Sono un vigliacco.

Ginevra65

Moderatrice del cazzo
Staff Forum
Magari ha salvato la figlia perché sapeva già che il matrimonio ormai era distrutto con il suo tradimento.Non lo sapremo mai, sono solo ipotesi.
certo sono ipotesi. Tutto potrebbe essere.
La figlia poi magari è sua. Ho conosciuto uomini che si sono presi cura del figlio (pur sapendo che geneticamente non era il loro).Ammirevoli
 

ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
Che il sistema (moderno moderno) ti lasci questa possibilità, non significa che tu sei autorizzato a pensare di percorrerla.
Uccidere una vita.
Nel tuo grembo.
La vita di tuo figlio.
Non è una scelta, è un crimine legalizzato.
Il sistema, naturale, ha sempre permesso alle donne di gestire il proprio corpo.

Che di questo si tratta.

Che poi l'abbiano fatto di nascosto per secoli, è un'altro discorso che riguarda un livello più politico.

Abortire è una scelta.
E' decidere se lasciare che il proprio corpo sia un canale di riproduzione o no.

Che non sia un metodo anticoncezionale, pienamente d'accordo.

Ma che sia un crimine, direi proprio di no.

Come donna, io decido ogni 28 giorni di concedere il mio corpo affinchè porti nel mondo un'altra vita.
Ed essendo una scelta io posso dire sì o no.
Ogni volta.

E posso dire no se quell'attraversamento avviene senza che io lo voglia.
 

Orbis Tertius

Utente di lunga data
Il sistema, naturale, ha sempre permesso alle donne di gestire il proprio corpo.

Che di questo si tratta.

Che poi l'abbiano fatto di nascosto per secoli, è un'altro discorso che riguarda un livello più politico.

Abortire è una scelta.
E' decidere se lasciare che il proprio corpo sia un canale di riproduzione o no.

Che non sia un metodo anticoncezionale, pienamente d'accordo.

Ma che sia un crimine, direi proprio di no.

Come donna, io decido ogni 28 giorni di concedere il mio corpo affinchè porti nel mondo un'altra vita.
Ed essendo una scelta io posso dire sì o no.
Ogni volta.

E posso dire no se quell'attraversamento avviene senza che io lo voglia.
Che ci sia sempre stato non significa che si possa fare: anche l'omicidio e lo stupro ci sono sempre stati.
In alcune società lo stupro era legalizzato; nel mondo antico l'omicidio ammesso a certe condizioni: e quindi? Rimangono sempre dei crimini!
Quindi, mettila come vuoi, ma comunque decidi che una vita finisca. Anzi, che non parta.
Ho diritto o non ho diritto, c'è sempre stato o meno, è una vita che viene soppressa, nel tuo grembo.
E' un delitto.
Punto
 

Mat78

Utente di lunga data
Il sistema, naturale, ha sempre permesso alle donne di gestire il proprio corpo.

Che di questo si tratta.

Che poi l'abbiano fatto di nascosto per secoli, è un'altro discorso che riguarda un livello più politico.

Abortire è una scelta.
E' decidere se lasciare che il proprio corpo sia un canale di riproduzione o no.

Che non sia un metodo anticoncezionale, pienamente d'accordo.

Ma che sia un crimine, direi proprio di no.

Come donna, io decido ogni 28 giorni di concedere il mio corpo affinchè porti nel mondo un'altra vita.
Ed essendo una scelta io posso dire sì o no.
Ogni volta.

E posso dire no se quell'attraversamento avviene senza che io lo voglia.
Tutto condivisibile ovviamente senta tenere conto di una eventuale decisione del proprio partner/marito e magari futuro padre, come da tradizione femminista ci hanno insegnato. Tra l'altro l'utero è mio e lo gestisco io 😉
 

Nocciola

Super Moderatore
Staff Forum
Sul suo caso non saprei

Io posso solo dire che se anche mia moglie si facesse tutta la squadra di pallacanestro del Brooklyn nets, io mio figlio non lo abbandono.

E se lo abbandonassi IO mi sentirei pienamente responsabile della MIA azione
Appunto
Mi stupisce il perdono così rapido dei figli
 

ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
Che ci sia sempre stato non significa che si possa fare: anche l'omicidio e lo stupro ci sono sempre stati.
In alcune società lo stupro era legalizzato; nel mondo antico l'omicidio ammesso a certe condizioni: e quindi? Rimangono sempre dei crimini!
Quindi, mettila come vuoi, ma comunque decidi che una vita finisca. Anzi, che non parta.
Ho diritto o non ho diritto, c'è sempre stato o meno, è una vita che viene soppressa, nel tuo grembo.
E' un delitto.
Punto
Punto? :carneval::rolleyes:

Io, che sono potenzialmente il tramite e il contenitore, decido come disporre di me e del mio essere.

