@irresponsabile, mi dispiace.
Sai che però non capisco perchè ti definisci irresponsabile?
In fondo, le tue scelte stanno comportando anche l'assunzione di responsabilità del comportamento altrui (quello di tua moglie, per intenderci) facendoti carico anche delle conseguenze di un appagamento che, pare, più accontentare che appagare.
E' un peccato, però, ma questa è la mia personale opinione, usare la vita per seguire le esigenze altrui.
Sempre personalmente lo trovo una forma di giustificazione a se stessi, al non assumersi i propri desideri.
E' un mio pensiero eh. Sia chiaro.
Ognuno vive come può quel che può.
Io non riuscirei a stare al tuo posto.
Non potrei avere un compagno con cui non ho spazio per esplorare la mia sessualità.
E non riuscirei a considerare coppia un gruppo di due in cui è esclusa l'esplorazione della sessualità e in cui la comunicazione all'affettività (c'è l'amicizia per questo a mio parere).
Sessualità, non sesso.
La mia sessualità è una parte fondante la mia identità di femmina, prima ancora che di donna.
Se mi ritrovassi in una situazione come la tua (ci ero finita per certi versi) finirei per spegnermi. (ed è quello che in effetti mi era successo quando avevo deciso di giudicare le mie esigenze sul piano del giusto e dello sbagliato in confronto con quelle del mio ex).
Le mie esigenze sono parte del patto costituente la coppia in cui mi esprimo.
Già nel mondo è necessario indossare maschere e costumi di scena.
La mia sessualità è parte fondante della mia costituzione emotiva.
E non tanto in termini di pratiche (fra l'altro, per quel che hai scritto, non mi sembrano neanche particolarmente alternative a dirtela tutta, ma immagino che tu non abbia scritto tutto, giustamente) quanto in termini di spazio per "aprire le ali" e spogliarmi di fronte al mio compagno.
E viceversa ovviamente.
Sei davvero contento di non poter crescere in questo senso con quella che hai scelto come compagna di vita?
(scusami se la domanda è invadente, nel caso, sfanculami liberamente


)