione è chiedere di vedersi piùdi un we a settimana dopo 4 anni, o di farsi un viaggio?). Bugia: se ci è tornata, le dico, vuol dire che le è piaciuto. Mi chiede di andare a parlare in un bar, ma io le intimo di sparire, e lei subito chiama la mamma per farsi venire a prendere. Oltretutto so che il collega lo aveva invitato a casa sua ad agosto, ergo secondo me hanno cominciato allora, perché da agosto non mi ha più chiesto di fare l'amore. Le chiedo se è innamorata di lui, e lei no, non gliene frega nulla, è solo un amico, altrimenti mi avrebbe nascosto la sua esistenza. Le faccio notare la parata di culo. Lei dice che è confusa, che è ancora innamorata di me, che non voleva dirmelo per non spezzarmi il cuore, e io le rispondo che finché non prendeva le medicine le sono andata bene, adesso che non le serve più l'appoggio, ciao. Lei rispopnde che non è vero, che il sentimento che ha provato per me mai per nessuna persona, che mi ha davvero amata, che preferisce mille volte venire a letto con me, ma che i sentimenti sono diversi da quattro anni fa: non riesce a immaginare la sua vita senza di me, che sono la sua compagna di vita, che è come se fossimo sposate, che non sa come darmi quello che voglio da questa relazione. Io le do della gran puttana, dell'egoista, le dico che si preoccupa solo dell'altrui stima senza guadagnarsela, che dopo tutto quello che abbiamo passato insieme non meritavo nemmeno una misura di onestà e di rispetto, che quella sera è venuta a letto con me senza problemi (e vi censuro le parole esatte), che per lei avrei dato il sangue, e che lei non lo ha voluto, non l'avessi mai toccata, quattro anni prima. Appena dico così, comincia a piangere anche lei, mi chiede perdono in ginocchio, perché è una persona di merda. Io le dico per favore di alzarsi da terra, lei mi richiede se prima o poi, più in là, la potrò perdonare... io divento una belva, a lei vanno bene i complimenti di tutti gli uomini che le danno attenzione, ed è andato col primo disponibile (e lei a difenerlo pure, dicendomi che non era il primo disponibile: le rispondo peggio, il primo disponibile che le è piaciuto!) La accompagno giù dalla mamma (che saluto, rispondendo seccamente ai suoi tentativi di difendere la figlia. Ovviamente, la mamma, che mi ha trttata sempre come un'amica, sapeva tutto da un bel po'...) Restano a guardarmi con le portiere aperte per un po' e addirittura lei mi dice che prendo freddo... e io le dico che fino ad adesso non si è preoccupata, ora che cazzo gliene frega? Se ne vanno. Mezzora dopo, distrutta, la richiamo da casa di una mia amica. Mi ricordo del messaggio di lui sui massaggi... le faccio notare che almeno poteva avere il pudore di non scrivergli davanti a me ("ma è un mio amico, non sapevo mi avrebbe chiesto del sesso!", mi risponde!!), le chiedo se si facesse le coccole con lui come con me... e lei mi risponde che lui è un diversivo. Come si fa, le chiedo, a dire a qualcuno di essere la sua compagna di vita mentre dici una cosa del genere? Mi dice che ha cercato di farla funzionare, la nostra relazione... e io le faccio notare che le gambe me le ha aperte, questa sera. E lei che non voleva che lo facessi, che non le è piaciuto. Perdo completamente le staffe. Forse non voleva, le dico, forse si vergognava, ma tanto io non sapevo nulla, perché non farmelo fare, se proprio insistevo? Le dico che invece le è proprio piaciuto, e che, carina com'è, uno che se la scopa se lo trova, ma che resterà sola appena lui scopre che persona è. Le chiedo quando me lo avrebbe detto e lei mi dice "sabato prossimo ti avrei lasciata, ma senza dirti di lui"... le rido in faccia. "Certo, così perdevi il punto di riferimento". Mi viene chiuso il telefono in faccia.
