Due mesi fa scopro che mi tradiva. Lasciata, ma la amo ...

nina

Utente di lunga data
In tutta onestà non ho capito perché si sarebbe arrabbiata la tua amica malata
Se voleva che restasse a dormire in ospedale con lei è e come prevedibile non è possibile non è certo colpa tua
Se si adombra perché saresti costretta a dormire in albergo non ne vedo la ragione
Secondo l'altra sua amica l'hai trattata male in che.modo ?
Giorni prima di partire le avevo chiesto se potevo stare lì, ma evidentemente non sonp stata esplicita e lei ha capito dormissi altrove. Il giorno prima di partire ha capito cosa volevo dire e mi ha detto "devi andare in hotel, te lo pago io". Le ho risposto "ma stai scherzando, ci vado senza problemi". Eravamo rimaste che doveva darmi il nome, ma mi ha richiamata per dirmi di non andare più. Le ho chiesto, mi ha detto che era troppo faticoso per me. Da lì, più nulla. Io pensavo che stando male volesse starsene per fatti suoi. A quanto pare, dopo che mi ha detto così le è venuto un attacco di panico. L'amica mi ha detto "io mi sono organizzata per dormire dai suoi una settimana prima, non il giorno prima. Le ho semplicemente detto: "ma guarda che se poi uno mi dice subito di andare in albergo per me DAVVERO non c'era nessun problema". A quanto pare l'ho messa in difficoltà, ma per me anche se non ci eravamo capite non c'era davvero questione. Dopo aver parlato con l'amica ieri, provo a messaggiarla e a chiamare, nulla, non legge i miei messaggi. Vado sul suo blog, e nell'ultimo giorno in cui ci eravamo sentite leggo, a un certo punto: "ho avuto un attacco di panico a causa di una persona esterna all'ospedale ma l'ho tagliata fuori dalla mia vita, bene così". Le ho causato dello stress insomma.
Io sono... esterrefatta.
 

nina

Utente di lunga data
Fra l'altro, forse è una cazzata, ma stamattina stavo guardando un film e colgo il seguente dialogo fra due ex-amanti.

"Pensavo che da quando non stiamo più insieme la cistite non ti venisse più"
"Guarda che non viene solo a causa del sesso"

Prima mi è partita la risata amara, poi il gelo: quando la mia ex è andata in vacanza coi suoi, mi ha detto che le era venuta la cistite e se la passavano fra mamma e cugina, a detta sua... tornano a casa, a lei non passa. Una mattina, alle 5, mi arriva una serie di messaggi disperati, di lei che stava malissimo, non sapeva cosa fare, e la mamma non voleva portarla in ospedale dato che non avevano antibiotici in casa. Litigando, più in là, le ho detto "però poi quando hai la cistite alle 5 del mattino chiami me, perché sai che ti rispondo!" e lei subito mi fa "Ehh, che esagerata, l'avrò fatto una volta. Lo so io perché avevi la cistite, e ho sempre avuto il sospetto già da prima. Te la fai venire perché scopi con altri, poi chiami me, però, e imperterrita, prima e dopo avermi lasciata, continui pure a dirmi che assolutamente non avevi cominciato ad andarci a letto da mesi. Ma un po' di... ma ormai dimmela la verità, cazzo. Così, giusto per una questione di correttezza.
 
