E' un discorso che non mi torna.Se siamo al bar e tu mi dici che ti piaccio.... Di cosa devi avere paura? Che io sia li a registrare una tua dichiarazione? Se non vuoi "mettere in mezzo" altri, non solo non esterni proposte, ma a concretizzare situazioni di fatto, o "tappe di una conoscenza" (chiamiamole così) non ci pensi e punto.
Prendo in prestito il contesto che hai descritto.
Se io a una mamma che vedo saltuariamente quando vado a prendere il bimbo a scuola, parlandoci del più e del meno piacevolmente, un bel giorno gli vado sul muso mentre suona la campanella, e gli dico seccamente: "tu mi piaci!"..
Io mi sto esponendo. E sto facendo in qualche modo anche una sorta di proposta (in che termini si vedrà), a meno che non sia completamente rimbiscarito
Ma mi sto esponendo
Eppero' sto esponendo anche mia moglie (con cui magari a volte ha parlato così come con me) e mio figlio (che magari gioca spesso col suo)
Nel senso che non ho materialmente nulla da temere, ma se vengo rifiutato in un certo modo, mi si tirano dietro una serie di discorsi e pensieri di commiserazione verso mia moglie (povera scema, che tristezza) e su mio figlio (povero figliolo, con un padre così che viene a prenderlo per tirare il colpo alle mamme) che io non vorrei.
Quanto meno non vorrei aver provocato io, per seguire la coerenza di un mio desiderio
Quindi, che mi piaccia o mi innervosisca, che me ne fotta o che me ne disperi, questa ipotesi esiste.
E prima di dirlo io vorrei valutare se il soggetto ricevente la proposta è, in caso di rifiuto (che ci sta e non è un dramma) potenzialmente in grado di scatenare una serie di effetti collaterali che vanno a colpire, a livello di pensiero, considerazione, commiserazione, i miei familiari
Perché se mi colpiscono me, e vabbè....
Ma loro non c'entrano