Io, distrutta, comincio ad avere attacchi di ansia e di panico nei giorni seguenti: un mese prima ho dormito a casa sua, due giorni prima di questo fattaccio mi diceva, nella stessa frase, litigando, arrabbiata perché l'avevo ignorata durante il giorno, che non ce la faceva più, che nella vita si cambia, si cresce, che noi ci eravamo scelte, che stava con me da quando aveva diciassette anni, che sabato sarebbe venuta per parlare con me del viaggio da farsi e che tutto si sarebbe aggiustato. Mi sento uno schifo. Torno dai miei e dieci giorni dopo decido di mandarle un messaggio per chiederle chiarimenti. Lei mi risponde "Mi dispiace, che altro c'è da chiarire. Ora non me la sento, mi dispiace tanto."
Non l'ho più contattata. Il 1 dicembre mi arriva un messaggio della mamma, che mi chiede se può avere il mio IBAN per ridarmi dei soldi (glieli vevo prestati per aiutarla con l'università ed era un po' che volevano ridarmeli. Io, ingenua, avevo pure detto 'tranquille, mica siete estranee!'). Io non le rispondo: della correttezza a posteriori, per intermediari, me ne faccio poco. La cancello da Facebook insieme ai suoi parenti (la sua famiglia mi aveva accolta a braccia aperte), ma ahimé, ogni tanto controllo se ha altri amici e vedo che aggiunge sempre gente nuova. Non ha tolto i miei parenti, però, e non li ha filtrati. A dicembre, per la prima volta spunta una foto di lei truccata su facebook, e giorni dopo altre foto sue, lei che non ha mai voluto farsene. Scopro pure che nel frattempo ha dato un esame col massimo dei voti e che ha aggiunto, dopo Capodanno, quei colleghi che mi diceva fossero simpatici ma ignoranti... Quella sera mi chiedeva perdono piangendo, ma da allora sono passati due mesi, e non l'ho più risentita, dopo tutti questi anni in cui pensavo a lei come la mia compagna di vita, ma per davvero. Ci sono tante cose che non ha visto, o forse ha finto di non vedere. Ho scritto e stracciato un sacco di lettere, ma non sono io ad essere nel torto. Se mi avesse voluta, e se avesse voluto davvero il mio perdono, mi avrebbe già cercata. La psicologa mi ha aiutata un po' a sfogarmi, ma io ho questo dolore incessante al petto e non riesco a smettere di pensare a lei, che negli ultimi due mesi di relazione sembra aver cambiato personalità e addirittura modo di parlare... ho sempre avuto il sospetto che abbia assorbito i modi di parlare del suo collega. Mi manca da impazzire, mi fa malissimo vedere a spizzichi e bocconi che senza di me sta benissimo, altro che bottone, e combatto tutto il giorno con la voglia di scriverle una lettera, di chiamarla, di farmi riavere delle mie cose per poterla vedere, ma poi ripeto a me stessa che non posso, che non devo essere debole, che non sono colpevole di nulla... addirittura, parlando della ex del suo collega, lei la derideva di come, due mesi dopo, avesse provato a mandare una lettera... non so più cosa fare del mio cuore. Vorrei chiederle se dopo esserle stata accanto anche nei momenti in cui era in grave difficoltà io sono meno importante di uno che la prende per il culo a lezione... Vorrei scriverle di come il mio tentativo di chiederle di fare i viaggi fosse un tentativo di fare l'amore in un altro posto, per recuperare l'intimità, per mostrarle che la carrozzina non fosse un problema... Vorrei scriverle di come conoscessi a memoria il bugiardino delle sue medicine, di come morissi dalla voglia di fare l'amore... quella sera mi ha raccontato pure una bella storiella per sondare il terreno: "Sai, il mio amico mi raccontava di questi due suoi amici che si sono lasciati perché uno voleva scopare sempre e l'altro non riusciva a stargli dietro... da qundo sono amici, si