Sesso ... e Senso di colpa

ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
Di sicuro sei unica, posso dire che il tuo progetto è alquanto egoistico. Tu e Guglielmo da soli alla ricerca di?
Mio nonno diceva: "morto io venitemi appresso". Della serie dopo di me la fine del mondo. Vedo che anche tu con il tuo progetto segui, alla fine, il nonno.

Un'ultima cosa ma sei sicura di non aver sotto schiaffo Guglielmo? 😇
Sì, penso anche io che sia egoistico.

Di sicuro non desidero coinvolgere nessuno che non sia in grado di decidere autonomamente di coinvolgersi.

Ricerca di Conoscenza, semplicemente...vedersi il più possibile vicini a come si è.

Quanto al mondo...mah...io non so cosa sarà il mondo dopo di me. Non so neanche bene come sia con la mia presenza.
Quel che mi interessa è che la mia presenza nel mondo sia il più possibile autentica.

Cosa vuol dire avere sotto schiaffo?? :confused:
 

Blaise53

Utente di lunga data
Sì, penso anche io che sia egoistico.

Di sicuro non desidero coinvolgere nessuno che non sia in grado di decidere autonomamente di coinvolgersi.

Ricerca di Conoscenza, semplicemente...vedersi il più possibile vicini a come si è.

Quanto al mondo...mah...io non so cosa sarà il mondo dopo di me. Non so neanche bene come sia con la mia presenza.
Quel che mi interessa è che la mia presenza nel mondo sia il più possibile autentica.

Cosa vuol dire avere sotto schiaffo?? :confused:
Con un caratterino come il tuo un altro caratterino uguale sai che scintille?
 

ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
Con un caratterino come il tuo un altro caratterino uguale sai che scintille?
Credo che ci incastriamo, pare almeno :)

ma non ho ancora capito cosa significa aver sotto schiaffo...se devo essere sincera :confused:

EDIT: tagliala grossa blaise, non mi sconvolgo e magari capisco :D
 

ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
Che comandi tu la baracca
Sicura è una parola che mi mette sempre un po' a disagio, in particolare quando non coinvolge solo me stessa e spesso anche quando coinvolge solo me stessa...

Detto questo io sono sicura di non voler comandare.

Fra l'altro...il comando è molto effimero...funziona solo fin tanto quanto l'altro lo concede.

Senza l'altro, il comando non esiste.

L'idea è governare insieme.
Poi vedremo cosa succederà...

Come mai mi hai chiesto se sono sicura di non comandare io la baracca?
 

Skorpio

Utente di lunga data
...

Ma guarda che no.

Io non escludo una convivenza...e nemmeno la familiarità.
E nemmeno G.

Semplicemente includiamo anche altre cose.

E altrettanto semplicemente abbiamo entrambi reazioni allergiche al mulino bianco, così come lo descrivevo prima.

Il fulcro è parlare. L'alleanza costruita sulla collaborazione e la complicità e non sull'appropriazione.

Che non significa escludere l'esclusività, fra l'altro.

Significa includere alcune variabili, ossia che l'esistenza di un progetto porta con sè anche il fatto che possa non esistere più (se un progetto non esiste, può esistere...non non esistere) e il fatto che in questo progetto c'è spazio di parola per questioni che tradizionalmente sono escluse.

Poi nei fatti si vedrà, come e se affronteremo.

La questione dei figli è ben diversa dalla convivenza...per come la vedo io.

Io non ne desidero. Un eventuale desiderio di G. a riguardo non metterebbe in discussione chi è lui, ma metterebbe in discussione il progetto perchè io non vedo compromessi possibili a riguardo che siano soddisfacenti per entrambi.
E lui nemmeno eh.

Se lui arrivasse con il desiderio di un figlio, sarei curiosa di capire il percorso per cui è arrivato lì.
(sarei anche molto triste...che dovrei salutare, comunque)

Ma se uno desidera un figlio e l'altro no, quali compromessi sono possibili?
Che rendano benessere ad entrambi?

Chi sarei io per dire a G. stai con me anche se non voglio figli?
E chi sarebbe lui per dirlo a me.

Farlo significherebbe chiedergli di rinunciare ad una cosa che mi sembra non di poco conto.

D'altro canto chi sarei io per dirgli fai un figlio anche se non lo vuoi?
E chi sarebbe lui per dirlo a me.

Farlo significherebbe chiedergli di rinunciare ad un qualcosa che mi sembra di non poco conto.

Non c'è progetto che valga, secondo me, di fronte a trasformazioni profonde di questo tipo.

Se vale...secondo me è un progetto che porta malessere. In tutti.

E che chiede a tutti, di far finta di essere chi non si è.

Non mi sembra una buona prospettiva.

