Il mio amante ha lasciato la moglie

Bruja

Utente di lunga data
E' sempre difficile valutare le scelte altrui. si può cercare di interpretare, ma nella pelle pelle altrui ci sono gli altri...
Le persone possono attraversare periodi complicati ed ognuno si rapporta con le proprie reazioni, però trovo curioso che una persona che ha determinate caratteristiche, magari discutibili per alcuni, ma che vertono alla sua sfera reattiva, debba cambiare atteggiamento solo per problemi inflitti dall'altro partner.
E trovo forse confortante, ma poco ortodosse, puntellare un rapporto di coppia con qualche evasione estemporane che aggiusti la nostra routine faticosa.
Non voglio fare la bell'anima che pensa di moralizzare alcunchè, ma proprio per la mia qualità di vita, valuterei una soluzione che mi permettesse di realizzarmi, più che di offrirmi evasioni tamponanti.
Se proviamo ancora qualcosa con il partner, si può cercare di mediare, ma se stiamo insieme solo per tirar grandi i figli o per restare nello status in cui viviamo, il cercare compensazioni è umano ma è un cerotto rispetto a quello che una persona dovrebbe volere per la sua qualità di vita.
 
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Brunetta

Utente di lunga data
Non so...tu la conosci e noi no... ma ci hai descritto lei è l’amante... Credo tu abbia una certa considerazione di te stesso (che e’ un po’ quella che abbiamo noi di te qui nel forum) e se scopri che tua moglie va in depressione perché deve smettere di vedere un ex bagnino imbolsito che la rimpiazza con un’altra in un battito di ciglia.... posso immaginare che possa sopravvenire una tale disistima per cui non e’ tanto l’amore di lei che ti deve mancare ...ma la domanda diventa come tu possa aver amato veramente una persona cosi ...
Non so se mi spiego..
la mia domanda sarebbe “oddio..ma io ci ho fatto pure dei figli con uno così ...”
Poi, ovvio che mentre ti tradiva era felice ..ma nel suo caso (secondo me ) si è trattato della felicità di chi si fa una dose .... poi stai peggio di prima ...infatti...
Concordo.
A volte si confonde il bisogno con il voler bene (e l’attrazione con l’amore).
Se sentiamo che una persona ha bisogno di noi e magari ha anche cura e attenzione tendiamo a credere che ci voglia bene. Invece può benissimo essere che tenga alla soddisfazione dei suoi bisogni di sicurezza affettiva, di accudimento in senso emotivo, di rispecchiamento che le diamo.
Ma voler bene è preoccuparsi del bene dell’altro per il suo bene, altrimenti si vorrebbe bene anche alla automobile o di una bella borsa perché ci preoccupiamo della sua manutenzione.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Perché non l'hai incontrato ancora, mi sa.
Mi piace che ti mostri disilluso su certe cose... e poi te ne esci con risposte così.

Mi piace.
:)
Anche ma non solo.
Non so come dire. Ho già dato. Ampiamente. Non so quanto risulterebbe neutrale, il "filtro" della mia esperienza.
Sostituirei prevenuti con realisti e non mi sembra una cosa così negativa
Quoto:up:
 

Foglia

utente viva e vegeta
La penso come te con la differenza che non mi sembra una cosa negativa ma un passo avanti.

Credo che tutto stia nel mettere un contenuto nel contenitore. Cioè: nel bene e nel male, il mio contenitore (posso dirlo) ha già per così dire raccolto, quelli che sono gli elementi primari, del contenuto.
Il resto lo posso vedere... Che ne so. Immagino una bellissima ipotesi.

Mi viene da dire come la salsa di soia sta al sushi :)
 
C'è che comunque un uomo o una donna che dichiarano esplicitamente di non avere ancora un buon rapporto con la progettualita' di una coppia fanno un po' paura.
Perché dichiarano che è possibile anche seguire altri percorsi senza sacrificarsi quando non si é motivati abbastanza per aderire a quelli condivisi dalla maggior parte delle persone.
Anche a me farebbe paura una donna che stesse con me esplicitando il desiderio di non essermi fedele.
Perché non riuscirei a tollerare tutti i rischi che una non esclusività comporta.
Eppure non mi è andata lo stesso bene.
A nessuno di noi.
Che vantaggio ho avuto, quindi?
comunque vale la pena di provarci
 

ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
Una volta in preda alla gelosia chiesi a mia moglie se all'amante avesse fatto un pompino.
"Ma secondo te io vado in motel per fargli solo un pompino?".
E l'hai riconosciuta nella sua risposta?
 
