Cosa fa fallire un matrimonio

bravagiulia75

Annebbiata lombarda DOCG
Non è che il tradimento ti ha cambiato 😎😎.
Tuo marito è sempre stato osi??
Per il ragazzo no dovrebbero esserci problemi 😎. ho tre maschi, ognuno ha i suoi modi e i suoi tempi 👀👀..
Non forzarlo e non riprenderlo per il suo comportamento, rischi di peggiorare il problema 😤😤 se c'è un problema 😎..
Sicuramente il tradimento mi ha cambiato.... tantissimo....
Rapportarsi con altre persone implica sempre dei cambiamenti....
Per il mio figlio...spero tu abbia ragione....e cmq non è mia intenzione forzarlo...infatti adesso sono in vigile attesa😬😬😬
 

bravagiulia75

Annebbiata lombarda DOCG
Come ti ha cambiato?
Ha fatto riscoprire la vecchia me....
Una parte di me che è rimasta assopita per anni...
Sono diventata più sicura di me...mi importa meno dell' opinione di molte persone....
Ho capito che sono una buona madre...ma una pessima moglie😬....
 

Ginevra65

Moderatrice del cazzo
Staff Forum
Ho comunque avuto chi mi ha ascoltato. E ti dico: ho preso medicinali che sono serviti a tirarmi un pò su, quel tanto che bastava, una piccola "scintilla" per far ripartire, per invertire un processo. Sono stata fortunata, anche. Poi se (del senno del poi sono piene le fosse :rolleyes:) avessi affrontato certi problemi che mi avevano condotta là, anziché tutto sommato far constatare al terapista (la scelta fu mia eh) che a livello medico ero "fuori pericolo", così da scalare il farmaco e lasciarlo, forse (e ti dico forse) non sarei arrivata dove sono poi arrivata con la mia situazione matrimoniale. La depressione fu un campanello di allarme. Grosso come una casa. Passata quella tutto il resto è stato rimesso in un cassetto. Fino al giorno in cui capii che il problema si sarebbe riaffacciato (stava già bussando alla mia porta), per il che mi resi conto che - rispetto a prima - ero responsabile anche di un figlio, oltre che di me stessa ;)

Ascoltata lo ero stata anche nel passato (non dai miei genitori, ma tant'è :) ), la questione (più che dell'estraneo) sta sempre lì: quanto si sia disposti a mettersi in gioco, a scarnificarsi anche. Altrimenti la terapia non serve a un cazzo.

Sul fatto di essere coscienti di essere causa del proprio male, ti posso dire che da bambina sono stata considerata un pò il male altrui :D, poi crescendo non ho avuto la forza di sganciarmi da certi meccanismi :)
Sicuramente ci sono situazioni dove l'aiuto è importante.
Altre , leggo di @Brunetta , dove siamo propensi a dare un eccessiva gravità a certe situazioni.
Poi si cade nel professionista poco corretto che ti spenna invece di mandarti via come ha fatto con Brunetta.
 

Foglia

utente viva e vegeta
Sicuramente ci sono situazioni dove l'aiuto è importante.
Altre , leggo di @Brunetta , dove siamo propensi a dare un eccessiva gravità a certe situazioni.
Poi si cade nel professionista poco corretto che ti spenna invece di mandarti via come ha fatto con Brunetta.

Ma non so. Io non credo che @Brunetta sia andata pensando a chissà quale "gravità". Darà conferma o meno se vorrà :), ma penso più proprio alla necessità di trovare uno spazio in cui "buttar fuori" un vissuto, e avere un confronto. Qualcuno che, magari - da soggetto qualificato ed esterno - le potesse dire "hai pensato a questo?", o anche "rifletti un attimo su questo punto". Che poi le abbiano detto che non ce ne fosse bisogno, credo che non attenga al campo della "gravità": non so come dire. A volte fare un lavoro su se stessi, smontare un piccolo "meccanismo" (un pò come è accaduto a me recentemente, sia pure in misura "embrionale", con la mediazione) semplicemente aiuta a migliorare i rapporti con l'altra parte piuttosto che la qualità della propria vita :)

