Cosa penso di te..

Skorpio

Utente di lunga data
Ieri mi è accaduta una situazione sulla quale ho riflettuto, e che mi piaceva condividere e confrontare, anche perché penso sia un tema interessante e inerente anche le relazioni che si instaurano su un forum

Confesso che (anche se forse chi mi conosce lo avrà intuito) non dico mai ad un’altra persona cosa penso di lui.

Primo perché è un comunque pensiero strettamente personale, e secondo (più importante) perché non mi viene chiesto. Perché se mi venisse chiesto esplicitamente, io non avrei alcun problema a dirlo.

Sarebbe come portare qualcosa “di personale” che non era affatto richiesto. E legato intimamente alla persona.

Ecco.. ieri è accaduta una cosa molto buffa: una persona, durante una discussione, scendendo sul piano “personale” mi ha chiesto: vuoi sapere cosa penso di te?

Io, molto candidamente e sinceramente, senza alcun intento provocatorio gli ho risposto: no.

Ho letto chiaramente nel mio interlocutore un enorme stupore e delusione alla mia risposta.

E.. questa delusione mi ha aperto molti aspetti su questa cosa… fino ad oggi sempre un po’ annebbiati, benché vagamente marcati.

Io ho sempre pensato che “dire cosa si pensa dell’altro” direttamente all’altro, liberamente, e senza richiesta esplicita dell’altro, non sia affatto indice né di sincerità né di trasparenza…

Ma semplicemente bisogno. Bisogno di dirlo, bisogno di farglielo sapere, anche se lui non è interessato a sapere.

In due parole bisogno di dire: “Ehiiii” oooh!! Ci sono anche io, te ne stai accorgendo?? Guarda come ci sono, senti un po’ quante cose penso su di te!!! ”

Nella sua delusione ricevuta dal mio “no” , ieri, ho come letto esattamente questo… la presa d’atto di un totale disinteresse verso un suo preciso bisogno di “farmi sapere” un qualcosa di tutto suo, che a me sinceramente non interessava affatto.

Ho anche ricordato che una volta un ex utente qui dentro mi chiese in pubblica cosa pensavo di lui, e io gli risposi sinceramente e tranquillamente che in tutta onestà ci dovevo pensare e che non avevo particolari idee al momento, ma che dopo averci pensato glielo avrei sicuramente detto.

Mi rispose di “non sforzarmi troppo il cervello” (mi sa che ci restò un po’ male.. :) )

Voi che rapporto avete col “cosa penso di te” dato, ricevuto, richiesto o non richiesto?
 
Ultima modifica:

Fiammetta

Amazzone! Embe'. Sticazzi
Staff Forum
Ieri mi è accaduta una situazione sulla quale ho riflettuto, e che mi piaceva condividere e confrontare, anche perché penso sia un tema interessante e inerente anche le relazioni che si instaurano su un forum

Confesso che (anche se forse chi mi conosce lo avrà intuito) non dico mai ad un’altra persona cosa penso di lui.

Primo perché è un comunque pensiero strettamente personale, e secondo (più importante) perché non mi viene chiesto. Perché se mi venisse chiesto esplicitamente, io non avrei alcun problema a dirlo.

Sarebbe come portare qualcosa “di personale” che non era affatto richiesto. E legato intimamente alla persona.

Ecco.. ieri è accaduta una cosa molto buffa: una persona, durante una discussione, scendendo sul piano “personale” mi ha chiesto: vuoi sapere cosa penso di te?

Io, molto candidamente e sinceramente, senza alcun intento provocatorio gli ho risposto: no.

Ho letto chiaramente nel mio interlocutore un enorme stupore e delusione alla mia risposta.

E.. questa delusione mi ha aperto molti aspetti su questa cosa… fino ad oggi sempre un po’ annebbiati, benché vagamente marcati.

