Zoccola, troia, puttana e sciupa femmine e playboy

Brunetta

Utente di lunga data
Bianchi e negri (soprattutto) non possono avere significati diversi a seconda delle situazioni
Ma ripeto è anni che ne parliamo e ciclicamente si cerca di darti un altro punto di vista
A quanti pare siamo in tanti a non vedere, come da tuo esempio, differenze razziali
Ma siete voi che vedete le differenze razziali 😂
 

ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
Hai già fatto interventi simili.
Ti capisco.
Non capite me.
Amen.
Sì, hai ragione.
Sono contenta di essermi spiegata.

Mi spiegheresti cosa non capisco?
Sono sinceramente curiosa.

Io ho capito che per te, il significato di zoccola (et similia) si colloca all'interno di una visione dicotomica e giudicante.
E che per questo non tollereresti un uomo che ti appellasse in quel modo.

E' corretto o ho frainteso quello che hai scritto?
 

ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
Quello che hai scritto in questo 3d, più ancora di quello che hai scritto nell'altro, spiega la molteplicità delle figure che stanno dentro l'essere umano e che oscillano tra i due estremi di cui parlavamo.
Lo considero un post esemplare. Da ricordare, da incorniciare.
:giggle:☺

....hai colto esattamente il punto che desideravo esprimere!!
Grazie!!
 

Marjanna

Utente di lunga data
C'è già stata una discussione simile, con lo stesso link al monologo... me lo ricordo solo io?!?!??
 

Marjanna

Utente di lunga data

Brunetta

Utente di lunga data
Sì, hai ragione.
Sono contenta di essermi spiegata.

Mi spiegheresti cosa non capisco?
Sono sinceramente curiosa.

Io ho capito che per te, il significato di zoccola (et similia) si colloca all'interno di una visione dicotomica e giudicante.
E che per questo non tollereresti un uomo che ti appellasse in quel modo.

E' corretto o ho frainteso quello che hai scritto?
Sì.
In sintesi, è noto che “il cazzo piace a tutte” (se etero) che significa che il sesso piace, che si fa per provare piacere e che così deve andare. Pensare di sentirsi trasgressiva o appartenente a una specie di donne porcone che godono, mi fa ridere. È come se mi dicessero “ah sei una che mangia! Golosona!” È vero che esistono le anoressiche, ma mangiare e provarne gusto è un atto naturale.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Neppure io mi ricordo chi era l'utente.
Potrei essere stata io.
Mi sconcerta la differenza di valore che c’è tra gli appellativi attribuiti agli uomini e alle donne.
 

Marjanna

Utente di lunga data
Potrei essere stata io.
Mi sconcerta la differenza di valore che c’è tra gli appellativi attribuiti agli uomini e alle donne.
Ti credo sulla parola. Io ho ricordo di avere già visto una discussione simile con lo stesso video, ma non mi addentro in ricerche.
Alcune cose che dice nel video io neppure le conoscevo, tipo se sento dire "una donna con un passato" (che poi si usa ancora?) non mi viene da pensare ad una mignotta, ma piuttosto lo lego a dei vissuti, e non faccio alcuna connessione a qualcosa di negativo o positivo, lo prendo solo come un dato. Ma uguale se lo sento per uomo.

Ma in generale mi vien da pensare che questo genere di cose andranno avanti finchè ci sarà qualcuno che ne fa giudizio, vedi recente discussione sul rifacimento di tetta... ci vuol poco a creare streghe da mandare al rogo. Che non vuol dire che sia l'opposto.

