Quello che mi risulta difficile da capire è la non volontà di prendere atto che qualche problema probabilmente lo abbiamo. Pensare che tanto "speriamo che io me la cavo". Tacciare di inutile allarmismo qualsiasi perplessità.
Ho capito che la gente se ne sta comoda nel suo angolino confort ma ci sono degli eventi che dalla tana ti spingono fuori, volenti o nolenti.
E questo ha tutta l'aria di essere uno di quelli.
Purtroppo non tutti ci riescono da soli.
Sto osservando i comportamenti e gli atteggiamenti delle persone in questi giorni.
Un mio collega ansioso ha prenotato weekend in montagna per questo weekend pur avendo la figlia con la febbre, settimana scorsa pensava di poter festeggiare il carnevale etc.
La sua vita come prima, senza alcun cambiamento. Sui social ne ho lette di tutti i colori.
Gruppi che censurano i post che riguardano l'argomento, chi nega anche l'evidenza dei casi denunciati dall'ATS, chi continua a dire che l'influenza fa più morti (e non ne conoscono neppure uno), chi urla "Mi avete rotto il cazzo ci sono problemi più importanti, l'inquinamento fa più morti", chi cerca il complotto, chi pensa sia una trama ordita da Big Pharma, chi si incazza per la Stramilano sospesa e chi si preoccupa di non poter festeggiare la festa delle donne e chi fa feste di compleanno lo stesso nei locali chiusi per ordinanza perché "la vita deve andare avanti".
I cinesi invece hanno mantenuto in Italia un atteggiamento composto: hanno chiuso tutti, e chi ha potuto se ne è tornato in Cina. Hanno la chiara percezione del pericolo, Gli altri che non hanno potuto scappare li vedi in giro solo con la mascherina. Evidentemente hanno saputo negli anni mantenere dei legami tra loro che hanno rafforzato nella collettività le debolezze del singolo. Qui da noi ogni individuo lasciato a sé stesso si è aggrappato dove ha potuto.
La comunicazione governativa lo ha percepito subito. Dopo il primo momento in cui i media hanno puntato TUTTi su titoli da ansia, ha caldamente suggerito di virare su toni lievi, in completa antitesi. In Ucraina la gente in panico ha tentato di incendiare e ha preso a sassate i pullman di ritorno da Wuhan: quando ti trovi di fronte una popolazione in panico puoi aspettarti di tutto.
Questo però è stato controproducente, in quanto la negazione è stata la scappatoia di molti che non hanno saputo adeguare i loro comportamenti. In questo momento l'Italia mostra al mondo la sua totale incapacità di essere un popolo coeso e unito anche di fronte a un problema che richiede a tutti di essere responsabili. Credo ci vorrà tempo perché tutti metabolizzino quanto sta accadendo.