Non è paragonabile ad un omicidio o ad uno stupro. L'omicidio e lo stupro sono una relazione. Una dinamica fra individui.

In un aborto, la dinamica è fra la donna e il fantasma di un figlio.

Potremmo sperderci su quando inizia la vita...pensa un po' che io penso che la vita inizi già nell'immaginario di una donna.

E' il potere di una femmina...dare la vita oppure distruggerla.
Luce e Ombra.

Le femmine, potendo creare la vita, possono anche distruggerla.

E' uno dei motivi per cui il paternalismo è nato. Controllare il potere di una femmina.
Non a caso il corpo della donna è terreno di scontro secolare.

Perchè il corpo è l'emanazione concretamente controllabile.

Ma è solo una emanazione.
Una femmina lo è prima che esserlo nel corpo.

Ecco perchè uno stupro non fa male fisicamente, se non in modo superficiale.

Uno stupro è negare la volontà del femminile mentre si impone la sua espressione.
Ed è doloroso perchè spedisce la donna, contro la sua volontà, in quel paradosso in cui essere femmina è essere negata nella propria volontà di essere.

Direi che non si possa minimamente paragonare ad un aborto.
Dove la femmina esercita semplicemente il suo potere distruttivo.
Succhiandosi anche tutte le conseguenze dell'agirlo.
E se le succhia da sola.
 
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ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
Tutto condivisibile ovviamente senta tenere conto di una eventuale decisione del proprio partner/marito e magari futuro padre, come da tradizione femminista ci hanno insegnato. Tra l'altro l'utero è mio e lo gestisco io 😉
E dove ho scritto che non si tiene conto di una eventuale decisione del partner? :)

E' un altro piano, quello della condivisione di una decisione.

Ma, resta comunque la donna a decidere per il suo corpo.

Come resta comunque un uomo a decidere del suo corpo.

La differenza è che il maschio non può creare la vita.
E quindi a riguardo non può prendere decisioni che riguardano il suo stesso corpo.

Può proporsi come compagno di colei che quel potere ce l'ha. E si propone concedendo il suo sperma. Per iniziare.
Ecco uno dei perchè l'imposizione dello sperma ha un significato tanto profondo.
Sia per i maschi sia per le femmine.

E la sua influenza nelle decisioni, per come la vedo io, riguarda il quanto è degno di essere considerato compagno alla pari. E non è scontato, che sia degno. Lo deve dimostrare. Ogni singolo giorno.
Circolarmente, sia chiaro. Reciprocamente ci si dimostra di essere degni della compartecipazione di scelte e decisioni che riguardano l'individualità di ognuno. E non è un qualcosa che deriva da un contratto.

Men che meno da un generico sentimento di amore
 
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Mat78

Utente di lunga data
E dove ho scritto che non si tiene conto di una eventuale decisione del partner? :)

E' un altro piano, quello della condivisione di una decisione.

Ma, resta comunque la donna a decidere per il suo corpo.

Come resta comunque un uomo a decidere del suo corpo.

La differenza è che il maschio non può creare la vita.
E quindi a riguardo non può prendere decisioni che riguardano il suo stesso corpo.

Può proporsi come compagno di colei che quel potere ce l'ha. E si propone concedendo il suo sperma. Per iniziare.
Ecco uno dei perchè l'imposizione dello sperma ha un significato tanto profondo.
Sia per i maschi sia per le femmine.

E la sua influenza nelle decisioni, per come la vedo io, riguarda il quanto è degno di essere considerato compagno alla pari. E non è scontato, che sia degno. Lo deve dimostrare. Ogni singolo giorno.
Circolarmente, sia chiaro. Reciprocamente ci si dimostra di essere degni della compartecipazione di scelte e decisioni che riguardano l'individualità di ognuno. E non è un qualcosa che deriva da un contratto.

Men che meno da un generico sentimento di amore
Hai appena confermato quello che ho scritto io. Quando una donna ha in grembo un bambino, il suo corpo non è più suo ma condiviso con qualcun'altro. Ovviamente come succede per il 99% questo qualcun altro non conta mai un cazz.
 

ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
Hai appena confermato quello che ho scritto io. Quando una donna ha in grembo un bambino, il suo corpo non è più suo ma condiviso con qualcun'altro. Ovviamente come succede per il 99% questo qualcun altro non conta mai un cazz.
Io non sono madre...ma sono molto curiosa delle madri.

rispetto al sottolineato, ti rispondo con le parole di una amica, madre convinta e felice di esserlo.

"non solo il mio corpo è ancora più mio, quando la mia bambina era dentro di me. La mia bambina era mia, una parte di me. Adesso che non è in me, è una appendice del mio stesso essere."

La sua bimba è ancora molto piccola. Quindi la simbiosi e la dipendenza sono ancora molto alte.

Fra non molto inizierà il percorso di "svezzamento", che non è semplicemente smettere di dare la tetta, ma sostenere il suo esserino a essere meno suo, della madre, giorno dopo giorno. Per lasciarla libera, da adulta di essere se stessa.

Vedi il percorso a rovescio...e credimi, non ti prendo in giro, ma non avere un utero è davvero non avere un tassello per capire certe dinamiche.

Forse un po' di umiltà nell'ascoltare le donne che parlano del loro utero, quando sono disponibili a farlo, potrebbe essere d'aiuto alla comprensione e al vivere le relazioni maschio e femmina non come una lotta di sopraffazione e di ragione/torto con le conseguenti colpe da perdonare.

Quindi sì, una donna decide, anche perchè ha il potere naturale di farlo, cosa fare del suo corpo.
Che nella maternità è ancora più suo e meno condivisibile con un maschio. Ancora di più la condivisione è una decisione e non una evenienza.
Anche quando sta trasportando la vita. Usa un potere che ha. Di trasportarla o meno.

Ribadisco che la condivisione col partner è ad un altro livello. Riguarda la relazione maschio e femmina che decidono di offrirsi alla vita come "volontari" per darle nuovo frutto.

E riguarda un patto relazionale di alleanza, che come sottolineato più volte, dovrebbe andar ben oltre il rapporto maschio femmina.

E questa storia è la rappresentazione dell'interruzione, unilaterale, di quel patto.
Per reazione all'interruzione di un altro patto, quello maschio femmina in relazione solo fra di loro.

che capisco che così è schematico...e di mezzo ci sono sentimenti ed emozioni.

Ma i fatti sono che l'alleanza genitoriale, per storia, cultura, non natura (come anche questa storia dimostra) è una costruzione frutto di consapevolezza di chi si è in un disegno più grande. Ed è una costruzione che riguarda due individui che insieme hanno deciso di dare una vita e averne cura.

Che esula dal piccolo e insignificante disegno della relazione maschio e femmina.

Sono piani diversi.

Il tuo grassetto non l'ho capito invece. Me lo spiegheresti meglio, se vuoi? :)
 
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Mat78

Utente di lunga data
Io non sono madre...ma sono molto curiosa delle madri.

rispetto al sottolineato, ti rispondo con le parole di una amica, madre convinta e felice di esserlo.

"non solo il mio corpo è ancora più mio, quando la mia bambina era dentro di me. La mia bambina era mia, una parte di me. Adesso che non è in me, è una appendice del mio stesso essere."

La sua bimba è ancora molto piccola. Quindi la simbiosi e la dipendenza sono ancora molto alte.

Fra non molto inizierà il percorso di "svezzamento", che non è semplicemente smettere di dare la tetta, ma sostenere il suo esserino a essere meno suo, della madre, giorno dopo giorno. Per lasciarla libera, da adulta di essere se stessa.

Vedi il percorso a rovescio...e credimi, non ti prendo in giro, ma non avere un utero è davvero non avere un tassello per capire certe dinamiche.

Forse un po' di umiltà nell'ascoltare le donne che parlano del loro utero, quando sono disponibili a farlo, potrebbe essere d'aiuto alla comprensione e al vivere le relazioni maschio e femmina non come una lotta di sopraffazione e di ragione/torto con le conseguenti colpe da perdonare.

Quindi sì, una donna decide, anche perchè ha il potere naturale di farlo, cosa fare del suo corpo.
Che nella maternità è ancora più suo e meno condivisibile con un maschio. Ancora di più la condivisione è una decisione e non una evenienza.
Anche quando sta trasportando la vita. Usa un potere che ha. Di trasportarla o meno.

Ribadisco che la condivisione col partner è ad un altro livello. Riguarda la relazione maschio e femmina che decidono di offrirsi alla vita come "volontari" per darle nuovo frutto.