Torno a me, e sempre con ragionamenti "del senno del poi" (che mi possono essere utili in ottica futura, per non fare la stessa roba che ho fatto nel passato): se - e sottolineo SE - prima del 2011 avessi parlato, se non avessi infognato la polvere sotto il tappeto, non sarei arrivata al punto in cui sono arrivata. Ma avrebbe comportato una presa di posizione, abbastanza netta, nei confronti del mio ex, per cui gli avrei dovuto dire "caro mio, la situazione non va. O ne usciamo, o altrimenti la storia finisce qui". Guarda, la certezza non me la dà niente e nessuno, ma sono quasi sicura che non sarei poi finita ad avere i problemi che ho avuto. Come sarebbe stato possibile tutto questo, proprio a partire dal fatto che (e in questo vedo similitudini con la tua, di situazione a casa) avevo davanti uno ben poco propenso a portare i problemi davanti ad un soggetto terzo e imparziale? :)

Ci riuscii eh, comunque, molto più tardi :)
Soltanto che a quel punto il terapista che ci fece terapia di coppia.... credo che tremasse al solo pensiero di riceverci :D
Scherzi a parte, ci andammo quando oramai la situazione era troppo compromessa. Molto spesso (riporto le parole del mio ex ;) ) chi non si vuole affidare ad uno sguardo esterno, sostiene che "questi psicologi/terapisti non capiscono niente e portano il matrimonio a disfarsi". Capisci? :) Era il terapista che avrebbe portato allo sfascio il matrimonio (ora ci rido su :) ).

Quando ci sono problemi (non è necessario che li si riconosca in due, sarebbe meglio, ma non è necessario), grandi o piccoli che siano, a volte succede che chi non li riconosce (il mio ex fino al giorno prima della separazione diceva che andava tutto bene, o giù di lì, e il contesto era invero disastroso....) si rifiuti di avere uno sguardo esterno. E chi è stato all'esterno (diverse volte nella nostra situazione), guarda caso a suo dire si è rivelato spessissimo "un incompetente". Perché "non gli dava la ragione".

Ma se io avessi imposto la terapia come condicio sine qua non per la prosecuzione della nostra unione (ovviamente a buon esito della stessa) mi sarei risparmiata di stare male io. Non è garantito, ma lo ritengo assai probabile.
Quando poi sono finita in cura, parlai con il terapista dicendo che non me la sentivo di "scavare". Lui disse che era una scelta. Quando lo risentii per la terapia di coppia (era lo stesso che aveva seguito individualmente me) mi disse che c'è un momento nella vita in cui certe cose, custodite in un cassetto chiuso a chiave, saltano inesorabilmente fuori, e di solito se sono state chiuse a chiave è perché si è atteso di essere pronti ad aprire il cassetto :)
 
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Gennaro73

Utente di lunga data
Ma non so. Io non credo che @Brunetta sia andata pensando a chissà quale "gravità". Darà conferma o meno se vorrà :), ma penso più proprio alla necessità di trovare uno spazio in cui "buttar fuori" un vissuto, e avere un confronto. Qualcuno che, magari - da soggetto qualificato ed esterno - le potesse dire "hai pensato a questo?", o anche "rifletti un attimo su questo punto". Che poi le abbiano detto che non ce ne fosse bisogno, credo che non attenga al campo della "gravità": non so come dire. A volte fare un lavoro su se stessi, smontare un piccolo "meccanismo" (un pò come è accaduto a me recentemente, sia pure in misura "embrionale", con la mediazione) semplicemente aiuta a migliorare i rapporti con l'altra parte piuttosto che la qualità della propria vita :)