Esco dal tradizionale pensando che una convivenza e famiglia sia semplicemente essere in due. E produrre insieme nel mondo. E non un primo gradino per "fare famiglia".


EDIT: non c'è problema, anzi, ti ringrazio...mi dai modo di rendermi conto che non sono così chiara come penso di essere
Ringrazio io te x le precisazioni :)

Quanto al resto.. non ho che da ripetermi con quanto a più riprese scritto.

Io l'ansia di Roby la comprendo.

E non c'entra il tradimento ne l'omofobia ne il sesso, x quanto mi riguarderebbe al posto suo.

Quanto il gettare una donna con la quale volente o nolente ho una storia progettuale, famiglia, figli, nella disperazione più totale.

E ripeto, non c'entrerebbe il sesso, i momenti consumati, l'omofobia, i pregiudizi, ne altro
 

stany

Utente di lunga data
Ma tu mi fai esempi non attinenti...
Lui non è scappato con un uomo.
I figli non sanno nulla,difatti.ha deciso di piantarla prima di creare problemi.
Io non vivo nel mondo dei sogni,non sono io che inneggio al libero tradimento.
Questo ha avuto una sbandata,una storia durata sei mesi,con un uomo,il che gli ha fatto.capire che, con la giusta persona e un contesto che agevola,può rapportarsi in modalità bisex.
Preso atto che continuare portava solo al disastro ha chiuso.
Non vedo motivo di mettere in scena questi sconvolgimenti emotivi...a me sembra una vicenda persin banale,sicuramente molto meno sconvolgente di tante vicende etero lette qui...
È preoccupato per l'eventuale reazione di lui; ha detto però che essendo innamorato "non dovrebbe" fargli casini.
 

danny

Utente di lunga data
Cerco di essere chiaro. I modi in cui si esprime l'orientamento erotico sono veramente tanti, e alcuni lasciano stupefatti e/o orripilati. Oggi la promiscuità sessuale è la regola statistica, le perversioni anche importanti vengono considerate come scelte individuali che finchè non violano il codice penale va bene così. Questo manifesta una situazione psicologica generale non ottimale delle nostre società, e provoca effetti importanti sulle singole psiche (la diffusione enorme della pornografia anche tra i preadolescenti, per esempio, ha effetti enormi e avrà conseguenze ancor più grandi quando praticamente tutti i padri e le madri saranno cresciuti così).
La sessualità e l'erotismo sono forze immani, credere di controllarle come si controlla l'acqua corrente aprendo e chiudendo il rubinetto di casa è radicalmente sbagliato.
Sul piano dell'identità profonda, che è sempre sessuata, la domanda che l'omosessualità di un genitore propone ai figli è di difficilissima soluzione e potenzialmente destrutturante, specie nel caso del padre omosessuale per il figlio maschio, per i motivi che ho esposto brevemente.
L'erotismo perverso o promiscuo di uno o entrambi i genitori ha invece effetti molto importanti sullo sviluppo della personalità dei figli, sostanzialmente perchè convalida ai loro occhi la promiscuità e la perversione. Tranne che nei casi di perversione davvero grave, quale la pedofilia, il sadismo, etc., questo non introduce nella psiche dei figli l'antilogica destrutturante. Può destrutturare la società, questo sì, perchè dissolve i legami principali. Nella civiltà romana imperiale e post imperiale, la consuetudine con gli schiavi, che venivano sempre usati come oggetto erotico, e la promiscuità diffusissima, hanno provocato importanti effetti sociali, e certo contribuito alla dissoluzione sia dei legami tradizionali, sia dell'integrità psicologica delle persone (le due cose sono legate, non si può essere psicologicamente integri senza legami profondi con la propria tradizione).
Ma non erano destrutturanti per la psiche: si contagiavano, tutto lì (che non è poco).
Stai dicendo cose molto interessanti.
 

stany

Utente di lunga data
Del razzista non so, del coglione e dell'ignorante sicuramente si.
Pugliese?
Suvvia, è una cosa risaputa.La portavo come esempio per dire che in certi contesti il fenomeno è tutt'altro che desueto.Mi dirai che non produco dati statistici per sostenere tale affermazione. (Vendola ?!)
 

twinpeaks

Utente di lunga data
Primo grassetto: sono d'accordo. In particolare se la promiscuità non è assunta come tale, ma come "così fan tutti". Quindi, secondo me, senza essere veramente assunta per quella che è. Promiscuità. Che significa nei fatti "assenza di legami". Anche quando il legame è formalmente presente.

Quanto alle perversioni io penso siano scelte individuali, ma penso anche che pensare che una scelta individuale non abbia riverberi su chi sta intorno non sia realistico.
Decidere di assumersi perversioni, significa assumersi anche cosa porta con sè. E prendere anche posizioni di conseguenza. Penso alla questione dei figli, per esempio. O al coinvolgimento casuale di persone.