E riguarda un patto relazionale di alleanza, che come sottolineato più volte, dovrebbe andar ben oltre il rapporto maschio femmina.

E questa storia è la rappresentazione dell'interruzione, unilaterale, di quel patto.
Per reazione all'interruzione di un altro patto, quello maschio femmina in relazione solo fra di loro.

che capisco che così è schematico...e di mezzo ci sono sentimenti ed emozioni.

Ma i fatti sono che l'alleanza genitoriale, per storia, cultura, non natura (come anche questa storia dimostra) è una costruzione frutto di consapevolezza di chi si è in un disegno più grande. Ed è una costruzione che riguarda due individui che insieme hanno deciso di dare una vita e averne cura.

Che esula dal piccolo e insignificante disegno della relazione maschio e femmina.

Sono piani diversi.

Il tuo grassetto non l'ho capito invece. Me lo spiegheresti meglio, se vuoi? :)
Sai che fa male leggere certe cose? Sopratutto per un padre. Noi magari non capiamo voi perché avete questo dono celeste della procreazione, ma voi non comprendere noi in quanto padri dove anche noi abbiamo lo stesso attaccamento per i figli come lo avete voi. Tutti noi separati sapiamo cosa vuol dire non poter vivere con i propri figli e sentire tutti questi paroloni femministe mi fanno incazzare.
 

danny

Utente di lunga data
Punto? :carneval::rolleyes:

Io, che sono potenzialmente il tramite e il contenitore, decido come disporre di me e del mio essere.

Non è paragonabile ad un omicidio o ad uno stupro. L'omicidio e lo stupro sono una relazione. Una dinamica fra individui.

In un aborto, la dinamica è fra la donna e il fantasma di un figlio.

Potremmo sperderci su quando inizia la vita...pensa un po' che io penso che la vita inizi già nell'immaginario di una donna.

E' il potere di una femmina...dare la vita oppure distruggerla.
Luce e Ombra.

Le femmine, potendo creare la vita, possono anche distruggerla.

E' uno dei motivi per cui il paternalismo è nato. Controllare il potere di una femmina.
Non a caso il corpo della donna è terreno di scontro secolare.

Perchè il corpo è l'emanazione concretamente controllabile.

Ma è solo una emanazione.
Una femmina lo è prima che esserlo nel corpo.

Ecco perchè uno stupro non fa male fisicamente, se non in modo superficiale.

Uno stupro è negare la volontà del femminile mentre si impone la sua espressione.
Ed è doloroso perchè spedisce la donna, contro la sua volontà, in quel paradosso in cui essere femmina è essere negata nella propria volontà di essere.

Direi che non si possa minimamente paragonare ad un aborto.
Dove la femmina esercita semplicemente il suo potere distruttivo.
Succhiandosi anche tutte le conseguenze dell'agirlo.
E se le succhia da sola.
:up:
 

ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
Sai che fa male leggere certe cose? Sopratutto per un padre. Noi magari non capiamo voi perché avete questo dono celeste della procreazione, ma voi non comprendere noi in quanto padri dove anche noi abbiamo lo stesso attaccamento per i figli come lo avete voi. Tutti noi separati sapiamo cosa vuol dire non poter vivere con i propri figli e sentire tutti questi paroloni femministe mi fanno incazzare.
Non sono parole femministe...ho descritto un fatto naturale.

diventa femminista quando apre una battaglia in cui si vogliono vedere pari questioni che non lo sono. E quindi si sfalsano i piani.
Non riconoscere il potere di creare e distruggere insito in una qualunque femmina, mette in condizione di non poter godere anche del dono che ci si fa reciprocamente rispetto a quel potere. E negare quel potere, mette pure in condizione di averne paura e volerlo assoggettare e negare...avendone ancora più timore e diffidenza, fra l'altro.

Apre la guerra fra chi ha più potere su chi.



Non mi sembra di aver minimamente negato l'attaccamento paterno, se così è sembrato mi sono spiegata male e me ne scuso.

Sono forme di attaccamento semplicemente diverse. E non in termini di valore insito nell'uno e nell'altro.
Ma perchè sono strutturalmente e fisiologicamente diversi. E' un fatto. Non è una posizione politica.

Quella semmai viene dopo quando si discute su cosa a una femmina, o a un maschio, è permesso fare col suo corpo.

Ma secondo te, tutta questa incomprensione da dove deriva?