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Foglia

utente viva e vegeta
Ogni tanto questa discussione vi rispunta in cima e ve ne chiedo perdono :D. In molti salteranno e non li biasimo, ma avevo bisogno di scrivere delle cose in un "posto" dove non ci sono solo io.
Alla fine, ho scoperto che la mia amica malata ce l'ha con me: a quanto pare, quando mi ha detto che non potevo dormire in ospedale con lei e mi ha detto "oddio, devi andare in hotel" io le ho risposto "no problem" e a lei invece è venuto un attacco di panico perché boh, l'avrà visto come uno scombussolamento/mi ha sentita poco sincera nel mio rispondere "no problem", poi si è incazzata con me e mi ha tagliata fuori dalla sua vita.
Ora, considerato che la conosco da quindici anni e che in questi giorni è un altro macigno che mi porto dentro... da un lato forse è vero che io mi spiego male... dall'altro però è vero che la gente tende a comportarsi con me un po' come il cazzo. Se ti dico "no problem, mi pago l'hotel senza problemi" e tu ti fai venire il panico e mi tagli fuori, adesso a prescindere dalla malattia: io volevo venire a trovarti e fare una cosa bella, se ti dico non c'è problema, è una cosa genuina e sincera, altrimenti mica volevo venire a trovarti. Mi sembra un ragionamento molto lineare. Siccome non mi chiamava più e avevo paura che le fosse successo qualcosa, ho chiamato la sua migliore amica e mi ha fatto un cazziatone enorme, aggressivo e maleducato, quando io avevo le migliori intenzioni, ed è venuto fuori che la mia amica è uscita dall'ospedale ed è con me, nello specifico, che non vuole parlare.
Ora, vi starete facendo due domande:
1) cosa c'entra col topic
2) ma noi sappiamo solo la tua campana, cazzo ne sappiamo in realtà di quello che vi siete dette - e in effetti ultimamente, in generale, comincio a dubitare io stessa nei miei comportamenti.
Scrivo tutto questo perché la mia ex faceva lo stesso giochino. Forse alla base c'era una negligenza da parte mia, ma gira che ti rigira, finiva sempre che mi veniva poggiato sulle spalle un senso di colpa gigantesco per cui dovevo chiedere scusa, quando io cercavo un'interazione lineare, fra persone normali, che si vogliono bene, addirittura si amano, si piacciono, e quindi si guardano in faccia più volte a settimana. Io sono una persona molto trasparente, soprattutto con le persone a cui decido di dare qualcosa (non fate i maliziosi). Ammetto che a volte sbaglio, e quando sbaglio cerco di coprirmi, ma comincio veramente a non meritare delle relazioni umane in cui, in un modo o nell'altro, finisce che è sempre colpa mia, qualcosa non torna. Nel caso della mia amica, è vero che sta male, ma cosa ci voleva a dirmi chiaramente "non puoi dormire qui"? Anche se mi hai detto all'ultimo dell'hotel, forse per una mia mancanza, che problema c'era? La mia ex mi rimproverava il fatto che spesso le davo della stronza. Ma in effetti lei si comportava da stronza con me, facendo di tutto per non riconoscerlo. Forse avrei dovuto "sgridarla" meno, godermela con più leggerezza, e fare lo stesso anche quando ci siamo riviste, ma penso io fossi veramente molto esasperata e ferita. Stranamente, adesso ho la stessa sensazione addosso di quando litigavo con lei, e poco fa ho avuto un attacco di ansia veramente brutto, io che non ne ho mai avuti con tutti i problemi di salute, i lutti e i problemi che ho avuto. Sento che tutto quest'affastellamento stia seriamente spezzando la trave portante. Non capisco più se sono io che non sono più capace di rapportarmi agli altri, o forse sono gli altri a essere meno normali e più fragili di me. Non capisco assolutamente più nulla di me stessa e non capisco assolutamente cosa mi stia succedendo. Ho fatto stare molto, molto male mia madre giorni fa: oggi mi ha detto ha temuto volessi suicidarmi, nei giorni in cui non la chiamavo. Temo un po' ci abbia preso. Non ci ho provato, ma per quel gruzzolo di giorni mi è *passivamente* passata la voglia di vivere, nel senso che se mi fosse successo qualcosa, non avrei tanto resistito. È una sensazione che non ho provato molto spesso in vita mia: di solito ho l'istinto di autoconservazione molto alto, e in questo periodo, invece, mi sembra sia completamente sparito. Ho una stanchezza addosso che mai prima di adesso, ma riesco a funzionare sorprendentemente bene se si tratta di mandare curriculum, interagire durante un colloquio (ne ho fatto uno!) e prepararmi per il dottorato: mesi fa mi veniva da vomitare solo al pensiero, adesso è l'unica cosa che mi salva, forse perché è l'unica cosa in cui sento di avere attivamente un valore personale.