Io ho sempre pensato che “dire cosa si pensa dell’altro” direttamente all’altro, liberamente, e senza richiesta esplicita dell’altro, non sia affatto indice né di sincerità né di trasparenza…

Ma semplicemente bisogno. Bisogno di dirlo, bisogno di farglielo sapere, anche se lui non è interessato a sapere.

In due parole bisogno di dire: “Ehiiii” oooh!! Ci sono anche io, te ne stai accorgendo?? Guarda come ci sono, senti un po’ quante cose penso su di te!!! ”

Nella sua delusione ricevuta dal mio “no” , ieri, ho come letto esattamente questo… la presa d’atto di un totale disinteresse verso un suo preciso bisogno di “farmi sapere” un qualcosa di tutto suo, che a me sinceramente non interessava affatto.

Ho anche ricordato che una volta un ex utente qui dentro mi chiese in pubblica cosa pensavo di lui, e io gli risposi sinceramente e tranquillamente che in tutta onestà ci dovevo pensare e che non avevo particolari idee al momento, ma che dopo averci pensato glielo avrei sicuramente detto.

Mi rispose di “non sforzarmi troppo il cervello” (mi sa che ci restò un po’ male.. :) )

Voi che rapporto avete col “cosa penso di te” dato, ricevuto, richiesto o non richiesto?
ecco a me capita che mi venga fatta la domanda :" cosa pensi di me "
anche qui recentemente da un utente che scrive altrove e senza che avessimo mai scambiato mp mi arriva la domanda " cosa pensi di me " che a onor del vero mi ha pure spiazzato ed ho pensato " e mo che ho fatto?" :D Convinta di aver urtato sensibilità nascoste ... Voleva semplicemente sapere cosa pensavo....fiuuuuuu'
con questo utente, come nella vita reale rispondo con gli elementi che ho in mano quindi se gli elementi e la conoscenza è flebile la mia risposta sarà sincera ma minimal proprio per motivi evidenti
se la conoscenza è più approfondita e c'è confidenza dico tranquillamente ciò che penso, in fondo me lo ha chiesto :cool:
 

MariLea

Utente di lunga data
La domanda "cosa pensi di me" suona spesso come ricerca di conferme positive o negative a seconda del contesto in cui avviene la discussione...
La risposta "non sono interessato a cosa pensi di me" suona come paura di ascoltare alcuni lati di noi che speriamo ben nascosti...
Astenersi dai giudizi è impossibile, tenerli per noi forse è cosa giusta:)
 

Ginevra65

Moderatrice del cazzo
Staff Forum
Ieri mi è accaduta una situazione sulla quale ho riflettuto, e che mi piaceva condividere e confrontare, anche perché penso sia un tema interessante e inerente anche le relazioni che si instaurano su un forum

Confesso che (anche se forse chi mi conosce lo avrà intuito) non dico mai ad un’altra persona cosa penso di lui.

Primo perché è un comunque pensiero strettamente personale, e secondo (più importante) perché non mi viene chiesto. Perché se mi venisse chiesto esplicitamente, io non avrei alcun problema a dirlo.

Sarebbe come portare qualcosa “di personale” che non era affatto richiesto. E legato intimamente alla persona.

Ecco.. ieri è accaduta una cosa molto buffa: una persona, durante una discussione, scendendo sul piano “personale” mi ha chiesto: vuoi sapere cosa penso di te?

Io, molto candidamente e sinceramente, senza alcun intento provocatorio gli ho risposto: no.

Ho letto chiaramente nel mio interlocutore un enorme stupore e delusione alla mia risposta.

E.. questa delusione mi ha aperto molti aspetti su questa cosa… fino ad oggi sempre un po’ annebbiati, benché vagamente marcati.

Io ho sempre pensato che “dire cosa si pensa dell’altro” direttamente all’altro, liberamente, e senza richiesta esplicita dell’altro, non sia affatto indice né di sincerità né di trasparenza…

Ma semplicemente bisogno. Bisogno di dirlo, bisogno di farglielo sapere, anche se lui non è interessato a sapere.