Torno a me, e sempre con ragionamenti "del senno del poi" (che mi possono essere utili in ottica futura, per non fare la stessa roba che ho fatto nel passato): se - e sottolineo SE - prima del 2011 avessi parlato, se non avessi infognato la polvere sotto il tappeto, non sarei arrivata al punto in cui sono arrivata. Ma avrebbe comportato una presa di posizione, abbastanza netta, nei confronti del mio ex, per cui gli avrei dovuto dire "caro mio, la situazione non va. O ne usciamo, o altrimenti la storia finisce qui". Guarda, la certezza non me la dà niente e nessuno, ma sono quasi sicura che non sarei poi finita ad avere i problemi che ho avuto. Come sarebbe stato possibile tutto questo, proprio a partire dal fatto che (e in questo vedo similitudini con la tua, di situazione a casa) avevo davanti uno ben poco propenso a portare i problemi davanti ad un soggetto terzo e imparziale? :)

Ci riuscii eh, comunque, molto più tardi :)
Soltanto che a quel punto il terapista che ci fece terapia di coppia.... credo che tremasse al solo pensiero di riceverci :D
Scherzi a parte, ci andammo quando oramai la situazione era troppo compromessa. Molto spesso (riporto le parole del mio ex ;) ) chi non si vuole affidare ad uno sguardo esterno, sostiene che "questi psicologi/terapisti non capiscono niente e portano il matrimonio a disfarsi". Capisci? :) Era il terapista che avrebbe portato allo sfascio il matrimonio (ora ci rido su :) ).

Quando ci sono problemi (non è necessario che li si riconosca in due, sarebbe meglio, ma non è necessario), grandi o piccoli che siano, a volte succede che chi non li riconosce (il mio ex fino al giorno prima della separazione diceva che andava tutto bene, o giù di lì, e il contesto era invero disastroso....) si rifiuti di avere uno sguardo esterno. E chi è stato all'esterno (diverse volte nella nostra situazione), guarda caso a suo dire si è rivelato spessissimo "un incompetente". Perché "non gli dava la ragione".

Ma se io avessi imposto la terapia come condicio sine qua non per la prosecuzione della nostra unione (ovviamente a buon esito della stessa) mi sarei risparmiata di stare male io. Non è garantito, ma lo ritengo assai probabile.
Quando poi sono finita in cura, parlai con il terapista dicendo che non me la sentivo di "scavare". Lui disse che era una scelta. Quando lo risentii per la terapia di coppia (era lo stesso che aveva seguito individualmente me) mi disse che c'è un momento nella vita in cui certe cose, custodite in un cassetto chiuso a chiave, saltano inesorabilmente fuori, e di solito se sono state chiuse a chiave è perché si è atteso di essere pronti ad aprire il cassetto :)
.......

Foglia, i miei genitori non si sono mai lasciati, ma in casa era una guerra. Fino anche ai venti anni ho sempre creduto fosse colpa di mio padre, poi capii che le colpe erano da ambo le parti.

Un rapporto strambo il loro... lui la chiamava spesso anche " troia o simili" davanti ai figli (io e il maggiore), alzava le mani su di noi, non a livello di ferirci, ma faceva male perchè non lo faceva quasi mai per un motivo che giustificasse: semplicemente era stressato per cavoli suoi, e si sfogava su di noi.

Mia madre ebbe anche problemi correlati forse anche ad un intervento chirurgico, ma lo stress in casa e poi ad un certo punto al lavoro (cambio di colleghi che le sconsigliai), la fecero un pó uscire di testa (sentiva voci inesistenti). Peró con un pó di psicofarmaci ogni tanto, ed un pó di inutilissima psicoterapia(con gente da denuncia), dopo 5-6 anni risolse, anche perchè aveva capito quando sentiva le voci che non esistevano.

Da piccoli, io ero trattato come se dovessi essere il cane da compagnia di mio fratello: lui doveva essere quello intelligente, saggio ecc...