La reazione non-lineare di questa mia amica mi ha fatto pensare a due cose, perché mi ha fatto sentire male tanto quanto la mia ex... vediamo se riesco a spiegare questa cosa in due punti. Qualcuno qui ha parlato di co-dipendenza, io... io sto pensando più che altro a due cose. La prima è che sarebbe più comodo (e forse più semplice, o più vero) pensare "non ti ama più e senza di te sta meglio", ma le sue reazioni generalmente non-lineari mi fanno pensare che o non mi ha mai voluto anche dell'affetto manco a pagarne, e mi ha usata, oppure che veramente abbia dei grossi, grossi problemi psicologici che le impediscono di comportarsi in un certo modo con gli altri. Forse adesso è più spigliata, ma sotto sotto la gente rimane uguale: non la frequento da mesi, ma immagino chiunque magari si approcci a lei e cerchi di scavare più in fondo, troverà quello che ho trovato io. Voglio pensarla così, perché pensare "eri proprio TU a non piacerle" mi fa stare parecchio male. Oltre a questo, penso ci siano persone che, sai perché, quando raggiungono un livello tot di intimità con una persona, sentono di essersi scoperte troppo e si ritraggono. Io ho bisogno di "scoprirmi" troppo, se ti amo, o anche se ti voglio bene: se ti percepisco come tale, qualunque manifestazione al di sotto di questa soglia, da parte mia, vuol dire considerare un rapporto inautentico, arido, e infruttuoso. Stasera mi è venuto in mente un articolo che lessi per la mia tesi di Triennale su Cime Tempestose (scusate se non conoscete il romanzo e vi sembrerà un divagare letterario e inutile): l'amore romsntico di Heathcliff, nella sua brutalitrà e nel suo altruismo, è un'antitesi a quello di Linton, più moderato, ma pallido e convenzionale. Pur essendo più affine al primo, Catherine sceglie il secondo, perché tutta quest'intimita e questa comunione d'anime la spaventa. È la stessa sensazione che avevo io: una persona che ti sente importante, e tuto, ma alla fine non ci riesce a stare perché è troppo una responsabilità, troppo un investimento, e quindi si ritraeva da me, in cerca di cose che le dessero meno impegno. Qualcuno ha detto che la verità è che 17 anni erano pochi e lo sono anche 21, ma non credo che l'età anagrafica c'entri davvero. Dal canto mio, io posso dire di averla amata in modo molto genuino: avevo la gioia spontanea di sentire la sua presenza, e la reputavo preziosa. Mi piacevano le cose piccole, e fesse, e dopo un sacco di amicizie a distanza, e due anni di relazione a distanza, volevo della presenza fisica in più, per godermi una presenza che per me era importantissima. Per lei forse non era così, e forse io l'ho pretesa in un modo sbagliato, sbattendo i piedi, però le ho usato per anni ogni tipo di gentilezza, di delicatezza, perché vederla sollevata e felice mi faceva piacere: è l'unica cosa bella che possiamo dare di noi, soprattutto se sotto il profilo logistico, nel mio caso, la bilancia pesa su altri problemi. Mi pesa che per lei fosse così passeggero, così fastidioso, questo sentimento: io volevo darle solo cose belle. Lei, per allontanarsi, ha pnsato bene di farlo nel modo più mescino possibile. Sono stufa di non dare un giudizio morale sulle persone: ci sono cose che sono civili, e cose che non lo sono. Ipazia dice che ho messo in comune solo il mio sacrificio: ora come ora, non so se sia vero del tutto. Fatto sta che io avrei voluto mettere in comune anche tante altre cose, se mi fosse stata data la possibilità: il piacere di cucinare insieme, di spremere il tubetto di dentifricio, di sentirmi dire "sono con i miei amici, vieni, te li faccio conoscere". Volevo mettere sul piatto anche i miei problemi: il fatto di non potermi muovere agevolmente, e di capire cosa potessimo fare insieme. Tutto questo, questo piacere della presenza, delle piccole cose, è una cosa che non circoscrivo solo all'amore, e comincio a pensare che alla maggior parte della gente con cui ho a che fare