In altri paesi sappiamo come il creare una strega possa portare, purtroppo, gravi danni alla persona, fino all'omicidio.
 

spleen

utente ?
Sì.
In sintesi, è noto che “il cazzo piace a tutte” (se etero) che significa che il sesso piace, che si fa per provare piacere e che così deve andare. Pensare di sentirsi trasgressiva o appartenente a una specie di donne porcone che godono, mi fa ridere. È come se mi dicessero “ah sei una che mangia! Golosona!” È vero che esistono le anoressiche, ma mangiare e provarne gusto è un atto naturale.
E' perchè tu scorpori la sintassi dal sisteme del potere e dal "giudizio" insito che ne deriva.
Ma quasi mai nella realtà funziona così, secondo me.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Ti credo sulla parola. Io ho ricordo di avere già visto una discussione simile con lo stesso video, ma non mi addentro in ricerche.
Alcune cose che dice nel video io neppure le conoscevo, tipo se sento dire "una donna con un passato" (che poi si usa ancora?) non mi viene da pensare ad una mignotta, ma piuttosto lo lego a dei vissuti, e non faccio alcuna connessione a qualcosa di negativo o positivo, lo prendo solo come un dato. Ma uguale se lo sento per uomo.

Ma in generale mi vien da pensare che questo genere di cose andranno avanti finchè ci sarà qualcuno che ne fa giudizio, vedi recente discussione sul rifacimento di tetta... ci vuol poco a creare streghe da mandare al rogo. Che non vuol dire che sia l'opposto.

In altri paesi sappiamo come il creare una strega possa portare, purtroppo, gravi danni alla persona, fino all'omicidio.
In realtà era forma “elegante“ e ipocrita per fare intuire che aveva avuto storie sentimentali (e 😲 sessuali) adesso si è espliciti.
 

Brunetta

Utente di lunga data
E' perchè tu scorpori la sintassi dal sisteme del potere e dal "giudizio" insito che ne deriva.
Ma quasi mai nella realtà funziona così, secondo me.
Infatti io capisco chi, all’interno del sistema, lo usa in modo utile. Per me non è utile.
 

ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
Sì.
In sintesi, è noto che “il cazzo piace a tutte” (se etero) che significa che il sesso piace, che si fa per provare piacere e che così deve andare. Pensare di sentirsi trasgressiva o appartenente a una specie di donne porcone che godono, mi fa ridere. È come se mi dicessero “ah sei una che mangia! Golosona!” È vero che esistono le anoressiche, ma mangiare e provarne gusto è un atto naturale.

Grazie!

Fa sorridere anche me il gioco trasgressivo.
E' una cosa che colloco nell'adolescenza (non anagrafica, sia chiaro).
Concordo che, generalizzando, sia questo lo stile diffuso.
E' gioco sessuale che ha come protagonista principale la trasgressione (ossia l'accettazione implicita delle regole).

Personalmente mi annoia. E fra l'altro potrei giocare con chiunque a quella roba lì. :)

Ma...facevo riferimento alla sacerdotessa in un bordello.
Qui dal sessuale si passa al sensuale.

Dal sesso (ossia il fare) si passa alla sessualità (ossia l'essere).

Che altro non è che costruzione di identità, individuale e poi condivisa in dialettica.

E qui si entra nel campo dei tabù, dei limiti, soggettivi e oggettivi. Della paura.
Dell'apertura o della chiusura alle fantasie e agli immaginari propri e dell'altro.

Del percorso di costruzione di sessualità, insieme, esplorazione condivisa.
Infilare le dita in quei posti che tendenzialmente si tengono per sè.
Nessuna scissione qui. Solo compresenza.

E questo non è "mi piace il cazzo".
Mi piace il cazzo vale anche senza uomo.
Basta un maschio, che non è difficile trovare disponibile a dare il cazzo.

E non è neanche "il sesso si fa per provare piacere".
Il sesso per provare piacere vale un po' con chiunque.
Non è difficile trovare un maschio per soddisfarsi.

E' invece, ed è per questo che sottolineavo l'uscita dalla dicotomia, la sessualità come linguaggio e alfabeto della coppia.
Come comunicazione, profonda.
Che include quindi anche apertamente lo scambio e la cessione di potere. Reciprocamente.

Che mi par ovvio sottolineare non sia "scopami (ti scopo) oh yeah!!".