fanno i viaggi, e ogni tanto scopano!". Se era il sesso che voleva da me, perché non chiedermelo? Perché pararsi il culo con le medicine, mentre intanto la verità è che hai già preso da qualcun altro? Non posso scriverglielo, non voglio fare la ex patetica di cui probabilmente ride col tizio (con cui forse sta insieme?). La cosa ridicola è che la amo ancora, ma lei il fantomatico perdono che voleva quella sera non me lo ha mai più chiesto, silenzio di tomba. Io mi sto macerando e non so più che fare. Dovrei volere il distacco, ma non lo voglio... Mesi fa mi diceva "è come se stessi vivendo una seconda adolescenza" e io, mio malgrado, non riesco a smettere di sperare che, anche se adesso è tutta contenta, si penta e si accorga più in là della persona che ha perduto, nonostante tutte le cattiverie (meritate, fra l'altro) che posso averle detto quella sera. Ma adesso ha i suoi amici, il tizio che se la scopa che è maschio, normodotato e che è pure suo collega all'università, e mi dispero pensando che figurati se poi debbotto mi ripensa: se mi avesse ripensato, lo avrebbe già fatto. E sì, lo so che dovrei riprendermi la mia vita in mano e distrarmi... pensavo fosse una crisi passeggera, anche se nell'ultimo mese che siamo state insieme mi trattava molto male. Pubblicava link su Facebook per attirare la mia attenzione, ma non mi rivolgeva la parola. Una settimana prima chiede l'amicizia a mia madre per vedere delle mie foto, e mia madre l'aveva preso per una sorta di avvicinamento, per poi rimanerci male. Mi proponeva di venire a casa, mi dava buca e, davanti alla mia rabbia, mi diceva 'non basta l'intenzione?' e io mi irrigidivo sempre di più. Ogni volta che cercavo di parlare, mi faceva muro e mi diceva 'ho la mia vita', che tradotto col senno di poi era 'lasciami scopare chi voglio e non rompere'. Mi ripeto che scriverle dopo due mesi è tardi, che forse dovevo farlo subito, che forse quella sera avrei dovuto evitare di richiamarla per infierire, ma cosa dovevo fare? Restare calma e perdonarla? Come potevo? Niente auguri di Natale, stavolta: dopo quel "ma ora non me la sento", il nulla. Io alterno il dolore al petto al senso di vuoto, penso a questa persona che, da ricca dentro, e che della carrozzina se ne fregava, è diventata una ragazzina di quindici anni, sempre a messaggiare col telefono in mano. Mi chiedo se è possibile che si penta, che la "seconda adolescenza" passi e che torni, perché forse due mesi sono pochi, o se forse il cazzo le piacesse molto di più di quanto le piacessi io, e figurati se magari, pur rendendosi conto, torna indietro... Che fare? Voi cosa mi consigliate? Che fareste al mio posto? Mi è sempre sembrato avessimo un legame autentico, pur fra alti e bassi. Ormai sono una larva, oscillo tutto il giorno fra "se avesse voluto il mio perdono me lo avrebbe già chiesto" a "forse si vergogna troppo pur volendo, dato che anche quando ci siamo rimesse insieme la codardia c'era" a "se torna torna da sola, non posso forzare i sentimenti di nessuno, e se si accorge che con me stava bene non sono io a doverglielo dire, perché mi ha trattata di pezza" a "molto probabilmente sono acqua passata, al 90% nemmeno mi pensa". Avrei un pretesto per rivederla, ma ho paura di un ulteriore rifiuto, considerato poi che la parte lesa sono io, anche se mi pento di non averle lasciato spiragli, e non so come togliermi questo peso, questo dubbio. Magari a scriverle la lusingo pure e le faccio capire, nell'ipotesi che le interessi, che ha potere su di me. E lo so che chi non ci ama non ci merita, ma questo non mi consola. Ho fatto bene a non contattarla più? Faccio bene a continuare a non farlo? Può servire a qualcosa?
