L'erotismo e la sessualità sono campi nei quali il margine di libertà, e quindi di scelta, è minimo; a volte, specie nel caso delle perversioni gravi, nullo; perchè si possono certo scegliere come al supermarket, "per provare" pratiche sessuali perverse, ma di solito, guarda caso, non si riesce a smettere più, e anzi si entra nella dinamica tipica del tossicodipendente: dosi crescenti, soddisfazione decrescente. Terra terra: mettersi "a provare" lo scambismo, il sadomaso e via dicendo, per restare nei limiti del non gravissimo, è come mettersi "a provare" la cocaina o l'eroina. La diffusione enorme, legale e gratuita della pornografia risulta nella validazione sociale delle perversioni, e naturalmente, come avviene con la legalizzazione delle droghe, ne aumenta l'uso perchè lo rende più facile.
C'è qualcuno - molto pochi - capace di farsi una dose ogni tanto, per distrarsi un po'; ma tutti gli altri ci restano agganciati. Se poi la perversione non viene praticata "per provare", ma è l'unico modo in cui la persona riesce a provare piacere, la libertà e la scelta a disposizione del soggetto sono = 0.
La "libertà di scelta" dell'ideologia dominante presuppone un soggetto fittizio, l'individuo dotato di volontà perfettamente libera e sovrana: un essere che non è mai esistito nella realtà, perchè la formazione della personalità è un processo difficile, complesso, spesso fallimentare, e che assolutamente nessuno conosce dalla a alla zeta.
La piena libertà interiore, cioè a dire la perfetta integrazione delle varie dimensioni della personalità, consapevoli e no, è un'idea regolativa o un modello elevatissimo a cui aspirare mediante l'impegno di tutta una vita, e che solo in casi rarissimi viene davvero approssimato o raggiunto da persone che chiamiamo "santi", o "maestri di vita", o "sapienti". Il resto di noi sta ad alcune migliaia di anni luce da questo modello.