In due parole bisogno di dire: “Ehiiii” oooh!! Ci sono anche io, te ne stai accorgendo?? Guarda come ci sono, senti un po’ quante cose penso su di te!!! ”

Nella sua delusione ricevuta dal mio “no” , ieri, ho come letto esattamente questo… la presa d’atto di un totale disinteresse verso un suo preciso bisogno di “farmi sapere” un qualcosa di tutto suo, che a me sinceramente non interessava affatto.

Ho anche ricordato che una volta un ex utente qui dentro mi chiese in pubblica cosa pensavo di lui, e io gli risposi sinceramente e tranquillamente che in tutta onestà ci dovevo pensare e che non avevo particolari idee al momento, ma che dopo averci pensato glielo avrei sicuramente detto.

Mi rispose di “non sforzarmi troppo il cervello” (mi sa che ci restò un po’ male.. :) )

Voi che rapporto avete col “cosa penso di te” dato, ricevuto, richiesto o non richiesto?
Quando me lo hanno chiesto "cosa pensi di me" è sempre stato legato a un momento specifico.

E credo che tale domanda sia stata dettata da qualche mia espressione, frase, atteggiamento non proprio di approvazione. E lì cerco di essere sempre diplomatica ma sincera.

Mentre un paio divolte mi è stato chiesto vuoi "sapere cosa penso di te?". In un caso ce l'aveva a morte con me e voleva vomitare tutto l'odio che provava nei miei confronti. Dell'altro voleva invece comunicarmi i suoi sentimenti. In entrambi i casi ho acconsentito alla loro confessione per pura curiosità, sinceramente la cosa non mi interessava.
Mi son detta potrei correggere difetti, che non vedo. No no quello che gli altri pensavano di me in quel momento era solo legato al loro stato d'animo. Se ti amano ti venerano, se ti odiano ti massacrano.
 

Skorpio

Utente di lunga data
.
La risposta "non sono interessato a cosa pensi di me" suona come paura di ascoltare alcuni lati di noi che speriamo ben nascosti...
Questa è una opzione interessante, come ottica.

Nel caso specifico di ieri, io non ero realmente interessato, perché sento di aver molto chiaro cosa pensa di me (è un pensiero negativo, per inciso)

Il non interesse derivava dalla (presunta) anticipata conoscenza del contenuto.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Ieri mi è accaduta una situazione sulla quale ho riflettuto, e che mi piaceva condividere e confrontare, anche perché penso sia un tema interessante e inerente anche le relazioni che si instaurano su un forum

Confesso che (anche se forse chi mi conosce lo avrà intuito) non dico mai ad un’altra persona cosa penso di lui.

Primo perché è un comunque pensiero strettamente personale, e secondo (più importante) perché non mi viene chiesto. Perché se mi venisse chiesto esplicitamente, io non avrei alcun problema a dirlo.

Sarebbe come portare qualcosa “di personale” che non era affatto richiesto. E legato intimamente alla persona.

Ecco.. ieri è accaduta una cosa molto buffa: una persona, durante una discussione, scendendo sul piano “personale” mi ha chiesto: vuoi sapere cosa penso di te?

Io, molto candidamente e sinceramente, senza alcun intento provocatorio gli ho risposto: no.

Ho letto chiaramente nel mio interlocutore un enorme stupore e delusione alla mia risposta.

E.. questa delusione mi ha aperto molti aspetti su questa cosa… fino ad oggi sempre un po’ annebbiati, benché vagamente marcati.

Io ho sempre pensato che “dire cosa si pensa dell’altro” direttamente all’altro, liberamente, e senza richiesta esplicita dell’altro, non sia affatto indice né di sincerità né di trasparenza…

Ma semplicemente bisogno. Bisogno di dirlo, bisogno di farglielo sapere, anche se lui non è interessato a sapere.