non interessi, e che la mia spontaneità (e ogni tanto la mia esuberanza) vengano viste come un mio difetto. Ma io, senza queste due cose, sento di condurre, fuori e dentro di me, una vita molto triste e piena di difficoltà... e basta. Per me affrontare il quotidiano è difficile, e io faccio molto di più di quello che dovrei, anche con gioia, quando ce l'avevo, perché di vita ne abbiamo una... molti non capiscono nemmeno questo. Nel frattempo, la gioia mi è passata tutta: un po' me l'ha spenta lei, un po' me l'hanno spenta altre cose, e un angolo di me continua a domandarsi se col tempo possa seriamente pentirsi di quello che ha perso.
Alla luce di quello che mi è successo stasera con la mia amica, penso che forse potrà essere pure vero, dovesse stancarsi della sua vita e pensare che toh, quello che ha perso era importante, ma cerco di allontanare il più possibile il pensiero: l'unica soluzione che riesco a vedere è raccogliermi nelle mie cose. Me ne sono rimaste poche, non mi bastano, ma non posso farci molto. Nemmeno il pensiero di uscire fuori in mezzo alla gente mi aiuta. Penso, anzi, di stare peggio, fuori, ultimamente: oggi mi sentivo veramente male, mentre andavo in giro per commissioni. Non mi va di dividere, non mi va di conoscere: preferisco concentrarmi sul botto di videogiochi e libri che ho comprato, così mi distraggo e mi arricchisco di qualcosa che non venga dai miei pensieri, tutti, fondamentalmente, parecchio, parecchio, ma parecchio brutti, come non ne ho mai avuti prima. Ora che ci penso, non ho altro da condividere se non quelli, con gli altri. Quindi, meglio star zitti.
Mi è stato detto che sono in un loop e che al posto di rivolgere le domande verso di lei, dovrei rivolgerle verso me stessa, e anche qui mi sono venute in mente delle cose... io forse in questo momento non mi capisco, ma capisco i miei valori, il mio modo di pensare, di considerare gli altri. Non ho molte domande da farmi, perché le domande riguardano miei specifici, particolari dolori, legati a questa storia e ad altre cose, cui non esiste davvero una risposta. Molti affondano le radici veramente in fondo, a quand'ero ragazzina: svellere le zolle non mi serve, perché so cosa c'è sotto, però forse mi serve dell'aiuto che mi aiuti a gestire questa disperazione profonda che mi prende fino a farmi salire i conati di vomito. Speravo mi fosse passata, ma mi sbagliavo, è sempre lì, un po' legata alla gente che se ne va, un po' alla voglia di passare tutte le dita in mezzo ai capelli di una persona che non ti vuole più, un po' a boh, sai cosa: l'amore io l'ho sempre visto come una zona grigia dell'animo umano, perché non sai mai, di preciso, perché ami qualcuno. Se cominci a saperlo di preciso, allora non ami: stai calcolando un rapporto, e a me la geometria non è mai piaciuta. Forse la gente matura, col tempo, si rende conto. Forse, pur facendolo, non torna indietro, forse invece sì: quale che sia, con tutta la speranza malsana che ho, voglio farmi piccola piccola dentro me stessa e vivere al minuto perché sofferenze, o attese, o speranze, come quelle che ho vissuto stasera (per una persona con cui non stavo insieme!) non le voglio più sentire. E non voglio, allo stesso tempo, instaurare quei rapporti che mia madre chiama amicizie cordiali e distanti: non mi servono. Piuttosto, sto sola. Magari un caffè me lo piglio, con una persona con cui scambiare due parole, per il piacere di parlare un minuto, ma è minimo contatto umano, non so se mi spiego. Una mia amica sta male. Io, senza rimpianti, volevo passare un bel pomeriggio con lei portandole un sacco di dolci e di regali, vederla sorridere e vedere che se lo potesse ricordare nei momenti in cui si sentiva giù. Vuoi per difetti miei, vuoi per difetti suoi, non ci siamo capite. Ho cercato di farmi sentire e non mi ha risposto apposta: io ho la coscienza a posto e le ho detto che le voglio bene.
Forse sono in un loop, e forse è vero. Verò è anche, però, che vedo ognuno di noi nel loro mare di merda, chi più, chi meno, e a mia discolpa, se non ci fossi dentro, forse non sarei su Tradimento.net ma su SingleFelici.tié. Però, insomma, siete della bella gente. E vi ringrazio per tutti i punti di vista che mi fate leggere. I miei sono sempre sconclusionati e me ne scuso.