Sono nuova e volevo proporre anche a voi la mia storia - non so più dove sbattere la testa e vedo che siete tutti molto articolati e maturi, spero in un buon consiglio!Ho 26 anni e sono in carrozzina, la mia storia è durata 4 anni con una ragazza che all'epoca aveva 17 anni e oggi ne ha 21. Amica di una mia amica di internet, si è innamorata di me leggendo i miei racconti, abbiamo chiacchierato meravigliosamente per mesi, e io, ignara e senza malizia, la invito a casa mia e finiamo a fare l'amore. Ci innamoriamo pazzamente. Sua madre non la prende bene, all'inizio, ma poi mi conosce e impara a fidarsi. Lei è sempre molto chiusa e insicura: nonostante stiamo benissimo quando stiamo insieme, farle prendere il treno è uno strazio ed è fonte di litigate. Dopo due anni, mntre io ero sotto tesi, mi dice che non ce la fa e mi lascia per telefono. Per un mese taglio i contatti, ma a Natale mi manda gli auguri, ricominciamo a sentirci, e a marzo siamo di nuovo insieme. Io l'ho sempre supportata e sostenuta, nonché aiutata con gioia ogni volta che ha avuto bisogno, perché è una persona diversa dalle altre. Ogni volta che l'ho vicina mi sento l'anima che trabocca, vorrei raccogliermela nel palmo della mano cme il primo giorno. Il sesso è fantastico e io da parte sua lo sento, l'amore.
Per la Magistrale decido di avvicinarmi e cambio città: riusciamo a vederci nei weekend e certe volte quando lei ha lezione all'università. Ha sempre un carattere difficile e fatica a fare amicizia, a fare viaggi con me, e a vedermi più dello stretto necessario, nonostante ci sentiamo sempre, anche se il sesso rimane splendido, e lei fantastica con me. Certe volte mi fa imbestialire, perché ogni uomo che le fa un complimento è subito oggetto della sua xontentezza: ogni volta che un ragazzo per stradale fa un complimento, lei viene a riferirmelo tutta contenta, senza capire perché iomi arrabbi. Quando l'istruttore di scuola guida comincia a dare il galante, lei me lo viene a dire quasi contenta dei complimenti che le fa. La litigata è furiosa. A marzo le viebe disgnosticato un disturbo dell'umore, per il quale comincia a prendere un antidepressivo. Comincia ad aprirsi e a farsi degli amici, fra cui un ragazzo molto chiuso. Mi dice che le pillole le fano calare la libido, il sesso fra noi è sempre stato magnifico, ma io le dico che se è felice possiamo non farlo. e non glieme chiedo più, dato che lei mi dice che non è colpa mia. Io sono felice per lei, contenta che abbia amici... Lo scorso anno viene addirittura al mare con me a casa deimiei, nonostante la vacanza sia un fiasco, e a giugno di quest'anno a un matrimonio, anche se insiene facciamo una vita un po' sedentaria, il che mi fa soffrire. A luglio le propongo di fare un viaggio con me a Torino, ma lei mi dice che cn la carrozzina gli ostacoli le impediscono di godersi il viaggio. Mi spzza il cuore e non capisce perché. Le cose peggiorano ad agosto di quest'anno: insiste ad andare in vacanza col padre che odia, e non con me, ma mi chiama, dice che il padre la tratta male e che vorrebbe fare l'amore con me. Io esplodo. A vent'anni, in vacanza con tuo padre che ti tratta male sì, e con me no? Oltretutto, viene in vacanza con la madre qui vicino ma si rifiutano di venirci a trovare. Facciamo comunque pace, a fine settembre rilitighiamo per la questione viaggi, e sentirmi dire che dovrei avere riguardo per lei, perché fa fatica, mi spezza il cuore. Fra un impegno e un altro, si fa sentire meno, c'è sempre un moivo per non vedermi, mi racconta del ragazzo chiuso dell'università, io continuo a impormi di non essere gelosa, perché non ha mai avuto amici. A fine ottobre, dopo un sabato saltato mi dice che verrà lunedì. Io mi illudo che avrebbe dormito, ma lei mi dice che non è obbligata, anche se stiamo insieme. Da lì, una serie di litigi continui. Io sono di nuovo sotto tesi e smetto di mangiare e dormire. Lei mi parla meno e mi sorge il dubbio che vada con questo ragazzo di cui comincia a parlarmi a raffica, sempre, ma una volta voleva anche farmelo conoscere, possibile che faccia una cosa del genere? Mi sento orrenda e non voglio farmi filmini. E' sempre stata una persona schietta e sincera, abbiamo sempre avuto livelli di confidenza e intimità mai visti, pensavo avessimo un legame diverso dalle altre persone. L'11 di novembre, mentre siamo al cinema, dopo aver fatto l'amore (!!!) e mangiato la pizza, le