Brunetta
Utente di lunga data
Figli Responsabilità Dolore
Casualmente ho visto il video di un pediatra americano che dimostra come far smettere di piangere i bambini, che siano neonati o bimbetti che fanno i capricci.
Al di là delle tecniche che espone e spettacolarizza (beh sempre americani sono) mi ha colpito il fatto che fossero delle soluzioni a un principio: i bambini non devono piangere, devono essere sempre felici e sereni.
Poi leggo in diverse discussioni nel forum ribadita questa cosa e a me sembra proprio “da matti”, ma non come espressione idiomatica, mi sembra patologica l’idea di una vita priva di dolore.
E questa idea è talmente diffusa (già avevo accennato all’equivoco sul significato de “la RICERCA della felicità” americana) che non solo noi adulti non tolleriamo le nostre inevitabili frustrazioni e ci arrabattiamo per raggiungere felicità labili, facendo casini immensi, ma pretendiamo pure, da adulti immaturi e fragili di quarant’anni o cinquant’anni, di preservare i figli da ogni dolore e frustrazione.
A me è chiaro che questo desiderio di avere figli felici e che ci considerino i realizzatori della loro felicità, nonostante tutti i casini che mettiamo in piedi, sia puro egoismo e dimostrazione della NOSTRA incapacità di adulti di tollerare le nostre frustrazioni e di mostrarci imperfetti.
Ora capisco gli attacchi agli insegnanti che si permettono di frustrare le creature pretendendo il rispetto delle regole, studio faticoso e di valutare anche negativamente i risultati. Capisco i comportamenti arroganti degli adolescenti alla ricerca di limiti e di qualcuno che dica loro, magari senza conflitti tra loro, che sì la vita può anche portare dolore, ma si può andare avanti.
Ma come possono farlo degli adulti che sono alla ricerca costante della LORO felicità, dovessero mentire, tradire o uccidere (cit.), e che cercano di tenere lontani i figli da ogni pianto, come se fosse sempre immotivato, come se non si crescesse anche attraverso il dolore della accettazione dei limiti della realtà?!
Casualmente ho visto il video di un pediatra americano che dimostra come far smettere di piangere i bambini, che siano neonati o bimbetti che fanno i capricci.
Al di là delle tecniche che espone e spettacolarizza (beh sempre americani sono) mi ha colpito il fatto che fossero delle soluzioni a un principio: i bambini non devono piangere, devono essere sempre felici e sereni.
Poi leggo in diverse discussioni nel forum ribadita questa cosa e a me sembra proprio “da matti”, ma non come espressione idiomatica, mi sembra patologica l’idea di una vita priva di dolore.
E questa idea è talmente diffusa (già avevo accennato all’equivoco sul significato de “la RICERCA della felicità” americana) che non solo noi adulti non tolleriamo le nostre inevitabili frustrazioni e ci arrabattiamo per raggiungere felicità labili, facendo casini immensi, ma pretendiamo pure, da adulti immaturi e fragili di quarant’anni o cinquant’anni, di preservare i figli da ogni dolore e frustrazione.
A me è chiaro che questo desiderio di avere figli felici e che ci considerino i realizzatori della loro felicità, nonostante tutti i casini che mettiamo in piedi, sia puro egoismo e dimostrazione della NOSTRA incapacità di adulti di tollerare le nostre frustrazioni e di mostrarci imperfetti.
Ora capisco gli attacchi agli insegnanti che si permettono di frustrare le creature pretendendo il rispetto delle regole, studio faticoso e di valutare anche negativamente i risultati. Capisco i comportamenti arroganti degli adolescenti alla ricerca di limiti e di qualcuno che dica loro, magari senza conflitti tra loro, che sì la vita può anche portare dolore, ma si può andare avanti.
Ma come possono farlo degli adulti che sono alla ricerca costante della LORO felicità, dovessero mentire, tradire o uccidere (cit.), e che cercano di tenere lontani i figli da ogni pianto, come se fosse sempre immotivato, come se non si crescesse anche attraverso il dolore della accettazione dei limiti della realtà?!
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