Secondo me non basta. Il discorso che fai è parziale, nel senso che la consensualità è solo un aspetto della faccenda, inportante finchè si vuole ma non esclusivo.
La consensualità da sola è nulla se non è abbinata ad un ragionamento - sempre- di responsabilità sociale.
Storicamente siamo solo noi che pensiamo al solito in questa società di avere il diritto di fare quello che ci pare senza dover rendere conto a niente e a nessuno. Ma come diceva Dostojevsky tutto quello che accade in una società ci riguarda, sempre.
A ogni diritto corrisponde sempre un dovere. E il dovere è quello del rispetto.
Quello che è accaduto è una mero regolamento di conti in una società malata che ha come unico interesse la gestione del flusso del potere che in certi ambiti è anche l'utilizzo del corpo come arma.
Non conosco il caso specifico della giornalista in questione e non è mia intenzione parlare di lei in particolare ma sono sicuro che qualche belloccia è arrivata al suo posto "utilizzando" il suo corpo, e facendo fuori in questo modo altre persone magari più qualificate di lei. E questa è un'altra forma di sopraffazione se permetti, per la quale nessuno si straccerà le vesti in tv.
E' questa l'ipocrisia di fondo che io vedo nella cosa e non riguarda la semplicistica regoletta - Guarda lo zuccherino ma non toccarlo- che presumo tutti condividiamo.
Spero di essere riuscito a spiegarmi.
Concordo, non basta.
Anche se la questione del consenso non è così semplice, non è semplicemente il dire sì/no e che il sì/no venga rispettato.
E in questo aspetto entra la responsabilità sociale che citi.
Che è quella a cui ho fatto riferimento dicendo che nel video è evidente la complicità di chi era lì e guardava accadere senza minimamente intervenire, compreso il collega da studio che risponde "non prendertela".
E la questione del consenso entra a pieno titolo nel dovere di rispetto.
E prima ancora di condivisione di un assetto rispetto alla concezione della dignità della persona.
Hai presenza la sentenza "Fortezza da Basso"?
Il giochetto è scivolato sul consenso facile, andando a recuperare comportamenti precedenti della ragazza per valutare i comportamenti di quella sera che si sono aggiunti al comportamento della sera specifica.
Una delle questioni è il retaggio del fatto che tutta la giurisprudenza, italiana in fatto di violenza, e nello specifico di violenza sessuale, discende dalla considerazione del fatto che sottolineava
@Arcistufo: se non ti sai difendere in modo deciso e veemente, non stai dimostrando il tuo dissenso.
(e quindi non stai negando il consenso e contestualmente negando alcuni meccanismi fisiologici rilevabili e misurabili, come quello del funzionamento dell'amigdala e di conseguenza negando per l'ennesima volta il corpo).
Il tutto in un sistema ipocrita che si ostina a considerare pari maschi e femmine, come se lo fossero davvero.
Anche soltanto a livello muscolare.
E questo è il motivo per cui io mi riferisco alla violenza e non nello specifico alla violenza sessuale.
Ed è il motivo per cui concordo che una visione ristretta del consenso, separata dalla questione della responsabilità sociale e dal rispetto della dignità delle scelte della persona si riduce a "vuoi una tazza di tè? si....o no".
Che è uno schemino bello e facile.
Ma che da solo non è sufficiente.
La questione dello zuccherino è strettamente legata sia al consenso sia alla concezione sociale del consenso.
Lo zuccherino è lì semplicemente perchè a livello commerciale un bel culo, un bel paio di tette, delle belle gambe sono un attrattore. Lo zuccherino per l'appunto.
E altrettanto probabilmente perchè quel tipo di pubblico risponde a quell'immagine della donna.
Poi.
Lo zuccherino è lì facendo finta che
non sia uno zuccherino.
Si fa finta che servano altre competenze diverse da quelle fisiche per fare cornice in quei contesti.
Il punto è che semplicemente non è vero. E in questa illusione si vanno a frammentare le percezioni di realtà.
Si costruisce una storia di discriminazione su un immaginario di inclusione, che non include la libera scelta di una donna di usare e dare un prezzo a sua caratteristiche fisiche e usarle per costruirci sopra uno stipendio e anche una storia lavorativa.