arrivano dei messaggi mentre siede di fianco a me. Io per caso butto l'occhio, io che mai le ho preso il cellulare,e il collega le sta chiedendo se viene a farle compagnia per sesso e massaggi. Lei gli risponde che quella sera non può, ma le piacerebbe molto. Io ho un attacco di panico nel cinema. Scappo in bagno e lei non capisce. Mi raggiunge, la faccio confessare e lei mi dice che si, ci è andata a letto un paio di volte di recente, ma non le è piaciuto per nulla: l'ha fatto d'istinto, perché la opprimevo, voleva provare qualcosa di diverso e con le medicine non sente nulla. Che non ci sarebbe andata se non avessimo litigato in quei giorni (quindi è colpa mia? E che oppressione è chiedere di vedersi piùdi un we a settimana dopo 4 anni, o di farsi un viaggio?). Bugia: se ci è tornata, le dico, vuol dire che le è piaciuto. Mi chiede di andare a parlare in un bar, ma io le intimo di sparire, e lei subito chiama la mamma per farsi venire a prendere. Oltretutto so che il collega lo aveva invitato a casa sua ad agosto, ergo secondo me hanno cominciato allora, perché da agosto non mi ha più chiesto di fare l'amore. Le chiedo se è innamorata di lui, e lei no, non gliene frega nulla, è solo un amico, altrimenti mi avrebbe nascosto la sua esistenza. Le faccio notare la parata di culo. Lei dice che è confusa, che è ancora innamorata di me, che non voleva dirmelo per non spezzarmi il cuore, e io le rispondo che finché non prendeva le medicine le sono andata bene, adesso che non le serve più l'appoggio, ciao. Lei rispopnde che non è vero, che il sentimento che ha provato per me mai per nessuna persona, che mi ha davvero amata, che preferisce mille volte venire a letto con me, ma che i sentimenti sono diversi da quattro anni fa: non riesce a immaginare la sua vita senza di me, che sono la sua compagna di vita, che è come se fossimo sposate, che non sa come darmi quello che voglio da questa relazione. Io le do della gran puttana, dell'egoista, le dico che si preoccupa solo dell'altrui stima senza guadagnarsela, che dopo tutto quello che abbiamo passato insieme non meritavo nemmeno una misura di onestà e di rispetto, che quella sera è venuta a letto con me senza problemi (e vi censuro le parole esatte), che per lei avrei dato il sangue, e che lei non lo ha voluto, non l'avessi mai toccata, quattro anni prima. Appena dico così, comincia a piangere anche lei, mi chiede perdono in ginocchio, perché è una persona di merda. Io le dico per favore di alzarsi da terra, lei mi richiede se prima o poi, più in là, la potrò perdonare... io divento una belva, a lei vanno bene i complimenti di tutti gli uomini che le danno attenzione, ed è andato col primo disponibile (e lei a difenerlo pure, dicendomi che non era il primo disponibile: le rispondo peggio, il primo disponibile che le è piaciuto!) La accompagno giù dalla mamma (che saluto, rispondendo seccamente ai suoi tentativi di difendere la figlia. Ovviamente, la mamma, che mi ha trttata sempre come un'amica, sapeva tutto da un bel po'...) Restano a guardarmi con le portiere aperte per un po' e addirittura lei mi dice che prendo freddo... e io le dico che fino ad adesso non si è preoccupata, ora che cazzo gliene frega? Se ne vanno. Mezzora dopo, distrutta, la richiamo da casa di una mia amica. Mi ricordo del messaggio di lui sui massaggi... le faccio notare che almeno poteva avere il pudore di non scrivergli davanti a me ("ma è un mio amico, non sapevo mi avrebbe chiesto del sesso!", mi risponde!!), le chiedo se si facesse le coccole con lui come con me... e lei mi risponde che lui è un diversivo. Come si fa, le chiedo, a dire a qualcuno di essere la sua compagna di vita mentre dici una cosa del genere? Mi dice che ha cercato di farla funzionare, la nostra relazione... e io le faccio notare che le gambe me le ha aperte, questa sera. E lei che non voleva che lo facessi, che non le è piaciuto. Perdo completamente le staffe. Forse non voleva, le dico, forse si vergognava, ma tanto io non sapevo nulla, perché non farmelo fare, se proprio insistevo? Le dico che invece le è proprio piaciuto, e che, carina com'è, uno che se la scopa se lo trova, ma che resterà sola appena lui scopre che persona è. Le chiedo quando me lo avrebbe detto e lei mi dice "sabato prossimo ti avrei lasciata, ma senza dirti di lui"... le rido in faccia. "Certo, così perdevi il punto di riferimento". Mi viene chiuso il telefono in faccia.
