Ma infatti. E' delirio puro. Soggetti a rischio in giro al chiuso (quando si sa che il vaccino non tutela dai contagi) e gli altri fuori dai ristoranti come i cani in certi posti.
Ho visto nel recente passato tanti metodi di sopravvivenza.
Palestre chiuse? Runner, con parchi intasati di gente che dovevo stare attento non mi schiacciassero il cane.
Ristoranti chiusi? Cene a casa con delivery.
Locali chiusi e coprifuoco? Booking, affitto appartamenti meglio se isolati, feste e ritorno a casa il giorno dopo. Dividendo le spese è anche più economiche.
Smartworking? Seconda casa in località di villeggiatura.
Weekend nel solo comune di residenza? No, se hai la seconda casa vai dove vuoi.
Amanti? Motel aperti, niente cena, si scopa leggeri. Wow.
Si sa che va così.
Io che abito in un cazzo di comune dove non c'è molto e non ho amici ho passato mesi da solo a lavorare in un microangolo della camera da letto, portando a spasso un cane su un'unica strada di campagna, sempre la stessa, un tempo deserta, dove quando si diradavano le case e l'abitato era più lontano, scorgevo lontano passeggiatori solitari con la mascherina in un nulla agricolo sud. Salvo le uscite per l'ospedale, dove trovavo ambienti inspiegabilmente più rilassati. Forse perché uno che lavora e vive con le malattie si ritrova anche ora in qualcosa che conosce, la stessa dimensione di sempre. Siamo noi invece che siamo diventati una succursale dell'ospedale dove si parla sempre di vaccini e si rimane in trepida attesa che qualcuno ci dica cosa ci è consentito fare. Oggi, due persone sentite, due che mi hanno parlato di vaccini. E due coglioni! All'inizio partecipavo anche al dibattito, ma adesso i toni sono decisamente troppo lontani dai miei abituali e nella vita reale evito. Spero passi presto questo stato di paranoia ostile. Ottobre, lì si vedrà se il vaccino funziona o no, e questo cambierà la prospettiva di ciò che sta accadendo.
Abbiate pazienza. E godetevi per quanto possibile l'estate.