Dover essere ed essere

Brunetta

Utente di lunga data
"La teoria della giustizia deve includere metodi per comprendere come ridurre l'ingiustizia e promuovere la giustizia, anziché mirare esclusivamente alla descrizione di come dovrebbe essere una società perfettamente giusta" (Amartya Sen)

Questa citazione mi ha fatto pensare quanto spesso, soprattutto verso gli altri, ma spesso anche nei confronti del partner, si richieda un adeguamento a un ideale invece di cercare di costruire il meglio possibile.

L'ideale e il reale devono però essere chiari a noi e all'altro.
Non pensate che troppo spesso si consideri implicito e assoluto il nostro ideale?
 
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Ms.Razionalità

Utente di lunga data


Questa citazione mi ha fatto pensare quanto spesso, soprattutto verso gli altri, ma spesso anche nei confronti del partner, si richieda un adeguamento a un ideale invece di cercare di costruire il meglio possibile.

L'ideale e il reale devono però essere chiari a noi e all'altro.
Non pensate che troppo spesso si consideri implicito e assoluto il nostro ideale?
Bellismo spunto di riflessione :up:

Personalmente credo che il "dover essere" risponda più ad un imperativo sociale e quindi alle aspettative dell'altro.
Un po' quello che Freud chiamò "Super Io".

"L'Io Ideale" invece mi sembra più un'ipotetica meta da raggiungere nella costruzione del Sè e che tiene conto sia delle aspettative sociali (dell'altro) che delle proprie aspirazioni di crescita personale.

Questi concetti sono difficili da chiarire in primis a noi stessi... Riuscire poi a palesarli al partner e riconoscere pure i suoi vari "Io"... è quasi utopico :unhappy:


Rimango dell'idea che l'incontro tra due persone sia l'incontro tra tante identità:

Io com credo di essere Io
Io come tu mi vedi
Tu come credo di essere Tu
Tu come io ti vedo
Io come credo di essere in relazione con te
Tu come credi di essere in relazione con me

.... and so on :eek:

ma c'è chi preferisce pensare che siamo entità monolitiche, stabili, ben definite, dal comportamento prevedibile ed indipendenti dal contesto :rolleyes:
 

Blaise53

Utente di lunga data
Bellismo spunto di riflessione :up:

Personalmente credo che il "dover essere" risponda più ad un imperativo sociale e quindi alle aspettative dell'altro.
Un po' quello che Freud chiamò "Super Io".

"L'Io Ideale" invece mi sembra più un'ipotetica meta da raggiungere nella costruzione del Sè e che tiene conto sia delle aspettative sociali (dell'altro) che delle proprie aspirazioni di crescita personale.

Questi concetti sono difficili da chiarire in primis a noi stessi... Riuscire poi a palesarli al partner e riconoscere pure i suoi vari "Io"... è quasi utopico :unhappy:


Rimango dell'idea che l'incontro tra due persone sia l'incontro tra tante identità:

Io com credo di essere Io
Io come tu mi vedi
Tu come credo di essere Tu
Tu come io ti vedo
Io come credo di essere in relazione con te
Tu come credi di essere in relazione con me

.... and so on :eek:

ma c'è chi preferisce pensare che siamo entità monolitiche, stabili, ben definite, dal comportamento prevedibile ed indipendenti dal contesto :rolleyes:
Uno nessuno centomila
 

Skorpio

Utente di lunga data
...

"La teoria della giustizia deve includere metodi per comprendere come ridurre l'ingiustizia e promuovere la giustizia, anziché mirare esclusivamente alla descrizione di come dovrebbe essere una società perfettamente giusta" (Amartya Sen)

Questa citazione mi ha fatto pensare quanto spesso, soprattutto verso gli altri, ma spesso anche nei confronti del partner, si richieda un adeguamento a un ideale invece di cercare di costruire il meglio possibile.

L'ideale e il reale devono però essere chiari a noi e all'altro.
Non pensate che troppo spesso si consideri implicito e assoluto il nostro ideale?
Si, però l'ideale un po' assoluto deve essere, per me, l'errore è considerarlo universalmente assoluto, ergo identificarsi con l'universo ideale

L'ideale è un sogno, quindi un qualcosa a cui si tende, senza mai raggiungere, e se "disgraziatamente" si raggiunge capita che si "attraversa" per ritrovarsi in "parabola discendente".
 

