danny
Utente di lunga data
Questi meravigliosi due mesi di segregazione ci hanno finalmente fatto apprezzare, oltre al divano, a Netflix (quando tutto, si intende, è andato bene), e al sesso familiare smodato con i figli sempre in casa o col fidanzato/a/*/i/e in un'altra regione, la meravigliosa esperienza dello smartuorchi e della DAD.
Io ho uorcato a casa. Ho scoperto l'ebbrezza dei messaggini di lavoro dopo le 23 e delle mail dopo mezzanotte.
Della scrivania a fianco del letto in cui inciampare al buio.
Della musica di sottofondo per coprire il rumore di segheria del vicino (no, niente selfmadesex, ha solo realizzato un salotto con i bancali).
Del prendere il sole nudo sudando come una scrofa corsa sul balcone durante la pausa pranzo.
Del collasso successivo.
Dell'unico giorno in ufficio da solo che non bastava mai e che si replicava al sabato che non finiva ancora.
Ho scoperto che mi piaceva anche, che lavoravo tutto eccitato dalla novità, fino a quando dopo un po' mi rendevo conto che non arrivavo neppure a cambiarmi il pigiama per giorni e stentavo a riconoscermi allo specchio.
Ma c'era la magia del parcheggio sotto l'ufficio a qualunque ora, una libidine mai provata prima.
La mia unica auto in tutta la via. Nera di carrozzeria, di vetri, di cerchi, che mi sentivo alla fine anche un po' Batman.
Anche se la via non era proprio Gotham City.
Dopo un po' sono cominciati però a mancarmi i colleghi, la routine quotidiana, anche le cose che non mi piacevano sentivo che comunque stavano tragicamente diventando motivo di rimpianto. Conseguenze del lockdown, in cui anche un filo d'erba sembra un parco. Presto mutai, da Batman a licantropo; mi aggiravo per le stanze vuote dell'ufficio, urlando i nomi di chi non c'era, ululando nel vuoto.
Erano quelle occasioni in cui non puoi non rimpiangere di non essere in compagnia almeno di una collega.
Secondo me lo smartuorchi ha senso due o al massimo tre giorni la settimana, ritrovando in ufficio poi tutti quanti gli altri negli altri giorni. Altrimenti si perdono i confronti, la possibilità di scambiare informazioni, di lavorare insieme, di insultarsi e di fare pettegolezzi, oltre a essere al corrente di cosa uno mangia a pranzo (da cui si capiscono moooooolte cose).
Sulla DAD: ad alcuni è andata bene, ad altri meno, però è alienante. Si è visto di tutto: telecamere spente, studenti che copiavano in maniera schifosamente evidente, fogli attaccati ai monitor durante le interrogazioni, prof finite chissà dove, una massa di compiti sostitutiva della presenza e i ragazzi sempre più scazzati.
A voi come è andata?
Io ho uorcato a casa. Ho scoperto l'ebbrezza dei messaggini di lavoro dopo le 23 e delle mail dopo mezzanotte.
Della scrivania a fianco del letto in cui inciampare al buio.
Della musica di sottofondo per coprire il rumore di segheria del vicino (no, niente selfmadesex, ha solo realizzato un salotto con i bancali).
Del prendere il sole nudo sudando come una scrofa corsa sul balcone durante la pausa pranzo.
Del collasso successivo.
Dell'unico giorno in ufficio da solo che non bastava mai e che si replicava al sabato che non finiva ancora.
Ho scoperto che mi piaceva anche, che lavoravo tutto eccitato dalla novità, fino a quando dopo un po' mi rendevo conto che non arrivavo neppure a cambiarmi il pigiama per giorni e stentavo a riconoscermi allo specchio.
Ma c'era la magia del parcheggio sotto l'ufficio a qualunque ora, una libidine mai provata prima.
La mia unica auto in tutta la via. Nera di carrozzeria, di vetri, di cerchi, che mi sentivo alla fine anche un po' Batman.
Anche se la via non era proprio Gotham City.
Dopo un po' sono cominciati però a mancarmi i colleghi, la routine quotidiana, anche le cose che non mi piacevano sentivo che comunque stavano tragicamente diventando motivo di rimpianto. Conseguenze del lockdown, in cui anche un filo d'erba sembra un parco. Presto mutai, da Batman a licantropo; mi aggiravo per le stanze vuote dell'ufficio, urlando i nomi di chi non c'era, ululando nel vuoto.
Erano quelle occasioni in cui non puoi non rimpiangere di non essere in compagnia almeno di una collega.
Secondo me lo smartuorchi ha senso due o al massimo tre giorni la settimana, ritrovando in ufficio poi tutti quanti gli altri negli altri giorni. Altrimenti si perdono i confronti, la possibilità di scambiare informazioni, di lavorare insieme, di insultarsi e di fare pettegolezzi, oltre a essere al corrente di cosa uno mangia a pranzo (da cui si capiscono moooooolte cose).
Sulla DAD: ad alcuni è andata bene, ad altri meno, però è alienante. Si è visto di tutto: telecamere spente, studenti che copiavano in maniera schifosamente evidente, fogli attaccati ai monitor durante le interrogazioni, prof finite chissà dove, una massa di compiti sostitutiva della presenza e i ragazzi sempre più scazzati.
A voi come è andata?