Buongiorno @
bluestar02,
piace molto anche a me Ipazia, sono lieta di poterne condividere il piacere
Uso il grassetto come filo conduttore per rispondere, penso sia un nucleo fondamentale, quello della Bellezza.
Baudelairianamente intesa
Ci sono persone, che somigliano moltissimo ad un bicchiere di buon whisky.
Sono quelle che le si assapora lentamente, senso per senso, facendole rotolare sulla lingua fino a che il sapore non si è pienamente diffuso.
E allora si resta lì, ad un annusare un odore che viene da dentro e si vede con gli occhi chiusi perchè quello che si sta guardando non ha casa nel mondo "concreto".
Risuonano come una buona musica e risuonando agganciando territori e panorami che stanno sotto i sentimenti e le emozioni più superficiali, e ogni strumento è gioco.
Gioco serio, come quello dei bambini che quando muoiono per finta, muoiono davvero.
I soldi in questo contesto emozionale sono quello che sono.
Carta fondata su un patto fiduciario sociale. Sul potere di creare fiducia, e quindi valore.
In questo senso parlo di Bellezza e abbellimento. Agganciati quei territori e quelle risonanze diventa creare scenografie che attingono alle pulsioni e ai bisogni primari e portarcisi a spasso reciprocamente.
Ammetto che allora il mio era un gioco piuttosto autoreferenziale, fondato principalmente sulla vanità. Sul piacere di "portare" e "svelare" l'altro, nutrirmi della sua meraviglia e dello stupore. Godere dell'ingresso in mondi apparentemente inesistenti e del piacere del potere di risvegliarli nell'altro a me.
I soldi sono un buon ingrediente e un buono strumento per fare.
Per trasformare l'astratto, l'immaginario, in concreto.
Come un invito al viaggio
Sono piuttosto convinta che fosse un qualcosa di quasi completamente autoprodotto.
Che nulla aveva a che vedere con il coinvolgimento emotivo standard, per intenderci.
Quindi anche i soldi si spogliavano dei significati legati allo scambio fisico, che porta nella direzione del giudizio morale sul loro utilizzo legato alla sessualità.
L'assenza progettuale, la sospensione dell'ordinario, il mondo segreto che caratterizza una relazione clandestina facevano il resto e contribuivano a creare una bolla in cui le regole erano semplicemente scritte da chi entrava, perchè ne aveva permesso e capacità.
Riscrivendo le regole, si riscrivono anche i significati.
Se devo essere sincera c'era una certa "morbosità", quel tanto che bastava per amalgamare sacro e profano.
E in questo i soldi hanno una funzione di ancora. Se li si usa in questi termini.
La delusione è l'altro ingrediente fondamentale. Delusione e una certa familiarità con l'assenza di speranza, intesa come investimento sul futuro alla ricerca di un piano meno inclinato a cui poggiarsi.
Senza questo, nella mia esperienza, diviene impossibile entrare in quei territori e viaggiarli.
I risvolti somigliavano molto a quello che tu descrivi, se ho ben inteso, come "perfetto equilibrio".
Che per me si concretizzava in "fame nutrita".
Quiete.
Sospensione della caccia per abbandonarsi ad un banchetto ricco e riposo a pancia piena.
Allora, ero una cucciola, più di quanto non lo sia ora, credevo che dipendesse dalla presenza, dagli incontri.
Adesso ho imparato che quella sospensione di un certo tipo di caccia non dipende da altri se non da me.
E discende dalla possibilità, per certi versi, di smettere la caccia vagante per essere concentrata in un altro tipo di caccia, che resta vagante ma in compagnia.
Allora vagavo sola
E penso che la serenità che temporaneamente trovavo fosse fondamentalmente legata alla sensazione di riconoscimento e risonanza di quel particolare incontro che permetteva l'accesso condiviso.
Io pensavo fosse legata anche alla clandestinità.
In realtà era fondamentalmente legata alla pienezza di me. Che in una relazione tipicamente standard non aveva posto, per condizionamenti e vissuto probabilmente.
Non ho però mai scambiato tutto questo per coinvolgimento sentimentale.
Anzi, sono ancora convinta che il coinvolgimento sentimentale sia una ulteriore creazione individuale tesa a spiegare sensazioni a cui manca parola condivisa.
E mi riferisco alla tua amante.
Allora avevo un amante un po' più giovane di te, ma io ero un po' più giovane della tua amante.
Avevamo suppergiù la vostra stessa differenza di età.
Fu lui a spiegarmi cose. A introdurmi per certi versi nelle porte girevoli che segnano la soglia per certi territori e al non utilizzo delle mappe del conosciuto.
Ed è ancora la sua eredità di cui ho cura che è diventata patrimonio.
Non soldi, ma valore acquisito, indipendente dal porsche, dall'elicottero o da quel che si vuole.
Che in fondo sono solo simboli, status di nessun valore concreto, per quanto beni materiali.

In questo sono una romantica, ho sempre pensato, mentre gustavo quei maschi, che ci dovesse essere uno scambio, un patrimonio che restasse, al netto della delusione inevitabile ad un qualche livello.
Giocare con il valore materiale (il soldo) per trasformare immaginari in concretezza, cogliere le sfumature e renderle palpabili, creare mondi in buna sostanza, era abbellimento. Per me.
Ed eredità da lasciare, gratuitamente.
Potere in buona sostanza.
E di nuovo i soldi perdevano il significato socialmente condiviso per assumere il valore di un simbolo fra altri simboli.
Grazie a te per i pensieri.