Erano quattro amiche al bar

danny

Utente di lunga data
Ma è anche questo concetto che secondo me non è corretto.. il pensare che si è fedeli per l'altro.
In realtà è il noi che si tutela, quindi qualcosa di cui si fa parte.

Per assurdo la propensione al sacrificio è sempre meno anche per quello che riguarda noi stessi.. si vuole sempre di più mentre si è disposti a "dare" sempre meno.
Bisogna averne coscienza, però.
 

ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
Ma è anche questo concetto che secondo me non è corretto.. il pensare che si è fedeli per l'altro.
In realtà è il noi che si tutela, quindi qualcosa di cui si fa parte.

Per assurdo la propensione al sacrificio è sempre meno anche per quello che riguarda noi stessi.. si vuole sempre di più mentre si è disposti a "dare" sempre meno.
Di "cosa" è composto il noi?

Ovviamente parlo per me e sempre e solo per me e le mie esperienze e vissuti.

Io non ho mai potuto, proprio potuto rimanere fedele all'altro. (non parlo necessariamente di fedeltà sessuale eh, anzi).

Ad un certo punto mi sono sempre trovata di fronte al bivio per cui o sceglievo l'altro (con tutto quel che c'è nel contenitore "altro") o sceglievo me.

E ho sempre scelto me.

(sempre e mai riferiti al passato).

Mi sono resa conto che la questione "fedeltà" però è stato un falso problema. Per anni.
Come lo è stato il tradimento.

La questione, per quanto mi riguarda, è più profonda.

E riguarda la fedeltà a me stessa (che si lega all'onorare me stessa, requisito senza cui io non riesco ad onorare l'altro).
Senza questo io non trovo risposte, alternative sul lungo periodo, soddisfacenti.
Non sono soddisfacenti le promesse, i principi e neppure i valori riconosciuti socialmente. Non mi bastano.

A quel bivio facevo i conti con il fatto che l'altro, e il noi che scaturiva dall'interazione con quell'altro, non era un posto in cui io potevo essere me.

E in tutto questo l'altro c'entrava molto, molto poco.

Per dirla male, l'altro si trasformava in un errore (non uno sbaglio), proprio un errore.
Di Riconoscimento.

Errore mio. Ed esclusivamente mio.

Che ricadeva pure sull'altro.

La cosa che mi chiedo anche adesso, comunque, è come quegli altri non potessero rendersi conto dell'errore.
Anche se glielo spiegavo tiravano dritti come linee rette muovendosi su basi che non comprendevo.
O meglio, che comprendevo a livello di praticità (economia, cose materiali, attaccamento, etc etc), ma non comprendevo in termini più profondi.

Mi sono sempre chiesta come potessero desiderare una persona che gli stava dicendo "guarda, questa me è l'unica che riesco a darti, ma non sono io, mancano cose fondamentali, non posso."

E la risposta era, seppur declinata in diversi modi, "ma che mi frega, io voglio te." :eek::eek::confused:

Aggiungo, parlo anche da donna che ha sempre costruito relazioni a partire da indipendenza come minimo materiale. (che non è poco).
Non ho mai voluto mettere in comune beni, miei e dell'altro.
Condividerne gli effetti benefici sì, ma mettere in comune no.

E anche oggi è un principio fondamentale per me. Indipendenza reciproca di sussistenza. (materiale ed emotiva.)

Momenti di "fusione" sì (più o meno profonda), ma da cui poi si ritorna ognuno in se stesso.

Non potrei neanche starci in una relazione in cui questo assunto non sia punto di partenza per entrambi.
(uno dei miei autoinganni era il compiacimento per la fusione dell'altro...adesso so che il prezzo della "distanza" (declinata) è ben più abbordabile di quello della fusione, e lo pago serenamente girando largo, molto largo dalla compiacenza).
 