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ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
Se scrivo cambiamenti, significa che ci sono stati.
E, pensa un po’, sono stati comunicati, condivisi, gustati insieme.
Ma questo non significa che sia utile o necessario continuare ad applicare modalità di comunicazione che sono utili e coinvolgenti in un certo periodo è in altri no.
Normalmente, intendo proprio nella normalità della vita di coppia di tutte le persone che conosco, si comunica e si dice cosa si prova, cosa piace, cosa si desidera, si comunicano fantasie, si usano oggetti, se va, si vive una bella sessualità.
Non sono tutti in attesa di un terapeuta che consigli di provare idee geniali.
Eppure ci sono coppie che funzionano e altre no, perché non esistono ricette per una sessualità che tenga insieme sempre e comunque.
Ma ti pare se dopo venti o trent’anni si trova che osservarti mentre ci si masturba possa rivelare qualcosa?

Io mi riferivo al secondo post.

Se non l'ho capito male, in quel post mi chiedi "ma ti pare che dopo vent'anni osservarti mentre ti masturbo mi possa dire qualcosa di nuovo di te?"

Leggendo l'altro post, invece mi sembra emerga esattamente il contrario, ossia che variazioni da gustare insieme ce ne sono.

concordo con te la "gustosità" in termini di pratiche dipende anche dalla varianza.
Ma a me fa sempre strano la cristallizzazione.
Sia che sia su una pratica che diventa necessaria al soddisfacimento (se non metto le mutande rosa non godo. Ergo sono una condizione sine qua non che influenza pesantemente la mia qualità comunicativa) sia che sia una pratica esclusa a priori (non ti faccio pompini mai e poi mai per quanto tu lo possa desiderare).

Le fissazioni, di pratica, tempo o spazio non sono tendenzialmente un bel campanello.
Se non sono limiti. Ma anche dei limiti servirebbe discutere.

SE io amo farmela leccare e il mio uomo ha il leccarla come limite, il problema del tempo io me lo pongo.
Perchè so che prima o poi il mio desiderio insoddisfatto non troverà soddisfazione all'insoddisfazione nell'amore.

E qui si entrerebbe nell'affinità sessuale che tanti danno per scontata.
"eh, sì, mi sembrava inibita/o ma pensavo che col tempo sarebbe migliorata/o. E poi la/lo amavo taaanto."

Cosa non ho capito? :)
 

ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
Io veramente non parlavo tanto di "fedeltà" (ti comunico che da oggi non sarò più fedele) (che fa un po' ridere come comunicazione di servizio, e non la farebbe mai nessuno a meno che sia un decerebrato)

Parlavo del comunicare "nella coppia classica" le proprie pulsioni e la propria sessualità in mutazione nel tempo

Che non è la battutina al ristorante

"Urka che tette ha quella la, come me la farei.."

E parlavo del come ciò sia molto complesso in un terreno come quello della coppia a progettualità classica

Il fato che sia complesso già lo riscontri in decine di interventi "irrigiditi" che puoi leggere tranquillamente qui su questo 3d

"Cazzo te ne esci fuori oh..? A brodo.. siamo seri x favore.."
Se la coppia è al servizio del progetto è ovvio non poter parlare.

Se il progetto è al servizio della coppia, che contempla anche il poterlo aggiustare su misura delle necesità di chi fa vivere la coppia allora lo spazio c'è.

Certo che, e parlo di me, se io mi fossi trovata uno a cui il dire "oh, guarda che io non lo so quanto e come sono monogama." avesse creato scompensi non sarei potuta stare con lui e lui con me.

Ho beccato quello che ha fatto finta di ascoltare convinto che mi avrebbe cambiata, e mi ha tradita fingendo di avermi ascoltata.

Ho beccato G. che pare aver compreso che io sono anche quella e insieme a me gioca anche con quella parte. Che piace anche a lui e che libera lui. Che diventa fra l'altro gioco di esclusività. Per paradosso.

Io in una coppia dove io o l'altro non siamo liberi di esprimerci non ci sto.

Mi sarebbe impossibile.

Capisco chi, sottovalutando i suoi bisogni, ci prova lo stesso.

Ma non è molto diverso da quello che ama i pompini e si prende per moglie una che li odia.
Sulla lunga non è un grande affare.

Il fulcro non è più la coppia ma il progetto per cui si sacrifica il bisogno. Semplificando.
 