EDIT: se non mi vedete tanto n giro, sto cercando appunto di raccogliermi un po'. Leggere di gente che cerca, che vorrebbe, che può o non può recuperare, mi fa salire un po' di mal di mare e devo usare con moderazione. Ho meno di trent'anni e fra i futuri più fortunati che mi si aprono davanti, stando a quello prospettatomi da colloquio di giorni fa, c'è quello di lavorare come una bestia ad orari atroci per tornare in una casa minuscola in cui non c'è nessuno, e in cui non ci sarà nessuno per un bel po', proprio perché mi conosco molto bene. E questo è il futuro positivo. Mi dicevo sempre "abbiamo una vita sola, che bello!". Adesso guardo la mia, da fuori, e il "che bello" è andato affanculo per tante ragioni. Ho stanchezze addosso di cui sento parlare solo alla gente di quarant'anni (non perché chi ne ha quaranta sia decrepito, intendiamoci), e mi chiedo solo come sia possibile.

Non rispondo al tuo post perché hai messo tantissima carne al fuoco. Solo un paio di considerazioni su quanto mi e' rimasto più impresso, e vado nel mio ordine. La prima cosa: tornare nella propria casa, per quanto piccola possa essere, dopo una giornata di lavoro, e' una bella prospettiva. Non è la prospettiva "meno peggio", per me è proprio bella. Non concentrarti sulla profondità delle amicizie: Vivitele. Anche fosse una pausa pranzo con colleghi a cui non dai confidenza. Ti auguro di trovarlo al più presto, quel lavoro che ti impegnerà un botto di ore :). E vivitelo con la prospettiva di doverti occupare solo di te. Un altro punto: cerca di non fare soffrire tua madre. Capisco quando si sente l'esigenza di stare lontani da persone che pure volendoci bene non sono in grado di aiutare, in un momento specifico della nostra vita. Ma.... Per quanto distante da te, ricordati che un genitore e' forse uno dei pochi affetti "sicuri". Il che non esclude che talvolta sia un affetto anche "sbagliato". Ma resta. Non so come dirlo. Il fatto che resti non significa che lo devi dare per scontato. Appoggiati su quello che hai, quello che ti manca e' un invito a costruire, non una occasione per un attacco di ansia. La vita è una scatola, un contenitore: Levaci i rapporti che non ti corrispondono, ma mettici l'esperienza che ne ricavi. Conserva anche un nastro di scotch (il conoscente per il caffè). E fanne buon uso.
 

nina

Utente di lunga data
Non rispondo al tuo post perché hai messo tantissima carne al fuoco. Solo un paio di considerazioni su quanto mi e' rimasto più impresso, e vado nel mio ordine. La prima cosa: tornare nella propria casa, per quanto piccola possa essere, dopo una giornata di lavoro, e' una bella prospettiva. Non è la prospettiva "meno peggio", per me è proprio bella. Non concentrarti sulla profondità delle amicizie: Vivitele. Anche fosse una pausa pranzo con colleghi a cui non dai confidenza. Ti auguro di trovarlo al più presto, quel lavoro che ti impegnerà un botto di ore :). E vivitelo con la prospettiva di doverti occupare solo di te. Un altro punto: cerca di non fare soffrire tua madre. Capisco quando si sente l'esigenza di stare lontani da persone che pure volendoci bene non sono in grado di aiutare, in un momento specifico della nostra vita. Ma.... Per quanto distante da te, ricordati che un genitore e' forse uno dei pochi affetti "sicuri". Il che non esclude che talvolta sia un affetto anche "sbagliato". Ma resta. Non so come dirlo. Il fatto che resti non significa che lo devi dare per scontato. Appoggiati su quello che hai, quello che ti manca e' un invito a costruire, non una occasione per un attacco di ansia. La vita è una scatola, un contenitore: Levaci i rapporti che non ti corrispondono, ma mettici l'esperienza che ne ricavi. Conserva anche un nastro di scotch (il conoscente per il caffè). E fanne buon uso.
Non preoccuparti, ti sei spiegata benissimo e ieri ho parlato con mia madre: non so se allontanare o avvicinare le persone che mi stanno vicino perché mi mettono una quantità smisurata di amgoscia e disagio mai provata prima, e non so cosa farne, e nemmeno come spiegarla agli altri che mi sono vicini. Non so più cosa fare. Vi sembrerò fuori come un balcone, ma mi sento davvero come se mi avessero rotto qualcosa di fisico. Non è uno stato d'animo che mi è proprio, e ogni volta che penso di stare meglio, mi succede qualcosa. Forse mi serve un po' di leggerezza in più e dovevo trovarla anche con la mia ex, che forse veramente non stava bene, e di leggerezza aveva bisogno, ma mi faceva stare talmente male con i suoi atteggiamenti che io mi portavo dentro solo l'esasperazione. Se tu mi tratti in un certo modo e mi carichi di silenzi, e mi fai muro, io quel silenzio non lo rompo, per una volta tanto, perché cerco di capire se a te qualcosa interessa: evidentemente, così non era, e il mio approccio era ancora più sbagliato di come si sentiva lei. Adesso sto male, ma un mese prima che mi lasciasse stavo peggio. Per risponderti un po' più sul pezzo: sì, devo decisamente imparare ad imparare qualcosa. E penso che riuscire a trovare un lavoro sia l'unica cosa, ora come ora, in geado di farmi stare meglio.
 