Ultima modifica:

perplesso

Administrator
Staff Forum
... che poi... la questione dei valori fa spesso capolino.
Ma a quali valori facciamo riferimento?
Quelli cristiani?
Ma io come ateo posso riconoscermi nei valori di una religione?
E uno scintoista o un ebreo potrà aderire ai valori di un'altra religione?
Per essere condivisi da tutti i valori dovrebbero essere laici o non avere alcun riferimento ad alcuna religione, perlomeno in uno stato laico.
I valori dell'illuminismo?
Ma possiamo ancora riferirci a qualcosa che ha secoli sulle spalle e ha preceduto l'era atomica, la globalizzazione, gli aeroplani e le navi cargo e non fa parte neppure del passato di tanti di noi?
La fedeltà un tempo era afferibile all'onore, un valore di cui si è persa la memoria e che ora viene solo associato all'abolizione di una famosa legge che giustificava gli omicidi in suo nome.
Ma l'onore era anche altro, però in altri tempi.
Allora cosa oggi fa ritenere la fedeltà ancora apprezzabile?
Qualcosa che la renda più forte di qualsiasi desiderio o sentimento possa nascere negli anni a venire verso qualcuno che incontreremo per caso ma che suscitera' in noi una determinata risposta alla domanda "Perché no?"...
Il nostro interesse, una specie di do ut des?
Io rinuncio a altre storie affinché tu rinunci in ugual misura?
Questo non è valore ma interesse personale.
Siamo sicuri di avere ancora dei valori da proporre o, in certi casi, da contrapporre?
Con questa visione delle cose ritengo assolutamente coerente il discorso delle signore al bar.
Si è fedeli finché si può esserlo, dopo liberi tutti.
Per quale motivo dovrebbe andare diversamente?
Ne abbiamo di davvero convincenti?
mi pare che ne abbiamo già parlato tempo addietro, io e te. puoi essere ateo o quello che vuoi, ma se vivi in una società informata da 2000 anni da una determinata religione, che sia il cristianesimo cattolico romano o la Divina Scuola di Hokuto, tu da quei valori, che tu voglia o meno, che ti piacciano o meno, sei influenzato.

non esiste persona in Italia che possa dire di non avere alle spalle in qualche modo la nostra tradizione cristiana, a meno di voler essere sommerso dalle pernacchie.
 

danny

Utente di lunga data
mi pare che ne abbiamo già parlato tempo addietro, io e te. puoi essere ateo o quello che vuoi, ma se vivi in una società informata da 2000 anni da una determinata religione, che sia il cristianesimo cattolico romano o la Divina Scuola di Hokuto, tu da quei valori, che tu voglia o meno, che ti piacciano o meno, sei influenzato.

non esiste persona in Italia che possa dire di non avere alle spalle in qualche modo la nostra tradizione cristiana, a meno di voler essere sommerso dalle pernacchie.
Sicuramente.
Ma fino a che punto?
Io ho la sensazione che abbiano progressivamente perso la loro spinta propulsiva.
La fedeltà ma anche la castità (per limitarci a quello che è inerente al tema del forum) per dire dovrebbero aver maggiore successo se quei valori vedessero realmente l'adesione di chi manifesta di crederci.
 

perplesso

Administrator
Staff Forum
Sicuramente.
Ma fino a che punto?
Io ho la sensazione che abbiano progressivamente perso la loro spinta propulsiva.
La fedeltà ma anche la castità (per limitarci a quello che è inerente al tema del forum) per dire dovrebbero aver maggiore successo se quei valori vedessero realmente l'adesione di chi manifesta di crederci.
mi capita di seguire i dibattiti tra cattolici sedevacantisti, tradizionalisti e cattolici modernisti che hanno aderito al CV II

a volte ho la sensazione di leggere 2 religioni differenti.

è vero che il cattolicesimo moderno ha perso mordente e capacità di guida, basta vedere le chiese costruite negli ultimi 50 anni, sono di una bruttezza non immaginabile, se pensi a come l'architettura sacra abbia influenzato la cultura e l'arte almeno fino al XIX secolo.

e io condivido la critica che i tradizionalisti cattolici fanno ai modernisti, ovvero che nessuno o quasi dei preti moderni aderisce davvero ai valori che dovrebbe predicare. se poi penso ai preti barricaderi, mi viene veramente da chiedermi ma questi i voti che li hanno presi a fare?
 
Top