Paradossalmente, ma forse non tanto paradossalmente, a me sembra che l'assunzione autentica di una perversione porti con sè una minore promiscuità. E un restringimento anche delle opzioni di socialità, se è per questo.


Il secondo grassetto pienamente d'accordo. Sono forze che sanno fare male. E fanno perdere la bussola in tutti i piani del vivere, se le si prende..come dire...alla pari.
Un po' come quando si va in montagna convinti che la montagna è amica. E invece la montagna non è amica nè nemica. E' la montagna. E non perdona. Non so se mi spiego.

Quanto al resto...io penso e continuo a pensare che appunto dopo la storia che ci anticipa, che non si sia ancora iniziato a pensare a davvero considerare l'identità sessuale come parte fondante dell'identità tutta è veramente miope.

Non penso sia casuale che le forze della sessualità le si sia messe costantemente in "tentativo" di controllo...ma questo ha portato e porta a prendere cose profonde e pesanti come cose superficiali e leggere.

E per mancanza di conoscenza.

Mi lascia veramente basita come il sesso sia considerato un qualcosa di legato ai buoni sentimenti e non invece, come secondo me è, un mezzo di espressione di pulsioni e bisogni profondi...capisco anche la funzione del mulino bianco a riguardo. Ma non funziona.

Mi sa.
L'erotismo e la sessualità sono campi nei quali il margine di libertà, e quindi di scelta, è minimo; a volte, specie nel caso delle perversioni gravi, nullo; perchè si possono certo scegliere come al supermarket, "per provare" pratiche sessuali perverse, ma di solito, guarda caso, non si riesce a smettere più, e anzi si entra nella dinamica tipica del tossicodipendente: dosi crescenti, soddisfazione decrescente. Terra terra: mettersi "a provare" lo scambismo, il sadomaso e via dicendo, per restare nei limiti del non gravissimo, è come mettersi "a provare" la cocaina o l'eroina. La diffusione enorme, legale e gratuita della pornografia risulta nella validazione sociale delle perversioni, e naturalmente, come avviene con la legalizzazione delle droghe, ne aumenta l'uso perchè lo rende più facile.

C'è qualcuno - molto pochi - capace di farsi una dose ogni tanto, per distrarsi un po'; ma tutti gli altri ci restano agganciati. Se poi la perversione non viene praticata "per provare", ma è l'unico modo in cui la persona riesce a provare piacere, la libertà e la scelta a disposizione del soggetto sono = 0.

La "libertà di scelta" dell'ideologia dominante presuppone un soggetto fittizio, l'individuo dotato di volontà perfettamente libera e sovrana: un essere che non è mai esistito nella realtà, perchè la formazione della personalità è un processo difficile, complesso, spesso fallimentare, e che assolutamente nessuno conosce dalla a alla zeta.

La piena libertà interiore, cioè a dire la perfetta integrazione delle varie dimensioni della personalità, consapevoli e no, è un'idea regolativa o un modello elevatissimo a cui aspirare mediante l'impegno di tutta una vita, e che solo in casi rarissimi viene davvero approssimato o raggiunto da persone che chiamiamo "santi", o "maestri di vita", o "sapienti". Il resto di noi sta ad alcune migliaia di anni luce da questo modello.
 

twinpeaks

Utente di lunga data
Credo che la cultura diffusa che vede con leggerezza la sessualità sia una cultura consumista devastante.
E' dissolvente. Il fatto è che la dissoluzione non è soltanto "disgregare qualcosa". Disgregando qualcosa, per esempio i legami familiari, affettivi, etici, nella personalità si apre un vuoto, e questo vuoto viene riempito da qualcos'altro che proviene da regioni inferiori.
 

danny

Utente di lunga data
[MENTION=7008]twinpeaks[/MENTION], molto interessante l'accenno alle conseguenze sociali in relazione alla diffusione della pornografia.
 

twinpeaks

Utente di lunga data
@twinpeaks, molto interessante l'accenno alle conseguenze sociali in relazione alla diffusione della pornografia.
Grazie. La pornografia fa pubblicità alla perversione. Il fatto che questa pubblicità sia legale e gratuita, a disposizione di tutti compresi i minori, risulta in una convalida sociale della perversione. La differenza tra prima e dopo sta tutta qui, ma è enorme, perchè il giudizio della società e il conformismo sociale hanno un grande peso nella psiche, specie nella psiche dei preadolescenti, che anzitutto desiderano conformarsi. Sul piano psichico, la diffusione attuale della pornografia equivale all'irrorazione delle nostre città e campagne con il gas nervino.
 