In due parole bisogno di dire: “Ehiiii” oooh!! Ci sono anche io, te ne stai accorgendo?? Guarda come ci sono, senti un po’ quante cose penso su di te!!! ”

Nella sua delusione ricevuta dal mio “no” , ieri, ho come letto esattamente questo… la presa d’atto di un totale disinteresse verso un suo preciso bisogno di “farmi sapere” un qualcosa di tutto suo, che a me sinceramente non interessava affatto.

Ho anche ricordato che una volta un ex utente qui dentro mi chiese in pubblica cosa pensavo di lui, e io gli risposi sinceramente e tranquillamente che in tutta onestà ci dovevo pensare e che non avevo particolari idee al momento, ma che dopo averci pensato glielo avrei sicuramente detto.

Mi rispose di “non sforzarmi troppo il cervello” (mi sa che ci restò un po’ male.. :) )

Voi che rapporto avete col “cosa penso di te” dato, ricevuto, richiesto o non richiesto?
Vuoi che ti dica cosa penso di te?:carneval:
 

Skorpio

Utente di lunga data
Quando me lo hanno chiesto "cosa pensi di me" è sempre stato legato a un momento specifico.
Questa cosa a me ancora oggi mi manca, nessuno mi ha mai fatto direttamente questa domanda, che io ricordi..
 

Nocciola

Super Moderatore
Staff Forum
Tendenzialmente non chiedo mai cosa gli altri pensano di me se non in situazioni in cui mi coglie il dubbio di essere stata fraintesa.
Se mi viene chiesta un'opinione invece sono molto diretta e senza filtri
Non riesco a mediare nel bene e nel male e spesso risulto destabilizzante in entrambi i casi
E' un lato del mio carattere che mi piace molto ma che mi crea anche qualche problema.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Si, volentieri . :)

. Ma solo le cose negative
Penso che tu sia troppo diviso e che dovresti riprendere il percorso di analisi che hai abbandonato. Si percepisce un tormento che cerchi di placare con mezzi inadeguati.
 

Skorpio

Utente di lunga data
Penso che tu sia troppo diviso e che dovresti riprendere il percorso di analisi che hai abbandonato. Si percepisce un tormento che cerchi di placare con mezzi inadeguati.
Mi muovo molto a compartimenti stagni, sicuramente.
Mi aiuta a non far confusione.

Sono indubbiamente tutt'altro che un "tranquillone" , ma.. Io non sono mai stato in analisi nemmeno 2 minuti, in verità...
 

brenin

Utente
Staff Forum
Questa è una opzione interessante, come ottica.

Nel caso specifico di ieri, io non ero realmente interessato, perché sento di aver molto chiaro cosa pensa di me (è un pensiero negativo, per inciso)

Il non interesse derivava dalla (presunta) anticipata conoscenza del contenuto.
E non, almeno in parte, dall'interlocutore e dal rapporto tra di voi normalmente intercorrente ? Personalmente se una persona con la quale ho solo contatti professionali/di lavoro mi avesse posto la stessa domanda, avrei risposto come hai fatto tu, ne più ne meno. Situazione totalmente ribaltata se l'interlocutore del momento fosse persona con la quale c'è amicizia o che stimo.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Mi muovo molto a compartimenti stagni, sicuramente.
Mi aiuta a non far confusione.

Sono indubbiamente tutt'altro che un "tranquillone" , ma.. Io non sono mai stato in analisi nemmeno 2 minuti, in verità...
Allora comincia :carneval::carneval::carneval:
 

Skorpio

Utente di lunga data
...

E non, almeno in parte, dall'interlocutore e dal rapporto tra di voi normalmente intercorrente ? Personalmente se una persona con la quale ho solo contatti professionali/di lavoro mi avesse posto la stessa domanda, avrei risposto come hai fatto tu, ne più ne meno. Situazione totalmente ribaltata se l'interlocutore del momento fosse persona con la quale c'è amicizia o che stimo.

