@Foglia, non cito il post perchè fra me e te non ci stiamo
Concordo, lei è stata fortunata. Avere la telecamera non solo ha permesso una facile individuazione, ma il video ha oggettivato una situazione che riportata - e "sporcata " dalle emozioni - non sarebbe stata così oggettiva.
come concordo sul fatto che tutta una serie di violenze, senza video, passino semplicemente in cavalleria per i motivi che dici tu.
si diminuisce il danno, si ingoia la rabbia e il fastidio, e si tira dritto.
Partendo dal presupposto che o gli puoi fare il culo o meglio mollare il colpo e subire.
E i tipi di violenzia, denominati violenza, sono molteplici.
Penso alle ragazzine palpeggiate sul bus, senza andare troppo nel profondo...mi piacerebbe vedere i padri che guardano la goliardata sul culo della figlia, per dire.
Credo che quello che sta sollecitando il video sia il netto rifiuto dell'animalità, comprendente anche la mancanza di pensiero.
Non solo quella manifestata dal tipo, ma anche quella che per esempio un padre che vedesse il culo della figlia trattato così con la figlia che può solo dire "eh no eh, non si fa così" e il collega che risponde "non prendertela" sentirebbe manifestarsi in sè.
Ho qualche dubbio sulle madri dei figli che lo fanno...ma non metto limiti alla provvidenza.
c'è stato qualche anno fa in un paese un episodio di violenza su una ragazzina di 15 anni ad opera degli amichetti.
E' stata violentata col manico di una pala.
L'hanno trovata svenuta col manico ancora infilato su per la figa.
Il paese, gli adulti, si è chiuso in un silenzio schierato verso il gruppo dei ragazzini.
Una goliardata l'hanno definita. Un gioco finito male, dicevano.
C'era anche chi rideva sui social per il manico di pala infilato nella figa.
Adulti eh...mica ragazzini.
La ragazzina è stata descritta come una puttana.
Il risultato è che ha cambiato scuola.
Il paese non l'ha cambiato perchè era già di un paese diverso.
I genitori di quei ragazzi non hanno avuto la minima vergogna nel difenderli.
Nel proteggerli. Nel ripetere la cosa del "gioco finito male".
Le amiche hanno insultato - mettendo alla gogna mediatica - la ragazzina.
Quindi guarda, quando si parla di gogna mediatica per questo qui...a me vien da ridere.
Si è messo da solo alla gogna nel momento in cui era davanti alla telecamera e ha fatto il figo.
Di fondo....non si vuole osservare una bestia che passando rompe i coglioni ad un'altra bestia.
E men che meno si vuole osservare il fatto che a violenza la risposta è violenza.
E questo netto rifiuto si manifesta in diverse modalità, schieramenti, etc etc.
Il rifugiarsi nella tassonomia è rassicurante.
Quella è una violenza piccola. Piccola piccola, insomma.
Ce ne sono di ben più grandi eh (ma dai???buongiorno!!)
Che è un po' quello che succede salendo nella tassonomia. C'hai uno che ti rome i coglioni per telefono?
Ma vabbè...non fa niente alla fine.
Poi però magari fa il passaggio all'incontro...vabbè, ma non i ha fatto niente.
Poi magari allunga la palpata. Ma vabbè...la palpata di culo è una goliardata. Il gesto di un imbecille.
Poi dalla palpata passa ai pedinamenti. E vabbè..ma come li dimostra signora?
E via salendo.
E poi....ORRRORE!!!!
L'ha picchiata. L'ha uccisa.
Ma non ce lo aspettavamo. Mica che no.
E' tutto così tranquillo.
La non conoscenza dei processi che portano alla violenza che non si può sfuggire, quella col sangue per intenderci porta a considerare ogni gesto a sè e non come un passo in una scala.
L'ignoranza dei meccanismi che regolano la violenza portano alla tassonomia a comparti stagni degli atti di violenza senza la minima comprensione che la violenza è un processo.
E allora avanti col poveretto questo qui...la gogna mediatica, e che avrà fatto mai?
Ha fatto un gradino nella scala della violenza.
Ed è stato beccato in video.
Forse non avrebbe salito ulteriormente la scala.
Forse la scala l'aveva già salita ma nessuno ha detto nulla, per paura per esempio.
E' pieno di gente, anche uomini, che tacciono delle violenze che subiscono. Per giorni, mesi e anni.
Il punto non è questo tipo in sè.
Il punto è che lui il gradino l'ha fatto.
E la scala a cui il gradino appartiene si chiama violenza.
Che poi ci sia una dissociazione nelle pene...vabbè, mi sembra scontato.
Dare 12 anni, e non li danno praticamente mai, a chi stupra in un sistema retributivo è ridicolo. (quei ragazzi fra un cazzo e un lazzo, ne sono usciti fondamentamentalmente indenni).
Non retribuisce neppure del dolore che una vittima attraversa durante il processo. Per non parlare del dopo.
E del costo.
Ma il fatto che non ci sia una adeguata ripartizione delle pene, non toglie nulla al fatto che un atto violento è un atto violento.
E soprattutto che un atto violento non è considerabile a sè ma è da considerarsi all'interno del processo della violenza.
Peccato non si riesca minimamente a parlare di violenza.
A concepire la violenza come un processo composito.
Peccato ancora si sia fermi alla stagnazione di ogni atto come se fosse fuori da ogni contesto.
Per quanto riguarda la responsabilità sociale, il pensare che un atto ha risvolti sociali, ci pensavo pensando a quei ragazzi che hanno preso una pala per il manico e per gioco hanno smutandato una amica e gliel'hanno infilato su, per giocare eh.
Cosa hanno sentito e visto negli aulti che li circondavano per poter anche soltanto lontanamente pensare a 16-17-18 anni che infilare un manico di pala su per una figa potesse esser un giocare???
E penso a tutti i ragazzini che si vedono in video questo che allunga la mano e tocca il culo ad una sconosciuta che sta lavorando.
E sentono ripetere che, sì, non si fa, ma è una goliardata. Era per ridere.
Non ci si pensa.
che esagerazione riprenderlo e addirittura denunciarlo, in fondo cosa ha fatto?
E' un gioco.
Il corpo di qualcun altro, è un gioco a disposizione per chi passa.
Cosa vuoi che sia?
Però, d'altro canto è vero.
Le nuove generazioni non vedono, non sentono e non parlano.
Non si accorgono di quello che fanno gli adulti intorno a loro.
Eh già
Il compito educativo...