Ma non so. Io non credo che
@Brunetta sia andata pensando a chissà quale "gravità". Darà conferma o meno se vorrà

, ma penso più proprio alla necessità di trovare uno spazio in cui "buttar fuori" un vissuto, e avere un confronto. Qualcuno che, magari - da soggetto qualificato ed esterno - le potesse dire "hai pensato a questo?", o anche "rifletti un attimo su questo punto". Che poi le abbiano detto che non ce ne fosse bisogno, credo che non attenga al campo della "gravità": non so come dire. A volte fare un lavoro su se stessi, smontare un piccolo "meccanismo" (un pò come è accaduto a me recentemente, sia pure in misura "embrionale", con la mediazione) semplicemente aiuta a migliorare i rapporti con l'altra parte piuttosto che la qualità della propria vita
Torno a me, e sempre con ragionamenti "del senno del poi" (che mi possono essere utili in ottica futura, per non fare la stessa roba che ho fatto nel passato): se - e sottolineo SE - prima del 2011 avessi parlato, se non avessi infognato la polvere sotto il tappeto, non sarei arrivata al punto in cui sono arrivata. Ma avrebbe comportato una presa di posizione, abbastanza netta, nei confronti del mio ex, per cui gli avrei dovuto dire "caro mio, la situazione non va. O ne usciamo, o altrimenti la storia finisce qui". Guarda, la certezza non me la dà niente e nessuno, ma sono quasi sicura che non sarei poi finita ad avere i problemi che ho avuto. Come sarebbe stato possibile tutto questo, proprio a partire dal fatto che (e in questo vedo similitudini con la tua, di situazione a casa) avevo davanti uno ben poco propenso a portare i problemi davanti ad un soggetto terzo e imparziale?
Ci riuscii eh, comunque, molto più tardi

Soltanto che a quel punto il terapista che ci fece terapia di coppia.... credo che tremasse al solo pensiero di riceverci

Scherzi a parte, ci andammo quando oramai la situazione era troppo compromessa. Molto spesso (riporto le parole del mio ex

) chi non si vuole affidare ad uno sguardo esterno, sostiene che "questi psicologi/terapisti non capiscono niente e portano il matrimonio a disfarsi". Capisci?

Era il terapista che avrebbe portato allo sfascio il matrimonio (ora ci rido su

).
Quando ci sono problemi (non è necessario che li si riconosca in due, sarebbe meglio, ma non è necessario), grandi o piccoli che siano, a volte succede che chi non li riconosce (il mio ex fino al giorno prima della separazione diceva che andava tutto bene, o giù di lì, e il contesto era invero disastroso....) si rifiuti di avere uno sguardo esterno. E chi è stato all'esterno (diverse volte nella nostra situazione), guarda caso a suo dire si è rivelato spessissimo "un incompetente". Perché "non gli dava la ragione".
Ma se io avessi imposto la terapia come condicio sine qua non per la prosecuzione della nostra unione (ovviamente a buon esito della stessa) mi sarei risparmiata di stare male io. Non è garantito, ma lo ritengo assai probabile.
Quando poi sono finita in cura, parlai con il terapista dicendo che non me la sentivo di "scavare". Lui disse che era una scelta. Quando lo risentii per la terapia di coppia (era lo stesso che aveva seguito individualmente me) mi disse che c'è un momento nella vita in cui certe cose, custodite in un cassetto chiuso a chiave, saltano inesorabilmente fuori, e di solito se sono state chiuse a chiave è perché si è atteso di essere pronti ad aprire il cassetto