La penso un po' come una via di mezzo tra il tuo pensiero e quello di
@Nocciola . Vale a dire che dipende dai presupposti relazionali. E ovviamente sto parlando di gelosia "convogliata" in un discorso costruttivo.
Porto me come esempio.
In una storia con uno sposato (piglio l'esempio già fatto del milanese) che spazio c'è, per esternare la gelosia? C'è lo spazio della fine della storia. In cui con schiettezza lo posso salutare e (anziché pigliarlo per il culo o peggio non salutarlo proprio) comunicargli una mia.... sofferenza. Perché questo sarebbe. Ti lascio perché non ho intenzione di soffrire al posto di essere lieta per una cosa bella. Io sarei stata disposta a fare una prova, malgrado questo tipo di perplessità lo avvertissi ancora da prima. Ma non avvertirei lo spazio per parlargliene seriamente in corso di relazione, non so come dire. Se fossi più o meno felicemente sposata e non avessi la minima intenzione di separarmi, lo spazio sarebbe un altro ancora. E la gelosia di fatto non sarebbe nemmeno gelosia.... non so se mi spiego. Altrimenti due domande mi arriverebbero certamente, ma sul mio matrimonio. Se, da single, ricevessi manifestazioni di gelosia da uno impegnato, bello comodo nel matrimonio, la mia reazione non sarebbe bella. Fondamentalmente credo che a un livello discorsivo lo spazio vari a seconda dei casi. Poi d'accordo pienamente con te sul fatto che le MANIFESTAZIONI di gelosia, al di fuori di quello che può essere un discorso costruttivo (che può trovare spazio nell'altro) ce le si debba tenere per sé. E risolversele pure, in un modo o nell'altro. E penso pure che quella tra due amanti sposati che sono taaaaanto gelosi l'uno dell'altra e se lo dicono sia, ad andar bene, una simpatica fregnaccia che lascia il tempo che trova

Spero sia più chiaro il mio pensiero. A me questa storia della gelosia ha fatto riflettere molto ultimamente, perché mi ha messo davanti un altro fatto ancora. Che è quello di non essere capace (banalità?

) di pensare a uno impegnato nello stesso identico modo di un altro impegnato (leggasi sardo). E al contempo il fatto che lasciassi comunque una porta aperta a due mi pone comunque un altro tipo ancora di riflessioni. Collegate eh, comunque. Devo ammettere che se il milanese mi avesse cagata, non avrei certamente negato un saluto al sardo (come invece ha fatto lui), ma non ci avrei più scopato (penso). Ma questa è una cosa che mi sarei sentita io. E dubito che avrei pensato la stessa cosa nei confronti del sardo. Nel senso che anche se ci fossero stati incontri, non mi avrebbero precluso uno sguardo ad ipotetici altri. Ma sarei pure stata consapevole che non avrei dovuto far ricadere la mia scelta (quella di non dare corda al sardo) sul milanese (e qui veniva il difficile

, perché tra il dire e il fare..... Ma ci avrei provato

). Casino eh