Divì

Utente senza meta
L'erotismo e la sessualità sono campi nei quali il margine di libertà, e quindi di scelta, è minimo; a volte, specie nel caso delle perversioni gravi, nullo; perchè si possono certo scegliere come al supermarket, "per provare" pratiche sessuali perverse, ma di solito, guarda caso, non si riesce a smettere più, e anzi si entra nella dinamica tipica del tossicodipendente: dosi crescenti, soddisfazione decrescente. Terra terra: mettersi "a provare" lo scambismo, il sadomaso e via dicendo, per restare nei limiti del non gravissimo, è come mettersi "a provare" la cocaina o l'eroina. La diffusione enorme, legale e gratuita della pornografia risulta nella validazione sociale delle perversioni, e naturalmente, come avviene con la legalizzazione delle droghe, ne aumenta l'uso perchè lo rende più facile.

C'è qualcuno - molto pochi - capace di farsi una dose ogni tanto, per distrarsi un po'; ma tutti gli altri ci restano agganciati. Se poi la perversione non viene praticata "per provare", ma è l'unico modo in cui la persona riesce a provare piacere, la libertà e la scelta a disposizione del soggetto sono = 0.

La "libertà di scelta" dell'ideologia dominante presuppone un soggetto fittizio, l'individuo dotato di volontà perfettamente libera e sovrana: un essere che non è mai esistito nella realtà, perchè la formazione della personalità è un processo difficile, complesso, spesso fallimentare, e che assolutamente nessuno conosce dalla a alla zeta.

La piena libertà interiore, cioè a dire la perfetta integrazione delle varie dimensioni della personalità, consapevoli e no, è un'idea regolativa o un modello elevatissimo a cui aspirare mediante l'impegno di tutta una vita, e che solo in casi rarissimi viene davvero approssimato o raggiunto da persone che chiamiamo "santi", o "maestri di vita", o "sapienti". Il resto di noi sta ad alcune migliaia di anni luce da questo modello.
Ho sempre pensato che la libertà di scelta (di fare) sia una colossale bufala. L'unica libertà è quella di volere (volere il bene cit. Agostino d'Ippona) che nessuno può toglierci se non con la morte.

Tutto il resto, non è che scelta del miglior condizionamento per noi......

Grazie per questo prezioso contributo. Ormai hai una groupie :D
 

twinpeaks

Utente di lunga data
Potresti essere esemplificativo?
Naturalmente senza aggiungere i dati anagrafici delle persone coinvolte....
Non posso raccontare i casi perchè mi ci vorrebbe una mezza vita e ho anche altro da fare. Per farla breve, ti dirò questo. La sessualità perversa non è un gioco, anche se può iniziare come tale. Oltre ai danni che può provocare nella vita affettiva e sociale del soggetto, che non sono piccoli, è sempre sintomo di uno squilibrio della personalità e in ogni caso, una pesante catena. Il risultato della terapia solo molto di rado può essere la liberazione dalla catena della schiavitù sessuale (è molto difficile riuscirci, la volontà del paziente e l'impegno del terapeuta non bastano). Più spesso si riesce a far sì che il peso della catena si alleggerisca, che la costrizione sia meno menomante, che il paziente comprenda meglio se stesso, i suoi limiti e i suoi difetti, e li accetti, così sollevandolo da un conflitto che esaurisce le sue forze, e consentendogli di ordinare meglio la sua vita, interiore ed esteriore. Insomma, ci si mette una pezza o si dà una gruccia.
L'erotismo e la sessualità sono la risultante visibile di un fascio di forze invisibili, che interessano e formano/deformano l'intera personalità. Parlandone come se fossero una preferenza analoga a quella mare/montagna, o treno/automobile, si va talmente lontani dal bersaglio che non si dice nemmeno una cosa ridicola, non si dice, a rigore, niente che abbia a che fare con la realtà della cosa nominata. Quel che si fa, sapendolo o meno, è attivamente nascondere e negare la realtà, un moto interiore ben noto alla psicologia, e decisamente funesto.
 

twinpeaks

Utente di lunga data
Ho sempre pensato che la libertà di scelta (di fare) sia una colossale bufala. L'unica libertà è quella di volere (volere il bene cit. Agostino d'Ippona) che nessuno può toglierci se non con la morte.

Tutto il resto, non è che scelta del miglior condizionamento per noi......

Grazie per questo prezioso contributo. Ormai hai una groupie :D
Grazie. Citi a proposito S. Agostino. Nella teologia cristiana, il libero arbitrio conferito all'uomo è un mistero, e per esercitarsi nella direzione giusta richiede l'intervento della Grazia. In forma metaforica, la descrizione è perfettamente realistica.
 
Top