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Foglia

utente viva e vegeta
Non preoccuparti, ti sei spiegata benissimo e ieri ho parlato con mia madre: non so se allontanare o avvicinare le persone che mi stanno vicino perché mi mettono una quantità smisurata di amgoscia e disagio mai provata prima, e non so cosa farne, e nemmeno come spiegarla agli altri che mi sono vicini. Non so più cosa fare. Vi sembrerò fuori come un balcone, ma mi sento davvero come se mi avessero rotto qualcosa di fisico. Non è uno stato d'animo che mi è proprio, e ogni volta che penso di stare meglio, mi succede qualcosa. Forse mi serve un po' di leggerezza in più e dovevo trovarla anche con la mia ex, che forse veramente non stava bene, e di leggerezza aveva bisogno, ma mi faceva stare talmente male con i suoi atteggiamenti che io mi portavo dentro solo l'esasperazione. Se tu mi tratti in un certo modo e mi carichi di silenzi, e mi fai muro, io quel silenzio non lo rompo, per una volta tanto, perché cerco di capire se a te qualcosa interessa: evidentemente, così non era, e il mio approccio era ancora più sbagliato di come si sentiva lei. Adesso sto male, ma un mese prima che mi lasciasse stavo peggio.

Non avere troppa paura a levare roba dalla scatola. Vedi che se ci metti anche poche cose, ma "giuste" chi le vorrà condividere arriverà :). E se anche dovesse tardare ad arrivare tu non sarai una scatola vuota. Ragione ha chi ti consiglia di lavorare su di te. E dalle tue parole ho motivo di credere che tu lo stia facendo :)
 

nina

Utente di lunga data
Non avere troppa paura a levare roba dalla scatola. Vedi che se ci metti anche poche cose, ma "giuste" chi le vorrà condividere arriverà :). E se anche dovesse tardare ad arrivare tu non sarai una scatola vuota. Ragione ha chi ti consiglia di lavorare su di te. E dalle tue parole ho motivo di credere che tu lo stia facendo :)
Non capisco più niente. Mi sento completamente senza bussola.
 

Fiammetta

Amazzone! Embe'. Sticazzi
Staff Forum
Giorni prima di partire le avevo chiesto se potevo stare lì, ma evidentemente non sonp stata esplicita e lei ha capito dormissi altrove. Il giorno prima di partire ha capito cosa volevo dire e mi ha detto "devi andare in hotel, te lo pago io". Le ho risposto "ma stai scherzando, ci vado senza problemi". Eravamo rimaste che doveva darmi il nome, ma mi ha richiamata per dirmi di non andare più. Le ho chiesto, mi ha detto che era troppo faticoso per me. Da lì, più nulla. Io pensavo che stando male volesse starsene per fatti suoi. A quanto pare, dopo che mi ha detto così le è venuto un attacco di panico. L'amica mi ha detto "io mi sono organizzata per dormire dai suoi una settimana prima, non il giorno prima. Le ho semplicemente detto: "ma guarda che se poi uno mi dice subito di andare in albergo per me DAVVERO non c'era nessun problema". A quanto pare l'ho messa in difficoltà, ma per me anche se non ci eravamo capite non c'era davvero questione. Dopo aver parlato con l'amica ieri, provo a messaggiarla e a chiamare, nulla, non legge i miei messaggi. Vado sul suo blog, e nell'ultimo giorno in cui ci eravamo sentite leggo, a un certo punto: "ho avuto un attacco di panico a causa di una persona esterna all'ospedale ma l'ho tagliata fuori dalla mia vita, bene così". Le ho causato dello stress insomma.
Io sono... esterrefatta.
Un attacco di panico per questo motivo mi sembra proprio che sia frutto di una fragilità pregressa
 

nina

Utente di lunga data
Un attacco di panico per questo motivo mi sembra proprio che sia frutto di una fragilità pregressa
Quello sicuramente, poi stava facendo la terapia, però insomma, mica ero andata lì per ucciderti con l'accetta!
 

Foglia

utente viva e vegeta
Non capisco più niente. Mi sento completamente senza bussola.
Boh.... Io invece ho l'impressione che tu stia lavorando per capire, scartare e archiviare. Posso dirti una cosa? Io nel baratro della depressione ci sono sprofondata. Non avrei avuto, in quel periodo, la lucidità che dimostri tu. E neanche la forza di fare colloqui e mandare curricula. Soffrire invece è utile, se porta nella giusta direzione. L'importante è che da quel tuo "arrovellarti" per capire cosa non è andato, tu riesca ad andare oltre rispetto a quello che "sarebbe potuto essere".
 

