E le mamme tornano a partorire in casa

perplesso

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[h=2]Nel 2016 sono state un migliaio. In gran parte donne giovani e benestanti



[/h] Daniela Uva - Lun, 11/09/2017 - 08:38







L'ultima, in ordine di tempo, è stata Beyoncé. Lo scorso giugno la pop star americana ha speso circa due milioni di dollari per dare alla luce il suoi due gemelli - un maschio e una femmina - fra le mura di casa.






La cifra è servita per pagare un pool di medici, ma anche per acquistare tutta l'attrezzatura necessaria. Incubatrici di ultima generazione comprese. La decisone è stata presa in nome della privacy, sulla scia di molti altri vip. Da Cindy Crawford alla cantante Giorgia, in molte hanno preferito evitare le corsie di ospedale. E oggi giurano di aver fatto la scelta migliore. Così la pensano anche tante donne meno note. Sempre di più, secondo le ultime statistiche dell'Associazione nazionale culturale parto in casa. Solo nel 2016 in Italia i parti domiciliari sono stati 470mila, circa il due per cento del totale. Un numero superiore rispetto agli anni passati. La maggior parte delle richieste arriva dal Centro Nord - al Sud manca un numero adeguato di ostetriche specializzate - ma non sempre alla domanda corrisponde un'offerta valida. Sono, infatti, per lo più i privati a offrire questo tipo di servizio. Che costa molto: in media 2.500 euro a persona per l'assistenza. A fronte di questo, solo poche Regioni riconoscono un incentivo: Piemonte, Marche e Trentino Alto Adige. Proprio la città di Trento garantisce un bonus di mille euro, aumentato rispetto ai precedenti 800. Poi c'e l'Emilia Romagna che mette a disposizione 1.542 euro e il Lazio, con 800. Per tutti gli altri partorire in casa significa spendere moltissimi soldi. Nonostante le difficoltà, la pratica - per molto tempo relegata al passato, e per lo più alle classi meno abbienti - sta tornando attuale. Come è già successo da tempo all'estero. Il Paese di gran lunga più attrezzato è l'Olanda (un bambino su tre nasce in casa), seguita da Nuova Zelanda, Gran Bretagna, Giappone, Stati Uniti e Finlandia. Eppure questa pratica non è per tutti. Chi decida di farvi ricorso deve innanzi tutto rivolgersi a un centro specializzato, sarà poi l'ostetrica a valutarne l'opportunità in base alle condizioni di salute. Intanto la gravidanza non deve presentare alcun fattore di rischio e non deve essere gemellare. Poi la casa non deve distare più di trenta minuti da un ospedale attrezzato per risolvere eventuali emergenze. Proprio per questo la percentuale di domande respinte è abbastanza alta. Anche perché, come conferma un recente studio condotto dal New England journal of medicine, l'incidenza di mortalità - fra chi sceglie il parto domiciliare - resta sempre abbastanza alta. Secondo le ultime statistiche, i decessi alla nascita entro il primo mese di vita riguardano 3,9 bimbi ogni mille. Quelli relativi ai parti ospedalieri si fermano invece a 1,8 ogni mille. Sono molto alti anche i rischi di convulsioni, ventilazione per il nascituro e trasfusioni per la donna. Molte delle quali, proprio a causa delle complicazioni, alla fine sono costrette a ricorrere all'ospedale: lo scorso anno nel nostro Paese sono state circa 600. Restano, secondo i ricercatori, alcuni vantaggi psicologici. La minore medicalizzazione del parto e l'approccio più umano e personale del medico renderebbero l'esperienza meno traumatica, sia per la mamma sia per il bebè. Proprio per questo a sceglierla sono soprattutto donne giovani: in media le mamme che ricorrono al parto domiciliare hanno fra 24 e 40 anni. Sono per lo più lavoratrici e con un livello di istruzione medio-alto. Inoltre preferiscono la convivenza al matrimonio e sono al primo figlio.
La loro scelta nasce dalla volontà di evitare le rigidità tipiche degli ospedali, ma anche di vivere il parto in modo totale. In casa non è infatti possibile ricorrere all'anestesia epidurale, il dolore è quindi inevitabile. Per loro, insomma, le priorità sono naturalezza e lentezza.

http://www.ilgiornale.it/news/politica/e-mamme-tornano-partorire-casa-1440017.html
 

Lostris

Utente Ludica
A volte succede anche senza volerlo :eek::rotfl:

Comunque mi sa tanto di moda new age o cose così... la sicurezza dovrebbe venire prima di tutto.
 