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Skorpio

Utente di lunga data
Se la coppia è al servizio del progetto è ovvio non poter parlare.

Se il progetto è al servizio della coppia, che contempla anche il poterlo aggiustare su misura delle necesità di chi fa vivere la coppia allora lo spazio c'è.

Certo che, e parlo di me, se io mi fossi trovata uno a cui il dire "oh, guarda che io non lo so quanto e come sono monogama." avesse creato scompensi non sarei potuta stare con lui e lui con me.

Ho beccato quello che ha fatto finta di ascoltare convinto che mi avrebbe cambiata, e mi ha tradita fingendo di avermi ascoltata.

Ho beccato G. che pare aver compreso che io sono anche quella e insieme a me gioca anche con quella parte. Che piace anche a lui e che libera lui. Che diventa fra l'altro gioco di esclusività. Per paradosso.

Io in una coppia dove io o l'altro non siamo liberi di esprimerci non ci sto.

Mi sarebbe impossibile.

Capisco chi, sottovalutando i suoi bisogni, ci prova lo stesso.

Ma non è molto diverso da quello che ama i pompini e si prende per moglie una che li odia.
Sulla lunga non è un grande affare.

Il fulcro non è più la coppia ma il progetto per cui si sacrifica il bisogno. Semplificando.
Molto asetticamente, la coppia è al servizio del progetto perché come ben sembra emergere, il "progetto" è esso stesso un bisogno individuale.

Altrimenti l'impalcatura non starebbe in piedi nemmeno 2 settimane.

È come aver bisogno, nel primo esempio scemo che mi viene in mente, di aria pulita ma anche bisogno di fumare

Ciò che a me fa specie è che se io soddisfo il bisogno di aria pulita, so di rinunciare a fumare e non me ne dispero, né mortifica il.mio bisogno riducendolo a imbecillità immaturità cretinaggine o altro

Ne tanto meno mi scaglio con chi dice che avrebbe voglia di una sigaretta o se la fuma, magari commentando acidamente che poi quando gli verrà l"enfisema allora sì che me la riderò divertito e "soddisfatto"
 
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danny

Utente di lunga data
Se la coppia è al servizio del progetto è ovvio non poter parlare.

Se il progetto è al servizio della coppia, che contempla anche il poterlo aggiustare su misura delle necesità di chi fa vivere la coppia allora lo spazio c'è.

Certo che, e parlo di me, se io mi fossi trovata uno a cui il dire "oh, guarda che io non lo so quanto e come sono monogama." avesse creato scompensi non sarei potuta stare con lui e lui con me.

Ho beccato quello che ha fatto finta di ascoltare convinto che mi avrebbe cambiata, e mi ha tradita fingendo di avermi ascoltata.

Ho beccato G. che pare aver compreso che io sono anche quella e insieme a me gioca anche con quella parte. Che piace anche a lui e che libera lui. Che diventa fra l'altro gioco di esclusività. Per paradosso.

Io in una coppia dove io o l'altro non siamo liberi di esprimerci non ci sto.

Mi sarebbe impossibile.

Capisco chi, sottovalutando i suoi bisogni, ci prova lo stesso.

Ma non è molto diverso da quello che ama i pompini e si prende per moglie una che li odia.
Sulla lunga non è un grande affare.

Il fulcro non è più la coppia ma il progetto per cui si sacrifica il bisogno. Semplificando.
Però la coppia non deve essere finalizzata solo al soddisfacimento di tutti i bisogni.
Capita di dover rinunciare a qualcosa.
Non è un dramma se il resto funziona.
 

Marjanna

Utente di lunga data
Mi ha stupito la sua lucidità. Non mi ha colpito la sua schiettezza. Noi siamo abituati a parlare senza troppi filtri. Omissioni escluse.
Per la parte sessuale si'. Mia moglie non ama il sesso orale.
Da esterna leggendo quel tipo di frase non mi arriva tanto il lato sessuale (pompino, che è una parola che hai messo tu nella domanda e lei ha solo ripreso nella risposta) ma una persona che dice "bè se devo fare delle cose le faccio per bene". Potrei pensare ad esempio ad una donna che se si compra un abito elegante di un certo tipo poi non lo tira fuori due volte l'anno per le feste comandate, ma cerca di sfruttarlo in più occasioni. Oppure se vado in un locale dove si balla mi butto nella mischia e ballo, non sto seduta ad un tavolo a bere (se non mi piace ballare non ci vado).
Impressioni... :)
 

Bruja

Utente di lunga data
A me colpisce "omissioni escluse".
Mi spiego, dipende dalla percentuale di omissioni, potrebbero essere tali da risultare influenti, ed allora tutto va rimesso in discussione.
Hai contezza della quantità e della qualità delle omissioni ? Potrebbero pesare non poco nel rapporto, anche se il detto ve lo comunicate fuori dai denti...
 