Che è vero che c'è...tanto che anche in un forum come questo, si finisce a discutere su chi ha ragione o torto..
 
Ultima modifica:

Orbis Tertius

Utente di lunga data
Punto? :carneval::rolleyes:

Io, che sono potenzialmente il tramite e il contenitore, decido come disporre di me e del mio essere.

Non è paragonabile ad un omicidio o ad uno stupro. L'omicidio e lo stupro sono una relazione. Una dinamica fra individui.

In un aborto, la dinamica è fra la donna e il fantasma di un figlio.

Potremmo sperderci su quando inizia la vita...pensa un po' che io penso che la vita inizi già nell'immaginario di una donna.

E' il potere di una femmina...dare la vita oppure distruggerla.
Luce e Ombra.

Le femmine, potendo creare la vita, possono anche distruggerla.

E' uno dei motivi per cui il paternalismo è nato. Controllare il potere di una femmina.
Non a caso il corpo della donna è terreno di scontro secolare.

Perchè il corpo è l'emanazione concretamente controllabile.

Ma è solo una emanazione.
Una femmina lo è prima che esserlo nel corpo.

Ecco perchè uno stupro non fa male fisicamente, se non in modo superficiale.

Uno stupro è negare la volontà del femminile mentre si impone la sua espressione.
Ed è doloroso perchè spedisce la donna, contro la sua volontà, in quel paradosso in cui essere femmina è essere negata nella propria volontà di essere.

Direi che non si possa minimamente paragonare ad un aborto.
Dove la femmina esercita semplicemente il suo potere distruttivo.
Succhiandosi anche tutte le conseguenze dell'agirlo.
E se le succhia da sola.
Sul potere distruttivo delle donne e sulla necessità di controllarlo ho già scritto.
E' il maschio il principio ordinatore.
Leggendoti mi rendo conto che una donna si arroga un diritto che non ha.
La società occidentale post-sessantottina (la prima matriarcale, femmina ed effeminata della storia) non ha futuro.
Solo quello della morte e di essere presa da chi ha bene presente (anche se in modo animalesco) il potere ordinatore del maschio.
Idee come quelle che hai espresso tu, sono state veicolate come veleno nelle società europee per provocarne la morte.
 

Mat78

Utente di lunga data
Non sono parole femministe...ho descritto un fatto naturale.

diventa femminista quando apre una battaglia in cui si vogliono vedere pari questioni che non lo sono. E quindi si sfalsano i piani.
Non riconoscere il potere di creare e distruggere insito in una qualunque femmina, mette in condizione di non poter godere anche del dono che ci si fa reciprocamente rispetto a quel potere. E negare quel potere, mette pure in condizione di averne paura e volerlo assoggettare e negare...avendone ancora più timore e diffidenza, fra l'altro.

Apre la guerra fra chi ha più potere su chi.



Non mi sembra di aver minimamente negato l'attaccamento paterno, se così è sembrato mi sono spiegata male e me ne scuso.

Sono forme di attaccamento semplicemente diverse. E non in termini di valore insito nell'uno e nell'altro.
Ma perchè sono strutturalmente e fisiologicamente diversi. E' un fatto. Non è una posizione politica.

Quella semmai viene dopo quando si discute su cosa a una femmina, o a un maschio, è permesso fare col suo corpo.

Ma secondo te, tutta questa incomprensione da dove deriva?

Che è vero che c'è...tanto che anche in un forum come questo, si finisce a discutere su chi ha ragione o torto..
Tutta questa incomprensione deriva proprio dalle tue parole. Voi donne vi arrogate il diritto di scegliere o come dici te di procreare o distruggere, senza tenere in conto anche l'altra parte. Nel mometto che una donna aspetta un bambino non è più il suo corpo ma è il corpo di 3 persone. Il tuo discorso è femminista proprio nel momento in cui parli di potere. Anche un padre vive il momento del concepimento, vedere la propria compagna cambiare in meglio , vedere il suo pancione crescere, appoggiarsi sul pancione e sentire il proprio figlio muoversi e parlare con il pancione stesso. Quando si esce insieme per scegliere tutto il necessario per il bambino. Lo viviamo anche noi, anche noi soffriamo perche soffrite voi quando vi vediamo partorire e vi stiamo accanto. Anche noi gioiamo della nascita e ci commuoviamo quando prendiamo in braccio per la prima volta anche NOSTRO figlio. Anche noi passiamo le nottate in piedi quando il bambino deve essere cambiato o deve fare la poppata o siamo noi stessi che diamo il latte al bambino durante la notte, o quando sta male. Si il tuo e quello della tua amica sono discorsi da femministe. E per finire, quando la famiglia si rompe e magari succede perché tua moglie ti ha tradita, ti portano via i tuoi figli. Ecco cosa vuol dire essere padre.
 