I fatti poi dimostrarono il contrario, e grazie a me (tolsi ad un certo punto gli psicofarmaci su consiglio di un vero professionista) mia madre recuperó (se mi avesse ascoltato in precedenza, nemmeno sarebbe caduta così fortemente in depressione)

Per farvi capire come venivo trattato da piccolo, mia madre mi ripeteva (ogni tanto), che quando ha dovuto far nascere me aveva sofferto tanto(e come lo diceva e come mi guardava). A parte il fatto che dire qualcosa del genere ad un figlio, è di una cattiveria gratuita pazzesca..... ma una sua cugina, alla quale chiesi in modo furbo (sai, io ero grande alla nascita ed allora mia madre soffrì il parto), mi disse che in realtà con me (secondo figlio), fece subito, mentre con mio fratello maggiore ebbe contrazioni per tantissimo tempo.
Ovviamente chiesi sapendo che questa sua cugina era stata con lei in entrambi i parti.

Mi era venuto il dubbio che quesa fosse una bugia, ed avevo ragione.

Mio padre mi buttava sempre giú: volevo fare il ciclista "eh ma ci sono gli altri che sono forti ecc."

Volli entrare nel mondo dell'arte, e lì per fortuna credette che sarebbe stato solo una specie di hobby, così almeno non mi demoralizzó... ma quanto si sbagliava...

Ed almeno, una volta che ho iniziato a far cose serie, ha capito che poteva anche vantarsene con altri.

Pur soddisfatto dei miei successi, a detta di mia madre, gli dava anche fastidio che prendessi piú soldi di lui.


Poi ho trovato mia moglie, che vedevo come una specie di Pollyanna piú disinvolta... salvo poi capire che pur avendo effettivamente molti di quei pregi, aveva alcuni difetti ben celati, e piú che il suo passato scopereccio, mi riferisco alla sua attitudine a vedere il marito piú come un trombamico (con tutte le conseguenze come l'attitudine a tradire), ai suoi 5 minuti, e a non accettare mai critiche da parte mia (svalutazione del partner per giustificare l'averlo tradito) anche su stupidaggini.

Le rarissime volte che le accetta, sembra che si autoflagelli...

Comunque mi sono adattato in primis per mia figlia, che ha per genitori due felici trombamici.

Per me la terapia è stata praticare (sfogandomi), e poi lavorare nel campo musicale.
 
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Ginevra65

Moderatrice del cazzo
Staff Forum
Ma non so. Io non credo che @Brunetta sia andata pensando a chissà quale "gravità". Darà conferma o meno se vorrà :), ma penso più proprio alla necessità di trovare uno spazio in cui "buttar fuori" un vissuto, e avere un confronto. Qualcuno che, magari - da soggetto qualificato ed esterno - le potesse dire "hai pensato a questo?", o anche "rifletti un attimo su questo punto". Che poi le abbiano detto che non ce ne fosse bisogno, credo che non attenga al campo della "gravità": non so come dire. A volte fare un lavoro su se stessi, smontare un piccolo "meccanismo" (un pò come è accaduto a me recentemente, sia pure in misura "embrionale", con la mediazione) semplicemente aiuta a migliorare i rapporti con l'altra parte piuttosto che la qualità della propria vita :)

Torno a me, e sempre con ragionamenti "del senno del poi" (che mi possono essere utili in ottica futura, per non fare la stessa roba che ho fatto nel passato): se - e sottolineo SE - prima del 2011 avessi parlato, se non avessi infognato la polvere sotto il tappeto, non sarei arrivata al punto in cui sono arrivata. Ma avrebbe comportato una presa di posizione, abbastanza netta, nei confronti del mio ex, per cui gli avrei dovuto dire "caro mio, la situazione non va. O ne usciamo, o altrimenti la storia finisce qui". Guarda, la certezza non me la dà niente e nessuno, ma sono quasi sicura che non sarei poi finita ad avere i problemi che ho avuto. Come sarebbe stato possibile tutto questo, proprio a partire dal fatto che (e in questo vedo similitudini con la tua, di situazione a casa) avevo davanti uno ben poco propenso a portare i problemi davanti ad un soggetto terzo e imparziale? :)

Ci riuscii eh, comunque, molto più tardi :)
Soltanto che a quel punto il terapista che ci fece terapia di coppia.... credo che tremasse al solo pensiero di riceverci :D
Scherzi a parte, ci andammo quando oramai la situazione era troppo compromessa. Molto spesso (riporto le parole del mio ex ;) ) chi non si vuole affidare ad uno sguardo esterno, sostiene che "questi psicologi/terapisti non capiscono niente e portano il matrimonio a disfarsi". Capisci? :) Era il terapista che avrebbe portato allo sfascio il matrimonio (ora ci rido su :) ).