Skorpio

Utente di lunga data
Non è rigidità, almeno per parte mia.
E' un immedesimarmi in due fidanzati con la vita ancora davanti, e uno dei due che parte con la voglia di andare di fiore in fiore. Ancora per chi inizia ci voglio credere, in qualcosa di diverso. Non nelle fiabe eh.
Il "ci voglio credere" è una rigidità, frequentissima peraltro

Anche a quello che dice una sequela di biscarate sul rapporto in casa finito, etc.. etc... qualcuna che "ci vuol credere" si trova sempre

Perché ci "vuol credere"?

Perché è innamorata?

Perché è scema?

No. Perché ha un bisogno da soddisfare, e per soddisfarlo arriva a mettere da parte (sacrificare) almeno temporaneamente persino la sua capacità logica di ragionare e di vedere con obiettività una situazione
 

Foglia

utente viva e vegeta
Il "ci voglio credere" è una rigidità, frequentissima peraltro

Anche a quello che dice una sequela di biscarate sul rapporto in casa finito, etc.. etc... qualcuna che "ci vuol credere" si trova sempre

Perché ci "vuol credere"?

Perché è innamorata?

Perché è scema?

No. Perché ha un bisogno da soddisfare, e per soddisfarlo arriva a mettere da parte (sacrificare) almeno temporaneamente persino la sua capacità logica di ragionare e di vedere con obiettività una situazione
Avevo anche precisato "non alle fiabe". Vale a dire che in quel "io ci voglio credere", ci metto anzitutto la credibilità di una persona. Non il progetto. La credibilità che lo porta a condividere con me un certo progetto. Altrimenti quel progetto non lo "obbliga" (usiamolo transitivamente alla terrona) il dottore.

Secondo te (ma lo chiedo pure a [MENTION=5159]ipazia[/MENTION]) a voler condividere l'ovvio (che tutti abbiamo pulsioni) all'interno della famiglia (o da fidanzati), a cosa può portare? Concretamente. Al di là del poter parlare liberamente per il gusto di parlare liberamente. Come forma mentis, che quella è una libertà (di poter parlare di tutto) che apprezzo.
Per come la vedo io a tralasciare l'ovvio non è che si diventi strumentali al progetto (come dice ipazia).
O che ci si riduca a considerare il progetto come strumentale ai bisogni individuali (come dici tu).
Non è uno sparire di coppia.
L'ovvio lo si tralascia di solito perché è ovvio.

Se non si tralascia l'ovvio, molto spesso significa che c'è altro, che tanto ovvio non è.
Che non è "ho pulsioni".
E' "non sono monogama, ovvero non credo di esserlo".

Ecco: davanti a quest'ultima frase, mettici due fidanzati, e mettici un progetto. E mettici pure (come mi sembra) che se mi fidanzo e mi impegno con qualcuno è perché riconosco chi mi trovo davanti come parte del mio stare bene. Parte importante, per la precisione.

Bene.
Prova ora a pensare come - messa di fronte all'ovvio che diviene non più ovvio - possa sentirsi la parte cui hai proposto di essere la co-protagonista di una larga fetta della tua esistenza.

Non dubito ci sia poi chi - di larghe vedute - sia disposto ad accettare in partenza (e sottolineo in partenza, che a motore avviato si fa spesso di necessità virtù)non l'ovvio (che in giro ci sono altre persone che piacciono). Ma ciò che muovendo dall'ovvio arriva a non essere più ovvio (la monogamia tra due fidanzati che hanno in progetto una vita insieme).
Vita che poi rende ciclicamente uno dei due maggiormente sottoposto a sacrifici e rinunce rispetto all'altro. Vita che quindi già si preannuncia se non ricca di corna, senza dubbio carica dei più disparati giochi di potere. Sotto l'egida del fatto che si parla di tutto. Il che peraltro non dà nessuna garanzia del fatto che se ne parli quando si passi ai fatti.
Boh.
Sinceramente (e ripeto senza pensare alle fiabe) io al mio progetto credevo in modo diverso.
Tralascio ovviamente che questo non è stato garanzia di alcunché.
E rimpiango che allora mio marito non mi abbia parlato di essere poligamo: perché avrei riconosciuto un chiaro sintomo di paraculaggine, per il quale forse mi sarei risparmiata anche peggio.