Se per fare un lavoro serve essere alta 1,65 e io sono 1,60 non è discriminante il fatto che non mi assumano.
Semplicemente anche la fisicità è un requisito per quel genere di lavoro.
Se peso 80 kg e per quel lavoro ne devo pesare 50 non è discriminante che venga assunta una che pesa 49 e non io che ne peso 80.
Se servono competenze informatiche e io non le ho è naturale che venga assunta chi le ha.
SE in quel ristorante il gestore vuole le cameriere in micro mini perchè quello è parte del prodotto che vende, non è discriminante che venga assunta chi indossa degnamente una micromini e non assunta una che non vuole indossarla. Il prodotto in vendita è anche la fantasia.
O che ci siano maschi tartarugati con muscoli in vista. Si vende la fantasia.
Allo stesso modo in cui si vendono altre competenze intellettive.
Ma si fa finta che non sia così e il politically correct deve a tutti i costi mostrare il fatto che anche nel caso in cui siano richieste semplicemente doti fisiche non è mica vero. Specialmente se sono donne.
Alle donne deve esser richiesto anche il cervello. In alternativa è lesa la loro dignità (o.m.i.o.d.i.o.!!!!!!)
Sono puttane senza cervello che svendono il loro corpo.
E quindi serve il culo e nient'altro. Ma a cornice ci mettiamo che servono anche competenze giornalistiche. (è vero? ma chi cazzo se ne frega...su questo ci possiamo fare altri commerci, fra cui le battaglie contro la discriminazione).
Mi sto spiegando?
La discriminazione di cui parli discende da una illusione per cui dove serve un bel culo si racconta che no!!!! al bel culo è associato un ventaglio di competenze anche intellettive.
E quando i fatti dimostrano che quella è una illusione, allora si passa alla discriminazione.
anche la discriminazione, a questo punto non è reale ma creata per sostenere anche la controparte che si scaglia contro l'ipocrisia, dirigendola e governandola.
Serve la discriminazione per mantenere l'equilibrio fra le diverse visioni che il contenitore della collettività non può interamente sintetizzare.
A me pare naturale che in un contesto sportivo, dove la forma fisica è fondamentale per la prestazione, non si affianchino corpi non in forma per quanto sostenuti da intelletto brillante.
Nello sport si usa primariamente il corpo. Ed è il corpo usato per dare prestazioni che vien celebrato.
Sarebbe come mettere una obesa a fare la pubblicità della pancia piatta.
Io ribadisco che fino a quando mente e corpo sono considerate entità con diversa dignità e non un unicum, fino a quando una femmina non può semplicemente prezzare il suo corpo e la sua femminilità come competenza e requisito per determinate prestazioni, anche la questione della violenza non può esser affrontata in modo sereno.
EDIT: e guarda che molto probabilmente il tipo ha dato la manata e poi lha chiamata goliardata proprio perchè è talmente succube e sottodotato di strumenti di analisi che ciuccia passivamente quel che vede e il messaggio nascosto senza saperli distinguere.
Quindi lui ha semplicemente considerato quella donna un bel culo. E ha collocato il bel culo in un contesto di assenza della dignità della persona. Senza esserne consapevole.
che è poi quello che viene trasmesso....se vendi il culo, sei una puttana che non ha dignità. Eliminando il consenso della donna (e quindi il rispetto e la responsabilità sociale nella considerazione del rispetto) e anche la possibilità di una educazione alla distinzione fra la vendita dell'immagine di un bel culo e la vendita del culo fisico con possibilità di toccarlo. ( e quindi tutta la parte di contrattazione sociale che comprende la responsabilità sociale e il rispetto delle parti coinvolte nel contratto).
E per forza che poi per lui è una goliardata...e come il puttan tour notturno.
Credo sia davvero basito e che neppure riesca a comprendere in che casino si è ficcato.
Che è un po' l'esempio che faceva
@JON con la puttana al pronto soccorso.
quel che si vede è la puttana, non il corpo segnato dalla violenza.
io non vedo differenza fra il vendere un bel culo e il vendere un bel cervello o specifiche competenze.
Solo che non si può dire....tutti intelligenti si ha da essere.
E cade il consenso nella caduta della contrattazione.