Io, distrutta, comincio ad avere attacchi di ansia e di panico nei giorni seguenti: un mese prima ho dormito a casa sua, due giorni prima di questo fattaccio mi diceva, nella stessa frase, litigando, arrabbiata perché l'avevo ignorata durante il giorno, che non ce la faceva più, che nella vita si cambia, si cresce, che noi ci eravamo scelte, che stava con me da quando aveva diciassette anni, che sabato sarebbe venuta per parlare con me del viaggio da farsi e che tutto si sarebbe aggiustato. Mi sento uno schifo. Torno dai miei e dieci giorni dopo decido di mandarle un messaggio per chiederle chiarimenti. Lei mi risponde "Mi dispiace, che altro c'è da chiarire. Ora non me la sento, mi dispiace tanto."
Non l'ho più contattata. Il 1 dicembre mi arriva un messaggio della mamma, che mi chiede se può avere il mio IBAN per ridarmi dei soldi (glieli vevo prestati per aiutarla con l'università ed era un po' che volevano ridarmeli. Io, ingenua, avevo pure detto 'tranquille, mica siete estranee!'). Io non le rispondo: della correttezza a posteriori, per intermediari, me ne faccio poco. La cancello da Facebook insieme ai suoi parenti (la sua famiglia mi aveva accolta a braccia aperte), ma ahimé, ogni tanto controllo se ha altri amici e vedo che aggiunge sempre gente nuova. Non ha tolto i miei parenti, però, e non li ha filtrati. A dicembre, per la prima volta spunta una foto di lei truccata su facebook, e giorni dopo altre foto sue, lei che non ha mai voluto farsene. Scopro pure che nel frattempo ha dato un esame col massimo dei voti e che ha aggiunto, dopo Capodanno, quei colleghi che mi diceva fossero simpatici ma ignoranti... Quella sera mi chiedeva perdono piangendo, ma da allora sono passati due mesi, e non l'ho più risentita, dopo tutti questi anni in cui pensavo a lei come la mia compagna di vita, ma per davvero. Ci sono tante cose che non ha visto, o forse ha finto di non vedere. Ho scritto e stracciato un sacco di lettere, ma non sono io ad essere nel torto. Se mi avesse voluta, e se avesse voluto davvero il mio perdono, mi avrebbe già cercata. La psicologa mi ha aiutata un po' a sfogarmi, ma io ho questo dolore incessante al petto e non riesco a smettere di pensare a lei, che negli ultimi due mesi di relazione sembra aver cambiato personalità e addirittura modo di parlare... ho sempre avuto il sospetto che abbia assorbito i modi di parlare del suo collega. Mi manca da impazzire, mi fa malissimo vedere a spizzichi e bocconi che senza di me sta benissimo, altro che bottone, e combatto tutto il giorno con la voglia di scriverle una lettera, di chiamarla, di farmi riavere delle mie cose per poterla vedere, ma poi ripeto a me stessa che non posso, che non devo essere debole, che non sono colpevole di nulla... addirittura, parlando della ex del suo collega, lei la derideva di come, due mesi dopo, avesse provato a mandare una lettera... non so più cosa fare del mio cuore. Vorrei chiederle se dopo esserle stata accanto anche nei momenti in cui era in grave difficoltà io sono meno importante di uno che la prende per il culo a lezione... Vorrei scriverle di come il mio tentativo di chiederle di fare i viaggi fosse un tentativo di fare l'amore in un altro posto, per recuperare l'intimità, per mostrarle che la carrozzina non fosse un problema... Vorrei scriverle di come conoscessi a memoria il bugiardino delle sue medicine, di come morissi dalla voglia di fare l'amore... quella sera mi ha raccontato pure una bella storiella per sondare il terreno: "Sai, il mio amico mi raccontava di questi due suoi amici che si sono lasciati perché uno voleva scopare sempre e l'altro non riusciva a stargli dietro... da qundo sono amici, si