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Skorpio

Utente di lunga data
Sul potere distruttivo delle donne e sulla necessità di controllarlo ho già scritto.
E' il maschio il principio ordinatore.
Leggendoti mi rendo conto che una donna si arroga un diritto che non ha.
La società occidentale post-sessantottina (la prima matriarcale, femmina ed effeminata della storia) non ha futuro.
Solo quello della morte e di essere presa da chi ha bene presente (anche se in modo animalesco) il potere ordinatore del maschio.
Idee come quelle che hai espresso tu, sono state veicolate come veleno nelle società europee per provocarne la morte.
A me è ben chiaro che il potere di dare la vita lo ha solo la femmina

Lo stabilisce la natura, e questo è un dato oggettivo (è una questione fisica)

Ma che il maschio abbia potere ordinatore lo so adesso.

Chi lo ha stabilito?
 

Outdider

Utente di lunga data
certo che quello che ha fatto la moglie avrebbe provocato delle conseguenze. Ma non si scappa, anzi avrebbe dovuto chiarire e mettere tutto alla luce del sole. Scherziamo!!! Lui aveva tutte le ragioni del mondo e se l'è giocate con una azione che non gli fa onore.
Pensa i nonni, all'oscuro, che magari si sono presi cura di una nipote non loro. C'era veramente tante persone coinvolte il minimo era fare chiarezza.
Da quello che ho potuto capire, nella sua testa stava prendendo corpo un idea terribile...avete capito tutti cosa. Chiedo sarebbe stato meglio questo per le figlie o un padre nell'ombra per quasi 2 decenni?
 

Brunetta

Utente di lunga data
Non sono parole femministe...ho descritto un fatto naturale.

diventa femminista quando apre una battaglia in cui si vogliono vedere pari questioni che non lo sono. E quindi si sfalsano i piani.
Non riconoscere il potere di creare e distruggere insito in una qualunque femmina, mette in condizione di non poter godere anche del dono che ci si fa reciprocamente rispetto a quel potere. E negare quel potere, mette pure in condizione di averne paura e volerlo assoggettare e negare...avendone ancora più timore e diffidenza, fra l'altro.

Apre la guerra fra chi ha più potere su chi.



Non mi sembra di aver minimamente negato l'attaccamento paterno, se così è sembrato mi sono spiegata male e me ne scuso.

Sono forme di attaccamento semplicemente diverse. E non in termini di valore insito nell'uno e nell'altro.
Ma perchè sono strutturalmente e fisiologicamente diversi. E' un fatto. Non è una posizione politica.

Quella semmai viene dopo quando si discute su cosa a una femmina, o a un maschio, è permesso fare col suo corpo.

Ma secondo te, tutta questa incomprensione da dove deriva?

Che è vero che c'è...tanto che anche in un forum come questo, si finisce a discutere su chi ha ragione o torto..
Il problema è che troppi uomini in merito alle relazioni uomo-donna non parlano da adulti e da padri, ma da figli con tutto un immaginario non consapevole sulla madre buona/cattiva, regina/strega, Madonna/puttana.
Purtroppo da donne vediamo esseri grandi e grossi (più o meno) con peli e barba e crediamo di rapportarci con degli adulti.
 
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Mat78

Utente di lunga data
A me è ben chiaro che il potere di dare la vita lo ha solo la femmina

Lo stabilisce la natura, e questo è un dato oggettivo (è una questione fisica)

Ma che il maschio abbia potere ordinatore lo so adesso.

Chi lo ha stabilito?
Potere, ti piace dirlo, ne godi nel dirlo. Chi ha il potere di dare la vita, la donna o l'uomo con il suo sperma? Ti rivelo un segreteto. Il potere della vita lo hanno entrambi. Voi vi siete presi anche il potere di decidere da sole se il bambino può vivere o deve morire. Donne la natura ha dato questo potere ( si continuo a ripetere la parola potere che ti piace tanto) ad entrambi. Senza di noi, voi non potreste essere madri e di conseguenza senza di voi noi non potremmo essere padri.

P.s. scusami ti ho scambiato per ipazia, ma il concetto non cambia.
 
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