Dunque.. non posso entrare troppo in dettaglio, diciamo che la situazione è ibrida, cioè si parla di rapporti di lavoro, ma anche di rapporto personale (e qui già le cose si mescolano un po)

Questa persona ha assunto alcune iniziative che di “diffusione di informazioni” presso altri colleghi, inerenti un tavolo progettuale che dirigevo (e dirigo), informazioni inerenti il suo coinvolgimento/partecipazione etc... (lui ne faceva parte)

Non mi sbottono ulteriormente. Diciamo che io non l’ho fermata, e mi sono astenuto dall’adoperarmi nello stesso modo in cui si adoperava lui.

Questa persona ritiene che io non l’abbia coinvolta in un certo modo nel lavoro, io ritengo che tutte le occasioni che gli sono state offerte di coinvolgimento, se la sia “svignata” in vari modi. E ho più di una circostanza condivisa con altri colleghi che questo è avvenuto nei fatti.

Probabilmente qualche altro collega ha fatto quel che non ho fatto io, cioè è andato a fare (in senso opposto) quello che questa persona faceva inizialmente, e cioè dicendo in giro, in poche parole, che stava dicendo solo cazzate.

La persona in questione è stata da me emarginata sul progetto, così come lui stesso aveva scelto di emarginarsi. In poche parole non sono andato a riprenderlo dal buco dove si rintanava sistematicamente ogni qualvolta il contributo richiesto non fosse da lui ritenuto adeguato (ora troppo semplice, ora troppo impegnativo e responsabilizzante)

Lui pensa di me (secondo me) che io sia una merda.

E probabilmente ha anche ragione, ma non per il motivo che immagino pensi lui… (non mi hai coinvolto nel modo “giusto”)

Probabilmente sono una merda perché l’ho lasciato nel buco dove professionalmente andava sistematicamente a nascondersi quando veniva chiamato a partecipare.

Inoltre c’è un progetto, e c’è un lavoro da portare a compimento. Se siamo qui per questo, e siamo chiamati a fare questo, in questo contesto tutto il resto (esigenze o paturnie personali, ivi incluso rapporti diversi da quello lavorativo) è e deve restare una subordinata (questo per me).



In soldoni… la cosa può essere rappresentata così
 

brenin

Utente
Staff Forum
Dunque.. non posso entrare troppo in dettaglio, diciamo che la situazione è ibrida, cioè si parla di rapporti di lavoro, ma anche di rapporto personale (e qui già le cose si mescolano un po)

Questa persona ha assunto alcune iniziative che di “diffusione di informazioni” presso altri colleghi, inerenti un tavolo progettuale che dirigevo (e dirigo), informazioni inerenti il suo coinvolgimento/partecipazione etc... (lui ne faceva parte)

Non mi sbottono ulteriormente. Diciamo che io non l’ho fermata, e mi sono astenuto dall’adoperarmi nello stesso modo in cui si adoperava lui.

Questa persona ritiene che io non l’abbia coinvolta in un certo modo nel lavoro, io ritengo che tutte le occasioni che gli sono state offerte di coinvolgimento, se la sia “svignata” in vari modi. E ho più di una circostanza condivisa con altri colleghi che questo è avvenuto nei fatti.

Probabilmente qualche altro collega ha fatto quel che non ho fatto io, cioè è andato a fare (in senso opposto) quello che questa persona faceva inizialmente, e cioè dicendo in giro, in poche parole, che stava dicendo solo cazzate.

La persona in questione è stata da me emarginata sul progetto, così come lui stesso aveva scelto di emarginarsi. In poche parole non sono andato a riprenderlo dal buco dove si rintanava sistematicamente ogni qualvolta il contributo richiesto non fosse da lui ritenuto adeguato (ora troppo semplice, ora troppo impegnativo e responsabilizzante)

Lui pensa di me (secondo me) che io sia una merda.