fanno i viaggi, e ogni tanto scopano!". Se era il sesso che voleva da me, perché non chiedermelo? Perché pararsi il culo con le medicine, mentre intanto la verità è che hai già preso da qualcun altro? Non posso scriverglielo, non voglio fare la ex patetica di cui probabilmente ride col tizio (con cui forse sta insieme?). La cosa ridicola è che la amo ancora, ma lei il fantomatico perdono che voleva quella sera non me lo ha mai più chiesto, silenzio di tomba. Io mi sto macerando e non so più che fare. Dovrei volere il distacco, ma non lo voglio... Mesi fa mi diceva "è come se stessi vivendo una seconda adolescenza" e io, mio malgrado, non riesco a smettere di sperare che, anche se adesso è tutta contenta, si penta e si accorga più in là della persona che ha perduto, nonostante tutte le cattiverie (meritate, fra l'altro) che posso averle detto quella sera. Ma adesso ha i suoi amici, il tizio che se la scopa che è maschio, normodotato e che è pure suo collega all'università, e mi dispero pensando che figurati se poi debbotto mi ripensa: se mi avesse ripensato, lo avrebbe già fatto. E sì, lo so che dovrei riprendermi la mia vita in mano e distrarmi... pensavo fosse una crisi passeggera, anche se nell'ultimo mese che siamo state insieme mi trattava molto male. Pubblicava link su Facebook per attirare la mia attenzione, ma non mi rivolgeva la parola. Una settimana prima chiede l'amicizia a mia madre per vedere delle mie foto, e mia madre l'aveva preso per una sorta di avvicinamento, per poi rimanerci male. Mi proponeva di venire a casa, mi dava buca e, davanti alla mia rabbia, mi diceva 'non basta l'intenzione?' e io mi irrigidivo sempre di più. Ogni volta che cercavo di parlare, mi faceva muro e mi diceva 'ho la mia vita', che tradotto col senno di poi era 'lasciami scopare chi voglio e non rompere'. Mi ripeto che scriverle dopo due mesi è tardi, che forse dovevo farlo subito, che forse quella sera avrei dovuto evitare di richiamarla per infierire, ma cosa dovevo fare? Restare calma e perdonarla? Come potevo? Niente auguri di Natale, stavolta: dopo quel "ma ora non me la sento", il nulla. Io alterno il dolore al petto al senso di vuoto, penso a questa persona che, da ricca dentro, e che della carrozzina se ne fregava, è diventata una ragazzina di quindici anni, sempre a messaggiare col telefono in mano. Mi chiedo se è possibile che si penta, che la "seconda adolescenza" passi e che torni, perché forse due mesi sono pochi, o se forse il cazzo le piacesse molto di più di quanto le piacessi io, e figurati se magari, pur rendendosi conto, torna indietro... Che fare? Voi cosa mi consigliate? Che fareste al mio posto? Mi è sempre sembrato avessimo un legame autentico, pur fra alti e bassi. Ormai sono una larva, oscillo tutto il giorno fra "se avesse voluto il mio perdono me lo avrebbe già chiesto" a "forse si vergogna troppo pur volendo, dato che anche quando ci siamo rimesse insieme la codardia c'era" a "se torna torna da sola, non posso forzare i sentimenti di nessuno, e se si accorge che con me stava bene non sono io a doverglielo dire, perché mi ha trattata di pezza" a "molto probabilmente sono acqua passata, al 90% nemmeno mi pensa". Avrei un pretesto per rivederla, ma ho paura di un ulteriore rifiuto, considerato poi che la parte lesa sono io, anche se mi pento di non averle lasciato spiragli, e non so come togliermi questo peso, questo dubbio. Magari a scriverle la lusingo pure e le faccio capire, nell'ipotesi che le interessi, che ha potere su di me. E lo so che chi non ci ama non ci merita, ma questo non mi consola. Ho fatto bene a non contattarla più? Faccio bene a continuare a non farlo? Può servire a qualcosa?