Io non sono madre...ma sono molto curiosa delle madri.
rispetto al sottolineato, ti rispondo con le parole di una amica, madre convinta e felice di esserlo.
"non solo il mio corpo è ancora più mio, quando la mia bambina era dentro di me. La mia bambina era mia, una parte di me. Adesso che non è in me, è una appendice del mio stesso essere."
La sua bimba è ancora molto piccola. Quindi la simbiosi e la dipendenza sono ancora molto alte.
Fra non molto inizierà il percorso di "svezzamento", che non è semplicemente smettere di dare la tetta, ma sostenere il suo esserino a essere meno suo, della madre, giorno dopo giorno. Per lasciarla libera, da adulta di essere se stessa.
Vedi il percorso a rovescio...e credimi, non ti prendo in giro, ma non avere un utero è davvero non avere un tassello per capire certe dinamiche.
Forse un po' di umiltà nell'ascoltare le donne che parlano del loro utero, quando sono disponibili a farlo, potrebbe essere d'aiuto alla comprensione e al vivere le relazioni maschio e femmina non come una lotta di sopraffazione e di ragione/torto con le conseguenti colpe da perdonare.
Quindi sì, una donna decide, anche perchè ha il potere naturale di farlo, cosa fare del suo corpo.
Che nella maternità è ancora più suo e meno condivisibile con un maschio. Ancora di più la condivisione è una decisione e non una evenienza.
Anche quando sta trasportando la vita. Usa un potere che ha. Di trasportarla o meno.
Ribadisco che la condivisione col partner è ad un altro livello. Riguarda la relazione maschio e femmina che decidono di offrirsi alla vita come "volontari" per darle nuovo frutto.
E riguarda un patto relazionale di alleanza, che come sottolineato più volte, dovrebbe andar ben oltre il rapporto maschio femmina.
E questa storia è la rappresentazione dell'interruzione, unilaterale, di quel patto.
Per reazione all'interruzione di un altro patto, quello maschio femmina in relazione solo fra di loro.
che capisco che così è schematico...e di mezzo ci sono sentimenti ed emozioni.
Ma i fatti sono che l'alleanza genitoriale, per storia, cultura, non natura (come anche questa storia dimostra) è una costruzione frutto di consapevolezza di chi si è in un disegno più grande. Ed è una costruzione che riguarda due individui che insieme hanno deciso di dare una vita e averne cura.
Che esula dal piccolo e insignificante disegno della relazione maschio e femmina.
Sono piani diversi.
Il tuo grassetto non l'ho capito invece. Me lo spiegheresti meglio, se vuoi?