Fiammetta

Amazzone! Embe'. Sticazzi
Staff Forum
Boh.... Io invece ho l'impressione che tu stia lavorando per capire, scartare e archiviare. Posso dirti una cosa? Io nel baratro della depressione ci sono sprofondata. Non avrei avuto, in quel periodo, la lucidità che dimostri tu. E neanche la forza di fare colloqui e mandare curricula. Soffrire invece è utile, se porta nella giusta direzione. L'importante è che da quel tuo "arrovellarti" per capire cosa non è andato, tu riesca ad andare oltre rispetto a quello che "sarebbe potuto essere".
Quoto alla grande :up:
 

nina

Utente di lunga data
Boh.... Io invece ho l'impressione che tu stia lavorando per capire, scartare e archiviare. Posso dirti una cosa? Io nel baratro della depressione ci sono sprofondata. Non avrei avuto, in quel periodo, la lucidità che dimostri tu. E neanche la forza di fare colloqui e mandare curricula. Soffrire invece è utile, se porta nella giusta direzione. L'importante è che da quel tuo "arrovellarti" per capire cosa non è andato, tu riesca ad andare oltre rispetto a quello che "sarebbe potuto essere".
Non so se ce l'ho avuta prima, o se sto avendo ora dei disturbi di depressione o ansia, fatto sta che ho un problema, un disagio che non ho mai avuto prima, e ho un sacco di rimorsi per lei. Mi reca tantissimo dolore che lei non volesse più con me l'intimità di prima perché ero diventata un peso e le chiedevo un'attenzione che non mi voleva o poteva dare. Continuo a sperare un po' che si possa pentire, e sono cose che non riesco a mandare giù.
 

nina

Utente di lunga data
Comunque ho sentito la mia amica, ed è proprio su un altro pianeta, cancro o no. Le ho fatto le mie 'scuse', ma io capisco stare male per una persona con cui stavi... per un'amica che si comporta così, anche no, la posso pulir via quasi in tranquillità.
 

nina

Utente di lunga data
Evidentemente anche con lei ho peccato di eccesso di zelo.
 

nina

Utente di lunga data
Sappiate comunque che ho deciso di chiedere aiuto, perché quest'altra cosa ha fatto traboccare tutto daccapo, mi sto sentendo come il mese prima di lasciarci, quando ho smesso di mangiare e dormire... ho pianto disperatamente e adesso sono più tranquilla, ma non penso di poter andare avanti così, non sono pianti normali.
 

Foglia

utente viva e vegeta
Comunque ho sentito la mia amica, ed è proprio su un altro pianeta, cancro o no. Le ho fatto le mie 'scuse', ma io capisco stare male per una persona con cui stavi... per un'amica che si comporta così, anche no, la posso pulir via quasi in tranquillità.
Probabilmente e' parecchio confusa, tu non c'entri niente. Bello sarebbe forse, se te la sentissi, di lasciarle comunque una porta aperta, nel caso in cui volesse. Però deve essere chiaro che non puoi farti carico del suo male.
 

nina

Utente di lunga data
Probabilmente e' parecchio confusa, tu non c'entri niente. Bello sarebbe forse, se te la sentissi, di lasciarle comunque una porta aperta, nel caso in cui volesse. Però deve essere chiaro che non puoi farti carico del suo male.
Dici la mia amica? Beh, ma non ci siamo dette non sentiamoci più... sono io, in questo specifico caso, che preferisco farmela scivolare addosso, onestamente. Sono io che ho voluto farmi carico, come al solito, e sinceramente stavolta col cazzo: almeno la mia ex la amavo (e ho pure dubbi sul tempo verbale, lassamo sta'), ma se da amica fai così, io non ce la posso fare.
 

Carola

Utente di lunga data
Nina perdonami
Non ti stai fossilizzando troppo su questa persona ?
Non riesci davvero anche solo X. Un moto di orgoglio a passare oltre dal momento che lei senza te pare riuscirci

Leggo che ti avviluppi addirittura temi di aver sbagliato qualcosa se se se...
Pensa un po' egoisticamente e con ironia che se ne vada affanculo e che qualcosa di bello ti spetta ancora penserai mica di non innamorati mai più di non fare mai più sesso di non ridere A crepapelle ancora ??? Su!

Guarda avanti Nina !!!
Non meriti questo amati ! Rinasci più forte di prima

Devo volerti bene X prima tu lo sai
 

nina

Utente di lunga data
Nina perdonami
Non ti stai fossilizzando troppo su questa persona ?
Non riesci davvero anche solo X. Un moto di orgoglio a passare oltre dal momento che lei senza te pare riuscirci

Leggo che ti avviluppi addirittura temi di aver sbagliato qualcosa se se se...
Pensa un po' egoisticamente e con ironia che se ne vada affanculo e che qualcosa di bello ti spetta ancora penserai mica di non innamorati mai più di non fare mai più sesso di non ridere A crepapelle ancora ??? Su!