Quando ci sono problemi (non è necessario che li si riconosca in due, sarebbe meglio, ma non è necessario), grandi o piccoli che siano, a volte succede che chi non li riconosce (il mio ex fino al giorno prima della separazione diceva che andava tutto bene, o giù di lì, e il contesto era invero disastroso....) si rifiuti di avere uno sguardo esterno. E chi è stato all'esterno (diverse volte nella nostra situazione), guarda caso a suo dire si è rivelato spessissimo "un incompetente". Perché "non gli dava la ragione".

Ma se io avessi imposto la terapia come condicio sine qua non per la prosecuzione della nostra unione (ovviamente a buon esito della stessa) mi sarei risparmiata di stare male io. Non è garantito, ma lo ritengo assai probabile.
Quando poi sono finita in cura, parlai con il terapista dicendo che non me la sentivo di "scavare". Lui disse che era una scelta. Quando lo risentii per la terapia di coppia (era lo stesso che aveva seguito individualmente me) mi disse che c'è un momento nella vita in cui certe cose, custodite in un cassetto chiuso a chiave, saltano inesorabilmente fuori, e di solito se sono state chiuse a chiave è perché si è atteso di essere pronti ad aprire il cassetto :)
le famiglie del mulino bianco sono rare, molto rare. Il vero problema era come tu fossi rassegnata a subire, durante tutto il percorso della tua vita.
E' una questione caratteriale, si il terapeuta ti può aiutare ,ma l'ultima parola resta a te.
Pensi veramente che tutte le persone sappiano come agire bene?
La terapia la ritengo una formula necessaria in casi disperati, sinceramente vedo molte persone arrendevoli poco inclini a combattere ed isolate. Negli ultimi anni c'è un boom di analisi, temo che sia diventato molto difficile relazionarsi da qui l'aggrapparsi alla terapia.
Se sì ha un problema è fondamentale tentare varie strade per trovare la soluzione, perchè non provarci da soli?
Trovare il coraggio di aprirsi un varco da soli non è semplice,tutt'altro, ma importante per formarsi dentro.
Spesso lo vedo come una resa davanti alle difficoltà, gettare la spugna prima ancora di averla presa in mano, attendere che qualcuna la raccolga,la porga e ti dica come pulire .......togli la cera.......metti la cera cit. Karate Kid
 

Foglia

utente viva e vegeta
le famiglie del mulino bianco sono rare, molto rare. Il vero problema era come tu fossi rassegnata a subire, durante tutto il percorso della tua vita.
E' una questione caratteriale, si il terapeuta ti può aiutare ,ma l'ultima parola resta a te.
Pensi veramente che tutte le persone sappiano come agire bene?
La terapia la ritengo una formula necessaria in casi disperati, sinceramente vedo molte persone arrendevoli poco inclini a combattere ed isolate. Negli ultimi anni c'è un boom di analisi, temo che sia diventato molto difficile relazionarsi da qui l'aggrapparsi alla terapia.
Se sì ha un problema è fondamentale tentare varie strade per trovare la soluzione, perchè non provarci da soli?
Trovare il coraggio di aprirsi un varco da soli non è semplice,tutt'altro, ma importante per formarsi dentro.
Spesso lo vedo come una resa davanti alle difficoltà, gettare la spugna prima ancora di averla presa in mano, attendere che qualcuna la raccolga,la porga e ti dica come pulire .......togli la cera.......metti la cera cit. Karate Kid
Non si tratta di avere la famiglia del Mulino Bianco. Ma una famiglia in cui ci si parla. Se il meccanismo della comunicazione è intaccato, io la risposta sul secondo grassetto la dò come negativa. Non sempre, comunque, la terapia ha come "cura" il dar regole (alle volte è così, può sembrare una cosa innaturale, ma ti garantisco che aiuta ad acquisire quella autonomia.... un pò come l'emancipazione dei figli dai genitori, anche se è un parallelismo un pò azzardato, per cui dopo le regole - e la loro applicazione - si è in grado di discuterle e rimodularle in autonomia).