Nocciola

Super Moderatore
Staff Forum
A volte succede anche senza volerlo :eek::rotfl:

Comunque mi sa tanto di moda new age o cose così... la sicurezza dovrebbe venire prima di tutto.
Quoto

Poi vero che esiste gente strana :D
 

Foglia

utente viva e vegeta
Io dico che va bene tutto, se tutto va per il verso giusto. Anche il fatto di avere vicino un ospedale se qualcosa va storto.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Ci sono tante "tribù" in cui le persone cercano una identità, un riconoscimento.
Per potersi sentire di appartenere a un gruppo basterebbe la squadra del cuore, facendo meno danni.
 

spleen

utente ?
Ci sono tante "tribù" in cui le persone cercano una identità, un riconoscimento. Per potersi sentire di appartenere a un gruppo basterebbe la squadra del cuore, facendo meno danni.
Il senso di appartenenza è una forza potentissima perchè ha a che fare con il nostro riconoscersi, il senso della vita. Non a caso i reclutatori di terroristi fanno leva su questo, il nazionalismo anche e persino certe coppie si basano esclusivamente sul riconoscimento reciproco, poi quando scoppiano il dramma è amplificato. Credo che riconoscere di appartenere esclusivamente alla natura e decidere di non smettere mai di analizzare criticamente quello che succede sia l' unico percorso di consapevolezza che renda veramente liberi. Sul fatto del riconoscimento in coppia sarebbe quasi da aprirci un 3d.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Il senso di appartenenza è una forza potentissima perchè ha a che fare con il nostro riconoscersi, il senso della vita. Non a caso i reclutatori di terroristi fanno leva su questo, il nazionalismo anche e persino certe coppie si basano esclusivamente sul riconoscimento reciproco, poi quando scoppiano il dramma è amplificato. Credo che riconoscere di appartenere esclusivamente alla natura e decidere di non smettere mai di analizzare criticamente quello che succede sia l' unico percorso di consapevolezza che renda veramente liberi. Sul fatto del riconoscimento in coppia sarebbe quasi da aprirci un 3d.
Già.
Invece rischiare la pelle partorendo in casa (per sentirsi chi è così profondo da sapere avere un rapporto armonioso con il corpo) non è molto intelligente.
 

danny

Utente di lunga data
Un tempo la morte per parto, della mamma o del bambino, era frequente.
Oggi con i macchinari e il professionisti disponibili in alcuni ospedali decisamente si sono risparmiate tante vite.
Provate a fare un cesareo d'urgenza in casa e poi mi dite.
Fanatici.
 

spleen

utente ?
Un tempo la morte per parto, della mamma o del bambino, era frequente. Oggi con i macchinari e il professionisti disponibili in alcuni ospedali decisamente si sono risparmiate tante vite. Provate a fare un cesareo d'urgenza in casa e poi mi dite. Fanatici.
Certo che sono fanatici, oggigiorno. In passato però, prima che fossero scoperti i batteri la mortalità negli ospedali (ospizi per partorienti) era molto più alta che non in casa in quanto i medici e le "levarici" non usando precauzioni, diffondevano le infezioni. (lo ho visto per superquark! :-J
 

Brunetta

Utente di lunga data
Certo che sono fanatici, oggigiorno. In passato però, prima che fossero scoperti i batteri la mortalità negli ospedali (ospizi per partorienti) era molto più alta che non in casa in quanto i medici e le "levarici" non usando precauzioni, diffondevano le infezioni. (lo ho visto per superquark! :-J
Anch'io :carneval:
Però adesso tutti si lavano.
 

iosolo

Utente di lunga data
Premetto che io non l'ho fatto e non lo farei, non giudico le donne che lo fanno come incoscienti.

Il parto in casa se fatto in modo coscienzioso ha dei parametri precisi da rispettare.
Le donne che possono farlo sono "selezionate" proprio per evitare il minimo rischio, la presenza costante di due ostetriche e avere l'ospedale a meno di 30 minuti dal luogo da dove si partorisce.

In Europa tra l'altro la percentuale di madri che partoriscono in casa sono sicuramente molto più alte di quelle italiane senza che si pensi a una incoscienza generale delle donne.
 
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