Ma la mia esperienza non mi esime dal volerci credere, in un rapporto mirato ed incentrato sulla persona che si ha di fronte. In un inizio. Non credo di essere particolarmente illusa per il solo motivo che non è certo un discorso che oriento verso me. Se pure mi trovassi un poligamo, manco avrei da indicargli la porta, o da dirgli allora non ti sposo più.
 

Skorpio

Utente di lunga data
Altrimenti quel progetto non lo "obbliga" (usiamolo transitivamente alla terrona) il dottore.

Secondo te (ma lo chiedo pure a [MENTION=5159]ipazia[/MENTION]) a voler condividere l'ovvio (che tutti abbiamo pulsioni) all'interno della famiglia (o da fidanzati), a cosa può portare? Concretamente.
Sul primo punto, nessuno ovviamente obbliga..

ma essendo la premessa che ogni progetto spesso implica "sacrifici" (consapevoli e non obbligatori) più o meno capita di frequente che nel tempo questi "bisogni sacrificati" possano bussare alla porta..


Chiaro che se amo le lasagne e pure l'insalata, e mangio x 10 anni insalata per libera scelta (senza obbligo) il bisogno di un piattino di lasagne sarà probabilmente pungente

Non sarebbe una sorpresa stupefacente, e anche a parti invertite (10 anni a lasagne) funzionerebbe perfettamente.

Perche non è tanto il "cosa sacrifici per avere cosa" ( le lasagne o l'insalata,) ma il fatto che siano due bisogni precisi e ben noti

Quanto alla tua domanda.. a.cosa può portare?

Beh.. dipende, secondo me (e questa è davvero una opinione personale)..

Chiaro che se siamo una famiglia benestante col negro che ti fa vento mentre leggi il giornale e 3 badanti che ti guardano la prole mentre fai talassoterapia, puoi "dedicarti" a coltivare quelle pulsioni che hai consapevolmente messo dentro sin dall'inizio (ove si siano messe di comune accordo)

Diversamente i problemi "gestionali" possono prendere il sopravvento (e qui di testimonianze ne abbiamo a centinaia) e ti ritrovi un po' fuori luogo con le tue pulsioni, mentre una realtà ti "richiama all'ordine" (diciamo così)

Poi.. c'è pure chi riesce a fare lo spogliarello dopo due notti insonni con figliolo che ti ha smerdato l'ennesimo pannolone..

A me sembrano rappresentazioni da mulino bianco in versione hard, molto più di quelle proposte nella celeberrima pubblicità..

Però sai.. io come tutti, di mondo ne ho visto un pezzettino.. :)

A conferma di ciò Non raramente noto che con figli grandi e a "progetto realizzato" oltre i 45/50 anni ci son coppie che da questo punto di vista sorprendentemente "decollano"

E non credo sia un caso, proprio perché si allentano tante problematiche e si svuotano i fardelli "familiari"

A volte il "decollo" avviene dopo una separazione, con un nuovo/a compagno/a , come è accaduto a una mia amica che a 50 anni era una donna triste e sfiduciata sull'orlo della separazione, e 5 anni dopo, paradossalmente, un fiore appena sbocciato, trasgressiva e piena di vita
 
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Foglia

utente viva e vegeta
Sul primo punto, nessuno ovviamente obbliga..

ma essendo la premessa che ogni progetto spesso implica "sacrifici" (consapevoli e non obbligatori) più o meno capita di frequente che nel tempo questi "bisogni sacrificati" possano bussare alla porta..


Chiaro che se amo le lasagne e pure l'insalata, e mangio x 10 anni insalata per libera scelta (senza obbligo) il bisogno di un piattino di lasagne sarà probabilmente pungente

Non sarebbe una sorpresa stupefacente, e anche a parti invertite (10 anni a lasagne) funzionerebbe perfettamente.

Perche non è tanto il "cosa sacrifici per avere cosa" ( le lasagne o l'insalata,) ma il fatto che siano due bisogni precisi e ben noti

Quanto alla tua domanda.. a.cosa può portare?

Beh.. dipende, secondo me (e questa è davvero una opinione personale)..

