Si e no.
Cioè.... Hai spiegato benissimo il concetto.
E' che io, messo giù così, continuo a vedere un principio cristallizzato.
Mentre le dinamiche tra due o più persone le vedo molto più attive. Quello che voglio dire, e' che non necessariamente un "rilancio" debba essere la morte della
spontaneità dell'offerta iniziale. Questo vale in linea di principio, quando appunto si vuole applicare il principio. Io (a meno di un perché specifico.... Ma allora il discorso cambia) non mi sento menomata nella mia offerta, se tu rilanci la coca-cola con un bicchiere d'acqua. O la mia disponibilità a grigliare per un paio di ore con la richiesta di intrattenere bimbi. Non so neanche io come dire. Cosa è che mi prevale, nel contesto? Che voglio dissetarti, o che voglio avere un ruolo attivo nella festa della parrocchia. Oh... Ripeto.... Magari poi invece voglio darti proprio QUEL bicchiere di coca perché oramai è scaduta, o voglio grigliare perché chi lo fa di solito carbonizza le salsicce

Tutto può essere.
Sai che la spontaneità, per quanto mi riguarda, non è proprio dentro la questione?
Voglio dire che non è che se X rilancia, mi uccide la spontaneità.
Se X rilancia, io valuto quel che vuole.
Ma sono entrata in un altro contesto.
In cui appunto valuto, e poi decido se a me va bene lo stesso oppure no.
Ma non è più offerta libera (non spontanea), che discende direttamente da me e dal mio esprimermi all'altro.
Sono nella negoziazione.
Il punto è che io offro quel che ho desiderio di offrire (e quel che ho, se sono presente a me.)
Quello è quanto io metto sul piatto. E non negozio sui miei desideri.
Per quanto mi riguarda se io alla grigliata parrocchiale offro di fare la grigliata, quello desidero fare.
E quello desidero dare della mia disponibilità di me.
A prescindere che altre cose, di ripiego, mi possano o meno piacere o dispiacere.
Se poi per motivi contingenti accetto il ripiego, sono cazzi miei.
Scelta mia.
Non è che poi, come sottolineava @
Skorpio borbotto delle cazzo di grigliate della merda che mi tocca starci tutto il giorno.
E pensa che in effetti, come hai sottolineato, passo spesso per stronza.
Perchè non sempre il risvolto sociale, il politically correct ha un peso sufficiente a farmi spostare da quel che offro.
Lo faccio sul lavoro. Comunque dirigendo verso quel che mi interessa.
Ma il lavoro mi serve per campare.
Lo faccio dove mi serve. Per ottenere un obiettivo che mi sono prefissata.
Non lo faccio per farmi accettare in un gruppo, per esempio.
O per mantenere amicizie (tanto che se io non ho voglia, manco rispondo al cel. Rispondo solo se ho voglia. Chi mi conosce sa che o mi prende così o arrivederci e grazie).
Nel resto degli ambiti di vita, valuto, per l'appunto.
Nel sesso non lo faccio.
Negoziare intendo. Salvo io stia vivendo una relazione mercenaria in cui ad essere in gioco ci sono giochi leggeri.
E allora posso discutere del fatto che io ho voglia di farti un pompino ma tu preferisci mettermelo in culo e allora io ragiono se in quel momento ho voglia pure io oppure no.
E spesso, se te la devo dire tutta, ho lasciato maschi con il loro rilancio in mano, perchè non ne avevo voglia.
O meglio, pur avendo accettato il rilancio perchè in quel momento mi sembrava di volerlo, probabilmente qualcosa dentro di me era scattato e quindi interrompevo il tutto. Senza farmi la minima remora.
La questione è il proprio desiderare. E i compromessi rispetto al proprio desiderare.
Certo è che se il desiderio non è chiaro, non si sa quello che si vuole precisamente, allora la cosa diventa piuttosto indistinta e fondamentalmente una cosa vale un po' l'altra.
Quindi visto che mi interessa partecipare alla grigliata dell'oratorio, grigliare o fare la babysitter non mi cambia il mondo. Ma allora, in quel caso, non offro il grigliare, offro una generica disponibilità specificando i paletti.
Cosa che faccio per esempio con persone "conoscenti". A cui di solito dico "mi va bene praticamente tutto, ma questo, questo e quest'altro non stare neanche a propormelo perchè ti becchi un no.

"
Uno dei motivi per cui mi fido di G., il principale, forse, è che mi ha detto un botto di no. Quando era no, era no.
E in quei no io ho trovato accoglienza, stabilità e stima per lui.
Anche se da fuori può sembrare rigidità.
A me, se devo essere sincera, non fa molta fiducia chi gli va bene un po' tutto senza mai esprimere una posizione chiara. La sua.
Che non significa poi imporla agli altri. Ma neanche lasciare che gli altri impongano la loro.
Mi spiego?