I Testimoni di Geova proibiscono il trattamento con il plasma durante la pandemia di Coronavirus | (wordpress.com)
Parto da questo articolo (per il fatto che è attuale, e parla in un certo senso di come la medicina sia in qualche misura "manipolata" dall'ideologia), e dal ricordo di un altro (che non trovo) che - muovendo sempre dalla manipolazione della medicina - era un'intervista molto eloquente a una testimone di geova che spiegava ciò che sta "dietro" i testimoni di geova che vengono a bussare alla porta, visto dall'interno, da ciò che è stato sentito sulla pelle, direttamente o per il tramite delle testimonianze di altri. E parlava di una stretta rete, dove ad esempio anche il fatto di andare in giro sempre in due non era casuale, ma aveva fondamenta ontologiche nel "controllo", reciproco, di eventuali comportamenti non conformi, con conseguente dovere di denuncia agli organi sovraordinati in caso di violazione. E della elusione del divieto di trasfusioni mediante l'esimente di non essere stati coscienti durante la trasfusione. Degli effetti della esclusione, e di tanto altro ancora.
Sostanzialmente di divieti e regole.
Io trovo che la religione, qualunque essa sia, sia un modo di entrare nella propria spiritualità. Solo che con la religione questo modo è variamente "guidato" da regole e (sovente) divieti. Cose da non fare. Cose che vanno accettate. Dogmi. Misteri. Anche nella nostra (in quella dei più) la cacciata dell'uomo dal Paradiso avvenne a causa della conoscenza. E qui, se posso tirare un parallelo (ce ne sono tanti) direi che è abbastanza evidente che la cacciata dal Paradiso, con discesa sulla Terra, con conoscenza della sofferenza, con il bisogno di una nuova alleanza (fatta con il sangue e con la Morte), con il Cristo che si immola sulla croce (che ha taaaanti significati

) eccetera eccetera

, ha molto in comune con ciò che dice la religione in generale, e la loro religione in particolare: comportati bene, obbedisci, non trasgredire, segui le regole, e vedrai che avrai un posto nella casa di Dio.
Ho due amiche testimoni di geova (anzi, una è un'amica, l'altra una conoscente). Con la mia amica più volte ci sono stati discorsi (dovuti alla mia curiosità e alla immancabile voglia dei testimoni di geova di convertire chi hanno davanti, figuriamoci poi una che chiede

), e più volte quello che ne è emerso è che per lei la fine dei tempi è vicina, che il mondo non sarà più questo (e che stiamo raggiungendo letteralmente il fondo di ciò che è tollerato da Dio), che i morti giacciono in una sorta di sonno da cui verranno risvegliati (potrei fare anche qui molti paralleli con quel che credo io, che peraltro ammette anche la nostra fede, ma poi divento troppo logorroica

), e che quindi si vive in attesa che tutto ciò che è "del mondo" finisca. La mia amica comunque è una persona molto aperta, e malgrado interpreti il suo ruolo all'interno di un'organizzazione come una "missione", come un "lavoro", come una cosa cui "aderire", di fronte a numerose obiezioni che le ho portato ha spesso riso (poi in franchezza io conosco lei, so che persona è, le prove che la vita le ha messo davanti, la forza che ci mette, e se tutto questo le deriva dalla fede tanto di guadagnato per lei, e per chi, come me, la frequenta

).
La conoscente (che la mia amica conosce a propria volta, e da amiche che erano oggi evita, non le ho mai chiesto il motivo ma si capisce che qualcosa tra loro si è rotto) è la mamma di un bimbo che frequenta il parco, porta praticamente la tematica della fine dei tempi all'iperbole. E spesso si è risentita, quando se ne è parlato, delle mie obiezioni. U(n risentimento sommesso, però è capitato di discutere di certe tematiche e di vederla, per così dire, allontanare davanti a certe mie risposte (non ero nemmeno io invasata nel risponderle, portavo semplicemente il mio punto di vista). Esempio proprio sul sangue. Le chiesi perché lei - da testimone - ritenesse giusta la regola di vietare le trasfusioni di sangue. Lei mi ha risposto "Perché il sangue è sacro" (e qui mi viene in mente quando, durante la Messa, noi simbolicamente ci mangiamo il corpo di Cristo, e beviamo il suo sangue offerto). Le risposi che anche la vita è sacra, e se esiste un mezzo per salvarla, che la medicina da tempo ci offre, la prima cosa che va preservata è quella. E che questo insegnamento, sia pure in mezzo a mille dogmi, ed interpretazioni, è un insegnamento che è presente anche nella nostra cultura religiosa (cultura entro la quale mi sento comunque stretta, eh).
La sacralità della vita.
Il rifiutare il sangue (ma gli emoderivati "minori" a quanto pare no.... speriamo sia un'apertura e non una questione di lana caprina) che ci è stato donato.
Di lì il discorso che ebbi quel giorno con lei proseguì per altre vie, del tipo che appunto (
@Brunetta , a proposito di zombies

) per loro dopo la morte esiste solo uno stato di quiescenza, di sospensione, in attesa della fine dei tempi, dove tutto sarà svegliato (qui quanti paragoni che pioverebbero con l'Apocalisse e le sue letture, i suoi significati, il duplice senso della caduta del velo, i "risvegli"

e il loro significato più o meno profondo, anche con un occhio alle culture orientali, e qui, in questo momento.... io penso a Battiato!

), e che nel frattempo si viva in una sorta di "sospensione" (la stessa che peraltro trovano anche qui, sulla Terra

, nel dire che la fine dei tempi è vicina

). Quando le ho portato (tra l'altro anche, e fermo volutamente qui il discorso perché altrimenti divento troppo logorroica

) queste visioni, anche in contrasto con quelle che sono appunto loro interpretazioni della Bibbia, credo di avere capito fino a che punto possa esserci confronto, e dopo quale limite non possa essercene più

. Lei mi ha risposto che quanto dicevo era "tutta opera di Satana"

, tanto per dire come, a volte, certe "regole", ingabbiano

.
Io le ho semplicemente risposto che molteplici sono le possibilità di lettura e di vivere e coltivare quella che è, sostanzialmente, la propria spiritualità. C'è che per farlo ha ferma necessità, di altrettanto fermi regole e divieti, e chi la vive in modo più libero, più attento alla propria esperienza, più incline a vedere la propria esperienza anche nel dar luce a certi significati. Chi trova affascinante tirare paralleli tra culture. Non per niente, la mia amica (quando le ho fatto questo discorso) accetta la visione che il male parta da noi (quindi mica il mondo malvagio, eccetera eccetera, ma il male come ANCHE parte di noi). Per la conoscente, il male è sempre un qualcosa di "esterno" (alla loro religione? Non ho osato chiedere!

), per dirne un'altra
Da quel momento in poi, a differenza della mia amica (intimamente possibilista) questa mia conoscente, mi saluta, fa quattro chiacchiere con me, ma non ha mai più provato a parlarmi della sua fede, comunque....