Resa perché? Non è un'onta farsi aiutare :)
 

Foglia

utente viva e vegeta
.......

Foglia, i miei genitori non si sono mai lasciati, ma in casa era una guerra. Fino anche ai venti anni ho sempre creduto fosse colpa di mio padre, poi capii che le colpe erano da ambo le parti.

Un rapporto strambo il loro... lui la chiamava spesso anche " troia o simili" davanti ai figli (io e il maggiore), alzava le mani su di noi, non a livello di ferirci, ma faceva male perchè non lo faceva quasi mai per un motivo che giustificasse: semplicemente era stressato per cavoli suoi, e si sfogava su di noi.

Mia madre ebbe anche problemi correlati forse anche ad un intervento chirurgico, ma lo stress in casa e poi ad un certo punto al lavoro (cambio di colleghi che le sconsigliai), la fecero un pó uscire di testa (sentiva voci inesistenti). Peró con un pó di psicofarmaci ogni tanto, ed un pó di inutilissima psicoterapia(con gente da denuncia), dopo 5-6 anni risolse, anche perchè aveva capito quando sentiva le voci che non esistevano.

Da piccoli, io ero trattato come se dovessi essere il cane da compagnia di mio fratello: lui doveva essere quello intelligente, saggio ecc...

I fatti poi dimostrarono il contrario, e grazie a me (tolsi ad un certo punto gli psicofarmaci su consiglio di un vero professionista) mia madre recuperó (se mi avesse ascoltato in precedenza, nemmeno sarebbe caduta così fortemente in depressione)

Per farvi capire come venivo trattato da piccolo, mia madre mi ripeteva (ogni tanto), che quando ha dovuto far nascere me aveva sofferto tanto(e come lo diceva e come mi guardava). A parte il fatto che dire qualcosa del genere ad un figlio, è di una cattiveria gratuita pazzesca..... ma una sua cugina, alla quale chiesi in modo furbo (sai, io ero grande alla nascita ed allora mia madre soffrì il parto), mi disse che in realtà con me (secondo figlio), fece subito, mentre con mio fratello maggiore ebbe contrazioni per tantissimo tempo.
Ovviamente chiesi sapendo che questa sua cugina era stata con lei in entrambi i parti.

Mi era venuto il dubbio che quesa fosse una bugia, ed avevo ragione.

Mio padre mi buttava sempre giú: volevo fare il ciclista "eh ma ci sono gli altri che sono forti ecc."

Volli entrare nel mondo dell'arte, e lì per fortuna credette che sarebbe stato solo una specie di hobby, così almeno non mi demoralizzó... ma quanto si sbagliava...

Ed almeno, una volta che ho iniziato a far cose serie, ha capito che poteva anche vantarsene con altri.

Pur soddisfatto dei miei successi, a detta di mia madre, gli dava anche fastidio che prendessi piú soldi di lui.


Poi ho trovato mia moglie, che vedevo come una specie di Pollyanna piú disinvolta... salvo poi capire che pur avendo effettivamente molti di quei pregi, aveva alcuni difetti ben celati, e piú che il suo passato scopereccio, mi riferisco alla sua attitudine a vedere il marito piú come un trombamico (con tutte le conseguenze come l'attitudine a tradire), ai suoi 5 minuti, e a non accettare mai critiche da parte mia (svalutazione del partner per giustificare l'averlo tradito) anche su stupidaggini.

Le rarissime volte che le accetta, sembra che si autoflagelli...

Comunque mi sono adattato in primis per mia figlia, che ha per genitori due felici trombamici.

Per me la terapia è stata praticare (sfogandomi), e poi lavorare nel campo musicale.
Anche tu un bel vissuto, eh :)

La musica aiuta ;)
 

Gennaro73

Utente di lunga data
Anche tu un bel vissuto, eh :)

La musica aiuta ;)
Eh giá.