Guarda avanti Nina !!!
Non meriti questo amati ! Rinasci più forte di prima

Devo volerti bene X prima tu lo sai
Penso sia tutta una serie di cose messe insieme. È proprio saltato un tappo. Mi ero raggomitolata un po' questi giorni, e stavo meglio, ma adesso è saltato di nuovo.
 

iosolo

Utente di lunga data
Penso sia tutta una serie di cose messe insieme. È proprio saltato un tappo. Mi ero raggomitolata un po' questi giorni, e stavo meglio, ma adesso è saltato di nuovo.
Ci sono alti e bassi, come in tutti, io non mi preoccuperei troppo anche perchè è tuo il desiderio di attraversare presto questo momento.
Per questo quando parli di "farti aiutare" mi trovi d'accordo, tu sai quello che vuoi, hai bisogno solo che qualcuno lo concretizzi con i fatti in modo da poter intraprendere il tuo cammino per uscire da questo momento buio.

Tra le varie stupidaggini che si leggono, l'altro giorno mi ha colpito questa:
"Leggevo questa intervista ad Ambra che è una donna intelligente e di come ha vissuto il dolore della separazione. Della scelta di non anestetizzarlo, di concedersi il lusso di piangere, di sentire tutto. Se non ci fossi passata tempo fa (attraverso un lutto sentimentale) non capirei un granché di quello che dice. Sarei ancora alle soluzioni da posta del cuore, sarei agli "esci e divertiti", "distraiti, viaggia, svagati, esci con altri". Le sue mi sembrerebbero banalità. E invece la banalità sta nello stordirsi. Intendiamoci. Lo so che quando si vive un lutto sentimentale lì per lì bere due bicchieri in più o portarsi a letto gente a caso sembrano un panno freddo sulla fronte calda, la verità peró è che non solo l'effetto di questi palliativi è provvisorio, ma fa un danno: rimandano il tempo del dolore. Ti illudono di stare bene, di aver recuperato in fretta. E invece poi accade che dopo qualche serata allegra o durante il weekend al mare col palliativo di turno, ad un tratto, senza neppure un pretesto evidente, ti piomba addosso una malinconia universale. Così, a tradimento, pensi tu. Mi pareva di stare bene, mi sembrava di essermi ripreso, te la racconti. E allora nel bel mezzo di una cena dove ti divertivi fino a cinque minuti fa te ne vai. Guardi il palliativo che ti sei portato al mare che magari è pure bello e gentile e vorresti che si polverizzasse all'istante. Non succede a tradimento. Non stavi davvero bene. Semplicemente, non sentivi. E il dolore non è una pagina che si può saltare. Se lo fai, poi dovrai tornare indietro per capirci qualcosa. Per rimettere a posto la trama. Il dolore bussa alla porta e non si stanca di bussare finché non gli apri. Finché non lo accetti. Ci vuole coraggio ad affrontarlo senza pudore. A mostrargli il volto, il fianco. Per un po', se lo affronti, si sta da schifo, non si ha voglia di palliativi, non si va in giro a seminare cadaveri, a fingere o a rendersi ridicoli. Si è onestamente tristi. E però accade anche un'altra cosa: in quel momento si ha un moto silenzioso di affetto per se stessi. Non amore eh, che in quei momenti l'amore per se stessi è sotto lo zerbino con l'autostima, ma proprio affetto. Tenerezza. Si ha la sensazione di curare un malato, solo che il malato sei tu. Questo è il primo segnale di un lutto elaborato con intelligenza. Poi, dopo aver sofferto fino in fondo e senza sconti, si decide di ricominciare da se stessi, ma questa è un'altra storia e ognuno se la scrive a modo suo. Insomma. L'unica cosa che vi posso dire sulla sofferenza dopo un grande amore se ci state passando o vi capiterà di passarci è "accettatela". Non rimandare il tempo del dolore, tanto datemi retta: non avete scampo." (Cit. @selvaggia Lucarelli)
 

insane

Utente di lunga data
Ti illudono di stare bene, di aver recuperato in fretta. E invece poi accade che dopo qualche serata allegra o durante il weekend al mare col palliativo di turno, ad un tratto, senza neppure un pretesto evidente, ti piomba addosso una malinconia universale. Così, a tradimento, pensi tu. Mi pareva di stare bene, mi sembrava di essermi ripreso, te la racconti.
Preso in pieno. Ieri, dopo 25 gocce di valium mi sono messo a letto e comunque mi sono fatto la notte insonne a soffrire.

Durante la notte sono arrivato alla stessa tua (sua) conclusione che soffrire e' necessario e, nel lungo periodo, terapeutico.
 
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