Chiaro che se siamo una famiglia benestante col negro che ti fa vento mentre leggi il giornale e 3 badanti che ti guardano la prole mentre fai talassoterapia, puoi "dedicarti" a coltivare quelle pulsioni che hai consapevolmente messo dentro sin dall'inizio (ove si siano messe di comune accordo)

Diversamente i problemi "gestionali" possono prendere il sopravvento (e qui di testimonianze ne abbiamo a centinaia) e ti ritrovi un po' fuori luogo con le tue pulsioni, mentre una realtà ti "richiama all'ordine" (diciamo così)

Poi.. c'è pure chi riesce a fare lo spogliarello dopo due notti insonni con figliolo che ti ha smerdato l'ennesimo pannolone..

A me sembrano rappresentazioni da mulino bianco in versione hard, molto più di quelle proposte nella celeberrima pubblicità..

Però sai.. io come tutti, di mondo ne ho visto un pezzettino.. :)

A conferma di ciò Non raramente noto che con figli grandi e a "progetto realizzato" oltre i 45/50 anni ci son coppie che da questo punto di vista sorprendentemente "decollano"

E non credo sia un caso, proprio perché si allentano tante problematiche e si svuotano i fardelli "familiari"

A volte il "decollo" avviene dopo una separazione, con un nuovo/a compagno/a , come è accaduto a una mia amica che a 50 anni era una donna triste e sfiduciata sull'orlo della separazione, e 5 anni dopo, paradossalmente, un fiore appena sbocciato, trasgressiva e piena di vita

La vita ( anche) in coppia e' fatta di ciclicità. A maggior ragione alla luce di quelle che ne sono anche le asperità, dichiararsi bigamo prima ancora di aver intrapreso quel percorso, può ben fare capire la presa di coscienza di cosa sia un reale sostegno nelle difficoltà. Che sostegno non è solo alzarsi a turno per cambiare il pannolone. In quei frangenti l'ascolto si fa ancora più duro, ancorché dovrebbe farsi necessario non riguardando "ovvietà". E invece va spesso a farsi friggere. Senza che possa darsi neanche colpa al terreno familiare.
 

Skorpio

Utente di lunga data
dichiararsi bigamo prima ancora di aver intrapreso quel percorso, può ben fare capire la presa di coscienza di cosa sia un reale sostegno nelle difficoltà.
Non so se sia in uso una simile dichiarazione, ai miei tempi non usava

Però che mi piaccia la topa è cosa nota a chiunque mi conosca da tempo

Non so se vale lo stesso
 

Foglia

utente viva e vegeta
Non so se sia in uso una simile dichiarazione, ai miei tempi non usava

Però che mi piaccia la topa è cosa nota a chiunque mi conosca da tempo

Non so se vale lo stesso
Credo che chiunque sia attratto dall'altro sesso.

Penso che almeno ad inizio progetto tu sia partito senza avere la bigamia in testa.

Che adesso usi il fatto che ti piace la topa per motivare le tue scelte, in sé credo significhi poco. Se invece eri già lupo che perde il pelo ma non il vizio, questo lo sai tu.
 

Skorpio

Utente di lunga data
Credo che chiunque sia attratto dall'altro sesso.

Penso che almeno ad inizio progetto tu sia partito senza avere la bigamia in testa.

Che adesso usi il fatto che ti piace la topa per motivare le tue scelte, in sé credo significhi poco. Se invece eri già lupo che perde il pelo ma non il vizio, questo lo sai tu.
Il mio percorso di vita è talmente noioso e uguale a quello di milioni di altri che nemmeno ho stimoli a parlarne più di tanto

Ha similitudini notevoli anche col tuo, per dire.. pur con diversi connotati

All'inizio il "sacrificio" era di nessun peso (ma l'assenza di peso nulla toglie a un sacrificio)

Un bel momento ha avuto evidentemente più peso, assumendo i connotati di sacrificio così come comunemente identificato (doloroso)

Quando il tempo e le circostanze hanno deciso che era arrivato un certo momento, qualcosa dentro me ha detto: " oggi desidero NON sacrificarmi più

Più o meno se accosti questo schema alla tua relazione, pur cambiando i termini del sacrificio, potrai trovare le stesse assonanze

La differenza è che il tuo "non mi sacrifico più" ha determinato la morte del tuo nucleo familiare così come si era originato

Mentre il mio "non mi sacrifico più" ha determinato l'incontro e una intimità con altre persone

Esito che non rinnego, così come penso valga anche per te
 
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