Come dico sempre sono piú fortunato di quei figli che sono stati uccisi e/o che muoiono di fame.

Già un bambino di famiglia (la mia medio borghese) relativamente povera, ma che potesse mangiare e studiare senza tutte le " "interferenze" che abbiamo subito, é stato più fortunato di noi.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Credo che tu veda la psicoterapia come introdurre una figura terza che giudica la situazione o vede cose che le persone coinvolte non vedono. Se così fosse sarei psicoterapeuta pure io 😂. Mi manca solo il riconoscimento di autorevolezza e il mandato.
In effetti io ho pagato 100€ per sentirmi dire che stavo meglio di lei e avrei potuto conversare gratis con una amica.
Ma la psicoterapeuta, che poi era una psicoanalista che aveva anche il divanetto rosso, ma mi ha fatto parlare su una sedia, non aveva detto che stavo benissimo, ma che non vedeva un percorso terapeutico per me, un’altra cosa che io ho tradotto in quel modo.
Ma la psicoterapeuta non è chi stabilisce chi ha ragione o che indica la soluzione. La psicoterapia accompagna le persone a fare un lavoro su se stessi, lavoro che si può essere in grado di compiere o no. Alcuni di noi costruiscono castelli di labirinti.
@Ginevra65 non so se era in riferimento a questo post che dicevi che ho parlato di casi gravi o non gravi.
Se è un altro, per favore, quotalo.
Io credo che la salute mentale sia importante tanto quanto la salute fisica e che pensare la mente
in modo astratto sia sbagliato. La mente che noi percepiamo come coscienza è una parte del funzionamento del cervello ed è quindi corpo.
A volte ci sono problemi di funzionamento diciamo meccanico e sono di competenza psichiatrica, il più delle volte somo problemi di vissuto e narrazione del vissuto, se il vissuto non fa stare bene, tutti dovremmo chiedere aiuto a uno psicoterapeuta.
 

Ginevra65

Moderatrice del cazzo
Staff Forum
@Ginevra65 non so se era in riferimento a questo post che dicevi che ho parlato di casi gravi o non gravi.
Se è un altro, per favore, quotalo.
Io credo che la salute mentale sia importante tanto quanto la salute fisica e che pensare la mente
in modo astratto sia sbagliato. La mente che noi percepiamo come coscienza è una parte del funzionamento del cervello ed è quindi corpo.
A volte ci sono problemi di funzionamento diciamo meccanico e sono di competenza psichiatrica, il più delle volte somo problemi di vissuto e narrazione del vissuto, se il vissuto non fa stare bene, tutti dovremmo chiedere aiuto a uno psicoterapeuta.
Era quello il post, credevo di averlo quotato.
Tutti abbiamo problemi col vissuto, purtroppo o per fortuna io credo molto nella forza interiore del singolo.
Ripeto pensare sempre che ci sia un grave problema non aiuta, soprattutto l'interessato.
 

Ginevra65

Moderatrice del cazzo
Staff Forum
Non si tratta di avere la famiglia del Mulino Bianco. Ma una famiglia in cui ci si parla. Se il meccanismo della comunicazione è intaccato, io la risposta sul secondo grassetto la dò come negativa. Non sempre, comunque, la terapia ha come "cura" il dar regole (alle volte è così, può sembrare una cosa innaturale, ma ti garantisco che aiuta ad acquisire quella autonomia.... un pò come l'emancipazione dei figli dai genitori, anche se è un parallelismo un pò azzardato, per cui dopo le regole - e la loro applicazione - si è in grado di discuterle e rimodularle in autonomia).