E' usarsi apertamente e reciprocamente per scender dentro ognuno se stesso e nella sessualità condividere lo spazio comune per raccontarselo.
E' appagamento. Non piacere.

Il posto dove i genitali contano, ma anche no. Non sono fondamentali.
Sono solo una piccola parte di tutto il resto, sicuramente non quella fondante.
Dove si aprono le porte all'esplorazione dei limiti, dei tabù, dei condizionamenti.
Senza giudizio sugli immaginari e sulle fantasie, ma semmai consenso alla condivisione oppure no.

Ed è una cosa proprio tanto diversa dal "dimmi che sono troia e scopami!". (o ti dico che sei troia).

Qui, non ci si arriva per il piacere del cazzo.
Non è sufficiente. Semplicemente.

Serve intenzionalità alla discussione della propria identità, tutta. Con l'obiettivo del Conoscere.

Dentro la dicotomia, è impossibile. Troppo giudizio.

Il tuo approccio vale solo dentro la dicotomia.
Dove il "mi piace il cazzo" è naturale.
E così è non può esser diversamente. Mi piace perchè è la natura che mi fa così. Non dipende da me. (quindi, come giustamente sottolinei, non sono troia. Ruolo per cui serve intenzionalità).

Fuori dalla dicotomia, invece, non funziona il semplice "mi piace il cazzo". E' natura.
Fuori dalla dicotomia vale, reciprocamente e in consenso, il "desidero i tuoi desideri e sono qui per te".
Non è ricerca del piacere, è ricerca di appagamento comune. Con il corpo che altro non è che un portale, uno strumento. (che è poi il motivo per cui il modo in cui lo si usa è solo frutto di accordo fra le parti e non di regole esterne alle parti).

In questi termini entrambi sono zoccole. ;)
Ed entrambi sacerdoti del desiderio. Condiviso.

E secondo me, visto che mi confermi che ho ben capito, è questo il passo che invece non vedi per un qualche motivo. :)
 

Nocciola

Super Moderatore
Staff Forum
Sì.
In sintesi, è noto che “il cazzo piace a tutte” (se etero) che significa che il sesso piace, che si fa per provare piacere e che così deve andare. Pensare di sentirsi trasgressiva o appartenente a una specie di donne porcone che godono, mi fa ridere. È come se mi dicessero “ah sei una che mangia! Golosona!” È vero che esistono le anoressiche, ma mangiare e provarne gusto è un atto naturale.
Ho fatto una promessa . Ma quanto è difficile
Dal cell non posso mettere la testa che picchia contro il muro
 

Brunetta

Utente di lunga data
Grazie!

Fa sorridere anche me il gioco trasgressivo.
E' una cosa che colloco nell'adolescenza (non anagrafica, sia chiaro).
Concordo che, generalizzando, sia questo lo stile diffuso.
E' gioco sessuale che ha come protagonista principale la trasgressione (ossia l'accettazione implicita delle regole).

Personalmente mi annoia. E fra l'altro potrei giocare con chiunque a quella roba lì. :)

Ma...facevo riferimento alla sacerdotessa in un bordello.
Qui dal sessuale si passa al sensuale.

Dal sesso (ossia il fare) si passa alla sessualità (ossia l'essere).

Che altro non è che costruzione di identità, individuale e poi condivisa in dialettica.

E qui si entra nel campo dei tabù, dei limiti, soggettivi e oggettivi. Della paura.
Dell'apertura o della chiusura alle fantasie e agli immaginari propri e dell'altro.

Del percorso di costruzione di sessualità, insieme, esplorazione condivisa.
Infilare le dita in quei posti che tendenzialmente si tengono per sè.

E questo non è "mi piace il cazzo".
Mi piace il cazzo vale anche senza uomo.
Basta un maschio, che non è difficile trovare disponibile a dare il cazzo.

E non è neanche "il sesso si fa per provare piacere".
Il sesso per provare piacere vale un po' con chiunque.
Non è difficile trovare un maschio per soddisfarsi.