Brunetta

Utente di lunga data
Si, però l'ideale un po' assoluto deve essere, per me, l'errore è considerarlo universalmente assoluto, ergo identificarsi con l'universo ideale

L'ideale è un sogno, quindi un qualcosa a cui si tende, senza mai raggiungere, e se "disgraziatamente" si raggiunge capita che si "attraversa" per ritrovarsi in "parabola discendente".
Il problema è che l'ideale, che è la meta di una tensione e dell'agire, resta spesso implicito.
 

Ms.Razionalità

Utente di lunga data
Il problema è che l'ideale, che è la meta di una tensione e dell'agire, resta spesso implicito.
Ma intendi dire che è poco chiaro anche a noi stessi? Nel senso che magari non abbiamo un'idea chiara di cosa aspirare di essere in ottica migliorativa?
 

Blaise53

Utente di lunga data
Si, però l'ideale un po' assoluto deve essere, per me, l'errore è considerarlo universalmente assoluto, ergo identificarsi con l'universo ideale

L'ideale è un sogno, quindi un qualcosa a cui si tende, senza mai raggiungere, e se "disgraziatamente" si raggiunge capita che si "attraversa" per ritrovarsi in "parabola discendente".
L'ideale non si raggiunge si tende. Se no si trasfotma in reale e non è più ideale
 

Brunetta

Utente di lunga data
Ma intendi dire che è poco chiaro anche a noi stessi? Nel senso che magari non abbiamo un'idea chiara di cosa aspirare di essere in ottica migliorativa?
Sì.
Magari coscientemente una persona crede di aspirare a essere un bravo coniuge e invece aspira a essere il seduttore o la seduttrice del quartiere.
 

Ms.Razionalità

Utente di lunga data
Magari coscientemente una persona crede di aspirare a essere un bravo coniuge e invece aspira a essere il seduttore o la seduttrice del quartiere.
Io credo che ciascuno di noi aspiri, più o meno consapevolmente, ad essere felice.
Costrutto concettuale molto soggettivo, in effetti.
E per far questo ciasucno di noi mette in campo le strategie e risorse che ha...

Per fare un esempio molto riduzionista, penso a chi fuma. Non è che non sappia che fa male, o non sappia leggere o vedere le immagini stampate sel pacchetto di sigarette. E non è che continua a fumare perchè è stupido. Per il fumatore l'atto di fumare e tutto il rito (anche sociale) sotteso hanno una funzione soggettivamente positiva. E quindi continua a reiterare un tentativo (micro) di ricerca del piacere/felicità.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Io credo che ciascuno di noi aspiri, più o meno consapevolmente, ad essere felice.
Costrutto concettuale molto soggettivo, in effetti.
E per far questo ciasucno di noi mette in campo le strategie e risorse che ha...

Per fare un esempio molto riduzionista, penso a chi fuma. Non è che non sappia che fa male, o non sappia leggere o vedere le immagini stampate sel pacchetto di sigarette. E non è che continua a fumare perchè è stupido. Per il fumatore l'atto di fumare e tutto il rito (anche sociale) sotteso hanno una funzione soggettivamente positiva. E quindi continua a reiterare un tentativo (micro) di ricerca del piacere/felicità.
Appunto. Il mezzo per raggiungere la felicità immediata o posticipata (fino a chi l'aspetta in Paradiso...un po' troppo posticipata?) è chiaro a tutti?
Se voglio avere una lunga vita circondato dai nipotini, la felicità immediata di 60 sigarette, mezzo litro di vodka, cotolette, patatine e profiterole ecc forse devo controllarla.
 

Ms.Razionalità

Utente di lunga data
Appunto. Il mezzo per raggiungere la felicità immediata o posticipata (fino a chi l'aspetta in Paradiso...un po' troppo posticipata?) è chiaro a tutti?
Credo che ognuno di noi abbia abbastanza chiaro la meta, ma il mezzo a volte è di fortuna.. o scelto tra quelli disponbili... e non sempre sono i più adeguati o funzionali...

Ho un'amica coetanea che dall'età di 16 anni colleziona uomini sbagliati, agli occhi di tutti tranne che ai suoi.
Ma lei è genuinamente convinta di star cercando l'uomo della vita con cui fare una famiglia :facepalm:
 
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Brunetta

Utente di lunga data
Credo che ognuno di noi abbia abbastanza chiaro la meta, ma il mezzo a volte è di fortuna.. o scelto tra quelli disponbili... e non sempre sono i più adeguati o funzionali...

Ho un'amica coetanea che dall'età di 16 anni colleziona uomini sbagliati, agli occhi di tutti tranne che ai suoi.
Ma lei è genuinamente convinta di star cecandol'uomo della vita con cui fare una famiglia :facepalm:
Ho sentito uno psicologo dire che alcune persone si boicottano per fare dispetto alla mamma.
 
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