Resa perché? Non è un'onta farsi aiutare :)
Non è un onta, farsi aiutare, credo sia meglio inizare a combattere da soli.
Non so io lo vedo troppo spesso come una stampella per non osare.
Comunque tutte le famiglie che conosco dichiarano di avere problemi di comunicazione.
Credo sia normale non trovarsi d'accordo. E tra genitori e figli ci sarà sempre scontro.
Non sto parlando ovviamente di famiglie che finiscono in questura o segnalati ai servizi sociali.
Normali famiglie
 
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Brunetta

Utente di lunga data
Era quello il post, credevo di averlo quotato.
Tutti abbiamo problemi col vissuto, purtroppo o per fortuna io credo molto nella forza interiore del singolo.
Ripeto pensare sempre che ci sia un grave problema non aiuta, soprattutto l'interessato.
Ma sai se hai mal di testa una volta al mese prendi un analgesico e vai avanti, se lo hai tutti i giorni cerchi la causa.
È uguale per i problemi psicologici solo chi li ha se sono trascurabili o no.
Però se vi è una fissità che li altri notano e ci fanno notare, forse bisognerebbe andare a chiedere aiuto.
NON è un segno di debolezza.
 

Ginevra65

Moderatrice del cazzo
Staff Forum
Ma sai se hai mal di testa una volta al mese prendi un analgesico e vai avanti, se lo hai tutti i giorni cerchi la causa.
È uguale per i problemi psicologici solo chi li ha se sono trascurabili o no.
Però se vi è una fissità che li altri notano e ci fanno notare, forse bisognerebbe andare a chiedere aiuto.
NON è un segno di debolezza.
non sono convinta di questo aiuto, spesso trovo che se ne faccia abuso.
Ma è un segno di debolezza, se chiedi aiuto per risolvere vuol dire che non riesci da solo.
Che poi la si gira in altri termini per non abbattere ulteriormente la persona che lo richiede, mi sembra normale, in caso contrario lo affosserebbe ulteriormente
 

Brunetta

Utente di lunga data
non sono convinta di questo aiuto, spesso trovo che se ne faccia abuso.
Ma è un segno di debolezza, se chiedi aiuto per risolvere vuol dire che non riesci da solo.
Che poi la si gira in altri termini per non abbattere ulteriormente la persona che lo richiede, mi sembra normale, in caso contrario lo affosserebbe ulteriormente
Neanche il mal di testa persistente o il mal di schiena non li risolvi da sola.
Non capisco perché valuti negativamente chi cerca un aiuto psicologico.
Non si tratta di non avere coraggio nelle problematiche della vita, si tratta di avere troppe problematiche.
Percepisco in te disprezzo per chi vi ricorre e ammirazione per chi non lo fa, come se fosse virtuoso cavarsela da soli.
 

ologramma

Utente di lunga data
voi fate tardi , io mi sveglio presto specie se ho mangiato un po' di più
 

Foglia

utente viva e vegeta
non sono convinta di questo aiuto, spesso trovo che se ne faccia abuso.
Ma è un segno di debolezza, se chiedi aiuto per risolvere vuol dire che non riesci da solo.
Che poi la si gira in altri termini per non abbattere ulteriormente la persona che lo richiede, mi sembra normale, in caso contrario lo affosserebbe ulteriormente
Grassetto: e se anche fosse? :)

Quoto l'intervento sopra di @Brunetta , però alla parola "disprezzo" sostituisco la parola "disvalore", che è quello che percepisco io dalle tue parole, e anche conoscendo un poco il tuo vissuto ;)
Sostieni che - salvo i casi "gravi" - ce la si fa (rectius ce la si deve fare) da soli.
Quando tu parlasti del tuo matrimonio, del rapporto con tuo marito, più volte sottolineasti quella solitudine, che per me è la solitudine vera ;) , dello stare in coppia avendo davanti uno "che non gli si può parlare di niente". Uno con cui selezionare attentamente gli argomenti, sotto pena di grossi litigi. Uno che non vuole che il pomeriggio ti vedi con un'amica. Uno che gli dici una cosa e nemmeno la ascolta. Uno rispetto a cui i figli stessi ti dicono "non farci caso, mamma". E' roba che raccontasti tu. Li avete risolti "da soli", questi problemi, e se del caso COME li avete risolti?

Vedi tu, se questa non è solitudine :)
 
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