E' invece, ed è per questo che sottolineavo l'uscita dalla dicotomia, la sessualità come linguaggio e alfabeto della coppia.
Come comunicazione, profonda.
Che include quindi anche apertamente lo scambio e la cessione di potere. Reciprocamente.

Che mi par ovvio sottolineare non sia "penetrami oh yeah!!". (personalmente neppure mi basta per essere appagata).

E' usarsi apertamente e reciprocamente per scender dentro ognuno se stesso e nella sessualità condividere lo spazio comune per raccontarselo.
E' appagamento. Non piacere.

Il posto dove i genitali contano, ma anche no. Non sono fondamentali.
Sono solo una piccola parte di tutto il resto, sicuramente non quella fondante.
Dove si aprono le porte all'esplorazione dei limiti, dei tabù, dei condizionamenti.
Senza giudizio sugli immaginari e sulle fantasie, ma semmai consenso alla condivisione oppure no.

Ed è una cosa proprio tanto diversa dal "dimmi che sono troia e scopami!". (o ti dico che sei troia).

Qui, non ci si arriva per il piacere del cazzo.
Non è sufficiente. Semplicemente.

Serve intenzionalità alla discussione della propria identità, tutta. Con l'obiettivo del Conoscere.

Dentro la dicotomia, è impossibile. Troppo giudizio.

Il tuo approccio vale solo dentro la dicotomia.
Dove il "mi piace il cazzo" è naturale.
E così è non può esser diversamente. Mi piace perchè è la natura che mi fa così. Non dipende da me. (quindi, come giustamente sottolinei, non sono troia. Ruolo per cui serve intenzionalità).

Fuori dalla dicotomia, invece, non funziona il semplice "mi piace il cazzo". E' natura.
Fuori dalla dicotomia vale, reciprocamente e in consenso, il "desidero i tuoi desideri e sono qui per te".
Non è ricerca del piacere, è ricerca di appagamento comune. Con il corpo che altro non è che un portale, uno strumento. (che è poi il motivo per cui il modo in cui lo si usa è solo frutto di accordo fra le parti e non di regole esterne alle parti).

In questi termini entrambi sono zoccole. ;)
Ed entrambi sacerdoti del desiderio. Condiviso.

E secondo me, visto che mi confermi che ho ben capito, è questo il passo che invece non vedi per un qualche motivo. Ma esiste lo stesso. E non è quello che descrivi tu. :)
Ma va bene già scopare 😂
Tutto il resto è relazione è si costruisce insieme, se si vuole.
No, la mia visione è proprio fuori dalla dicotomia.
 

ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
Ma va bene già scopare 😂
Tutto il resto è relazione è si costruisce insieme, se si vuole.
No, la mia visione è proprio fuori dalla dicotomia.
Ho editato qualcosa che non mi piaceva come avevo espresso :)

Va bene...ades...va bene a chi va bene!!! ;):)
A me per esempio non va GIA' bene.
Mi annoierei alla morte in un quadro del "mi piace il cazzo".
Passato il periodo di conoscenza per cui va bene un po' tutto perchè c'è la foia del prendersi, se non faccio il passo, per me è la noia totale.
E non mi basta il "ti voglio bene" piuttosto che il ti amo". Non sono sufficienti ad esser collante di una relazione di coppia.

No, non è relazione.
E' comunicazione, di coppia.
Sullo specifico della coppia.
Ossia le individuali sessualità che si esprimono liberamente e in tendenza alla libertà affrontando tabù, imbarazzi, pregiudizi, giudizi (non solo sulla persona ma anche sulle pratiche) costruendo il desiderio e la sessualità di coppia.

La relazione è semmai il contenitore in cui si colloca quella comunicazione.
(se si comunica in quel modo).

Sai bene tu dove collochi la tua visione :)

Hai mai sperimentato una comunicazione come quella a cui faccio riferimento?
 
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