E probabilmente ha anche ragione, ma non per il motivo che immagino pensi lui… (non mi hai coinvolto nel modo “giusto”)

Probabilmente sono una merda perché l’ho lasciato nel buco dove professionalmente andava sistematicamente a nascondersi quando veniva chiamato a partecipare.

Inoltre c’è un progetto, e c’è un lavoro da portare a compimento. Se siamo qui per questo, e siamo chiamati a fare questo, in questo contesto tutto il resto (esigenze o paturnie personali, ivi incluso rapporti diversi da quello lavorativo) è e deve restare una subordinata (questo per me).



In soldoni… la cosa può essere rappresentata così
Visto cos'hai scritto, che condivido,quella persona dovrebbe ringraziarti per la tua "non" risposta....
In generale, ovviamente non nello specifico caso, gente così è meglio perderla che trovarla ( in ambito lavorativo,ovvio ).
 

MariLea

Utente di lunga data
Dunque.. non posso entrare troppo in dettaglio, diciamo che la situazione è ibrida, cioè si parla di rapporti di lavoro, ma anche di rapporto personale (e qui già le cose si mescolano un po)

Questa persona ha assunto alcune iniziative che di “diffusione di informazioni” presso altri colleghi, inerenti un tavolo progettuale che dirigevo (e dirigo), informazioni inerenti il suo coinvolgimento/partecipazione etc... (lui ne faceva parte)

Non mi sbottono ulteriormente. Diciamo che io non l’ho fermata, e mi sono astenuto dall’adoperarmi nello stesso modo in cui si adoperava lui.

Questa persona ritiene che io non l’abbia coinvolta in un certo modo nel lavoro, io ritengo che tutte le occasioni che gli sono state offerte di coinvolgimento, se la sia “svignata” in vari modi. E ho più di una circostanza condivisa con altri colleghi che questo è avvenuto nei fatti.

Probabilmente qualche altro collega ha fatto quel che non ho fatto io, cioè è andato a fare (in senso opposto) quello che questa persona faceva inizialmente, e cioè dicendo in giro, in poche parole, che stava dicendo solo cazzate.

La persona in questione è stata da me emarginata sul progetto, così come lui stesso aveva scelto di emarginarsi. In poche parole non sono andato a riprenderlo dal buco dove si rintanava sistematicamente ogni qualvolta il contributo richiesto non fosse da lui ritenuto adeguato (ora troppo semplice, ora troppo impegnativo e responsabilizzante)

Lui pensa di me (secondo me) che io sia una merda.

E probabilmente ha anche ragione, ma non per il motivo che immagino pensi lui… (non mi hai coinvolto nel modo “giusto”)

Probabilmente sono una merda perché l’ho lasciato nel buco dove professionalmente andava sistematicamente a nascondersi quando veniva chiamato a partecipare.

Inoltre c’è un progetto, e c’è un lavoro da portare a compimento. Se siamo qui per questo, e siamo chiamati a fare questo, in questo contesto tutto il resto (esigenze o paturnie personali, ivi incluso rapporti diversi da quello lavorativo) è e deve restare una subordinata (questo per me).



In soldoni… la cosa può essere rappresentata così
Ora è chiaro ed hai fatto benissimo, sia a lasciarlo nella sua tana che a stoppare i suoi giudizi... :up:
 

Fiammetta

Amazzone! Embe'. Sticazzi
Staff Forum
Visto cos'hai scritto, che condivido,quella persona dovrebbe ringraziarti per la tua "non" risposta....
In generale, ovviamente non nello specifico caso, gente così è meglio perderla che trovarla ( in ambito lavorativo,ovvio ).
Quoto
Seppure io sono una che anche in ambito lavorativo esplicita
Al mio ex capo quando mi propose di affiancarlo come vice fossi fisso di no perché lui non lavorava mai ...proprio Mai e non intendevo svolgere il mio ed il suo lavoro visto che lo stipendio restava uno :D
 

Divì

Utente senza meta
Io tendenzialmente sono più interessata a cosa ciascuno pensa di sé .... :D
 
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